POV HARLOCK
Ci siamo
ritirati nuovamente su Ombra di Morte. Dopo l’ultima battaglia abbiamo bisogno
di riposare un po’ e di sistemare i lievi danni alla nave.
L’equipaggio
per oggi ha la giornata libera e si sta divertendo tra un tuffo ed una nuotata
nel mare artificiale del nostro satellite base.
La nostra
Masu ha combattuto come una vera leonessa!
Ho seguito le sue azioni dal monitor del mio
studio….tra un conato di vomito e una colica…e devo dire che è stata davvero
impagabile. Niente la spaventa. Nemmeno quella flotta mazoniana armata fino ai
denti.
Ha avuto
addirittura l’ardire di usare il rostro di prua per sconfiggerle. Una manovra a
dir poco perfetta tanto nell’esecuzione quanto nella traiettoria. Quasi quasi
la promuovo a vice capitano e metto Yattaran ai fornelli!!
In questo
momento sulla nave è rimasta solo Yuki, in plancia di comando.
Credo di
doverle parlare dopo quello che mi ha rivelato Masu…anche se non sono molto
abile in queste cose.
Mi ha detto
che quella ragazza mi sogna giorno e notte, che pensa a me ogni istante ….
Ma come
posso fare un passo così importante in questo momento?
Con Raflesia
che ci da la caccia senza tregua, Mayu costantemente in pericolo, Kirita che ci
combatte con tutti i mezzi a sua disposizione…
Non sarebbe
giusto.
Ecco, le
dirò semplicemente così. In fondo questa
è la verità. Non posso permettermi distrazioni e non posso permetterle di
vivere una vita fatta di fughe dai nemici e dalla nostra stessa gente.
Sono ancora
molto debole ma devo approfittare di questa occasione, del fatto che a bordo siamo rimasti solo noi
due e le parlerò col cuore in mano….sempre che sia rimasto al suo posto nel
petto e non sia finito nel water insieme a tutto il resto….
Sono davanti alle porte scorrevoli del ponte principale e penso e ripenso a quanto devo dirle e cercherò di farlo nel modo più delicato possibile.
Eccola!
E’ in piedi
e sta osservando attraverso lo schermo gigante i nostri compagni mentre si
divertono sulla spiaggia.
La sento
ridere a bassa voce, mani sui fianchi, mentre scuote la testa divertita.
“Non sei
scesa con gli altri, Yuki?”
Sussulta
udendo la mia voce.
Si gira e mi
sorride.
“No,
Capitano. Ho ancora del lavoro da ultimare.”
Come sempre
è molto ligia al suo dovere.
“Dovresti
svagarti un po’ anche tu.”
Si stringe
nelle spalle e sorride nuovamente.
Si accorge
che sono ancora molto provato dopo la batosta dell’anti-filtro d’amore e mi
guarda con apprensione mentre mi siedo su una poltrona accanto a lei.
“La signora
Masu ha tentato di avvelenarmi,sai?” le dico in tono confidenziale mentre lei
sgrana gli occhi quasi terrorizzata da quello che pensa che io potrei dire ora.
“Le avevo
detto che avevo bisogno di una tisana rilassante…e lei si è prodigata nel
prepararmene una che ha avuto effetti collaterali…ehm…piuttosto pesanti..”
continuo con nonchalance.
Lei
arrossisce violentemente e gira il capo per nascondere le sue emozioni.
“A proposito
di bevande…non ti ho ancora ringraziata per l’ottimo cocktail che hai inventato
per me…blue lagoon , vero?” le dico tentando di trovare l’approccio migliore
per arrivare al dunque.
Annuisce con
la testa.
“Per
ricambiare il pensiero…avevo pensato di portarti a fare un giro in barca nel
nostro stupendo mare artificiale questo pomeriggio…”
La butto lì,
per testare la sua reazione.
Gli occhi le
lampeggiano di felicità e le guance le si incendiano ancora di più.
“Non è il
caso…l’ho fatto con piacere, capitano….”
Ma come???
Dici una
cosa ma il tuo viso ne lascia trapelare un’altra.
“Insisto. Ci
vediamo sulla spiaggia tra un paio d’ore!”
Glielo dico
in tono perentorio, quasi le stessi impartendo un ordine.
Non attendo
la risposta e me ne vado dal ponte con passo tutt’altro che sicuro. Devo
trovare un bagno prima possibile perché sento pancia e stomaco nuovamente in
subbuglio.
Dannato
pipillus e dannata Raflesia!!
Quel filtro
mi ha provocato anche un vuoto di memoria perché non ricordo cosa ho fatto
nelle ultime dodici ore. Ho i muscoli indolenziti come se avessi rincorso
qualcuno a perdifiato per tutta la nave. Ho anche qualche taglio sul petto ma
non ricordo come me lo sono procurato…
Mentre cammino, i dolori mi abbandonano lentamente.
Per fortuna.
Passo
davanti alla cabina di Mimeh che ha le porte aperte.
Do’
un’occhiata all’interno e vedo l’armadio aperto ed una montagna di vestiti
gettati a terra. Non sapevo ne possedesse così tanti. Lei non c’è ma sul
pavimento riconosco il suo abito viola. Forse è in spiaggia ed ha indossato il
costume…
Mi preparo a
scendere dalla nave per l’appuntamento con Yuki.
Ho nascosto
una rosa sotto al mantello e gliela donerò non appena saremo al largo, sulla
barca.
Mi sono
persino pettinato con cura.
Mentre
scendo i gradini del portellone principale vengo preso da una sorta di
agitazione.
Calma. Devo
mantenere la calma.
Mi incammino
verso la spiaggia dove è situata l’imbarcazione con cui faremo la nostra gita
fuoriporto.
Ad
attendermi c’è però Masu, di Yuki nemmeno l’ombra.
“Capitano! “
Mi chiama
agitando una mannaia in aria.
“Ho un
biglietto per voi.”
Mi allunga
un pezzetto di carta in cui Yuki declina il mio invito scusandosi sentitamente.
“Povera
cara….credo che le sia preso un coccolone! Che le avete detto???”
“L’ho solo
invitata a fare un giro in barca….per parlarle da solo…con riservatezza…”
Leggo e
rileggo il biglietto.
Sorrido.
Forse
davvero Yuki potrebbe essere la donna per me.
Lei ha
capito.
E si e’
tirata indietro.
Sospiro.
Ci capiamo
anche senza aprire bocca.
“E’ meglio
cosi’, signora Masu...credetemi. Sapete cosa dicono sulla Terra? Se sono rose,
fioriranno...bisogna solo aspettare la primavera!”
Lei annuisce
e mi sorride con fare materno, mentre io ritorno con il cuore sollevato verso
la mia cabina.
Sono libero.
Non posso
avere la responsabilita’ di una donna, di una famiglia, sulle spalle mentre
combatto. Una famiglia sarebbe il mio punto debole, con Raflesia che non
aspetta altro che un’occasione per infliggermi il maggior danno possibile.
Uhm...non vedo Mimeh...boh, forse sara’ uscita in spiaggia con tutti gli altri, anche se in genere le piace di piu’ svuotare la cantina col dottore.
Ah, la mia
stanza.
La mia oasi
di pace.
Il mio
sancta santorum.
Qui posso
rilassarmi e per qualche istante e dimenticarmi dei miei doveri di capitano.
Mi tolgo il mantello e lo getto sulla
poltrona, mentre mi avvicino allo stipetto: lo so che non dovrei bere vino con
l’intestino sottosopra, ma ne sento un grande bisogno e tanto non ce’ nessuno a
dirmi cosa devo o non devo fare...
Sento un
fruscio dietro di me.
Poggio la
mano alla mia pistola e mi giro di scatto.
Deglutisco.
Ho la gola
secca.
E la bocca
aperta.
Davanti a me
c’e’ Mimeh, vestita di una guepiere di pizzo nero che lascia molto poco
all’immaginazione. Non voglio nemmeno indagare su dove se lo sia procurato
anche se posso immaginare le sue intenzioni.
Si avvicina
con fare sensuale
“Allora,
Harlock...adesso tocca a me?”
Oh, no...si ricomincia!
E così anche questa storia è giunta al capolinea......Desidero ringraziare a nome mio e di Jose tutte le amiche che hanno recensito e che ci hanno fatto un sacco di complimenti, tutti coloro che hanno letto e si sono divertiti (noi per prime ci siamo rotolate scrivendo i capitoli) e chissà che un domani non si decida di ripetere l'esperimento..... (uhm....mi sembra di sentire un coro terrorizzato di "nooooooooooo" provenire dall'Arcadia......chissà perché....???) ^_^