CAPITOLO 15
“Che cosa vuoi?”.
Rose era in piedi, davanti alla sua
scrivania e pregava mentalmente un aiuto che non sarebbe arrivato. Klaus,
intanto, aveva preso posto sulla poltrona della donna e teatralmente e molto a
proprio agio, mise i suoi piedi incrociati sopra la scrivania.
“un modo per uccidere un originario!”.
Rose corrugò le sopracciglia sorpresa da
tale richiesta. Sapeva che Klaus era diventato un ibrido e perfino che il
famoso Mikael era morto per mano sua, chi altro avrebbe mai dovuto uccidere?.
“perché?”.
Lui era il più forte, che ci fosse
qualcuno più potente di lui? Per Rose sarebbe stata una disgrazia, significava
che il suo mondo era sempre peggio e più intriso di sovrannaturale pericoloso.
“non sono affari che ti riguardano!”.
Klaus si era irrigidito al pensiero del
motivo per cui aveva posto tale domanda ed aveva sputato la risposta
velenosamente.
“tu devi solo eseguire il mio
desiderio!”.
La strega era sempre più dubbiosa.
“l’unico modo è un paletto di quercia
bianca, ma da quello che so tu e la tua famiglia vi siete dati un bel da fare
in passato per assicurarvi che fosse distrutta quella pianta. Non conosco altro
modo!”.
Klaus portò giù velocemente i piedi
dalla scrivania e mise le sue mani incrociate sotto il mento, puntando con lo sguardo
di ghiaccio la donna.
“vedi di darti da fare, allora. Voglio
che tu, con le conoscenze che possiedi e con le antenati che ti ritrovi, trovi
una qualche risposta decente, sennò mi prenderò la premura di uccidere il più
dolorosamente possibile tua figlia e succhiare fino all’ultima goccia del
sangue della tua nipote. Qualcosa non ti è chiaro?”.
Rose era rimasta visibilmente scossa
dalle sue parole. Tremante e impaurita, fece segno di no con la testa.
“Bene! Chiamami appena sai qualcosa,
ovviamente non prendertela comoda! E vedi di non farti passare per la testa
qualche malsana idea che io non approverei!”.
Detto ciò, con un sorriso lucente si
accomiatò dalla donna, la quale cadde in ginocchio piangente.
*
“È la prima volta che vengo a casa
tua!”.
Elena le sorrise e la portò in
soggiorno.
“È vero! Ti posso offrire qualcosa?”.
Iuli ci pensò due secondi.
“sai sono sicura che se me l’avessi
posta ieri questa domanda, ti avrei detto sicuramente coca cola…”.
Elena menò teatralmente la testa.
“ho capito! Prendo il whisky! Da quando
frequento vampiri ho cominciato a comprarlo per avere qualcosa da offrire loro,
però penso che la signora Green del supermercato mi prenda per
un’alcolizzata!”.
Iuli rise divertita e spensierata.
“Lo credo, anch’io!”.
“Penserà che sia per tutte le mie
perdite familiari…”.
Elena aveva incrinato la voce alla fine
della fase, e Iuli aveva smesso di ridere subito.
Si guardarono mute. Entrambe avevano
purtroppo provato la brutta esperienza di perdere i genitori, per cui le parole
non servivano, loro lo sapevano bene.
“Bè Iuli, com’è svegliarsi la mattina, e
ritrovarsi ad essere un vampiro millenario?”.
La biondina sorrise macabra, senza
entusiasmo.
“Gran bella domanda! Sai, sto cercando
di unire le mie due vite, ma ammetto che è un po’ problematico. In una sono nei
primi secoli Dopo Cristo e ho un padre, una madre, dei fratelli e poi bè, c’è
tutta la storia vampiri e licantropi. Nell’altra siamo nel XXI secolo, c’è
un’altra me, un’altra madre, un’altra nonna, Mystic Falls... e i miei
sentimenti sono divisi a metà, a seconda delle due vite. Mi sorge così
spontaneo chiedermi, io chi sono in realtà?”.
Iuli si scoprì turbata da quello che
aveva appena detto, proprio perché non aveva espresso a nessuno quel turbamento
così nel dettaglio. Le sue emozioni da vampiro vacillavano, ma come tutti della
sua specie, non c’era nulla da fare; avrebbe potuto cercare di scemarle, ma
avrebbe sempre provato tutto in modo più accentuato.
Elena, comprensiva, prese le mani della
ragazza nelle sue.
“Posso capire quello che provi. È successa
anche a me una cosa simile: una mattina mi sveglio, bacio i miei genitori, vado
a scuola, incontro i miei amici, faccio gli allenamenti di cheerleader e la mia
vita va bene così. Poi, un’altra mattina mi sveglio e miei genitori sono morti,
mia zia è morta, sono una doppelgaenger, i miei amici sono vampiri, streghe e
licantropi. Credo sia normale arrivare a fine giornata e chiedersi -in realtà,
io, chi sono?-”.
E ancora le due ragazze si scambiarono
uno sguardo di chi la sapeva lunga, ma soprattutto di comprensione e di
sostegno per l’altra.
“Non so chi sta peggio!”.
“cos’è una sfida?”.
Le due ragazze la buttarono sul ridere,
ma si abbracciarono nascondendo le lacrime ognuna nei capelli dell’altra.
Erano ancora strette quando Alarick
scese di corsa le scale, con migliaia di fogli nelle mani.
“Oh, scusate l’interruzione! Ciao Iuli,
come stai?”.
La ragazza sorrise.
“Si figuri. Bene, comunque, un po’
stranita, ma bene!”.
“Vedrai, andrà tutto bene!”.
“Lo spero! Ma cos’ha in mano?”.
“Ti prego dammi del tu, il ‘lei’ solo a
scuola!”.
Risero assieme.
“Per rispondere alla tua domanda, questi sono i geroglifici
che abbiamo trovato nelle grotte sotterranee dei Lockwood!”.
“Alarick sta cercando di tradurle tutte.
È grazie a lui se siamo riusciti a riconoscere il tatuaggio sul tuo collo!”.
Spiegò Elena e Iuli istintivamente si
portò una mano dietro la nuca.
“Quando mi sono svegliata, dopo la
trasformazione, era sparito!”.
Elena era sorpresa, ma Alarick no e Iuli
lo aveva notato.
“Non sei sorpreso?”.
“A dire il vero no… lo immaginavo…!”.
Intanto posò tutto il suo materiale
sopra il tavolo della cucina.
“Posso dare un’occhiata? Magari posso
essere utile!”.
Il professore si illuminò a tali parole.
Avrebbe sempre voluto chiedere ad uno degli originari di aiutarlo, ma
ovviamente in passato ciò era assai impossibile.
“Ne sarei onoratissimo!” disse
entusiasta.
Iuli lo spinse sorridente, ma purtroppo non
troppo dolcemente.
“Ma che dice… ops!”.
Alarick era finito contro il muro.
“Oddio.. davvero, mi dispiace
tantissimo, non ho dosato la forza! Si è fatto male?”.
Lui si alzò rimettendosi i vestiti in
ordine.
“Tranquilla, l’impatto non è stato così
doloroso come pensavo mentre ero per aria.”.
La ragazza si scusò ancora varie volte,
poi finalmente, riuscì a sedersi al tavolo con gli altri due, senza creare
altri danni.
*
“Stef?”.
Damon era tornato dal Mystic Grill e
stava girando per casa in cerca di suo fratello. Si fermò inconsciamente al
tavolo degli alcolici e si versò il suo buon e fedele Borboun. Lo sorseggiava
piano, mentre si guardava attorno in ascolto. Pensava fosse uscito, ma qualcosa
attirò la sua attenzione. Si avviò verso il sotterraneo sperando di sbagliarsi.
Per sua sfortuna, però, trovò proprio quello che immaginava. Stefan beveva
avidamente il sangue delle sacche dei donatori, che si trovavano nel frigo del
sotterraneo.
“Oddio, Stefan, per favore!” disse in
tono spazientito.
L’altro sembrava non ascoltarlo.
Continuava a succhiare famelico fino all’ultima goccia dall’ennesima sacca.
Damon irritato gli si avvicinò
spintonandolo lontano e chiudendo il frigo.
“Cosa non ti è chiaro della parola moderazione, fratellino?”.
Stefan terminata la sua sacca, la buttò
a terra vicino alle altre svuotate e si buttò su Damon impazzito.
“Ne voglio… ancora!”.
Damon buttò per aria il fratello e di
corsa gli fu subito addosso afferrandolo per la gola.
“Sei un debole, se non riesci a
controllarti. Iuli non è poi diversa dagli altri vampiri, ma riesce a far
prevalere l’amore nei confronti degli altri. Perché preferirebbe uccidersi che
far loro del male.”
Si guardarono in cagnesco e Stefan
strattonò via la mano del fratello dalla sua gola.
Damon fece per andarsene, poi si fermò,
parlando di spalle.
“Vuoi l’aiuto degli altri, ma tu, non ci
stai neanche provando, Stefan!”.
Con tono deluso, scoccò la frase, che
apparentemente non sembrava aver toccato il vampiro in questione.
Damon salì le scale, ma si fermò
sull’uscio. Voleva capire se la sua frase avrebbe o meno smosso i sentimenti
del fratello. Lui gli aveva promesso il suo aiuto e così avrebbe fatto.
Aspettò qualche secondo poi se ne andò
con un sorriso stampato in faccia.
Dopo che Damon se n’era andato, Stefan,
aveva avanzato furioso verso il frigo e l’aveva aperto prendendo in mano
un’altra sacca, stava per aprirla, ma le parole udite qualche secondo prima gli
rimbombavano nella testa. Buttò la sacca e chiuse in malo modo il frigo,
portandosi istericamente le mani tra i capelli. Aveva ragione. Damon aveva
ragione. Lui non ci stava neanche provando.
*
“Bè queste raffigurano…”
“… la morte della strega originaria!”.
Alarick la guardò estasiato.
“Esatto! L’ibrido la uccide
strappandogli il cuore!”.
Iuli annuì dicendogli che la lettura era
giusta. La sua mascella, però, si tese al ricordo di quel giorno.
Klaus
era entrato furioso nella loro capanna. I suoi occhi emanavano un luccichio di
puro odio.
Esther
e Iuli si erano strette, perché temevano quello sguardo.
“Figliolo,
è successo qualcosa?”.
Lui
ghignò gelido.
“con
quale coraggio mi chiami figliolo così dolcemente?”.
Eshter
aveva assunto uno sguardo di smarrimento.
“Fratello?”.
Ance
Iuli aveva cercato di parlare, ma lui le zittì.
“Taci
tu! Entrambe voi, aveva macchinato alle mie spalle!”.
Le
due si guardarono disorientate.
“Vi
ho sentito! Voi, volete uccidermi!”.
Esther
fece un passo avanti.
“No,
hai capito male Niklaus!”.
Quello
che aveva fatto Esther era solo per mantenere l’equilibrio. Non si poteva
creare un veleno senza il suo antidoto, non poteva esistere creatura, senza che
essa non avesse un punto debole. Erano le leggi fondamentali per non creare
nella natura dei dislivelli. Loro tutti, neo vampiri, avevano punti deboli,
come il sole o la verbena, ma solo il legno della quercia bianca avrebbe potuto
metter fine la loro vita definitivamente. Ma Klaus era qualcosa di più. Esther
aveva rilegato la sua parte di lupo, ma non era una garanzia. Se lui fosse mai
riuscito a spezzare quella barriera, sarebbe diventato qualcosa ancora di più
grande e lei a rigor di logica era stata costretta dalla sua natura di strega a
creare un’arma ancora più potente di quella che la quercia bianca poteva
essere. Ed Esther aveva fatto bene, dato che Mikael aveva fatto in modo che il
grande albero fosse distrutto dalla faccia della terra. Anche se la donna
sapeva, che il marito aveva conservato dei paletti per sicurezza.
“Io
credo di aver capito benissimo.”
Klaus
si era lanciato verso la madre, ma Iuli le si era parata davanti, la donna era
pur sempre un’umana.
“Tu,
piccolo mostro! Ora capisco perché non ti posso sopportare!”.
I
due iniziarono a lottare. Si spintonavano, si mordevano, nessuno lasciava
tregua all’altro.
“Fratello,
stai sbagliando. Parliamo!”.
Klaus
si sentiva preso in giro, e se c’era un difetto che lo predominava, quello era
l’orgoglio! Ringhiò alle parole della sorella e accecato dalla rabbia si sfilò
di tasca il paletto di quercia bianca e con rabbia lo infilò nel cuore di Iuli.
La
ragazzina portò lentamente le mani intorno al paletto e guardò Klaus senza
emettere nemmeno un mugolio. Quello sguardo avrebbe perseguitato Klaus per
molti anni.
Esther
non aveva potuto fare tanto, era rimasta scioccata nel vedere morire sotto i
suoi occhi sua figlia e si riteneva responsabile di ciò; due secondi dopo,
Klaus, le strappò il cuore senza tante cerimonie.
Quest’ultimo
fuggì, ed era così spaventato da ciò che aveva appena fatto, da non accorgersi
della presenza di Ayana.
“… tu che dici?”.
Iuli si risvegliò dal terribile ricordo,
si era estraniata dalla realtà e non aveva più ascoltato Alarick.
“Scusa non ti seguivo, puoi ripetere?”.
“Dicevo… ora che sappiamo della tua
esistenza, posso immaginare che queste sequenza raffiguri la tua morte.”
Iuli osservò le immagini che Alarick le
indicava.
“Si, è esatto. Qui parla del vampiro che
muore ucciso dal legno della quercia bianca.”
“Questo, quindi, indica la quercia
bianca?”.
Iuli annuì, mentre continuava ad
osservare l’immagine. Non sapeva, ma c’era qualcosa che non tornava. Prese in
mano la fotografia e l’avvicinò per concentrarsi meglio su di essa.
“Cosa c’è?”.
“Non lo so, questo simbolo, alla fine…
non capisco… non centra nulla... e poi credo sia tagliato, cioè deve avere una
continuazione!”.
Alarick riprese in mano la foto.
“Si credo abbia una continuazione, ma
credevo non centrasse con la morte dell’originario!”.
Frugò tra le scartoffie fino ad estrarre
quello che cercava.
“Ecco qua!”.
Iuli le osservò, e più le guardava più
non poteva credere ai suoi occhi.
“Non ci posso credere…”.
Alarick era diventato serio alla
reazione di Iuli.
“Iuli, che succede? Che dicono?”.
La ragazza non sapeva che dire, strinse
le foto e se andò di corsa con la sua velocità. Lasciando il professore ed
Elena di stucco.
Iuli si scontrò con Damon poco distante
dalla casa di Elena.
“Ehi, cos’è sta fretta? Correvi
disperata alla mia ricerca? Mi hai trovato dolcezza!”
Il sorriso sornione di Damon svanì nel
vedere che la ragazza non rispondeva come il suo solito.
“Ehi, tutto bene?”.
Le prese il viso tra le mani per
guardarla meglio negli occhi. a quel contatto Iuli si incendiò, come ogni volta
accadeva quando si trovava nei pressi di Damon Salvatore.
“Io.. io devo andare a casa!”.
“Ehi! Ti puoi fidare di me!”.
I due si guardarono intensamente negli
occhi, ma l’arrivo di Elijah ruppe l’atmosfera.
“Iuli, sono passato da Elena, ma mi hai
detto che sei corsa via. Cosa succede? Hai sete?”.
Iuli si spostò per creare un divario tra
lei e Damon, non riusciva a stargli troppo vicino, l’attrazione era troppa.
“Devo far vedere una cosa a tutta la
famiglia… una cosa molto importante!”.
Elijah vide negli occhi della sorella,
che la cosa pareva seria.
“Allora andiamo, la macchina è lì in
fondo!”.
Fecero diversi passi verso la direzione
dell’auto, quando lei si fermò.
“Lo so che mi posso fidare, viene anche
tu, Damon!”.
Il vampiro restò per un attimo
allucinato dalle labbra di lei che pronunciavano il suo nome, poi la seguì.
*
Drin Drin.
“Pronto?”.
Klaus stava dissanguando una cameriera nel
bagno di un bar di periferia, quando il suo cellulare prese a squillare.
“Ho scoperto una cosa, che se si venisse
a sapere troppo in giro, sarebbe un brutto affare per voi tutti originali.”.
L’ibrido lasciò cadere il corpo esanime
della ragazza e con il pollice si pulì gli angoli della bocca, che nel
frattempo si erano alzati in un ghigno.
“La premessa mi piace! Continua…”.
“La famiglia degli originali ha commesso
un errore di distrazione in passato…”.
Klaus uscì dal retro e si appoggiò al
muro di un vicolo, serio e ben attento.
“A cosa ti riferisci?”.
“Promettimi che poi non mi cercherai più
e che lascerai in pace la mia famiglia!”.
Supplicò terrorizzata Rose.
“Ti prometto che vi ucciderò tutti, se
non parli!”.
Freddo e spietato calcolatore di sempre,
Klaus non permetteva a nessuno di dettare le regole.
La donna sospirò.
“Mi riferisco alla quercia bianca…”.
Klaus si irrigidì.
“Cosa?”.
“Faresti meglio a tornare a Mystic
Falls!”.
*
“Venite tutti in salone!”.
Iuli l’aveva gridato una volta entrata
nella sua nuova casa.
Ad uno ad uno tutti gli originari
arrivarono in salone.
“Che succede sorella? E poi non serve
gridare, ti sentiamo benissimo.”.
Kol sempre allegro e tra le nuvole le
era sbucato da dietro divertito.
“Tesoro, ci sono problemi!”.
Esther era preoccupata dallo sguardo
della figlia.
Damon intanto la guardava per cercare di
capire cosa fosse accaduto, e così facevano anche Rebekah ed Elijah.
“Ora che è arrivato anche Finn vi dirò
che succede!” disse, nel guardare il fratello scendere lentamente le scale.
Prese un respiro poi mostrò a tutti le
immagini rubate ad Alarick.
“ma cosa…?”
Bekah prese in mano la foto per
guardarla meglio.
“è impossibile…”.
Esther sembrava sconvolta, così come i
suoi figli, l’unico ovviamente che non capiva nulla era Damon.
“Qualcuno gentilmente mi spiega che c’è
in quelle foto?”.
Iuli si avvicinò con cautela a lui.
“L’albero…”.
“no Iuli, non farlo!”.
Rebekah l’aveva bloccata, non voleva che
quella informazione divenisse di dominio pubblico, così come il resto della
famiglia pensava mentalmente.
Iuli abbassò lo sguardo, ma poi guardò
Damon e il suo cuore di vampiro le disse che fare.
“No, Bekah. Io mi fido di lui.”.
Lo disse con una tale intensità che
perfino la sorella non osò controbattere.
Iuli si voltò versò Damon e gli passò
una fotografia.
“L’albero di quercia bianca… trecento
anni dopo l’abbandono degli originari da questa terra, fu ripiantato…”.
*******************
E così gli originali hanno scoperto che
la quercia bianca è ancora viva e vegeta, pare però, che proprio tutti gli
originali ne siano venuti a conoscenza.
Cosa succederà ora? Iuli potrebbe essere
davvero in pericolo ora!
Alla prossima!!
Xoxo
deba