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Autore: Hikari93    27/03/2012    6 recensioni
KaiJou - Cinquanta Frasi.
«Sai, Seto, trovo che noi due siamo complementari» gli confessò Jonouchi, sistemandosi meglio sul suo addome. «Voglio dire, tu sei la mente e io il braccio.»
Seto ghignò. «Ti sbagli, bonkotsu. Io sono sia il braccio che la mente.»
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joey Wheeler/Jounouchi Kazuya, Seto Kaiba
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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KaiJou – Perché non è Calvin Klein, ma semplicemente un modo diverso per indicare la KaibaCorp!
 

 
 


 

 

1. Bende&”Manette”
Non si curò minimamente dei borbottii di disappunto che uscivano velenosi dalle labbra del compagno. Sogghignò tra sé nel vederlo in quelle condizioni. Bendato e con i polsi legati non sembrava più tanto imponente.
Jonouchi lo afferrò per il mento e gli si avvicinò all’orecchio. «E adesso, Kaiba, chi è il bonkotsu
 

 
2. S-T-A-R
Quando Jonouchi, per caso, ascoltò una canzone intitolata Lollipop Luxury, non riuscì a non associarla a Seto, specialmente nel sentire quel S-T-A-R iniziale. E com’è che continuava, poi, più avanti?
Fuck me, I’m a celebrity…
Arrossì.
 
 
3. Passato
Così come Seto aveva consegnato i suoi vecchi sorrisi tra le braccia del suo passato, Jonouchi aveva dato le spalle a una vita spericolata e triste.
 
 
4. WTF?
La risata di Jonouchi riecheggiò per tutta Villa Kaiba, creando fastidio alle orecchie attente del presidente della KaibaCorp, che subito levò gli occhi dalle pratiche che stava leggendo.
«Che diavolo hai, bonkotsu?»
Jonouchi si calmò piano, le lacrime che gli uscivano dagli occhi. «E’… è troppo divertente… dovresti leggere anche tu!»
Seto colmò in pochi passi la distanza e raggiunse lo schermo del computer, oggetto di profonda ilarità del suo compagno.
«E’ una fanfiction» spiegò quell’ultimo.
E Seto lesse. Avrebbe preferito non farlo, ma lesse.
“Perché da quando ti ho conosciuta, la mia vita non ha più avuto senso senza di te. Io… ti amo…”
Avrebbe detto quello col suo stesso nome.
 
 
5. Pericolo OOC
«Chi ha scritto questo scempio?»
Jonouchi alzò le spalle. «Non ne ho idea.»
«Me la pagherà.»
«Avanti, è una semplice fanfiction! Fatti una risata, piuttosto!»
Seto obiettò: «Quello di mio ha solo il nome, è OOC da far paura. Passa il computer, che recensisco.»
«Critichi?» domandò Jonouchi.
«Naturalmente.»
 
 
6. A prima vista
Lo notò subito; era un ragazzino dall’aria non troppo sveglia, irruento e sbadato. Non si sorprese quando inciampò, facendo cadere tutti i bicchieri dal vassoio, che si frantumarono in piccolissimi pezzi.
Era un cameriere dall’aria non troppo sveglia, irruento e sbadato, ma era stato il primo, tra i tanti,  che Seto aveva puntato.
 
 
7. Compensarsi?
«Sai, Seto, trovo che noi due siamo complementari» gli confessò Jonouchi, sistemandosi meglio sul suo addome. «Voglio dire, tu sei la mente e io il braccio.»
Seto ghignò. «Ti sbagli, bonkotsu. Io sono sia il braccio che la mente.»
 
 
8. Apparenza
Ogni volta che litigavano era la stessa cosa: Seto manteneva i nervi saldi per tutto il tempo, sia durante la sfuriata di Jonouchi che dopo, dopo che il rimbombo della porta sbattuta con violenza diventava l’unico suono persistente nel suo ufficio vuoto.
Continuava a lavorare imperterrito, aveva ben altre cose da fare. Non gliene importava nulla di quel bonkotsu da strapazzo.
Eppure si alzò e uscì.
 
 
9. Bastardo
Jonouchi strinse i denti, non voleva dargliela vinta. «Sei… un fot-fottuto bastardo» ghignò, ansimando, ma scatenò soltanto una profonda ilarità da parte di Seto, che si spinse con ancora più forza dentro di lui.
«Io fottuto?» soffiò in un sussurro. «Mi pare il contrario, bonkotsu.»
Seto sapeva che Jonouchi avrebbe continuato a fingere di opporgli resistenza finché i sensi non gli si fossero completamente annullati perchè vittime del piacere.
 
 
10. Ferite
Tornava sempre zoppicando o con il labbro spaccato, l’occhio gonfio o il braccio dolorante. E ogni volta Seto desiderava di fargliela pagare nel modo più cruento possibile, perché, altrimenti, quell’idiota non avrebbe capito di dover smettere di azzuffarsi per ogni più piccola questione, fronteggiando anche gruppi numerosi e armati.
 
 
11. Bodyguard
Seto sapeva difendersi.
Ma ha molti nemici!
Di certo non aveva bisogno di lui, visto il numero di bestioni che lo seguivano costantemente.
Sì, però a loro non interessa niente di lui. Lo fanno solo per lavoro.
«Seto, ti spiace se vengo con te?»
 
 
12. Attesa
Aveva litigato con suo padre per l’ennesima volta. Sebbene gli desse le spalle, Seto lo sentiva stringere i denti e soffocare i singhiozzi, picchiare il muro con forza e disperazione. Si sarebbe fratturato la mano andando avanti in quel modo, ma Seto non sarebbe intervenuto, non ancora.
 
 
13. Miracolo
«Miracolo, miracolo, miracolo!» urlò Jonouchi sghignazzando. «Chissà quante ne vorresti dire, adesso, vero? Mi mancherà non sentirti dire bonkotsu» ironizzò, baciandogli piano le labbra.
Seto, quella mattina, si era svegliato senza voce.
 
 
14. Bla Bla Bla
«E’ arrogante, esibizionista… Mr SottuttoIo!» osservò Jonouchi, mentre, disinteressato, non staccava gli occhi di dosso alla figura di Seto, in televisione.
«Ma Jonouchi-kun» si fece sentire Yugi «non è necessario che tu assista a tutte le sue conferenze!»
 
 
15. Cioccolato
Istintivamente si toccò le labbra, sentendovi impresso qualcosa di appiccicoso.
Quel dannato bonkotsu…
Aveva quel retrogusto particolare di cioccolato in bocca, adesso, per colpa sua.
 
 
16. Dinamicità
Quando Seto dormiva l’atmosfera era rosea, tutta a colori. Tranquillità e silenzio regnavano indiscussi, la pace dei sensi veniva facilmente raggiunta.
Il Nirvana!
Ed era incredibile come tutto si sbriciolasse all’improvviso, quando le palpebre del presidente si sollevavano e gli occhi blu, intensi, cominciavano a scrutarsi intorno.
Ma, tutto sommato, Jonouchi era un tipo dinamico, fatto per l’azione, non certo per la staticità.
 
 
17. Drago Bianco Occhi Blu
Il deck di Seto era poggiato sulla scrivania, col Drago Bianco Occhi Blu in cima, che sembrava fissarlo. Jonouchi lo guardò con astio, nella mente scorrevano veloci gli assurdi e deliranti pensieri che da un po’ di tempo gli riempivano la testa.
Ma era possibile che fosse arrivato a provare gelosia per una stupida carta?
 
 
18. Ossessione – C. K.
Cominciò a pensare di essere pazzo, o di essere stato colpito da una maledizione. Perché sì, quel pensiero lo ossessionava, Seto lo ossessionava, e lo faceva al punto tale che Jonouchi si sentiva molestato mentalmente.
Perché, per fare un esempio, non era troppo normale vedere un profumo della Calvin Klein in vetrina e pensare che, in realtà, quelle iniziali C e K non fossero altro che un modo diverso per indicare la KaibaCorp.
 
 
19. Ossessione – Cruciverba
E si rese conto di essere un caso clinico della peggior specie, di quelli da non c’è più niente da fare, quando, persino nelle parole crociate, trovò allineate, in bella vista, proprio quelle quattro lettere.
Seto.
 
 
20. Quando?
Quand’è che si era accorto di amare Seto? Forse quando non aveva potuto fare a meno di voltarsi verso qualunque cosa glielo ricordasse? O quando, ancora, aveva parlato a voce alta, insultandolo, per il solo gusto di sentirlo? O, chissà, quando aveva sentito il cuore ardere non vedendolo in classe per tre giorni di fila?
 
 
21. Seto Kaiba
Quando – finalmente – riuscì a ottenere il numero di cellulare di Seto, indugiò parecchio su come memorizzarlo. Pensò a RotturaDiScatole, FissatoDragoBianco, CuoreDiPietra
Ma, pensò, alla fine c’era una parola che racchiudeva nel suo significato tutte quelle belle caratteristiche: semplicemente Kaiba.
 
 
22. Valige
Come Seto ebbe modo di vedere, grazie al suo megatecnologico videocitofono, il faccione troppo sorridente di Jonouchi, capì che qualcosa non andava. Attese, e il suo bonkotsu non ci mise molto a stufarsi e ad allontanarsi accidentalmente dalla telecamera, mostrando, alle sue spalle, le numerose valige che si era portato dietro.
 
 
23. Valige – Seconda Parte
«Trovo siano un po’ troppe per una sola notte» osservò Seto, atono.
Jonouchi si grattò la testa, imbarazzato. «A dire il vero i miei progetti erano un po’ più alti.»
 
 
24. Tic Toc
La pioggia sbatteva con violenza sull’ombrello, mezzo rotto a causa delle forti e continue raffiche di vento, attutendo ogni altro rumore cittadino. Il tempo passava, le lancette continuavano a girare ininterrotte, a ticchettare con fastidio.
Era passata già più di un’ora, e di quell’idiota di Seto nemmeno l’ombra.
 
 
25. Poteva esserlo
Certamente, poteva essere definito – non da lui, ma poteva esserlo…  – piacevole avere qualcuno nel proprio letto, qualcuno che alleviasse l’obbrobrio della solitudine.
Poteva esserlo…
Ma, ancora più certamente, era decisamente meno piacevole beccarsi un pugno in piena faccia nel cuore della notte.
 
 
26. Punizione
In una notte d’inverno come quella, sentire le labbra fredde di Seto sull’addome, sul collo, sul mento e infine sulle labbra, era l’ultima cosa che Jonouchi desiderava.
«Che vuoi, Kaiba?» biascicò, insonnolito.
«Solo infliggerti la giusta punizione, bonkotsu.» Perché nessuno colpiva il presidente della KaibaCorp senza pagarne le conseguenze.
 
 
27. Masochismo?
La mattina dopo, Jonouchi non aveva ancora ben capito cosa avesse fatto per meritarsi di essere punito. Tutto sommato, ripensandoci, qualunque cosa avesse fatto, avrebbe dovuto farla più spesso.
 
 
28. Per lui
Seto non si era messo alla guida dell’auto, rovistando in tutta la città, per Jonouchi.
Le dita ticchettarono automaticamente sullo sterzo, nervose.
Non gli interessava di non averlo visto per chissà quanto tempo, di non aver ricevuto sue notizie neanche lontanamente, no!
Il piede si muoveva veloce, fuori controllo; appena in tempo si precipitò sul pedale del freno, all’arrivo di un’altra automobile. Tsk, dannata automobilista! Lui era Seto Kaiba, che cosa poteva mai importargli degli STOP?
Ma quando lo avrebbe trovato…
 
 
29. Differenze
Jonouchi non era il tipo da farsi problemi inutili.
Eppure si guardava intorno, e la differenza era abissale. Dalle stalle alle stelle, in un certo senso. No sapeva… era giusto?
 
 
30. Poltrona
Essere il ragazzo del presidente della KaibaCorp portava dei vantaggi enormi. Chi altri avrebbe potuto sedersi sulla comodissima poltrona dell'ufficio di Seto Kaiba?
 
 
31. Scintille
I loro caratteri cozzavano, producevano una miriade di scintille ardenti. Ma proprio per questo, perché tanto diversi quanto simili, si attraevano.
 
 
32. Fortunatamente non sei una donna!
Jonouchi non era capace di far stazionare i pensieri in testa per più di tre secondi, perciò, dovette parlare: «Fortunatamente non sei una donna! Immagini? Un pargolo col tuo stesso caratteraccio! Sarebbe anche vero che per metà somiglierebbe a me, dunque…»
E Seto si predispose al non-ascolto, perché quando Jonouchi iniziava coi suoi discorsi alogici era impossibile farlo smettere.
 
 
33. Puppyshipping?
Jonouchi era sorpreso, sbalordito. «Puppyshipping? Perché proprio puppyshipping?» chiese per l’ennesima volta.
«Puppy significa cagnolino» spiegò allora Seto.
«Appunto!» Si imbronciò Jonouchi.
«Appunto.»
 
 
34. E ora?
«Hai le idee un po’ più chiare, adesso?» domandò Seto, stringendogli i polsi con più forza.
 
 
35. Domande
E Jonouchi si chiese come avesse fatto Seto a trovare delle collaboratrici tutte uguali tra loro e che differivano soltanto per il colore dei capelli.
 
 
36. Primo bacio
Era usanza comune affermare che il primo bacio non si scordava mai.
Jonouchi avrebbe voluto ricordarlo, eccome! Peccato che fosse completamente ubriaco, a detta di Seto.
 
 
37. Originalità
In fondo nessuno era originale quanto lui: c’era chi diceva amore mio, chi tesoro, chi usava altri appellativi diabetici, e chi, invece, preferiva un semplice e incisivo bonkotsu.
 
 
38. Non è necessario
Quando Seto si alzava, da un po’ di tempo a quella parte, prima di fare qualsiasi altra cosa, passava per la cucina, già sapendo, visto che non lo trovava a letto, che Jonouchi era uscito per consegnare i giornali, lavoretto cui non aveva voluto rinunciare. Gli lasciava, comunque, sempre dei bigliettini vaghi, scritti frettolosamente. Ed erano quelli che Seto, puntualmente, cercava, per lanciargli nel fuoco, vederli consumarsi, buttarli via, lontano, senza neanche leggerli.
Non è necessario.
 
 
39. Fotografia
Quella foto non era venuta malaccio, come sfondo del cellulare stava un incanto; senza contare, poi, che costringere Seto a farla era stata un’impresa degna di cento medaglie al valore. Eppure, Jonouchi la cancellò.
Semplicemente, non voleva rimanere appigliato a un ricordo, ma voleva costruirne di nuovi, incessantemente.
 
 
40. Dlin Dlon
Lo stava addirittura aspettando, tanto sapeva che sarebbe venuto anche quel giorno. Difatti, qualche secondo dopo suonarono alla porta: era quel fattorino di sempre, che sempre andava a rompere le scatole a niente di meno che Seto Kaiba.
Non ci teneva alla pelle, forse?
«Non compro niente» chiarì subito Seto e, come ogni giorno, gli sbatté la porta in faccia.
 
 
41. Peso
Seto sentiva un peso enorme sullo stomaco, qualcosa che lo faceva stare male, che gli mozzava il respiro.
Era la testaccia vuota di Jonouchi.
 
 
42. Lettere
No, lui non l’avrebbe fatto, era una cavolata assurda, giochetti per femminucce. Era inutile che la lattina continuasse a fissarlo, come a sfidarlo, Jonouchi non ne avrebbe mosso la linguetta avanti e indietro, ripetendo l’alfabeto in testa, finché quella non si fosse staccata.
 
 
43. Capelli
A lui per primo Seto era parso come la personificazione della perfezione e dell’essere costantemente pronto a qualsiasi cosa mi capiti, perciò gli faceva un certo effetto quando, di mattina, anche il Sig. Kaiba aveva i capelli spettinati come tutte le persone comuni.
 
 
44. Privacy
Trovare un po’ di pace in quell’ufficio era un’impresa impossibile, e Jonouchi ci aveva rinunciato, preferendo accomodarsi sul divanetto lì di fianco. Non faceva nemmeno in tempo ad avvicinarsi a Seto, che qualcuno bussava alla porta!
Una giornata movimentata?
 
 
45. Tentazione
Un’altra giornata aveva trovato il suo termine.
Seto era uscito momentaneamente dal suo ufficio, e Jonouchi lo stava aspettando. Fu in quel momento che la notò: la giacca di Seto, quella lunghissima e fashionissima
Ci pensò su nemmeno mezzo secondo, e la indossò.
Si guardò addosso: modestia a parte, gli stava benissimo.
Poi, la porta si aprì. «Che stai facendo, bonkotsu?»
 
 
46. Di più
Jonouchi non aveva avuto il tempo di spiegare nulla, che Seto, lesto, gli aveva sfilato la giacca di dosso. E non si era limitato a togliere solo quella.
 
 
47. Cane
Mokuba non aveva ancora capito cosa intendesse il suo nii-sama quando, uscendo, gli diceva di dover portare a spasso il cane.
Loro non avevano un cane!
 
 
48. Fanart&Doujinshi
Dopo averne viste tante, Jonouchi si chiese come mai alcune fanart e doujinshi, scovate su internet,  avessero in comune un elemento non troppo… ehm… piacevole e rassicurante: una pistola.
 
 
49. Costume
Pensare che Jonouchi si era vestito da cane per Otogi, a suo tempo, gli aveva dato leggermente fastidio, all’inizio. Ma poi aveva capito che, costume o non costume, Jonouchi scodinzolava soltanto per lui.
 
 
50. Bende&”Manette” – Di Nuovo
«Non è una questione personale, bonkotsu, ma ho una reputazione da difendere» spiegò Seto, come se fosse la cosa più naturale del mondo, mentre stringeva con più forza la benda intorno agli occhi di un Jonouchi inquieto. Ai polsi aveva già pensato. «Non posso permettere che quello che hai fatto nella prima frase di questa raccolta resti impunito.»

 
 
 
 



 







 
Prima di tutto, alcune piccole note, per qualche chiarimento! ^.^
 
#1- Un piccolo momento di gloria di Jonouchi! *la folla è in visibilio* (l’unico! Per questo è messo per primo? Chissà! Cx);
#2- “Lollipop Luxury” una canzone ascoltata per caso in un video;
#4 e #5 sono collegate e sono puro delirio! Cx;
#13- Immagino che a Soe piacerebbe un Seto muto (e non Muto! **   (okay, squallida XD));
#18- Ho sempre sognato di fare qualcosa del genere! *____*
#19- In realtà, nei cruciverba ho trovato una volta Yugi e una volta Mana. Cx;
#25, #26 e #27 sono collegate;
#32- Ho ancora un’idea confusa e dubbia delle Mpreg (si chiamano così quelle della gravidanza maschile? O.o Beh, in ogni caso è qualcosa di vagamente somigliante). Non so, infatti, se mi piacerebbe o meno scriverne una – demenziale, ovviamente. Ci penserò, non si sa mai! XD
#33 e #34 sono collegate (io voglio l’angst tra loro! Perché io non lo so scrivere? ;______;);
#35- In effetti, questa con la puppy ci azzecca poco. Però io me lo sono chiesto spesso! XD In alcuni episodi – a meno che, visto che ho visto (LOL) la serie censurata, non abbiano censurato pure quelle poverelle – mi pare di ricordare – E DICO MI PARE! – che Seto abbia delle segretarie – chiamamele così – tutte uguali tra loro. Mah! XD;
#38- Secondo Seto, non è necessario che Jonouchi continui a lavorare;
#42- Avete mai fatto il giochetto con la lattina? XD Ammetto che qualche volta lo faccio; non tanto per reale interesse, quanto per divertimento. Non credo che in Giappone esista questa “usanza” (è una parola un po’ grossa usanza, ma passatemela, per favore…), ma lasciate correre! XP
#45 e #46 sono collegate;
#48- Ed è vero! Ho letto (guardato le immagini più che altro XD) di una doujinshi di Seto e Jono, dove, appunto, Seto gli puntava contro la pistola. Senza contare che ho qualche immagine dove ricorre sempre la pistola. Mah! XD
 
 
 
SALVE! *____________*
Sono quattro giorni che lavoro a queste frasi (specialmente di notte, come sempre =.=”). Che dire, mi mancavano questi due, e desideravo scrivere qualcosa di leggero, che potesse essere al contempo originale, divertente e, perché no, a tratti romantico! XD
Credo di aver fatto già tutte le note possibili e inimmaginabili sopra, perciò non ho altro da dire! XD
Spero vi siano piaciute! UwU
 
P.S. Era un secolo che sognavo di mettere un titolo del genere! *.*
 
P.P.S. Perdonate eventuali errori! Ho riletto minimo due o tre volte, ma sono parecchio distratta, e magari qualcosa mi è sfuggito, scusate! >.< 

   
 
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