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Autore: northernlight    28/03/2012    1 recensioni
Tanti capitolo per una nuova protagonista inserita nel meraviglioso mondo dei Coldplay. Un fortuito incontro che non si sa ancora a cosa porterà.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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XI.
Dopo un paio di minuti vennero ad aprirci: era Chris, il padrone di casa. Se non l’avessi già visto sarei svenuta sul colpo per quanto era bello ed era strano vederlo vestito normalmente senza la solita divisa di scena. Come immaginavo, lui non era affatto sorpreso di vedermi lì perché probabilmente Guy aveva preventivamente avvisato i suoi amici della mia presenza.

“Oh, finalmente! Stavo iniziando a preoccuparmi” esordì Chris lanciando uno sguardo furtivo a Guy che alzò le spalle come se non gli importasse niente

“Ciao, cara,è un piacere rivederti” aggiunse poi allegro baciandomi le guance “prego, accomodati, vieni di là che ti presento gli altri.”

Ero imbarazzata e stupita da tanta familiarità e calore. Da quando ero a Londra non mi ero fatta tantissimi amici e mi mancava casa mia e frequentavo comunque poche persone, questo nuovo contatto col genere umano mi stordiva un po’. La casa era meravigliosa, non c’era una cosa fuori posto ed era tutto perfetto, lindo e lucidato. L’arredamento era abbastanza sobrio: moderno alternato al classico, colore predominante era sicuramente il bianco spezzato da accessori rossi o neri. Ci trovavamo in un bel corridoio arredato da quadri molto colorati. Chris ci guidò su per le scale dove giungemmo in un salottino che si affacciava sulla strada opposta a quella da cui eravamo arrivati, attraverso una enorme finestra.

“Oh, eccoli!!”
Mi venne incontro un sorridentissimo Jonny che aveva in braccio un bimbo biondo e riccioluto con degli enormi ed immensi occhioni verdi.

“Pensavo che Guy ti avesse rapita” disse scoccandomi un bacio sulla guancia “lui è Jonah, il più piccolo dei miei figli.”
Il bimbo mi mise una mano sulla guancia e poi tornò a guardare altrove.

“Oddio, Jonny, ma è bellissimo, complimenti a te e tua moglie” dissi tendendo la mano verso il bimbo che adesso era impegnato a togliere il cappellino a suo padre.

“Dove diavolo eri, Guy? Sei sempre il solito!”
Una voce femminile improvvisamente invase la stanza

“Ricordami di non affidarti mai la mia vit-...” disse la voce prima di interrompersi. Mi girai e al centro della stanza c’era Gwyneth e cavolo se era bellissima, lì erano tutti bellissimi e perfetti e la mia autostima iniziava a precipitare.

“Buonasera” salutai educatamente sorridendole.

“Guy, perché non mi hai avvisata che avresti portato qualcuno? Cara, che maleducata che sono…”
Mi venne incontro e mi baciò sulle guance anche lei.

“Benvenuta, io sono Gwyneth.”
Guy intervenne e mi presentò meglio alla padrona di casa meravigliosamente avvolta in un tubino rosa pallido.

“Oh, guardalo, è arrivato finalmente! Amico, Ava vuole il suo regalo, muoviti!”.
Will fece irruzione nella stanza seguito da una donna e una bambina con una coroncina viola in testa che corse verso Guy chiamandolo zio. Will mi salutò e mi presentò sua moglie Marianne, che mi guardava diffidente e che aveva in braccio un bimbo piccolissimo presentatomi come Rex, uno dei loro gemelli.

“Ciao” disse lei freddamente tendendomi la mano. Will mi si avvicinò tenendo in braccio Ava.

“Ecco la nostra festeggiata. Ava, lei è un’amica di zio Guy che è venuta qui per festeggiare il tuo compleanno.”
La piccola mi salutò timidamente per poi nascondere il viso tra le enormi braccia del padre. Tutti nella stanza scoppiarono a ridere. Gwyneth propose di trasferirci tutti in un’altra stanza dov’era stata organizzata la festa. Tutti annuimmo. Sentii distrattamente Chris accennare a Gwyneth della presenza, nell’altra stanza, di un’altra persona. Il cantante sembrava preoccupato.

“Sssh, tranquillo. Prima o poi dovrà farci i conti” disse l’attrice sorridendo. Lui le baciò la spalla nuda e la seguì tenendola per mano. A parte la dolcezza della scena, stavo ripensando alle parole di Chris mentre andavamo verso quella che era una stanza tutta decorata in rosa: una camera bellissima tutta circondata da specchi dove campeggiava una enorme scritta di buon compleanno. Nella stanza riecheggiavano le note di una musichetta dolce e il chiacchiericcio delle persone presenti. Jonny mi portò a conoscere sua moglie Chloe che reggeva in braccio sua figlia più grande, Violet. Guy era sempre dietro di me, perciò mi voltai a guardarlo e notai che lui mi guardava di rimando. Mi sorrise e dovetti poggiarmi ad una sedia per non cadere. Mi venne incontro.

“Hai già dato il tuo regalo ad Ava? Sono curioso di vederlo.”

“Ah, giusto, stavo per dimenticarmene. Lei starà sicuramente giocando con gli altri bambini, meglio darlo a Will e Marianne.”

“Vieni, andiamo” disse e fece una cosa che mai mi sarei aspettata: mi prese per mano. La sua mano era calda e mi teneva con una forza molto delicata che mi faceva quasi scottare la pelle al contatto. Raggiungemmo Will e sua moglie che erano in un’altra stanza.

“Ehi, ragazzi, come va?” disse il batterista porgendo a Guy e me un bicchiere di champagne.

“Ehm, bene, Will. Senti, ho preso un piccolo regalo per Ava. Sinceramente non sapevo che prenderle però appena l’ho visto mi è piaciuto così tanto che ho dovuto comprarlo” gli porsi la bustina del regalo.

“Ma non dovevi. Sei stata davvero carina!”
Nel frattempo Marianne iniziò a spacchettare il regalo e mi ringraziò nuovamente. Improvvisamente nella stanza si levò un urletto.

Papààà!”
Guy si girò di scatto. Una piccola bimba con due guancine rotonde e rossissime gli corse incontro. Senza lasciarmi andare la mano la prese in braccio al volo e gli stampò un bacio sulla guancia.

Papà?’ pensai stranita ‘no, forse ho sentito male io…
 Evidentemente avevo un punto interrogativo stampato in fronte perché lui mi guardò e mi spiegò.

“Lei è Nico, mia figlia” sorrise un po’ preoccupato. Anche lei mi sussurrò un timido saluto e si strinse più forte al collo di suo padre. La presa attorno alla mia mano si fece più forte quando sulla porta comparve una donna che somigliava pericolosamente a Nico.

“Guarda chi c’è.” disse entrando in stanza e parlando con strafottenza, era piuttosto bella nel suo vestito rosso.

“Ciao, non mi aspettavo di trovarti qui” grugnì Guy in evidente imbarazzo.

La donna si avvicinò a noi e fissando la mia mano nella mano di Guy si prodigò in una smorfia di disgusto. Ci furono secondi di imbarazzante silenzio anche attorno a noi, sembravano esser passate ore, al che Guy si decise a parlare e mi presentò la donna.

“Lei invece è Joanna, mia moglie.”
  
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