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Autore: GiusXp    27/03/2012    1 recensioni
Riusciranno quattro ragazzi a farsi strada verso il tetto del Mondo, vincendo lo Yu-Gi-Oh! World Tournament? Preparatevi a rimanere con il fiato sospeso, perchè l'impresa sarà tutt'altro che facile! Oltre a vedersela con i migliori giocatori del Globo, i nostri eroi dovranno anche fronteggiare una minaccia che incombe su di loro...
Duelli, inseguimenti, furti, conflitti a fuoco e tanta tanta comicità!
Signori, mettetevi comodi in poltrona, Yu-Gi-Oh! The World Tournament 2010 sta per iniziare!
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11 Capitolo 11

Driiin.
«Zzz…»
Driiin.
«Ronf..?»
Driiin driiin!
«Gn, gn, il telefono…devo…rispondere..!»
Driiiiiiiiiiiin!!
«Eccomi, pronto! Chi è?»
«STO CAZZO!»
«Eh?»
«CHEMMINCHIA STAI ASPETTANDO, GIUS?! SONO LE OTTO!!»
«Eh, sì, no, cioè, chi parla?»
«NON C’È TEMPO DA PERDERE!»
«No!»
«E ALLORA VIENI IN AEROPORTO!»
«Sì! Cioè, ma perché? Che giorno è oggi?»
«TRENTA SETTEMBRE!»
«Trenta…di settembre…»
«HAI UN VOLO PER LOS ANGELES CHE PARTE FRA CINQUANTA MINUTI!»
Il giovane lanciò via il cordless da cui aveva risposto alla telefonata e in un impeto immediato si lanciò nel bagno e abbatté la porta con una testata, rischiando di scivolare sul tappeto del corridoio. Aprì il rubinetto a manetta, si sbarazzò del pigiama e iniziò a lavarsi. Lanciò un urlo, l’acqua era gelida, ma non pensò di fermarsi nemmeno per un istante. Cinque minuti dopo era sulla soglia della porta d’ingresso, con lo zaino in spalla e il biglietto aereo verso la capitale della West Coast al sicuro, nella tasca dei pantaloni.
«PAPA’, SONO PRONTOOOO!!»
Il padre di Gius in realtà quella notte aveva dormito direttamente in auto, vestito e pronto all’azione, e al richiamo del figlio si svegliò, girò la chiave e accese il motore, suonando il clacson.
«Tesoro, ricordati di tenere il cellulare sempre acceso, di guardare sempre a destra e a sinistra quando attraversi la strada, di non accettare caramelle dagli sconosciuti e di lavarti i denti la sera prima di andare a letto…»
Non c’era tempo per le solite raccomandazioni di sua madre: quella non ancora aveva finito che Gius aveva già sceso i due piani di scale, diretto come un proiettile verso il portone. Uscito in strada, lanciò lo zaino nel finestrino dell’automobile del padre (già completamente abbassato, come da programma) e saltò a bordo, gridando: «A TUTTO GAS!»
Il bolide del millenovecento pasta e patate partì dopo cinque secondi abbondanti in cui le ruote rimasero a pattinare sulla ghiaia, in una nube di fumo e polvere.
«Questo scherzetto ci sarà costato almeno metà pneumatici…»
«LI FAREMO SOSTITUIRE, QUANDO SARO’ CAMPIONE DEL MONDO!»
L’orologio della macchina segnava le otto e sette minuti e fuori l’aria misurava 12°C.

* * *



«Che ore sono?»
«Le otto e venti».
Step, su una panchina nel terminal dell’aeroporto Palese Macchie, si stava massaggiando le tempie, con gli occhi chiusi, mentre chiedeva a intervalli regolari a Endaron di scandirgli l’ora.
Woll, Mark, Giuppo e Squier erano lì con loro, ognuno con la propria valigia e con il proprio tic nervoso.
«Ripetimi che ore sono».
«Le otto e venti. Anzi, adesso e ventuno».
«Ma cazzo, per trecentosessantaquattro giorni l’anno non solo è puntuale, ma è sempre in anticipo di ore, e proprio oggi doveva far ritardo?!»
Squier rincarò la dose della nevrosi collettiva: «Quando arriva gliene canterò quattro».
«Dai, non fatela tanto tragica! L’importante e che alla fine ci saliamo, su quell’aereo!» tentò di minimizzare Giuppo, sempre bonario con tutti.
«Sta’ zitto!»
«Zitta tu!»
«Cos’hai detto?!»
«Torna in cucina, donna!»
Mentre i due iniziarono ad azzuffarsi come da routine fra i bagagli e i borsoni, Mark tentò di cambiare discorso, chiedendo: «Allora, controlliamo ancora una volta: avete tutti il Deck? La carta d’imbarco? Lo zaino? I viveri? Il gipiesse? I telefoni satellitari? Le padelle di emergenza? Il fornellino a cherosene? Il Dueling Disk?»
«Mark», lo rassicurò Endaron, mettendogli una mano sulla spalla, «viaggeremo in prima classe. Non ci sarà bisogno di niente, oltre al Deck e alle carte d’imbarco che ci hanno consegnato poco fa».
«Sì, forse hai rag-»
«OH NO, IL MIO DECK!» urlò Woll, con gli occhi fuori dalle orbite.
«Il tuo cosa?!»
«Il Deck! Non trovo più il Deck!»
Endaron ebbe un mancamento improvviso, Mark rimase di stucco con la bocca in un’improbabile smorfia e Step afferrò Woll per il colletto e iniziò a scuoterlo invasato, finchè il Porta Deck non gli cadde dalla tasca della felpa.
«Ah, ecco, non ricordavo più di averlo messo lì…»
Mark si riprese, rovistò nel suo kit di sopravvivenza e ne estrasse una boccetta di sali sulfurei, con cui riuscì a far riavere Endaron in pochi secondi. Il ragazzo, appena rinvenuto, contrasse tutti i muscoli all’unisono e si lanciò su Woll, atterrandolo: «COMECAZZOHAIPOTUTODIMENTICARTIDIPORTAREILFOTTUTODECK?! ADESSOFACCIORULLARETEALPOSTODELCARRELLODELNOSTROVOLO!!»
«Calmati Endaron!» Step lo prese e lo sollevò di peso, ammonendolo: «Lui si era dimenticato di avercelo in tasca! E poi se lo ammazzi adesso poi non avremo più il quarto membro della squadra per il torneo!»
«Va bene…ti risparmio solo per questo» sibilò a Woll, ritornando con i piedi per terra e facendo finta di sparargli un colpo di pistola in mezzo agli occhi.
«Adesso», fece di nuovo Step, «che ore sono?»
«Otto e ventisette».

* * *



«Macchina».
«Altra macchina».
«Supera questo trombone».
«Attento a destra».
«Sorpassalo».
«Non lasciarti passare».
«Gira a sinistra».
«Prendi l’ultima uscita della rotatoria».
«Supera quel TIR. Che diavolo ci fa un TIR su questa strada?!»
«Ok, ecco i parcheggi».
Durante tutto il tragitto casa-aeroporto, Gius aveva riempito la testa di suo padre meglio di quanto un navigatore satellitare avrebbe potuto fare. Giunti in vista degli spazi di parcheggio e del grande terminal, il ragazzo tirò su la manica della giacca per controllare l’orario: ci avevano impiegato esattamente tredici minuti.
«Bene figliolo, adesso cerchiamo un posto e ti accompagno all’imbarco».
Al grido del «NON C’E’ TEMPO!» Gius aveva già completamente spallato il sedile anteriore, recuperato lo zaino da quello posteriore, aperto la portiera e si era tuffato fuori dal veicolo ancora in movimento, rotolando sull’asfalto per qualche metro per poi rimettersi subito in piedi e iniziare a correre verso l’ingresso passeggeri.
«Fa’ attenzione lì fuori, ragazzo mio..!»
Avvicinandosi al galoppo, facendo slalom fra macchine e parcheggiatori, Gius constatò con stizza che stava per andare a schiantarsi contro una porta scorrevole automatica che si apriva alla velocità di una gallina zoppa.
«Non c’è tempo per le porte automatiche!»
Così virò bruscamente verso destra e si intrufolò in una porta secondaria, abbattendo i due uomini che dall’interno l’avevano appena aperta.
«Non c’è tempo per le scuse!»
I due signori, rimettendosi il berretto grigio sulla testa, si rimisero in piedi, si fissarono negli occhi e poi uno estrasse la trasmittente e l’altro la Beretta dalla fondina.
«Altre porte scorrevoli…la mia unica chance è quella di saltarci dentro mentre sono già aperte..!»
Gius continuava a farsi strada all’interno del terminal, scaraventando sul pavimento hostess e passeggeri in transito e attirando su di sé imprecazioni di tutti i tipi. Non si preoccupò nemmeno della ringhiera in acciaio luccicante che dovette affrontare, superandola in scivolata senza fermare la corsa. Per fortuna proprio in quel momento altra gente stava attraversando le ulteriori porte scorrevoli parateglisi davanti, e lui vi si tuffò in mezzo.
«Ma questo posto è peggio di un labirinto! Chiamerò Squier e mi farò guidare a telefono da lei, per non perdere altro tempo».
Senza rallentare per nessun motivo, il ragazzo aprì una tasca a strappo dei suoi pantaloni e ne pescò il cellulare, con cui per miracolo riuscì a comporre il numero dell’amica. Nel frattempo era salito su una scala mobile.
«…tuuu…tuuu…tuuu…»
«E rispondi, dannazione, non c’è tempo!»
«…tuu- GIUS!!»
«SQUIER, SONO IN AEROPORTO!»
«Perfetto, stai salendo le scale?»
«Sto arrivando in scala mobile!»
«Allora davanti a te troverai il banco di accettazione!»
«Eh, cazzo, se magari arrivo in cima…»
«MUOVITI!!»
Risoluto, Gius iniziò a salire manualmente i gradini meccanici, ma si accorse ben presto di esser salito sulla scala sbagliata, quella per scendere.
«SCALA SBAGLIATA, SCALA SBAGLIATA!»
«MA COME HAI POTUTO SBAGLIARE SCALA?! NON HAI VISTO LA GENTE SCENDERE?!»
«Veramente su queste scale non c’è assolutamente nessuno…»
«…Gius…MA DOVE MERDA SEI ANDATO A CACCIARTI?!»
«Ti richiamo io appena posso!»
«Che vuoi f-»
Il giovane ricacciò il telefono in tasca e si disse, determinato: «Non c’è tempo per le scale mobili». Così, sempre con lo zaino in spalla, balzò al di là del corrimano meccanico, atterrando sui gradini della scala in mattoni. Arrivato in cima alla rampa percorse il corridoio davanti a sé – che era inspiegabilmente deserto – fino a girare a sinistra, in fondo, continuando a correre. Allora, due furono le cose che lo stupirono, anzi tre.
La prima: non c’era nessun banco di accettazione.
La seconda: non c’era nessun passeggero in attesa di alcun volo.
La terza: c’era solo un’orda di berretti grigi con le mitragliette spianate e i giubbetti in kevlar sulle divise.
«Ma dove cazzo sono finito?»
«FACCIA A TERRA!!»
Il nostro eroe, portando lentamente le mani dietro la nuca, iniziò a indietreggiare piano, con calma, con molta calma, con finta calma, con molta finta calma, con calma molto finta, finchè, arrivato daccapo alla congiunzione fra i due corridoi, si sfilò lo zaino di dosso e in un battibaleno si tuffò dietro l’angolo, lanciò lo zaino giù dalla rampa e saltò lui stesso tutta la scala, atterrando con una capriola circa trenta gradini più sotto, dove rimise lo zaino in spalla e prese a correre nella direzione opposta.
«Non deve abbandonare la sezione arrivi. Prendetelo!»
Il berretto grigio con più galloni sguinzagliò i suoi sottoposti giù dalle scale, ricordandogli di non ingaggiare il sospetto perché poteva essere imbottito di esplosivo.
Il pericoloso fuggitivo Gius, nel frattempo, aveva incrociato un ignaro steward che aveva appena oltrepassato le porte scorrevoli. Lo fermò, lo prese per le spalle e gli chiese, concitato: «Buon uomo, dov’è il banco di accettazione?!»
«Accettazione? Amico, questa è la sezione arrivi!»
«ARRIVI?!»
«Sì!»
«Ecco», fece il ragazzo, dandosi una pacca sulla fronte, allibito, «perché non ci sono scale mobili che salgono..!»
«Fra quanto parte il tuo volo?»
«Trenta minuti», fece, ma poi guardò l’orologio e precisò: «Scherzavo. Fra dieci minuti devo avere il culo su quel sedile».
«Uhm, capisco. Allora sbrigati», lo rassicurò il buon uomo col giubbino arancione indicando i finanzieri che accorrevano in massa, «con quei signori là ci parlo io».
«Quando sarò il Campione del Mondo mi ricorderò di lei, brav’uomo!»
E così Gius ritornò nella hall del terminal e questa volta salì la scala mobile giusta, arrivando proprio di fronte al lungo banco di accettazione. La fila era più lunga di una molla di un materasso di Sconchiglioso Zeta tirata al massimo. E i materassi di Sconchiglioso Zeta sono noti per la loro eccelsa rimbalzosità, oltre che per la loro ragguardevole erudizione.
«Cazzo, mi serve un’idea».
Fece per avvicinarsi all’interminabile coda, scorrendola con lo sguardo e perdendosi tentando di scorgere il punto di fuga prospettico, ma subito un tizio gli ringhiò contro, riportandolo alla realtà, inferocito: «Mettiti in fila, signor furbo!»
«Da quanto tempo sta aspettando, signor sfigato?»
«Da mezz’ora!»
«E che è successo?»
«Niente, qua è normale aspettare così tanto!»
«NORMALE?!»
«Sì, hai sentito bene! Adesso ti consiglio di toglierti lo zaino e di sedertici sopra, come ho fatto io…se ti allontani anche solo per un minuto potresti perdere il posto. E sarebbe la fine».
«Già, la fine».

«Ultimo avviso per i passeggeri del volo delle nove e zero zero diretto verso Los Angeles: il vostro volo è in partenza dal Gate numero cinque».

A quel punto, l’idea gli scintillò nella testa, chiara, evidente, infallibile: Gius si alzò, prese il suo zaino, lo fece svettare sulla testa e iniziò a urlare: «HO UNA BOMBA E NON HO PAURA DI USARLA!!»
Tutti i passeggeri, gli steward, le hostess e gli addetti alle pulizie del primo piano del terminal di Palese Macchie si girarono a guardarlo, esterrefatti.
«AVETE CAPITO BENE STRONZETTI, NON FATEMI ARRABBIARE O QUI SALTA TUTTO!!»
Tutti si inginocchiarono riparandosi la testa e qualcuno si stese addirittura dietro le trincee di valige e borsoni: in quello scenario apocalittico, Gius prese a muoversi lentamente, con lo pseudo-zaino-bomba sempre in alto e ben visibile, finchè non arrivò alla fine della fila, dietro il banco di accettazione. Posò il suo bagaglio sul nastro trasportatore e tirò fuori il suo biglietto dalla tasca: «Avanti, mi faccia questo check-in alla velocità della luce».
Nel frattempo i berretti grigi erano riusciti a salire dal piano di sotto e presero daccapo di mira il pericoloso fuggitivo.
«FACCIA A TERRA!!»
Gius sguainò il cellulare e, con una faccia da invasato urlò: «Un passo falso e quell’affare laggiù fa BOOM!»
Anche gli omini in grigio rimasero paralizzati e così il nostro eroe agguantò lesto la sua carta d’imbarco, ritirò il bagaglio appena passato dal metal detector e si avviò di corsa verso il suo volo per Los Angeles, sempre con il dito posato minaccioso su un bottone a casaccio del suo cellulare.

* * *



«Glom…»
«Daai cazzo Woll, non anche in aereo!»
«Uff…non posso farci niente Step…ho un blocco proprio…alla bocca dello stomaco…»
«Se hai bisogno di liberarti vai in bagno però! Questa è tappezzeria buona, per non parlare dei miei pantaloni freschi e profumati di lavanderia».
«Gulp…»

«Gentili passeggeri, è il comandante che vi parla. Siete pregati di allacciare le cinture di sicurezza: saremo costretti a eseguire delle manovre di emergenza per evitare un’imminente collisione. Restate pure tranquilli, siete completamente al sicuro!»

«Ecco, moriremo tutti».
«Sento che…mi si sta attorcigliando…come un calzino!»
«VAI IN BAGNO!»
Mentre tutti iniziavano ad andare in iperventilazione ventricolare, a raccomandarsi a qualche santo in Paradiso, o semplicemente a tirare la cintura di sicurezza e ad insalamarsi per bene, Woll si alzò e barcollò fino al bagno, dove si chiuse e tentò di alleviare i suoi problemi con qualche bel conato fragoroso.
Un improvviso scossone fece sobbalzare il velivolo e la comunicazione radio dalla cabina di pilotaggio si riaprì: «Ma che cazzo vogliono da noi?»
«Dirottatori?»
«E come no, direttamente a bordo di un altro volo».
«Che ne sappiamo se non c’è qualcuno di loro anche qui?»
«Smettila di dire minchiate e regola il flap posteriore, ci portiamo ad una quota dove il loro fottuto aeroplanino di merda non riesce a salire».
«Ehi, ci contattano via radio!»
«E rispondi, deficiente!»
«Qui AIR-UNO-OTTO-BRAVO-SETTE, vi riceviamo».

«Parla il Comandante di WHISKEY-TANGO-ZERO-ZERO, se ci fate uscire un Campione del Torneo vi lasciamo in pace».
«CHE CAZZO VOLETE, GIAPPONESI DI MERDA?»
Sembrava che il Comandante avesse strappato la trasmittente al suo vice.
«Vacci piano yankee, vogliamo solo un Duello».
«TESTE DI TONNO AVARIATO, E COME FACCIO A FARVI USCIRE UNA PERSONA DALL’AEROPLANO? LO BUTTO GIU’ DA UN FINESTRINO??»
«Comandante…»
«ZITTO FINOCCHIO, TIENI LA CLOCHE!»
«Comandante, la comunicazione…»
«SI’, LA COMUNICAZIONE, STO COMUNICANDO IO ADESSO!»
«La comunicazione con i passeggeri, signore…»
«BEH?!»
«E’ aperta».
«…»

«Qui WHISKEY-TANGO-ZERO-ZERO, ci siete ancora?»
«…maledetti straordinari. Un giorno di questi mi uccideranno».
«Il Campione arriva o no?»
«Finocchio, metti il pilota automatico e fatti un caffè, io vado ad avvisare i passeggeri».
«Ma avranno già sentito tutto, signor Comandante».
«ANCORA NON HAI CHIUSO LA CAZZO DELLA COMUNICAZ-»

Pochi minuti dopo il segnale luminoso con il simbolo delle cinture di sicurezza si spense e dalla cabina di pilotaggio uscì il Comandante, in maniche di camicia. Proprio in quel momento Woll stava uscendo dal bagno in testa al velivolo, proprio dietro la cabina, e si scontrò proprio con il Comandante.
«STAI ATTENTO CAZZO!»
«Oh, mi scusi signore…»
«Che hai nella tasca della felpa, eh? Non è che si tratta di una bomba?»
«No signore, sono solo delle carte da gioco…»
«Napoletane? Ti fai una Briscoletta nel cesso mentre noi lottiamo con la morte?»
«Veramente sono da Duel Monster, signore…»
«Duel Monster?! Ma allora sei uno di quelli diretti verso Città di Domino!»
«Beh, sì…»
«Perfetto ragazzo mio, seguimi!»
«Ma dove mi sta, glom, portando?»
Il Comandante lo portò nella zona del portellone, esattamente alle spalle della sua cabina, e poi si affacciò all’oblò. Vide un tipo in piedi sull’ala di un piccolo aeroplano distante una decina di metri da loro, ad un’altitudine di poco inferiore. Quegli gli fece cenno di far uscire il ragazzo.
«Figliolo, adesso tu uscirai da questo portello e andrai a fare a botte con quel tipo laggiù».
«Cosa?»
«FALLO E BASTA!»
«Ma…ma…»
L’iracondo Comandante aprì il portello anteriore dell’aeroplano e spinse il nostro eroe fuori dall’apparecchio. Woll, ormai con la Morte davanti agli occhi, si stupì quando atterrò su qualcosa di solido pochi metri sotto di lui. Si rimise in piedi e si accorse di star camminando nel vuoto, mentre tutt’attorno a lui splendidi giochi di luce dipingevano un campo di forza olografico.
«Ma che diamine…»
«Heilà, Italiano!»
«Eh? E tu chi sei? Un angelo passato a prendermi in aereo?»
«Certo che no! Io sono Tang, dei White Tigers!»
«White Tigers…questo nome non mi è nuovo…siete per caso una squadra di lacrosse della Lega Giapponese?»
«…»
Il tipo, con la lunga treccia di capelli neri che gli svolazzava al vento, disincrociò le braccia che fino a quel momento aveva tenuto dietro la schiena, rivelando il Dueling Disk che portava al braccio sinistro.
«Aaah, i White Tigers del Torneo Mondiale!»
«Tieni questo Dueling Disk e gioca immediatamente questa Carta Magia Terreno!»

mondovelocit

«Mondo Velocità? Vuoi giocare un Duello Turbo?»
«Certo, iniziamo a scaldarci i muscoli, che fra qualche ora si arriva a Città di Domino!»
«Uhm…e va bene, preparati a combattere!»
«Sono pronto, Woll!»
«Eh, come fai a sapere il mio nome?»
«Non farmi questa domanda, sa troppo di cliché…lo so e basta!»
«Bene allora…»
Woll&Tang: «COMBATTIAMO»

CARTA MAGIA TERRENO MONDO VELOCITA' ATTIVA
MODALITA' DUELLO OPERATIVA - DUELLO TURBO
LIFE POINTS TANG : 4000

CARTA MAGIA TERRENO MONDO VELOCITA' ATTIVA
MODALITA' DUELLO OPERATIVA - DUELLO TURBO
LIFE POINTS WOLL : 4000


Nel frattempo, tutti i passeggeri avevano realizzato cosa stesse succedendo e si incollarono ai finestrini, per osservare quello spettacolo irripetibile a tremila piedi da terra.
«Cos'è un Duello Turbo?» chiese Giuppo a Endaron, che gli stava affianco.
«Se è un Duello Turbo come quelli dell’anime, dovrebbe essere un Duello in cui non è consentito giocare Carte Magia Normali ed in cui si giocano delle carte speciali, chiamate Carte Magia Velocità. Ogni giocatore accumula degli Speed Counter, che servono per l'attivazione di alcuni effetti nonchè ad incrementare la velocità del proprio veicolo...o velivolo, nel nostro caso».

Tang: A giudicare dalla tua faccia,questa dev’essere la tua prima volta in un Duello Turbo, quindi ti do una dimostrazione, giocando per primo! PESCO! Evoco Cavaliere Ingranaggio Antico in posizione d'attacco!
Cavaliere apparve sul terreno di gioco, ma invece che rimanere fermo e stabile in una zona carte mostro iniziò a levitare, seguendo il moto dei due aeroplani, che seguivano le loro rotte di volo a più di trecento chilometri all’ora.
Tang: Adesso gioco due carte coperte e termino il turno!
Woll: Bene, a me la mossa! Innanzitutto attivo una Carta Magia, ovvero Uno per Uno! Scartando al Cimitero Dottor Cranio, posso evocare specialmente sul mio terreno un Maestro della Mente!
L'effetto di Uno per Uno si attivò, e Maestro della Mente iniziò a seguire l'aereo della Generation Next. Tuttavia, Woll fu colto da un improvviso conato, e rimesse un po’ di bile nell’Atlantico
LIFE POINTS WOLL : 2000
Woll: …ma che diavolo è stato..?
Tang: In un Duello Turbo non è possibile attivare Carte Magia! Se infrangi questa regola, subisci 2000LP di danno!
Woll: Ma io non lo sapevo...
Tang: Beh, ora lo sai! Vedi di stare più attento la prossima volta...
Woll: Va beh, allora evoco sul mio terreno un Distruggitron!
Lo strano androide si aggiunse alla combriccola di mostri che seguivano i due aeroplani, dando uno sguardo alle onde dell’Oceano sotto di loro.
Woll: Via alla Sincronizzazione!
Maestro della Mente si scompose in una sfera energetica, successivamente assorbita da Distruggitron, che si trasformò in un...Androide Magico!
Woll: Bene, adesso attacca, Androide Magico! Vediamo di colmare il nostro svantaggio!
Androide Magico fece per attaccare Cavaliere Ingranaggio Antico ma Tang attivò la carta trappola Ruggito Minaccioso prima che Androide potesse far danni.
Woll: E va bene, allora termino il turno con una carta coperta…a te la mossa!
Durante l'End Phase del turno, Androide ripristinò 600 dei Life Points perduti da Woll.
LIFE POINTS WOLL : 2600
Tang: Bene, a me la mossa! Pesco!
(BEEP)
SPEED COUNTER WOLL : 1
SPEED COUNTER TANG : 1

Tang: Sposto Cavaliere in posizione di Difesa!
Cavaliere portò lo scudo all’altezza del suo petto, ritraendo la lancia.
Tang: Ora posiziono un mostro coperto e setto una carta! A te la mossa!
Le due carte coperte posizionate da Tang apparvero sul terreno di gioco, sferzando l’aria durante il volo.
Woll: Bene, pesco!
(BEEP)
SPEED COUNTER WOLL : 2
SPEED COUNTER TANG : 2

Woll: Evoco Fulminatore Telecinetico!
L'androide, probabilmente al cattivo Marvel Dottor Mysterio, apparve sul terreno di gioco, iniziando a ridere come un’imbecille dentro al suo casco.
Woll: Adesso vai Androide Magico, attacca Cavaliere Ingranaggio Antico!
Androide, brandendo la sua spada-scettro, si avvicinò con fare minaccioso al Cavaliere, ma Tang rivelò nuovamente una trappola.
Tang: Attivo Invito dello Spirito della Terra!
Un’aura violacea circondò Androide, costringendolo ad attaccare il mostro coperto che venne quindi rivelato: si trattava di Sfera di Distruzione. Il piccolo macchinario si attaccò ad Androide Magico, e fece partire il proprio dispositivo ad orologeria.
Tang: Durante la tua prossima Standby Phase, Androide Magico esploderà, infliggendoti un danno diretto pari ai suoi punti d'attacco!
Woll: Accidenti, devo inventarmi qualcosa…ma nel frattempo continua l'attacco, Fulminatore!
Con una scarica energetica, il mostro Psichico mandò in pezzi l’Ingranaggio Antico, facendo precipitare un mucchio di rottami tra i flutti.
Woll: Adesso posiziono una seconda carta coperta e termino il mio turno!
Tang: A me la mossa! Pesco!
(BEEP)
SPEED COUNTER WOLL : 3
SPEED COUNTER TANG : 3

Tang: Evoco Congegno Verde in posizione d'attacco e grazie al suo effetto aggiungo alla mia mano un Congegno Rosso!
Il simpatico robottino apparve sul terreno di gioco, al costante inseguimento dei due aeromobili.
Tang: Adesso setto una carta e termino il turno! Tocca a te!
Woll: Perchè tanta fretta? Prima che il tuo turno finisca, avrei qualche trappola da attivare! Attivo Rinascita Generosa, con cui rievoco Maestro della Mente dal mio Cimitero!
Maestro della Mente fece la sua comparsa sul terreno, riemergendo dalle profondità del Cimitero e riportandosi alla stessa quota degli altri mostri in gioco.
Woll: E ora attivo la carta trappola Messa a Punto Urgente!
La trappola fece scomporre nuovamente Maestro della Mente in una sfera energetica, che venne assorbita da Androide Magico. Il mostro risultante dal'unione fu...Guardiano Goyo!
Tang: Ah, bravo! Sei riuscito ad evitare che l'effetto di Sfera di Distruzione si attivasse!
Woll: Ci siamo allenati duramente, ed abbiamo trovato un metodo per contrastare questo effetto...Ed ora PESCO!
(BEEP)
SPEED COUNTER WOLL : 4
SPEED COUNTER TANG : 4

Woll: Guardiano Goyo, attacca il suo Congegno e poi portalo da me!
Con un primo affondo, il guerriero danneggiò i Life Points dell’avversario, mentre con una seconda mossa arrotolò al Congegno Verde il laccio con cui il suo jutte era legato, trascinandolo indietro dal proprio lato di terreno.
LIFE POINTS TANG : 2600
SPEED COUNTER TANG : 3

Woll: Ora Fulminatore ti attacca direttamente!
Fulminatore Telecinetico attaccò direttamente i Life Points di Tang con una scarica elettrica, interrompendo per qualche secondo il suo monologo da super malvagio in una lingua incomprensibile che nessuno si stava filando.
Tang: ARRGHH!
LIFE POINTS TANG : 900
SPEED COUNTER TANG : 2

Woll: Ti ha fatto parecchio male, eh?
Tang: Meglio così, perchè attivo l'effetto della mia trappola...CONDENSATORE DI DANNO! Scartando una carta dalla mia mano, mi è consentito evocare dal Deck un mostro con attacco pari o inferiore al danno che mi hai inflitto!
Uno strano apparecchio apparve sul campo di gioco e trasformò la scarica elettrica di Fulminatore Telecinetico in energia. La macchina iniziò a ronzare, cigolare e vibrare finchè non sputò fuori un Re delle Paludi. E poi precipito in mare.
Woll: Certo che dopo questi scherzetti l’Oceano Atlantico sarà diventato una discarica!
Tang: Ahah, tranquillo, sono solo ologrammi!
(BEEP)
SPEED COUNTER WOLL : 5
SPEED COUNTER TANG : 3

Tang: Sono apparentemente in svantaggio, ma riuscirò a ribaltare la situazione, grazie alle mie Carte Magia Velocità!
Woll: Davvero ce le hai?
Tang: Sta a vedere! Attivo Speed Spell - Over Boost! Grazie ad essa guadagno ben 4 Speed Counter!
SPEED COUNTER TANG: 7
Tang: Dopo questo piccolo potenziamento, evoco sul mio terreno un Ingranaggio Antico!
Lo strano Ingranaggio, lontanamente somigliante ad un cane, apparve sul terreno di gioco, all'inseguimento dei due aerei.
Tang: Adesso attivo una seconda Carta Magia Velocità: Speed Spell - Summon Speeder! Grazie ad essa posso evocare un mostro di livello 4 od inferiore sul mio terreno! Evoco Soldato Ingranaggio Antico!
L'Ingranaggio Antico armato di mitragliatrice apparve dal lato di terreno di Tang, pronto all'azione.
Tang: E' ora di movimentare il tutto con una Fusione! ATTIVO SPEED SPELL - SPEED FUSION!
La carta magia, con gli stessi poteri di Polimerizzazione, unì Ingranaggio Antico, Soldato e Re delle Paludi, che prese le sembianze di Golem Ingranaggio Antico. Come risultato della Fusione, un gigantesco Golem Ingranaggio Antico Finale apparve sul terreno, alle calcagna degli aerei.
Woll: OH CAZZO!
Tang: Vedo che non hai carte coperte, amico mio. Allora non avrai niente da ridire se Golem fa a pezzi il Congegno di cui ti sei appropriato! Vai Golem, attacca Congegno Verde!
L'imponente robot sferrò un pugno al piccolo congegno, distruggendolo. I pezzi del congegno distrutto colpirono Woll, arrecandogli danni fatali.
LIFE POINTS WOLL : 0
SPEED COUNTER WOLL : 0

DUELLO TURBO TERMINATO

«ARRGGHHHH!!»
«Questo era solo un assaggio di ciò che troverete a Città di Domino! Ci vediamo fra qualche ora, Woll!»
«A terra voglio una rivincita, Tang!»
«E l’avrai con piacere! Ma fino ad allora, datti da fare e metti su un Deck Turbo, sennò non c’è divertimento! Ah, a proposito, non ti consiglio di spegnere ora il Dueling Disk, oppure l'effetto di Mondo Velocità cesserà, e cadrai di sotto...»
«Ma la carta non è tua...?»
«Me la restituirai quando saremo arrivati, con comodo…»
«OK, allora ci becchiamo a terra!»

Il Duellante Giapponese rientrò lesto nel suo jet, che scartò di lato e sparì in breve tempo. Anche il nostro eroe rientrò nel suo volo di linea e, richiusosi il portellone alle spalle, tutti iniziarono ad applaudirgli.
«Bravo!»
«Bello spettacolo!»
«Grande!»
«Bei mostri!»
Anche il Comandante.
«Ben fatto figliolo».
E anche il suo Vice.
«Bravo, bravo!»
«CHE CAZZO FAI FINOCCHIO?!»
«Mi complimento con il ragazzo, signore…»
«E L’AEROPLANO? CHI LO PILOTA, L’AEROPLANO? VUOI AMMAZZARCI TUTTI?!»
«Ma dovrebbe essere lei a pilotarlo…»
«TORNA IN CABINA E PRENDI LA CLOCHE, PAZZO ASSASSINO!»
«Subito, signor Comandante…»
Il viaggio della Generation Next verso il Campionato del Mondo 2010 continua.
   
 
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