Letter to Anija.
Now look at me I’m sparkling
A firework, a dancing flame
You won’t ever put me out again
I’m glowin’ oh whoa
So you can keep the diamond ring
It don’t mean nothing anyway
In fact you can keep everything yeah, yeah
Except for me
-Katy Perry, Part of me.
Bambina,
Quando sei nata, c'era freddo attorno a te. Quinta di una stirpe di donne, sorella di un unico, cagionevole fratello. Deludente, dissero.
Ma tu hai guardato il mondo con occhi nuovi e profondi, come nessuno l'aveva mai guardato.
Ti presi in braccio e ti cullai, ricordo, più di qualche minuto.
Oh, piccola Anija. La mia grande e adorata madre Russia era tanto fiera di te, ma i suoi figli ti hanno odiata. Ti hanno odiata tanto, e non ho mai capito perché.
Il popolo muore di fame, dicevano.
I bambini muoiono nelle fogne, gridavano.
Lo Zar è cieco, non vuole vedere, è avido, è un fottuto bastardo, sussurravano.
La Zarina è una lurida puttana, sibilavano.
Ma tu, bambina mia, tu che colpe avevi? Anija, devochka, cosa dicevano su di te? Cosa gridavano, cosa sussurravano, cosa sibilavano?
Bambina, perché ti odiavano? Perché l'unica passione della loro vita, pensavo, era l'odio.
Sbagliavo. Ma per certo so che l'unica passione della mia vita è stata la paura.
Io mi innamorai di te quando avevi otto anni. Eri la più bella, avevi qualcosa in più; allegra, impertinente, sagace.
Bella da aver paura, Anija, tanta da non avvicinarmi più a te.
Non eri una caritatevole infermiera come le tue sorelle maggiori, ed eri più luminosa di Marija, avevi il temperamento di Nicola, quello che avrebbe dovuto avere il tuo cagionevole fratello Aleksej. Saresti stata una brava zarina.
Se solo il popolo non ti avesse odiata.
Se solo il popolo non stesse morendo di fame.
Se solo la guerra non si fosse aggiunta alla miseria.
Se alla miseria non si fosse aggiunta la morte.
Se tutto questo non fosse successo, tu, innocente, tu, dove saresti? Dove sei?
Se io non ti avessi temuta, avrei potuto salvarti? Sei forse salva?
Ancora ti vedo correre nei giardini del palazzo, agitare il tuo cappello bianco, il tuo vestito bianco, sorridere anche troppo apertamente - non si addice a una reale.
Ti ho guardata in faccia, quella notte. Olga e Tatiana abbracciate strette in un angolo umido e buio, che pregavano sottovoce chissà che dio. Tua madre era con tuo fratello, non vidi il tuo amato padre. E tu, tu… ti guardai negli occhi.
“Stai brillando.” ti dissi, prendendo poco coraggio. Troppo poco.
Tu guardasti nei miei, piena di vita.
“È perché non voglio morire."
Non ti risposi. Non ti vidi mai più. Chissà se davvero sei morta. Chissà.
Anastasija, tu sei parte di me.
Ivan.
____________________________ Angolino di Sinful_Color_____________________________
Aelite a rapporto! Dopo una vergognosa entrata inscena causa ritardo pazzesco, sono l'altra metà della mela in questa sfida che vede protagonisti...particolari.
La mia storia si articola in tre parti. Consiglio di leggere la storia di Anastasija Romanova da qualunque sito disponibile. Io la trovo splendidamente avvincente.
Il linguaggio è volutamente colorito. Ho immaginato un Ivan incapace di odiare una bambina, una ragazzina morta precocemente. Ante diem, ecco.
Non penso ci sia bisogno di molte spiegazioni se non:
Tatiana e olga sono le sorelle maggiori maggiori, Marija era la sorella poco più grande di Anija, Aleksej era il futuro Zar. Cagionevole di salute, molto fragile. Ho apportato qualche modifica all'ultima notte, ovviamente. Ma Tatiana e Olga sono rimaste davvero insieme fino alla fine. Ah si, Devochka vuol dire ragazzina, bambina.
E' tutto, spero sia stata di vostro gradimento!
Aelite.