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Autore: Lady Eloise    28/03/2012    2 recensioni
E se tutto fosse stato solo frutto della paura di Elena di scegliere senza seguire le regole del buon senso.
Finalmente dopo la partenza di Stefan con Klaus, Elena ha la possibilità di guardarsi nel cuore e capire cosa davvero prova per i due fratelli.
Sceglierà la strada più semplice e resterà fedele a Stefan, oppure scaverà nella sua anima e accetterà la verità sui suoi sentimenti per Damon con serenità.
Tutto si svolgerà all'ombra di Stefan che rientrato a Mystic falls, non sarà più lo stesso e creerà problemi al fratello e ai suoi amici.
Ci saranno scelte dolorose e notti di passione, consapevolezza dei propri sentimenti e tentativi di salvataggio.
L'amore è irrefrenabile e anche Stefan scoprirà che Elena non era l'unica per lui, un vecchio amore sarà la sua salvezza e la sua redenzione.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap.28 Che strana storia è la vita Cap.28 Che strana storia è la vita   POV CAROLINE 

Il tempo era decisamente volato, per molto tempo tutto intorno a ma era rimasto fermo come congelato in un presente senza fine, le mie giornate erano scandite al mattino dalle visite al cimitero alla tomba di Tayler e alla sera dal bere tanto da non ricordarmi più chi fossi al Grill, ero spesso sola e la compagnia non faceva altro che aumentare il mio cattivo umore e accendere la mia rabbia, ogni occasione era buona per distruggere qualcosa, più di una volta Damon era venuto in mio soccorso prima che riuscissi a distruggere anche me stessa.
Era stato difficile decidere di affrontare la causa di tutta la mia rabbia ma una mattina presi il coraggio a due mani e decisi che era il momento di guardare negli occhi la persona che mi aveva rovinato la vita, così salii in macchina e mi diressi verso il Pensionato dei Salvatore.
Durante il viaggio pensai e ripensai a cosa gli avrei detto, gli avrei urlato la mia rabbia o avrei cercato di analizzare l'accaduto senza dare di matto, avrei cercato di ucciderlo o l'avrei compatito per la sua miserabile esistenza, seguendo il filo dei miei pensieri il viaggio sembrò essere ancora più breve e una volta davanti all'ingresso rimasi immobile con la mano sulla maniglia nell'attesa di trovare la forza di entrare e scendere in quello scantinato.
La sofferenza per la perdita di Tayler era li rintanata in una angolo del mio cuore e solo dopo un mese autodistruttivo ero riuscita a rinchiuderla in un angolo per permettermi di continuare ad esistere senza impazzire, mi bastava un attimo di distrazione ed eccola li che si ripresentava subdola e viscida, senza il controllo della ragione mi era impossibile mandare avanti la mia vita, così da un mese a questa parte non avevo fatto altro che spegnere tutte le emozioni concentrandomi solo ed escusiavamente sulla mia testa.
Davanti a quella porta però non era più così facile tenere sotto controllo tutte le emozioni che avevo tenuto in un cassetto, lentamente ma inesorabilemente sentii montare una rabbia così feroce da scuotermi tutto il corpo con dei tremiti, rafforzai la presa sulla maniglia e la girai, per poco non strappai la porta dai cardini nell'aprirla, entrai come una furia nel salotto e feci altrettanto mentre scendevo le scale verso la cantina, passai davanti alla cella di Stefan ma quando arrivai al mio obiettivo mi resi conto che la cella era vuota, rimasi immobile con la bocca aperta investita dalla sorpresa, poi corsi di nuovo di sopra in salotto e rimasi in ascolto sperando di sentire la sua presenza da qualche parte.
Non potevo credere che fosse scappato o peggio che lo avessero lasciato andare, non ora che avevo trovato il coraggio per affrontarlo, poi sentii provenire dal giardino delle risate, decisi di uscire e di andare a vedere chi fosse dato che non riuscivo a riconoscere le voci, così uscii nel porticato e cominciai a seguire le voci, venni condotta nel giardino sul retro dove mi nascosi dietro un muro e rimasi ad osservare una scena davvero insolita, Klaus sedeva su una poltrona di vimini e leggeva un libro mentre Rebekah sedeva a terra ai suoi piedi e rideva di gusto, sembravano due fratelli qualsiasi che si godevano un pomeriggio di sole in giardino, se non fosse stato per quello che mi aveva fatto Klaus poteva anche essere così.
Mi spostai leggermente per vedere meglio quando calpestai un rametto di legno che si spezzò, Rebekah si accorse subito della mia presenza e si congedò dal fratello lasciandolo solo.
Attesi ancora qualche secondo nascosta per osservare le mosse di Klaus, ma contro ogni mia aspettativa rimase seduto a leggere, sembrava tranquillo e sereno mentre scorreva le frasi scritte sul libro, per un istante ebbi un moto di tenerezza nei  suoi confronti, forse dopotutto aveva ritrovato la pace interiore che aveva cercato per secoli, forse ora era pronto per ricominciare a vivere.
Presi coraggio e uscii dal mio nascondiglio, non appena si rese conto della mia presenza chiuse il libro con un colpo secco e si diresse verso di me, appena fummo uno di fronte all'altro accennò un inchino e mi fece cenno di accomodarmi sulla sua poltrona, non lo degnai di una risposta e rimasi ad osservarlo sperando di intimorirlo e indurlo a scusarsi per tutto ciò che aveva fatto, anche se delle sue scuse me ne sarei fatta poco vederlo umiliarsi mi avrebbe comunque fatto sentire meglio perciò perseverai nel mio tentativo di intimidazione.
Purtoppo non sortii nessun effetto e Klaus continuava a sorridermi in maniera piuttosto irritante, ma non irritante perchè beffarda ma perchè vergognosamente felice, cosa difficile da accetare visto la mia attuale situazione così sbottai in maniera decisamente poco educata << Cosa cavolo hai da sorridere? >> cercai di essere il più minacciosa possibile ma Klaus non smise di sorridere e gentilmente disse << Perchè non dovrei, il sole splende e posso sentirne il calore sulla pelle, leggo un libro e ora sono anche in dolce compagnia >>, era pazzo o cosa, ora che era umano avrei potuto ucciderlo con un dito per sedare il mio desiderio di vendetta e lui lo sapeva dato che era a causa sua che Tayler era morto, ma c'era qualcosa in quella sua serenità che contagiò anche me e mi rese molto più dispinibile nei suoi confronti così mi addolcii e gli domandai << Cosa staresti leggendo di così bello da farti sentire felice ? >> continuai a guardarlo negli occhi e riuscii a leggervi solo dolcezza e comprensione e un enorme e profondo dolore, nemmeno Klaus interruppe il contatto visivo e disse << Twilight, me lo ha dato Rebekah dice che queste cose sui vampiri vanno di moda ma ci sono scritte così tante inesattezze e assurdità che più che un romanzo d'amore sembra una commedia >>, non potevo credere ai miei occhi, stava leggendo un libro per adolescenti, lui che molto probabilemente aveva letto o magari parlato con tutti gli scrittori più famosi della storia, mi lasciai scappare una risatina un pò isterica, e gli feci cenno di seguirmi, mi sedetti sulla poltrona di vimini e lui si accomodò in una vicino, aprì il libro e ricominciò a leggere a voce alta da dove si era interrotto prima del mio arrivo.
La sua voce era un velluto sul quale le parole scorrevano e creavano immagini della storia che stava leggendo, non lo avrei mai interrotto la sua voce mi aveva stregata e annebbiata in maniera così totale da rendermi quasi un automa nelle sue mani, nonostante al mio arrivo mancasse più di metà del libro rimasi finchè non terminò la lettura, con un colpo secco chiuse il libro e mi ridestò dal mio limbo.
Ormai era sera e dovevo tornare a casa così mi alzai e mentre mi allontanavo lo sentii dire << Dovremmo rifarlo, è stato bello >> non mi voltai neppure per rispondere, come aveva potuto stregarmi fino al punto da trattenermi l'intero pomeriggio a leggere un libro per ragazzi e come poteva essere possibile che volessi tornare per ascoltare ancora la sua voce, ero andata li per ucciderlo e ora non potevo più fare a meno di lui.
La notte passò costellata da incubi terribili e sensi si colpa che mi toglievano il respiro, potevo essere una persona così terribile da aver già perdonato l'uomo che aveva ucciso il mio fidanzato e potevo già essere arrivata al punto da apprezzarlo, mi sentivo una traditrice, sporca come una prostituta e indegna come una ladra, dovevo assolutamente parlarne con qualcuno che mi capisse, così decisi che nel pomeriggio sarei passata da Elena per parlare con lei.
Quando arrivai dai Salvatore la casa sembrava vuota, Damon ed Elijah erano chissà dove e Kathrine era con Rebekah a fare shopping, così corsi subito al piano di sopra nella camera di Damon, e trovai Elena seduta alla scrivania che scriveva come al solito sul suo diario, appena mi vide lo chiuse e mi venne incontro, mi abbracciò e mi fece cenno di seguirla al piano di sotto, ci sedemmo sul divano davanti al camino e con un sorriso mi disse << So già perchè sei qui, me lo ha detto Rebekah, ieri sei stata tutto il pomeriggio con Klaus e ora ti senti in colpa >> ero sconvolta, quella pettegola di Originaria mi aveva spiata, di sicuro mi sarei vendicata prima o poi, forse poi piuttosto che prima, comunque Elena aveva centrato il bersaglio mi sentivo in colpa per quello che stavo facendo, la mia amica sapeva sempre cosa mi passava per la testa e non sbagliava mai, così le feci cenno di si con la testa ormai incapace anche di risponderle e la lasciai continuare << Non devi sentirti in colpa, non stai facendo niente di male, so che è presto e che Tayler ci ha lasciati da poco, e che ti sembra terribile interessarti proprio alla persona che lo ha ucciso, ma devi fidarti di te stessa se hai visto delle qualità che ti hanno ammaliata devi lasciarti guidare dal tuo cuore, magari non è così terribile come credi, forse ha delle buone qualità, forse ora che ha la possibilità di vivere come una persona normale potrebbe essere tutto diverso, dovresti dargli una chance, io l'ho fatto >>, forse Elena aveva ragione, una possibilità non si nega a nessuno, così l'abbracciai e dissi << Mi ha chiesto di leggere con lui ancora ma io sono scappata, forse ora non vorrà più farlo >>, Elena mi guardò e mi fece cenno di guardare fuori dalla finestra, così mi alzai e andai verso la finestra, appoggiai la fronte contro il vetro freddo e quello che vidi mi fece sorridere, Klaus era seduto sulla poltrona di vimini e teneva il libro aperto sulle ginocchia, con la mano destra teneva un mazzo di fiori e con la sinistra si aggiustava convulsamente i capelli e la maglietta come se fosse nervoso.
Corsi verso la porta e uscii, poi rallentai il passo e mi diressi verso di lui, appena mi vide scattò in piedi facendo cadere a terra il libro che teneva sulle ginocchia, si piegò per raccoglierò e gli cadde il mazzo di fiori, non fece in tempo a raccaglierlo perchè mi abbassai per aiutarlo e le nostre mani si scontrarono mentre raccoglievamo insieme il mazzo di fiori, in un primo momento esitai a prolungare il contatto ma ben presto mi resi conto che il contatto con la sua mano mi faceva stare bene così gli permisi di tenermela mentre ci sedevamo e leggevamo insieme un altro libro, attività che ci occupò la maggior parte dei pomeriggi della settimana e quando non leggevamo mi raccontava il suo passato e tutto quello che aveva fatto cose belle e brutte perchè voleva che di lui sapessi tutto e accettassi tutto, il bene e il male e di male ne aveva fatto e ricevuto tanto ma ora vedevo solo amore e dolcezza e ogni giorno lo apprezzavo sempre di più.
Poi una mattina aprii gli occhi e tutto era svanito, il dolore e la rabbia erano solo un ricordo annebbiato e lontano, il mio cuore era leggero come una piuma, tutto mi sembrava più colorato e definito e il mondo mi sembrava un posto ricco di amore e felicità.
In un angolo remoto sentivo ancora la presenza del senso di colpa ma il desiderio di vederlo e di poter stare con lui mi dava la forza per tenerlo ben nascosto in quell'angolo.
Ben presto mi ritrovai a passare tutti i pomeriggi con lui, a volte a casa ma ultimamente andavamo in giro, mi portava a fare shopping o al Grill a bere qualcosa, sembravamo quasi una coppia di fidanzati, con la sola differenza che io non sapevo ancora cosa provavo per lui, di sicuro amavo molto la sua compagnia ma non ero sicura che il sentimento che ci univa fosse diverso dall'amicizia, con Matt e Tayler era stato facile capire i miei sentimenti tutto era chiaro e definito ma con Klaus ogni cosa era il contrario di se stessa e niente era bianco o nero, e io ero terribilmente confusa, quando ero con lui non avrei mai voluto lasciarlo e quando non era con me pensavo solo a lui, forse sapevo perfettamente dove fosse il confine con l'amore ma non avevo il coraggio di ammettere di averlo oltrepassato già da tempo.
Una pomeriggio come al solito lo andai a trovare ma quando arrivai di lui non c'era traccia, lo cercai a lungo in casa ma niente, così uscii e mi diressi nel bosco, tutto era tremendamente silenzioso e calmo, nessun rumore di passi o altro, cominciò a prendere possesso di me la paura che potesse essere andato via così cominciai a correre finchè non arrivai nei pressi della cava e la mia attenzione fu attirata da una figura che sedeva su una roccia, mi avvicinai e riconobbi Klaus, stava osservando il tramonto che dipingeva di arancio le acque della cava, sembrava assorto nei suoi pensieri, così lo raggiunsi e mi sedetti accanto a lui, appena lo raggiunsi si voltò verso di me e mi sorrise, il suo viso inondato dalla luce aranciata del tramonto sembrava ancora più perfetto e triste, così gli sorrisi e lui mi accarezzò il viso con la mano, poi sospirò profondamente e disse << Grazie, se non fosse per te la mia vita sarebbe miserabile come la via non vita, mi hai insegnato che non importa quello che hai fatto tutti hanno una seconda chance >> lentamente avvicinò le sue labbra alle mie e vi depose un bacio dolcissimo, non appena sentii le sue labbra premere contro le mie mi irrigidii ma nel momento in cui  venni investita dal mare di emozioni che si stavano scatenando in me mi lasciai travolgere, portai le braccia attorno al suo collo e lo attirai ancora più vicino.
Quando malgrado tutto Klaus si allontanò da me rimanemmo a guardarci per qualche secondo poi gli sorrisi dolcemente e con un filo di voce gli dissi << Sono io che devo ringraziare te mi hai insegnato che non bisogna fermarsi alle apparenze e che spesso quello che c'è sotto la superficie non è affatto quello che ci aspettavamo >> mi avvicinai di nuovo a lui e lo baciai ancora e ancora.
La sera ci sorprese ancora abbracciati, nel nostro angolo personale di Paradiso dove niente e nessuno poteva distrurbarci, lentamente ci alzammo e mano nella mano decidemmo che era venuto il momento di  tornare al mondo reale, arrivammo a casa Salvatore e lo salutai sulla porta con altri baci, poi mi diressi all'auto per tornare a casa.
Mentre mi dirigevo verso casa tutto mi fu chiaro, ancora non sapevo come sarebbe andata a finire e se Kluas fosse la persona giusta per me ma di sicuro sapevo che tutto quello che avevo passato era una prova per dimostrarmi che spesso l'apparenza inganna, sorrisi tra me e me e pensai "Che strana storia è la vita".
CONTINUA


Spazio autrice
Eccomi qua con un nuovo capitolo, spero che questo Pov vi sia piaciuto, ho voluto provare ad immedesimarmi anche in Caroline spero di non essere stata troppo OOC.
Purtroppo siamo in dirittura d'arrivo e mancano davvero pochi capitoli alla fine, quattro o al massimo cinque, non ho ancora deciso.
Allora analizzando il capitolo, so che la scelta di mettere Caroline in coppia con Klaus è più che scontata, ma insieme mi piacciono molto emanano un'elettricità e una tensione emozionale che mi piace molto, si piacciono si desierano ma continuano a punzecchiarsi.
Vi lascio con un piccolo spoiler, nel prossimo capitolo vedremo come Damon chiuderà la storia della violenza da parte del fratello alla sua piccola Elena.
Ringrazio tutti quelli che mi seguono sia lasciando recensioni che in silenzio, vorrei però esortare quesi ultimi a lasciarmi una recensione per farmi sapere cosa ne pensano anche loro della storia, soprattutto adesso che siamo alle battute finali...alla prossima settimana...Kiss








   
 
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