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Autore: Eloise_elle91    27/03/2012    3 recensioni
Ciao a tutti! Eccomi con una nuovissima long fiction che è il continuo di Doppleganger Petrova, le origini.
Abbiamo lasciato Elena a Manhattan e Klaus che vuole costringere i nostri fratellini a uccidere la donna che amano... cosa succederà? Arriveranno nuovi personaggi forti e carichi di misteri e segreti.
Vi dico subito che la storia avrà un’impronta Delena e che ci sarà una loro storia d’amore, quindi vi prego di non offendere e di non linciare, ma anche se siete Stelena questa storia potrebbe fare per voi, perché ciò che racconto è legato anche alla storia della prima doppleganger e alla storia degli Originari. Vi auguro una buona lettura, spero che mi seguirete e che recensirete al meglio questa storia :) Vi aspetto!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! Scusate l'enorme ritardo nell'aggiornare il capitolo, ma sono stata davvero impegnata! :P
Prima di tutto voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto e recensito i capitoli di questa storia, in particolare ringrazio Madapple, Elen91, everlasting e ELENA98 *-* Grazie mille, siete tra le mie più affezionate lettrici e recensitrici :)
Bene parliamo un pò del capitolo, dal titolo dovreste già capire qualcosa, accadrà un nono so che di "fantastico!!!" e poi volevo precisare un pò di cose: Damon può sembrare un pò OOC in questo capitolo, ma non credo anche perchè ho cercato di rendere la situazione abbastanza chiara; poi un personaggio ci lascerà (non muore nessuno...non per ora :D) e.....rullo di tamburiiii....RITORNA KLAUS! Ma dovrete cercarlo, perchè comparirà solo per pochi secondi ;)
Vi lascio al capitolo, buona lettura, spero che vi piaccia <3


                                 Capitolo 5: caro diario amo anche lui...


Due ambulanze e i vigili del fuoco che lavoravano con tutte le loro forze per tirare fuori da quella macchina della morte una quasi dissanguata Elena Gilbert. L’airbag aveva salvato la vita di suo fratello, Jeremy Gilbert, privo di sensi. Ora lo stavano caricando sull’ambulanza che partì velocissima verso il pronto soccorso di Mystic Falls, codice rosso. Codice rosso anche per Elena Gilbert, il polso debole, la pressione sanguigna che diminuiva in maniera incontrollata. Aveva ferite aperte ovunque, troppa aria non passava per i polmoni, il sangue stava arrivando ad ostruire tutte le arterie. Dovevano fare presto o non ci sarebbe stato più nulla da fare.

Ad attenderli al pronto soccorso c’era Alaric Saltzman, tutore legale dei due fratelli,  il quale aveva già dato l’autorizzazione per operare Jeremy, nel pieno di una forte emorragia interna.
 Quando vide la barella con il corpo di Elena completamente coperto di sangue la sua espressione era un misto tra terrore e rassicurazione. Corse insieme ai medici che la portavano in sala operatoria e anche se sapeva che non poteva sentirlo le sussurrava all’orecchio che sarebbe andato tutto bene, di non preoccuparsi, essere forte e combattere per la sua vita. Alaric aveva paura e non perché era il suo tutore legale e quindi avrebbe dovuto rispondere delle sue azioni, ma perché temeva di perdere un’altra persona importante per lui, l’unica parte umana legata alla sua esistenza era rappresentata da Elena e Jeremy. Non poteva perdere anche loro.
In ospedale arrivarono subito anche Joey e Caroline, quest’ultima preoccupatissima di sapere notizie della sua migliore amica. Nel frattempo Meredith era andata al pensionato per informare sia Stefan sia Damon di quello che era appena successo, ma nessuno dei tre era ancora arrivato in ospedale.
La polizia intanto stava facendo le indagini sulla natura dell’incidente, ma l’auto era completamente distrutta ed era impossibile individuare qualche anomalia senza una perizia accurata che avrebbe richiesto almeno tre o quattro giorni.
 Joey tentava in tutti i modi di entrare in sala operatoria per salvare la vita di Elena e quella di Jeremy, ma sarebbe stato rischioso, come gli fece notare Alaric, esporsi così tanto. L’unica speranza era che le due operazioni riuscissero bene e che almeno i ragazzi passassero la notte. Il medico che stava operando Jeremy uscì dalla sala operatoria e si diresse verso Alaric...

“Lei è il tutore dei ragazzi, vero?”

“Si” rispose Alaric, raggiunto anche da Caroline e Joey, che disse:

“La prego ci dica qualcosa!”

“Allora il ragazzo è fuori pericolo, l’operazione è riuscita bene e i danni sono estesi solo ad una gamba. Dovrà portare il gesso per un po’ e abbiamo bloccato l’emorragia interna. È un ragazzo forte, se la caverà.”

“Grazie al cielo!” disse Caroline sospirando e portandosi le mani al petto “E Elena?”, disse poi spaventata.

“La ragazza è ancora sotto operazione e la faccenda si sta rivelando più complicata del previsto. La signorina ha quasi tutte le costole rotte, un’emorragia interna ai polmoni che non riusciamo a bloccare e non vorrei essere precipitoso, ma non risponde a nessun riflesso incondizionato...”

“Cosa vuol dire?” chiese Alaric

“Vuol dire, che se anche uscisse dal coma, la ragazza potrebbe non camminare mai più, mi dispiace...”

“Senta” disse Joey “C’è un modo per salvarla, se mi lascia entrare...”

“Lei è un medico? Non mi pare, ci lasci fare il nostro lavoro, conosciamo bene la famiglia Gilbert e le prometto che faremo tutto il possibile per salvarla. Ora scusatemi” disse il dottore tornando in sala operatoria.
Caroline e Alaric tornarono a sedersi lasciando Joey davanti alla porta che lo separava da Elena, pochi metri di distanza bastavano per mettere fine alla sua vita. Il solo pensiero che quel medico uscisse fuori  fra tre o quattro ore annunciando che non c’era più nulla da fare provocava dentro di lui una disperazione che non sentiva dalla morte di Charlotte, cioè da ben 650 anni. Il vampiro poggiò lievemente la mano sul vetro spesso della porta facendo attenzione a toccarla delicatamente solo con le dita della sua mano marmorea, sforzandosi di trasferire tutti i suoi pensieri verso quella ragazza che in quel momento stava soffrendo come un cane. Sentiva distintamente l’odore del suo sangue, sentiva distintamente i medici gridare di prendere pinze, defibrillatori e tanto altro; quante volte Elena stava rischiando di andarsene per sempre? Quante volte i medici le stavano salvando la sua fragile vita? Quanto avrebbe dovuto aspettare prima di sapere che stava bene e che poteva tranquillamente entrare li, darle il suo sangue e curarla?
Quando prese coscienza di questi pensieri l’Originario dagli occhi cielo, come lo chiamava Elena, si passò distrattamente una mano sulla guancia leggermente rossa, accorgendosi che era bagnata. Un pianto silenzioso e inconsapevole, uno dei migliori della sua vita. Solo due volte, per quello che ricordava era successo: la prima volta aveva nove anni, i suoi genitori non si volevano tanto bene e un giorno tutta la rabbia di suo padre l’aveva sperimentata sulla sua pelle a colpi di frusta; la seconda volta era proprio questa terribile circostanza e  questo poteva significare una sola cosa: ci teneva, teneva a Elena quasi come alla sua stessa vita, teneva a Elena peggio di una sorella. Lei che con la sua semplicità aveva colmato un vuoto nel suo cuore che durava da troppi secoli, lei che lo aveva seguito solo per scoprire la verità su cosa le sarebbe accaduto, lei fiera come una leonessa, una guerriera, una principessa guerriera, come meglio soprannominata da Damon.
Damon, eccolo, sentiva la sua presenza avvicinarsi alla sala operatoria, sentiva Caroline e Alaric che gli dicevano di calmarsi, lo sentiva blaterare frasi senza senso del tipo “Voglio sapere dov’è, cosa le è successo!” oppure “Non mi importa! Levatevi di mezzo!”...
Lo sentiva solo, era venuto da solo, non aveva portato Stefan, probabilmente insieme a Meredith che cercava di spiegargli la situazione o forse perché sapeva che non sarebbe riuscito a controllare la sua fame in un posto dove traboccava sangue a destra e a manca. Quando l’Originario si voltò vide questa statuaria figura vestita di nero avvicinarsi a lui, i capelli corvini, gli occhi di ghiaccio e sul volto vi era dipinta l’ansia, il senso di colpa, la paura, il dolore e forza di superare anche questo nuovo ostacolo.

“Cosa è successo ad Elena?” Chiese Damon.

“Elena e Jeremy hanno avuto un incidente...” cominciò a dire Joey.

“Questo lo sapevo già!” lo interruppe Damon “Voglio sapere lei come sta!”

“ Male, l’operazione non è ancora finita e forse è in coma” disse Joey.

“E tu che aspetti? Perché non sei entrato a darle un po’ del tuo sangue? Devo fare sempre tutto da solo?”

“Abbassa la voce! Ti rendi conto che non possiamo esporci così, Damon?”

“Tu sei pazzo, io non sacrifico la vita di Elena per proteggere la mia...”

“Stai fermo e non costringermi a soggiogarti” disse Joey in tono minaccioso, lo stesso tono che aveva usato con Stefan quella stessa mattina. Quel tono freddo, ma pacato, come se avesse lui il controllo di tutte le azioni, come se sapesse che Elena si salverà, e nemmeno a farlo apposta ecco che il dottore usciva dalla sala operatoria e si dirigeva verso Alaric per dirgli l’esito dell’operazione.
“L’operazione è riuscita, se pur con qualche intoppo, ma dovremmo attendere che la ragazza superi la notte per poterci accertare delle conseguenze dell’incidente. Nel frattempo il ragazzo si è svegliato, solo una persona alla volta però.”
Alaric si avviò accompagnato dal dottore verso la stanza di Jeremy: era quasi l’alba, l’operazione di Elena era durata quasi tutta la notte e nessuno aveva chiuso occhio. Meredith era appena arrivata con del caffè caldo per ognuno di loro, poi si sedette accanto a Caroline e disse:

“Starà bene, ma vi prego ragazzi non fate pazzie”

“Che vuoi dire?” disse una Caroline particolarmente assonnata, ma che aveva insistito per rimanere tutta la notte sforzandosi di ascoltare il debole cuore della sua migliore amica che lottava per battere più forte di prima...
“Voglio dire che non è saggio ora entrare nella stanza di Elena e salvarla con il vostro sangue, destereste troppi sospetti...”
“E cosa dovremmo fare? Starcene qui e aspettare che passi dall’altra parte?” disse Damon.

“Non dire così, Damon! Ma che ti salta in mente? Troveremo il modo di salvarla.” Disse Meredith, mentre Caroline si appoggiava sfinita alla sua spalla.
Damon non badò a ciò che aveva appena sentito, non se la sentiva di andare via e lasciarla li da sola, doveva portarla a casa, in un luogo sicuro dove avrebbe potuto curarla con il suo sangue e dove avrebbe potuto confessarle quanto era preoccupato che lei non tornasse più da lui e quanto l’amasse più di se stesso. Un luogo sicuro solo per loro due, dove avrebbe potuto darle mille milioni di baci, dove potesse farla sentire al sicuro tra le sue braccia, dove avrebbero potuto litigare ogni cinque minuti come facevano sempre. Doveva fare questo passo, era pronto ne era certo e non gli importava di suo fratello, anche se non lo avrebbe lasciato andare. Non pretendeva che qualcuno lo capisse, lui voleva solo farglielo sapere. Lui la ama e glielo aveva detto e gli aveva anche dato il tempo di rispondere, ma ora doveva sapere se tutto ciò per cui stava combattendo quale posta in gioco aveva. Contava perdere la fiducia di suo fratello, la possibilità di aiutarlo a uscire da quella situazione? Ma contava anche la sua felicità e quella di Elena?
La soluzione migliore era farlo sapere prima a Stefan, doveva sapere che anche Damon amava Elena e che ora erano in due a contendersela, quindi decise di andare a casa e fronteggiare suo fratello, solo così poteva sentirsi davvero in pace a avrebbe potuto aiutarlo a controllarsi senza sentirsi in colpa per pensare a Elena la maggior parte del tempo.
“Hey, barbie io torno a casa da Stefan, se Elena si sveglia...”

“Anche io devo tornare a casa, corvaccio, perciò restano Joey, Meredith e Alaric.”

“Ok, vado ad avvisare Rick...” disse Damon andando verso l’accettazione dove Alaric stava firmando alcuni fogli.
Caroline intanto si avviò fuori verso la sua macchina quando notò una massa di capelli biondo cenere in lontananza. Incuriosita si avviò verso il parcheggio, ma non c’era nessuno, solo persone il cui sangue pulsava nelle loro vene alla velocità della luce. Trasse un lungo sospiro e calmò la sua sete; con il tempo aveva imparato a farlo, era passato quasi un anno ormai dalla sua trasformazione in vampiro ed era incredibile quanto fosse cambiata. Era passata da “bambina viziata” a “hey! Posso essere forte e coraggiosa!”. Questa era la frase che si ripeteva tutte le mattine quando si alzava e iniziava una nuova giornata...ma cosa è stato? Pensò Caroline, c’era qualcuno nel parcheggio che non voleva farsi vedere, qualcuno che sapeva nascondersi bene... Klaus? Ma che ci poteva mai fare in un ospedale? No, non poteva essere lui, per quello che ne sapeva a quest’ora doveva essere nel pieno di un’eruzione vulcanica per via della scomparsa di Elijah.
Decise di non badarci e appena vide Damon uscire dall’ospedale salì in macchina e si diresse verso casa, seguita dall’azzurrissima auto del vampiro che l’aveva sorpassata clamorosamente.
                                                                   ***

Jeremy era sotto osservazione, ma stava bene a parte il fatto che era bloccato a letto con un enorme gesso alla gamba, ma almeno era sveglio e i medici passavano ogni ora per accertarsi della sua salute. Alaric era andato a casa a farsi una doccia e a scaricare tutta la tensione di una nottata intera passata in attesa di scoprire se i suoi figliocci l’avrebbero scampata oppure no. Meredith intanto si era offerta di stare accanto ad Elena fino a quando non fosse arrivato qualcuno a darle il cambio e aveva insistito nel mandare Joey a farsi un giro per sbollire tutta l’ansia: Elena non era ancora fuori pericolo, ma almeno aveva superato l’operazione, ma avrebbero dovuto aspettare la notte per intrufolarsi e farle bere del sangue per guarirla, cosa che sembrava impossibile visto che il medico che l’aveva operata entrava in quella stanza ogni dieci minuti e quando si ritrovò Meredith di fronte le disse senza esitazione:
“Suo padre era un mio collega qui in ospedale...”

“Capisco” disse Meredith “Quante probabilità ci sono prima che si risvegli o se non si risvegliasse?”

“Venga nel mio studio, la situazione le sarà più chiara”

Meredith però non se la sentiva di lasciare l’amica da sola circondata solo da quella equipe di medici...
“Non si preoccupi, è in buone mani” disse il dottore, così la rossa lo seguì nel suo studio. Sapere le condizioni di Elena avrebbe di sicuro facilitato quello che voleva fare: un incantesimo per preservare la sua anima, così che se il suo corpo non ce la facesse la sua anima prenderebbe posto in un altro corpo reincarnandosi, un po’ come fece la prima doppleganger Skyler per salvaguardare la vita di suo figlio.
                                                                 ***
Elena era attaccata al respiratore, aveva una flebo e cicatrici ovunque sul suo corpo. Tutta la parte dell’addome era completamente fasciata ed evidenti erano ancora i segni della lunghissima operazione subita la notte scorsa. Ella giaceva profondamente in un sonno ozioso e forzato, chissà cosa stava sognando avvolta in quelle ruvide coperte verdi e fredde come lo era il suo corpo. La figura che era appena entrata nella stanza della giovane doppleganger era alta e statuaria, aveva l’aria dura e allo stesso tempo docile, ma il suo sguardo incuteva terrore. Aveva un enorme mazzo di rose rosse profumate e scintillanti, aveva insistito che ci fossero i glitter su alcuni petali; li posò sul comodino accanto al letto dell’addormentata insieme ad una lettera.

“è strano vederti così, potrei quasi gioire di questo. Eppure no, so chi ha causato l’incidente, credimi quando ti sveglierai non ti darà più fastidio, ci avrò già pensato io. Sai qual è la cosa buffa? È che io se fossi in me non lo farei mai, non ti salverei mai la vita, ma sarebbe troppo facile dire che il tuo sangue è un dono prezioso. Ti sei mostrata e posta verso di me come un’umana, ma che sciocco! Tu sei umana e forse se tanti anni fa non avessi fatto l’errore di lasciarmi trascinare giù negli abissi più profondi delle tenebre oggi tu avresti una vita migliore. Per questo, Elena, la cosa migliore che potrei fare è mettere fine alla tua vita, ma tu mi hai detto di avere un fratello e la famiglia viene prima di tutto. Lui è la tua famiglia e tu devi pensare a lui, perciò che tu lo voglia o no, fra un po’ ti risveglierai come nuova e la tua battaglia per la sopravvivenza andrà normalmente avanti. Questa è stata solo la prima di tutta una serie di pericoli che verranno a cercarti, finché puoi permettimi di non essere il solito egoista cattivo e assassino e anche se non mi puoi sentire, spero che quando ti sveglierai e leggerai quello che ti ho scritto passerai a trovarmi per fare due chiacchiere.” Disse l’uomo seduto ai bordi del letto. Dalla tasca della giacca prese una fialetta piena di liquido rosso, aprì la boccetta e delicatamente versò il contenuto nella bocca di Elena e con un piccolo movimento la costrinse ad ingoiare il tutto.
Fatto questo la figura di destò e si avviò verso la porta lanciando un ultimo sguardo alla ragazza, che stava già guarendo. Le ferite si erano quasi rimarginate del tutto e il battito cardiaco stava tornando regolare. L’uomo aprì la porta e se ne andò giusto un attimo prima che Elena Gilbert aprisse gli occhi.
                                                                   ***
Stava bene. Eccola che si svegliava, lei, come se si fosse fatta una lunga dormita: i medici non si spiegavano la sua immediata guarigione e prima che cominciassero a sospettare qualcosa Joey li soggiogò tutti, con l’aiuto di Damon, facendoli credere che l’operazione era riuscita con ottimi risultati. Anche loro stentavano a crederci: chi aveva guarito Elena? Loro due non c’erano, Stefan era con Damon, Caroline era a casa sua... nessuno aveva visto niente. C’erano solo queste rose rosse e una lettera anonima scritta su carta pregiata con una penna stilografica a inchiostro nero. La grafia era elegante e scorrevole, la lettera era stata scritta con leggerezza, ma solo Elena ne lesse il contenuto dopodiché la mise nel suo diario, che le aveva portato Caroline, e l’aveva attaccata con del nastro biadesivo insieme al petalo di una rosa che il suo salvatore le aveva portato.
Sia Elena che Jeremy dovevano passare almeno una settimana in ospedale, così la ragazza si rassegnò all’idea che avrebbe mangiato poltiglia per una settimana intera...

“Sto bene” ripeteva ad un Alaric molto preoccupato “Chiunque mi abbia salvato la vita deve averlo fatto per qualche motivo, magari mi conosce...”

“Questo non lo sappiamo, ma siamo tutti felici che tu stia bene, tesoro” disse Caroline sorridendole. Aveva addobbato la stanza con cartelloni e palloncini colorati. Erano venuti tutti a trovarla, compreso Matt che si era anche offerto di passare la notte li per dare il cambio a qualcuno. Gli unici che mancavano all’appello erano Stefan, Tyler e Bonnie. Bonnie... dov’era la sua migliore amica? Nessuno l’aveva ne vista ne sentita per tutta la settimana, forse era arrabbiata con Elena? L’aveva esposta a troppi pericoli? Caroline sviava sempre a tutte le domande poste da Elena, il che le fece capire che sapeva più di quello che voleva far credere.
Verso le sette tutti andarono via e Elena rimase da sola, così si mise a leggere di nuovo la lettera misteriosa, una frase la colpì fin da subito ed era:
“... sai dopo tutto quello che è successo potrei anche arrivare a considerarti un’amica, Elena...”
 
Era di sicuro qualcuno che la conosceva, ma non da molto... che sia stato Elijah a scriverla? Ma non era possibile! Meredith le aveva detto che lo avevano trasferito in un luogo sicuro dopo il suo risveglio!
Ad un tratto Elena sussultò. Qualcuno aveva aperto la porta e poi l’aveva rinchiusa velocemente, chiuse il suo diario lo poggiò sul comodino. Possibile che neanche in ospedale potesse essere lasciata in pace? Ma qualcosa la bloccò dall’alzarsi, anzi si rilassò di più nel letto e si mise a sedere appoggiando la testa sui due cuscini morbidi...

“Ciao, Damon” disse Elena e il vampiro si voltò, sempre bellissimo e attraente, ben vestito, non sembrava ubriaco e i suoi occhi cristallini sembravano brillare di una luce intensa.

“Ciao principessa guerriera, come stai?”

“Meglio, ora”

Damon si avvicinò alla ragazza ancora fragile e indifesa, pur sapendo che stava bene e che avrebbe potuto anche fare una tripla capriola! Prese una sedia e si sedette accanto a lei e con grande sorpresa da parte di Elena, gli poggiò sulla pancia il suo orsacchiotto Teddy. Elena sorrise prima al pupazzo e poi a Damon il quale cominciò ad accarezzarle i suoi liscissimi capelli lunghi fino a toccare la sua guancia, ancora fredda. Era ancora impaurita, per questo era tornato a vedere come stava, per questo era sempre rimasto li con lei negli ultimi tre giorni; tutte le notti la guardava dormire beatamente senza chiudere occhio, fino a quando non arrivava Joey a dargli il cambio.

“Grazie, per avermelo portato, mi sentivo un po’ sola”

“Figurati, Elena ho parlato con Stefan” disse subito Damon, voleva essere deciso ed era meglio farlo subito, anche perché si trovava da solo con lei e doveva confessarle tutto.

“E cosa gli hai detto?”

“Gli ho detto oltre a voler proteggere e salvare lui, io voglio proteggere e salvare anche te, ma gli ho detto anche quello che è successo la notte in cui sono stato morso e lui mi ha chiesto quanto io tenessi a te.”

“E tu cosa gli hai risposto?”

“Gli ho detto che ti amo, Elena.”

“Glielo hai detto sul serio? Come ha reagito?”

“Impassibile, non ha detto niente... Elena io lo so che tu lo ami ancora...”

“No”

“Come? Ripeti non ho capito...”

“No, non lo amo più, non dopo tutto quello che mi ha detto, non dopo la persona che è diventata, non dopo che mi ha detto che preferiva nutrirsi di me... NO.”

“Elena, io lo so che quello che ti sto chiedendo è forse affrettato...”

“Damon, io so che tu mi ami e tu sai che io tengo a te molto più di quanto tenga ad un semplice amico...”

Damon la zittì premendole l’indice sulla bocca delicatamente, con quel gesto Elena restò completamente pietrificata da suoi occhi cielo che la guardavano e bramavano solo lei e nessun altra. Ormai lo desiderava da troppo tempo e troppo tardi aveva capito che se fosse stata davvero innamorata di Stefan non si sarebbe mai innamorata anche di Damon. I loro sguardi si intrecciarono in un fuoco ardente di passione e dolcezza infinita.
Bacio.
Eccolo che poggiava  delicatamente le sue labbra su quelle della donna che tanto amava e lei che si lasciava  trasportare dai lui con delicatezza e senza pudore. Era un bacio vero, non un bacio di pietà, era sentito. C’era tutto. Amore, odio, bene, male, passione, energia, elettricità. Loro due avevano tutto ed era solo questo che serviva, nient’altro. Elena chiuse gli occhi e si ritrovò in un vortice di infinita felicità e non voleva aprirli per paura che tutto fosse solo un sogno, un bellissimo sogno e che non poteva essere vero! Lei che aveva giurato amore eterno a Stefan ora si ritrovava tra le braccia di Damon ed era questo quello che voleva, dentro di se lo aveva sempre saputo dalla notte in cui Stefan aveva deciso che per salvare la vita di suo fratello si sarebbe venduto a Klaus, lasciandola per sempre li. Forse tutto quello che si aspettava da lui era troppo, mentre non si era mai resa conto che Damon, nonostante tutti i suoi sbagli, nonostante avesse attentato alla vita di Jeremy più di una volta solo per farla stare male, voleva solo incitarla ad aprire gli occhi e guardare finalmente in faccia alla realtà. Elena aveva finalmente capito che non aveva più bisogno di Stefan, lei era innamorata dello Stefan romantico, buono, gentile, il “bravo” vampiro, ma non lo aveva mai conosciuto per come era realmente. Aveva portato una maschera, combatteva contro la sua stessa natura ogni giorno e tutto questo era ammirevole e degno di amore, ma non poteva vivere così... per sempre. Invece Damon non era affatto cambiato da quando lo aveva conosciuto, lui era sempre stato così... forte, cattivo e deciso. Sentiva di provare per lui qualcosa di forte. Si era vero, si era innamorata anche di lui, ma non si poteva ancora parlare di Amore, quello lo avrebbe capito con il tempo.
                                                                ***
                                                  Una settimana dopo

“Sei proprio sicuro di volere andare via?”
Elena era sull’uscio di casa e teneva in mano un borsone, mentre Alaric stava caricando l’ultima valigia in macchina prima di accompagnare Jeremy all’aeroporto. Le loro condizioni fisiche erano più che ottime e avevano lasciato l’ospedale da qualche giorno e con grande sorpresa di Elena era stato proprio il fratello a dirle che accettava la proposta di mandarlo via per un po’. Di sicuro gli avrebbe fatto bene ed Elena glielo disse chiaramente che se non l’avesse presa di sua spontanea volontà quella scelta lo avrebbe fatto soggiogare, anche se era l’ultima cosa che voleva...
“Non preoccuparti sorellina, starò bene e ti chiamerò, promesso!” disse Jeremy mentre Elena gli passava il borsone con le ultime cose e un sacchetto con dentro qualcosa da mangiare durante il viaggio.
“Divertiti, studia mi raccomando e promettimi che non farai cose azzardate e che se chiunque ti chiedesse di fare qualcosa...”
“Non fidarti mai... me lo hai ripetuto per tutta la settimana, ho capito” disse Jeremy sorridendo questa volta.
“E continua a prendere la verbena... non si sa mai...” disse Elena, mentre Jeremy abbracciò la sorella per salutarla, dopotutto non si sarebbero visti fino alla prossima estate...
“Fa buon viaggio” disse Elena sciogliendosi dall’abbraccio del fratello che si avviava in macchina. Un ultimo saluto con la mano e poi via, Alaric lo stava accompagnando definitivamente lontano da quella città degli orrori. Sarebbe stato bene, era forte, sapeva badare a se stesso, lo aveva sempre fatto.
Quella casa ora sembrava ancora più vuota di quanto già non lo fosse, ora era definitivamente sola con i suoi problemi, era sola a combattere per la propria vita. Decise di scrivere un po’ sul diario, era una settimana che non lo faceva e aveva un bel po’ di cose da dirgli.

“Caro diario,
dopo la miracolosa guarigione Jeremy oggi è partito e non lo vedrò per un po’. In questa settimana ho lasciato un enorme buco nel percorso della mia vita, ma sono contenta di ammettere almeno una cosa. Avevo sbagliato, eh si... capita a tutti di sbagliare, tutti mi sono stati e lo sono ancora, vicini a me, ma io ho comunque sbagliato a credere che io potessi essere l’ancora di salvezza per Stefan. Ho scoperto di non provare più quello che sentivo l’anno scorso, forse perché sono state di più le volte in cui ho rischiato di morire che quelle in cui mi sono davvero goduta la felicità insieme a lui. Allora perché è successo anche l’inevitabile? Perché ho baciato Damon e ho provato qualcosa di fortissimo dentro di me? Forse perché era davvero inevitabile?
Ma ci voglio pensare dopo, ora voglio parlarti della lettera anonima che ho attaccato qualche pagina più dietro, credo di sapere che l’abbia scritta, ma la domanda fondamentale è “perché?”. Perché mi ha salvata? Che cosa gli rappresento? Che voglia una tregua? Possibile che nessuno abbia capito cosa mi abbia guarito senza l’intervento di qualcuno di loro? Boh, non ci capisco più niente... credo di essere davvero in una città di matti, vampiri compresi. Tutti matti. Secondo il mio modesto parere... XD.
Ok io ho solo una cosa da dirti: mi sa che devo, come dice nella lettera, passare a fare una chiacchierata, ma prima devo trovare il modo di non farmi seguire da Damon (ecco ci risiamo! Non resisto senza ficcarmi nei guai, è più forte di me!)... poi devo dare un altro bacio a Damon!
Caro diario... amo Damon Salvatore.”


 Angolo autrice:
Eccoci qui, spero che il capitolo sia piaciuto soprattutto alle Delena :) Vi preciso un pò di punti:
-Nel prossimo capitoli verranno introdotti tre nuovi personaggi e subirà un lasso temporale di quattro mesi in cui scopriremo brevemente cosa è successo;
-Finalmente ritorneranno Charlotte e scopriremo che fine ha fatto Bonnie;
-Spero che vi piaccia il fatto che sto sviluppando una trama diversa dal telefilm anche se simile in alcuni punti;
- Il titolo del prossimo capitolo sarà "Alaya".... spero di aver suscitato un pò di curiosità :)
-Avete capito chi salva la vita di Elena? Nel prossimo capitolo avrete tutte le risposte :)
Un bacio a tutti, cercherò di aggiornare prestissimo :)
Ely

  
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