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Autore: Something Rotten    27/03/2012    4 recensioni
Hermione aveva cominciato a parlare solo quando il ragazzo aveva posato, con fin troppa eleganza, le posate sul piattino. Si, perché non si poteva abbassare così tanto da mangiare uno stupidissimo muffin con le mani, come ogni comune mortale, lui doveva farlo con il coltello e la forchetta.
Principino era ad Hogwarts, principino era ora.
Certe cose era destinate a rimanere immutate.
« Mi ero preparata un discorso, Draco. Non ci ho dormito tutta la notte, ma poi ho capito che certi discorsi funzionano con Harry, ma non con te. »
« Uh, dieci punti a Grifondoro! » aveva esclamato ironico « 'Mione, tu stai facendo quel discorso. Pochi preamboli e vai dritta al sodo. »
« Voglio un bambino! » aveva esclamato.
Qualche briciola di muffin era volata via dalla bocca rossa del ragazzo, decisamente poco nobile sputacchiare sull'altrui piatto.
« Un po' meno diretta? » aveva chiesto riprendendosi.
« Rose è diventata abbastanza grande e pensavo di avere un altro bambino. »
« Hai forse capito che i geni Weasley non sono il massimo? Volevi provare quelli di un mago purosangue? » aveva chiesto ironico roteando gli occhi « Anche se non credo che San Potter sia così tanto Santo da lasciartelo fare... »
Hermione aveva scrollato le spalle, ridendo sguaiatamente.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Si, avevo già postato il "prologo" di questa storia, ma le mie mani ossessive compulsive mi hanno spinto a togliere quello scempio e renderlo - spero - un po' meno scempio.
Questa storia nasce per "gioco". Se cercate drammi, capitoli perfetti e cose simili, beh non posso che dirvi di cambiare pagina.
Questa storia non prende in considerazione l'ultimo libro, cioè, in alcuni punti potrebbe farlo, in altri no. Il motivo è semplice, ho odiato la morte di alcuni personaggi, tra cui Piton - solo per citarne uno su tutti-, quindi ho pensato di non tenere conto di quel libro. E, soprattutto, odio il fatto che nel film Piton non abbia cantato "Il triangolo no... non l'avevo considerato" anche se nella mia testa l'ha decisamente fatto più volte.
I personaggi non mi appartengono, in alcuni punti potrebbero appararie più OOC di un ipotetico Piton che cura le ferite di un ipotetico Potter o di un Silente che - per una volta- da del coglione a Harry, ma davvero compatitemi.
Naturalmente non ci ricavo un'emerita ceppa, nessuno sarebbe così malato di mente da pagarmi per "stuprare" dei personaggi che quel genio immondo della scrittrice ha delineato così perfettamente.
Quindi niente, i commenti, le critiche, i pomodori maturi, le minacce, i Mangiamorte sono ben accetti. :)


Parenting.


Non era abituato a mentire, non più almeno. La sua lingua si attorcigliava, si incastrava nella dentatura perfetta e avorio pur di non mentire a quel paio d'occhi verde smeraldo che lo fissavano con aria dubbiosa. Eppure la Zannuta era stata chiara, una sola parola e si sarebbe trovato schiantato dalla Torre Eiffel.
«Draco, sei un medimago, non un agente della C.I.A »gli aveva fatto notare l'occhialuto, schioccando le labbra, un movimento che faceva sempre, soprattutto quando voleva sottolineare il fatto che le sue parole fossero la verità assoluta. Era o non era il Bambino-Sopravvissuto-per-ben-due-volte? Dalla sua bocca carnosa - dannatamente carnosa- uscivano solo perle si saggezza, ispirate da chissà quale Dio.
«Ma ho il segreto professionale, Potty »aveva pigolato, schioccandogli un tenero bacio sulla bocca, prima di scomparire con un piccolo ed insignificante pop.
Certo, Harry era pur sempre un Auror, il Salvatore del Mondo Magico e - ultimo ma non meno importante- Colui_che_era_riuscito_ad_imbrigliarlo_in_una_relazione_seria, non sarebbe bastato un bacio sulla bocca, una smaterializzazione ed un piccolo segretuccio professionale per fermare la sua curiosità ma, per il momento, era meglio occuparsi di un problema alla volta. Prima la Zannuta, poi San Potter.

{....}

La Londra babbana non era poi diversa da come la ricordava. Caotica, piovosa e, soprattutto, piena di babbani.
Camminava per Fenchurch Place, cercando con gli occhi l'enorme insegna dello Starbucks. Si chiedeva perché l'avesse trascinato fino a lì, perché avesse chiesto solo di lui e, soprattutto, perché diamine voleva rovinare tutto. C'era un tacito accorto tra di lui e la Zannuta - Lenticchia era davvero troppo stupido per stipulare accordi e per tenervi fede, anzi, non era neanche sicuro che conoscesse il significato di accordo-, fingevano di essere amici "per amore di Harry". Quindi, perché mandare tutto all'aria con quell'incontro super segreto?
«Dannazione, Draco, sei in ritardo! » la voce gracchiante della riccia era arrivata alle sue orecchie ancor prima che l'insegna luminosa del Caffè arrivasse alle sue cornee cineree.
«Non sono in ritardo, sei tu che sei fastidiosamente in orario. - aveva risposto ostentando la sua nota faccia tosta. In realtà era in ritardo di venti minuti o forse di più.
« Beh, come ti pare. » aveva detto agguantandolo per il polso e trascinandolo all'interno.
La prima cosa che aveva notato entrando nel locale era stato l'odore di muffin. Il suo stomaco aveva emesso un borbottio molto poco regale, ricordandogli di non aver fatto colazione.
« Harry ti tiene a stecchetta, Malfoy? » aveva chiesto la ragazza con un tono malizioso.
Lui, di tutta risposta, aveva storto la bocca. Andavano bene i segreti, il tacito accordo e tutte quelle cose lì ma, davvero, non poteva supportare quel tono malizioso. Non poteva immaginare, soprattutto, che quella lì facesse pensieri erotici su loro due.
« Hey, era solo una battuta, sei particolarmente suscettibile. »
« Smettila di chiacchierare e siediti ad un tavolino, uno qualunque! Sto morendo di fame per colpa tua! » aveva detto con fare melodrammatico, guadagnandosi un'occhiataccia da parte della riccia.
« Colpa mia?! »
« Harry non mi ha lasciato fare colazione. Si è messo a fare l'interrogatorio, dovevi vederlo, sembrava la bella copia di Caramell! »
La ragazza, dopo averlo fissato con un cipiglio, si era messa a ridere.
Tacito accordo, ovvio.
Niente di più.
Poco importava che non vi fosse Harry nei paraggi, quell'accordo valeva ugualmente.
« Cosa vi porto, ragazzi? » un cameriere sulla ventina si era avvicinato al tavolo con il suo sorriso mellifluo e la voce suadente.
« Tu cosa vuoi, 'more? » aveva chiesto la ragazza accarezzando dolcemente la sua mano, guadagnandosi una delle sue migliori occhiate omicide.
« Un mocaccino ed un muffin al cioccolato, te tesoro? » aveva chiesto Draco facendogli il verso.
« Mmmh... » aveva spizzato il menù « Una cioccolata calda ed un muffin ai lamponi, grazie. »
Il cameriere aveva annuito, segnando gli ordini sul taccuino e rivolgendo un ultimo ampio sorriso a Draco.
« 'more? Ma sei impazzita? Che schifo! » aveva sbraitato Draco pulendosi la mano con aria drammatica.
« Sono pur sempre la migliore amica di Harry e tu sei il suo ragazzo, devo proteggerti dall'intromissione di un cameriere pervertito, no? »
Draco aveva scrollato la testa, sbuffando.
« Di cosa volevi parlarmi, 'Mione? » aveva chiesto, continuando la manfrina del - fingiamoci amici-.
La ragazza lo aveva fissato intensamente negli occhi, quasi che, da quelli, potesse capire se era veramente Malfoy o se Harry, scoperto l'inganno, aveva bevuto una pozione polisucco per prenderne le sembianze.
« Non avevi fame? »
A rispondere ci aveva pensato lo stomaco di Draco che, al solo pensiero del muffin al cioccolato, aveva emesso un brontolio sommesso.
« Prima mangiamo e poi ti spiego, okay? »
« Io devo lavorare per tirare avanti, 'Mione, non ho tutto il tempo del mondo. »
La ragazza stava per ribattere ma, in quel momento, era arrivato il cameriere con gli ordini e lo scontrino. Se Hermione non fosse stata totalmente presa dal suo muffin ai lamponi avrebbe sicuramente notato il numero scritto a penna dietro allo scontrino ma, per fortuna di Draco, era davvero troppo presa a mangiare per accorgersene. Aveva pagato il conto, rifilando un sorriso stirato ai danni del povero malcapitato e, poi, aveva gettato a terra lo scontrino, coprendolo con il piede. Hermione aveva davvero una lingua troppo lunga e Harry era davvero troppo geloso per risparmiargli una scenata con i fiocchi.
Avevano fatto colazione in silenzio, rivolgendosi qualche occhiata di sottecchi e qualche "frase di circostanza".
Hermione aveva cominciato a parlare solo quando il ragazzo aveva posato, con fin troppa eleganza, le posate sul piattino. Si, perché non si poteva abbassare così tanto da mangiare uno stupidissimo muffin con le mani, come ogni comune mortale, lui doveva farlo con il coltello e la forchetta.
Principino era ad Hogwarts, principino era ora.
Certe cose era destinate a rimanere immutate.
« Mi ero preparata un discorso, Draco. Non ci ho dormito tutta la notte, ma poi ho capito che certi discorsi funzionano con Harry, ma non con te. »
« Uh, dieci punti a Grifondoro! » aveva esclamato ironico « 'Mione, tu stai facendo quel discorso. Pochi preamboli e vai dritta al sodo. »
« Voglio un bambino! » aveva esclamato.
Qualche briciola di muffin era volata via dalla bocca rossa del ragazzo, decisamente poco nobile sputacchiare sull'altrui piatto.
« Un po' meno diretta? » aveva chiesto riprendendosi.
« Rose è diventata abbastanza grande e pensavo di avere un altro bambino. »
« Hai forse capito che i geni Weasley non sono il massimo? Volevi provare quelli di un mago purosangue? » aveva chiesto ironico roteando gli occhi « Anche se non credo che San Potter sia così tanto Santo da lasciartelo fare... »
Hermione aveva scrollato le spalle, ridendo sguaiatamente.
« Ma no! Scemo! » aveva esclamato divertita « I geni di Ron sono perfetti! Il fatto è che non mi serve un uomo con il quale procreare... »
« E allora che ti serve? »
« Mi serve qualcuno che tenga Rose per un po', una settimana al massimo. »
Draco aveva scrollato la testa, scrocchiato le dita, balbettato qualche insulto, sudato e, soprattutto, aveva urlato un "No" così forte che, sicuramente, lo avevano sentito fino in Cornovaglia, o forse anche più in là.
« Sei venuta a cercare aiuto dalla persona sbagliata, 'Mione. Dovevi chiedere ad Harry, non a me. » aveva asserito con convinzione.
« Ma Draco, Harry non avrebbe mai accettato... »
« Ma se ama Rose? Si fa chiamare "Zio Harry" e, soprattutto, le cucina tutto quello che vuole! Sappi che non lo fa neanche con me, intendo la cosa del cucinare, non quella dello Zio. Quella si che sarebbe una cosa strana. »
« Ma non avrebbe accettato, con tutto che la ama. »
« E perché? »
La ragazza aveva scosso la testa in segno di disapprovazione. Sul suo volto era apparsa, magicamente, quella dannata smorfia, quella smorfia che era solita fare ogni qualvolta che stava per sottolineare l'ovvio. Dio quanto la odiava!
« Per te, testone! » aveva esclamato « Tu ed Harry siete identici, non brillate certo per intelligenza. »
« Hey, non paragonare la mia intelligenza a quella di Potty per piacere. Il mio amor proprio potrebbe risentirne. »
« Come vuoi. » aveva cinguettato sorseggiando la sua cioccolata calda « Harry pensa che tu non sia proprio un granché con i bambini e quindi non accetterebbe. Non vuole metterti in difficoltà, è ovvio. Pensa che tu abbia lasciato il tuo lato 'paterno' nella culla o chissà dove. Insomma, si, non ti crede in grado di badare a Rose. Ecco perché ho chiesto di te e non di lui. »
Il volto di Draco era passato dal verde - invidia. Hermione sapeva molte più cose di Harry di quante ne sapesse lui-; al rosso - rabbia. Harry non poteva davvero non credere nelle sue capacità di 'genitore', si insomma, Rose era caduta un paio di volte quando l'aveva tenuta in braccio e gli aveva insegnato qualche insulto rivolto al padre, ma davvero la colpa non era la sua! Che ne poteva sapere lui che i bambini erano come pappagalli? Forse un po' più grossi e meno piumati-; al bianco -  Paura. Aveva appena, inconsciamente, accettato la proposta di Hermione-.
« Solo una settimana. » aveva asserito stringendo la mano della castana.
« Solo una settimana - o forse due- »
« Che hai detto? »
« Che è tardi, Merlino quanto è tardi! » aveva urlato alzandosi in piedi « Ron verrà a portarvi Rose domani mattina, prepara psicologicamente Harry. »
Prima che Draco potesse controbattere, la ragazza non c'era più. Al suo posto c'era una sedia vuota ed una tazza finita di cioccolata calda ed un paio di briciole di Muffin.
Lentamente, nella mente di Draco, si era cominciata a formare l'idea che, forse, quella Mezzosangue l'aveva appena rigirato come un pedalino....
 
 
   
 
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