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Autore: whateverhappened    27/03/2012    3 recensioni
Nick e Jeff.
Raccolta scritta per la Niff!week. Probabili alte concentrazioni di fluff e coccolosità varie, perché la Niff è così.
Day 1 - First Time: Falling in Love. «Mia sorella ha detto di riferirti che “sei bellissimo”» [...] «Tua sorella... Tu, invece?»
Day 2 - Roommate: You've Got a Friend. Jeff stava dormendo sulla schiena, le braccia allargate e la bocca spalancata: Nick era certo che stesse facendo qualche sogno assurdo, come quella volta che aveva abbracciato un panda.
Day 3: AU - Star Boy. «Ti sto davvero chiedendo di venire con me. Pensa: potresti vedere tutto quello che hai sempre voluto. La Via Lattea sarà solo l'inizio. I tramonti da qua sono meravigliosi, Jeff»
Day 4: Hurt/Comfort - Chills in the Evening. «Sicuro. È proprio perché ti interessa che sapevi che due giorni fa avevo appuntamento dal dentista per farmi togliere un dente del giudizio. Te ne sei andato per farmi un favore, visto che mi piace così tanto andare dal dentista hai pensato di lasciarmi la camera per fare un festino».
Day 5: A very Niff Christmas - Deck the Halls. «Trent, Flint e Richard stanno arrivando, David sta cercando le sue corna da renna e Thad è alle prese con il Grinch».
Day 6: Engagement - I'll Be Your Man. «Buon anniversario, Jeffie» gli sussurrò Nick, posandogli un bacio sul collo.
Day 7: future!Niff - Home Is Where the Heart Is. «Ascolta e basta. Oggi compi trentasei anni, trentasei...» «Non ricordarmi che sto invecchiando, Jeffie» commentò Nick con un sorriso, ma Jeff lo ignorò. «...Siamo sposati da sei anni e nostra figlia ne ha tre. Era una coincidenza troppo grande per non essere celebrata a dovere».
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Day 2: Roommate!Niff

They share the same room, so... What happens when they are in their room?

 

 

 

You've Got a Friend

 

 

When you're down and troubled and you need a helping hand
and nothing, oh, nothing is going right
Close your eyes and think of me and soon I will be there
to brighten up even your darkest nights

(You've Got a Friend - McFly)

 

 

Il vantaggio di andare in una scuola privata era che non c'era mai mancanza di fondi. Se in quelle pubbliche insegnanti e studenti dovevano trovare mille modi differenti per raccogliere il budget necessario ad un'uscita, alla Dalton bastava andare dal preside e spiegare perché si aveva bisogno di una data somma. Per i Warblers, poi, era tutto ancora più semplice: il gruppo canoro era talmente amato nella scuola, anche senza grandi trofei vinti negli ultimi anni, da avere a disposizione un budget pressoché illimitato. Il fatto che non avessero quasi mai necessità di usare quel denaro faceva sì che nel bisogno potessero osare qualcosa in più. Quel weekend, ad esempio, avevano prenotato delle stanze nell'albergo in cui si sarebbero svolte le Regionali il giorno successivo. Avevano avuto una camera per coppia, senza badare a spese.

Quando Nick e Jeff avevano aperto la porta della loro stanza, si erano entrambi lasciati andare ad una risata. Era enorme, due letti matrimoniali occupavano gran parte della parete di fronte e c'era persino un angolo con divani e poltrone.

«Se la nostra è così chissà com'è quella di Wes, David e Thad» aveva commentato Nick, riferendosi all'unica stanza tripla assegnata, quella del Consiglio.

«Avrà una cascata in bagno, probabilmente» si era trovato d'accordo Jeff, prima di tuffarsi su uno dei due letti giganteschi. Nick lo aveva seguito in un attimo.

I due ragazzi avevano trascorso tutto il pomeriggio lì sdraiati, alzandosi solamente per andare ad aprire al servizio in camera. Jeff aveva guardato tutti i canali disponibili sul grande televisore finché non si era addormentato un'ora prima, ancora col telecomando in mano. Nick aveva provato a toglierglielo dalle mani, ma Jeff aveva sbuffato nel sonno e si era sdraiato in modo che l'oggetto finisse sotto la sua pancia, irraggiungibile dalle mani dell'altro a meno di svegliarlo. Nick aveva scosso la testa divertito, decidendo poi di raggiungere Trent e Flint nella camera accanto. Era convinto che Jeff lo avrebbe seguito da lì a poco ma quando, dopo un'ora e mezza, tornò nella loro stanza lo trovò ancora addormentato.

Si avvicinò al letto il più silenziosamente possibile, sperando che l'altro non decidesse di svegliarsi proprio in quel momento. Jeff stava dormendo sulla schiena, le braccia allargate e la bocca spalancata: Nick era certo che stesse facendo qualche sogno assurdo, come quella volta che aveva abbracciato un panda. Gli scostò con delicatezza i capelli dall'orecchio, avvicinandovi poi la bocca. Si morse un labbro per non ridere, doveva resistere alla tentazione o Jeff si sarebbe svegliato nel modo sbagliato.

«Piccione» sussurrò a voce bassa, certo che l'altro l'avrebbe comunque sentito. Come previsto, Jeff si alzò di scatto, guardandosi attorno spaventato.

«Dove? Perché? Mandalo via, Nick! Fuga!»

Nick, in tutta risposta, scoppiò a ridere talmente forte che dovette sedersi a terra per non cadere. Jeff lo guardò storto per qualche istante, sperando che il suo sguardo da omicida assonnato – come lo aveva definito lo stesso Nick – potesse in qualche modo far tacere l'altro. Era incredibile come ogni volta cascasse in quello scherzo ma, soprattutto, come ogni volta Nick si divertisse come la prima. Jeff aveva idea che per quel motivo l'amico non avrebbe mai smesso di svegliarlo in quel modo, si vedeva già cinquantenne a urlare contro piccioni inesistenti. Forse non avrebbe mai dovuto dire all'altro che ne aveva paura.

«Molto divertente, sì, ho capito» bofonchiò all'ennesimo scatto di risa di Nick, prima di sbadigliare sonoramente. «Perché mi hai chiamato?»

«Perché sono le sei e mezza e fra neanche un'ora devi essere a casa dei tuoi» rispose Nick, asciugandosi una lacrima causata dalla risata. «Sai che tua madre si arrabbia se fai tardi».

Jeff sbuffò. Le Regionali si svolgevano nella città accanto a quella dove vivevano i suoi genitori, così sua madre non aveva perso l'occasione per organizzare una bella cena di famiglia.

«Dai, non li vedi da Natale» lo incoraggiò Nick, ma non sembrò aver effetto su Jeff.

«Lo so, però... Voi stasera farete qualcosa di assolutamente stupido e io sarò a mangiare tacchino ripieno» mugugnò Jeff, iniziando a cambiarsi.

«Non è il Ringraziamento, Jeffie» tentò nuovamente Nick, ma l'altro scosse il capo.

«Non capisci. È una cena di famiglia, quindi è un'occasione speciale e in casa mia si mangia tacchino per le occasioni speciali. Credo sia l'unico piatto complesso che conosca mia madre».

Nick non rispose, seguendo la figura di Jeff entrare in bagno. Non aveva senso tentare di incoraggiarlo ulteriormente, quando il biondo si fissava su qualcosa non c'era verso di fargli cambiare opinione. Non capiva tutta quell'avversione, tuttavia: a Jeff aveva sempre fatto piacere tornare a casa e vedere la sua famiglia. Stava per chiedere spiegazioni quando un'imprecazione gli giunse ben chiara dal bagno. Si alzò di scatto per andare a vedere cosa stesse succedendo.

«Che c'è?» Domandò, appoggiandosi allo stipite della porta. Jeff, spazzolino in mano, gli rivolse un sorriso colpevole.

«Ho sporcato la camicia col dentifricio» rispose.

«E...?» Nick lo guardò confuso.

«È tua, genio» Jeff alzò un sopracciglio. Nick ricordò solo in quel momento che, mesi prima, aveva dato a Jeff quella camicia che gli aveva regalato sua madre. A lui era lunga di maniche, a Jeff stava divinamente.

«Ah, già. Non che l'abbia mai considerata mia. Poi non si vede nemmeno: le righe mascherano la macchia».

Si avvicinò e osservò con occhio critico quello che a Jeff sembrava un danno di proporzioni cosmiche. Prese in mano la stoffa e cominciò a togliere il dentifricio, quando ebbe finito annuì fra sé. Come aveva previsto, il disegno scozzese della camicia sviava l'attenzione dalla leggera macchia.

«A posto» confermò, sorridendo a Jeff.

«Vieni anche tu» gli disse serio l'altro, cercando il suo sguardo. Nick sorrise, capendo finalmente per quale motivo Jeff non volesse andare dai genitori, non da solo almeno. Afferrò la sua mano e la strinse.

«Non so se tua madre sia pronta a vedermi nella veste del ragazzo che dorme con suo figlio».

Jeff sorrise divertito. «Non è che dormiamo così tanto, poi».

Nick scoppiò a ridere. «Poi ti chiedi perché quella donna era così sconvolta quando le hai detto di noi! Un giorno ero il tuo migliore amico e il giorno dopo il tuo ragazzo. Avrà pensato che stiamo in camera insieme, una cosa tira l'altra... Se fai queste battute non sarà mai pronta a rivedermi».

«Scommetto quello che vuoi che appena arriverò a casa mi chiederà perché non ci sei. Ti adora, lo sai. Era sconvolta solo perché segretamente voleva accasarmi con il figlio del giardiniere».

«Martin?» Nick strabuzzò gli occhi, ricordandosi del ragazzo. Era davvero bello: biondo, occhi grigi, muscoloso.

Jeff sorrise, stringendo con più forza la mano dell'altro. «Già. Non che abbia mai avuto una possibilità, preferisco i mori. E da molto tempo».

Si abbassò fino a incontrare la bocca di Nick, percependo il suo sorriso sulle proprie labbra. Ci avevano messo un po' a trovarsi, a realizzare cosa stava accadendo fra loro, ma da quel momento era stato tutto perfetto. Le mani di Nick corsero ai bottoni della camicia di Jeff, slacciandoli uno per uno. Fece scorrere un palmo sul petto definito del suo ragazzo, che in risposta si staccò da lui ridendo.

«Temerario, signor Duvall!»

«Non ci pensare, Sterling. Sei in ritardo e devi cambiarti: tua madre vedrebbe subito quella macchia minuscola. Maniaci della pulizia, ecco cosa siete».

«Non è vero» bofonchiò in risposta il biondo, non troppo convinto.

Nick scosse la testa divertito. Posò un leggero bacio all'angolo della bocca di Jeff, prima di tornare nella stanza. Si avviò deciso verso l'armadio dell'altro, dove il ragazzo aveva già sistemato i propri vestiti. Aprì le ante e scoppiò a ridere, mentre Jeff lo guardava sempre più dubbioso.

«Ti hanno assunto per fare una pubblicità di qualche tipo alle camicie scozzesi?»

Jeff si aggiunse alla risata. Abbracciò Nick da dietro, posando le labbra sul suo collo, vicino all'orecchio. «A qualcuno piacciono» gli sussurrò.

Nick si voltò, abbracciando a sua volta il ragazzo. Si impossessò delle sue labbra e in un attimo fece sparire la camicia, già slacciata precedentemente.

«In fondo a quest'ora c'è tanto traffico per arrivare a casa dei tuoi...»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Secondo giorno: compagni di stanza.

Quando ho letto la prima volta la descrizione ho subito pensato che non volevo descrivere un momento alla Dalton, non so bene perché. Alla fine ho scelto questo momento che non so bene dove collocare temporalmente, forse nella seconda stagione, o forse è un what if della serie “e se non ci fossero state le New Directions?”. Boh, a vostra scelta XD

A domani, sperando di riuscire a scrivere la AU!

   
 
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