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Autore: _Jo    28/03/2012    9 recensioni
Sorrideva, Hermione, come ogni mattina quando arrivava a lavoro, lei sorrideva. Era una specie di routine che si ripeteva tutte le mattine: scompigliava affettuosamente i capelli di Adrien -il figlio del portiere-, si fermava a chiacchierare per un po’ con Jack -il suo segretario-, prendeva il caffè mentre contemporaneamente spulciava tra la posta che le aveva consegnato Alexis,si aggiornava su tutte le novità dello Studio e poi andava nel suo ufficio dove s’immergeva tra le pile di fogli e scartoffie da compilare o approvare fino all’ora di pranzo quando, all’una in punto, afferrava il suo cappotto per raggiungere Harry Potter e i due figli minori di casa Weasley ai Tre Manici di Scopa.
Alla fine della sua pausa pranzo tornava dietro quei fogli ordinatamente disposti in file dall’altezza inquietante fino alla sera quando rientrava a casa da Grattastinchi.
Quel giorno, però, i capelli di Adrien rimasero stranamente in ordine, come il caffè, ormai freddo, rimase poggiato accanto alla posta su una scrivania che si trovava di fronte ad una porta insolitamente chiusa.
Era l’undici Febbraio del 2010.
Genere: Malinconico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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TITOLO: The one that got away
FANDOM: Harry Potter
RATING: Giallo
AVVERTIMENTI: One-Shot, Triste, What if?
FRASI: Le donne hanno una maschera per ogni occasione.
NOTE PERSONALI: Non mi convince molto perché l’ho finita di fretta ma mi ci sono affezionata particolarmente. Spero vi possa piacere leggerla quanto a me è piaciuto scriverla.
 
The one that got away 
 
Sorrideva, Hermione, come ogni mattina quando arrivava a lavoro, lei sorrideva. Era una specie di routine che si ripeteva tutte le mattine: scompigliava affettuosamente i capelli di Adrien -il figlio del portiere-, si fermava a chiacchierare per un po’ con Jack -il suo segretario-, prendeva il caffè mentre contemporaneamente spulciava tra la posta che le aveva consegnato Alexis,si aggiornava su tutte le novità dello Studio e poi andava nel suo ufficio dove s’immergeva tra le pile di fogli e scartoffie da compilare o approvare fino all’ora di pranzo quando, all’una in punto, afferrava il suo cappotto per raggiungere Harry Potter e i due figli minori di casa Weasley ai Tre Manici di Scopa.
Alla fine della sua pausa pranzo tornava dietro quei fogli ordinatamente disposti in file dall’altezza inquietante fino alla sera quando rientrava a casa da Grattastinchi.
Quel giorno, però, i capelli di Adrien rimasero stranamente in ordine, come il caffè, ormai freddo, rimase poggiato accanto alla posta su una scrivania che si trovava di fronte ad una porta insolitamente chiusa.
Era l’undici Febbraio del 2010.
 
***
 
Chiudo la porta del mio ufficio alle mie spalle e mi lascio scivolare lentamente sul pavimento. Harry se n’è appena andato. È venuto con la scusa di portarmi il pranzo ma io sono sicura che volesse solo controllare il mio stato d’animo.
 
-Hermione, posso entrare?- chiede la voce di Harry da dietro la porta dopo aver bussato.
-Avanti- rispondo cercando di mettere un po’ di emozione nella voce. Harry entra, chiude la porta alle sue spalle, si siede su una sedia e mi guarda. Aspetta che io dica o faccia qualcosa o forse semplicemente non sa cosa dire.
-Come… Come stai?- domanda con una punta d’incertezza nella voce.
-Bene, grazie. Tu?- rispondo continuando a far finta di compilare fogli che non leggo davvero. Non sono concentrata, per niente, e questo non è da me. Neanche ignorare il mio migliore amico sarebbe tanto da me, se proprio vogliamo dirla tutta.
-Hermione…-
-Sì?-
-Hermione…- prova a dire qualcosa Harry, sta cercando le parole giuste da dire ma non le troverà: lui non è mai stato bravo con le parole.
-Sì, Harry, è questo il mio nome-
-Hermione, intendevo come stai davvero- dice ignorando il mio sarcasmo e fissando i suoi occhi verdi nei miei.
Un altro paio di occhi, di diverso colore ma ugualmente belli, si sovrappongono ai suoi come un fulmine ma, tempo di un battito di ciglia, sono già spariti.
-Bene, Harry, te l’ho già detto- ribadisco abbassando lo sguardo alla ricerca di un appiglio, di una qualunque cosa che mi potrebbe trarre in salvo da quegli occhi indagatori.
-Guardami, Hermione, guardami negli occhi quando lo dici- Harry cerca la mia mano e, dopo averla trovata, la stringe forte. Il suo calore mi abbraccia come una coperta.
-Non ci riesco, scusa- mentre lo dico cerco di nascondere i miei occhi lucidi.
-Piangere, sfogarsi, mostrare il proprio dolore non è da deboli, Hermione. È più forte una persona che piange per amore di una che non ama- dice facendo il giro della scrivania e venendo vicino a me, mi fa alzare e mi circonda con un braccio, affondo il naso nel suo petto e annuso forte quell’odore familiare che mi ricorda la mia infanzia.
-Io ci sono. Come ci sono Ron, Ginny e gli altri: non sei sola, noi non ti lasceremo perchè noi siamo la tua famiglia-
Io non rispondo, mi lascio cullare da quelle braccia forti e piango.
-Prenditi la giornata libera. Fatti bella e va’ da lui- mi consiglia il mio migliore amico. Non lo farò. Non riuscirei a guardarlo senza poterlo toccare o baciare.
-Ci penserò- prometto ma non mi credo neanche io. Lui mi guarda e nei suoi occhi posso leggere una punta di rimprovero.
-Ora devi andare- gli dico. -Porta i miei saluti a tutti-
Harry cerca il mio sguardo ma glielo nego; capisce che lo sto congedando e indietreggia fino alla porta. Mi guarda un’ultima volta -sento il suo sguardo bruciare sul mio corpo- e va via.
 
***
 

And on my 18th birthday we got matching tattoos

Sono in strada che cerco di fermare un taxi, mi sfrecciano tutti accanto ignorandomi: mi sembra di essere invisibile.
Stendo di più il braccio e la manica della mia maglietta leggera si alza un po’ rivelando il marchio che lui ha lasciato sulla mia pelle. Chiudo gli occhi incapace di sopportare ancora la vista di quel tatuaggio ormai indelebile.
 
-Dai, Draco, per favore! È da quando ero piccola che sogno di farne uno- è da più di un’ora che cerco di convincere Draco a farsi un tatuaggio ma lui non ne vuole che sapere, dice che non vuole farsi contaminare la pelle e il sangue da oggetti Babbani.
-No!-
-Ti odio!- esclamo rossa in viso per la rabbia. Lui sbuffa e mi ignora.
-Ho capito perché non vuoi farti il tatuaggio… È perché hai paura del dolore! Bhè, sì, anche io avrei paura di un oggetto Babbano se fossi un Purosangue…- dico cercando di trattenere una risata alla vista del suo viso, solitamente pallido, leggermente arrossato.
-Io paura di uno stupido coso Babbano?! Io, Draco Lucius Malfoy, spaventato da un insulso oggetto fatto dai Sanguesporco? Non scherzare, donna-
-Allora dimostralo-
-E sia. Facciamoci questo tatuaggio- dice sbuffando mentre io sorrido.
Mezzosangue 1 Purosangue 0
 
Una piccola stellina nera si intravede da sotto la manica e mi blocco in mezzo al marciapiede. Un taxi, che forse impietosito, si era fermato se ne va facendomi un gestaccio per il tempo che gli ho fatto sprecare ma io rimango immobile con il braccio ancora alzato.
Ricordo che non gli ho mai detto il motivo di quel tatuaggio ma ora vorrei fosse qui per dirgli tutto quello che non sono riuscita a dirgli forse per mancanza di tempo o di coraggio.
 
-Granger, di grazia, che vorresti ci tatuassimo?- chiede Draco mentre si siede sulla poltroncina del centro estetico in attesa del tatuatore. È in ansia, lo vedo.
-Una stella- rispondo senza esitazione. Ci ho pensato per un bel po’ e alla fine ho optato per questo simbolo perché mi ricorda che il nome “Draco” è preso da una costellazione.
-Una… Stella? Salazar, Granger, mi credi forse una femminuccia?-
-Bene, Malfoy, sei libero di tatuarti ciò che vuoi… Magari un bel dragone che copre tutta la schiena potrebbe andare bene, che dici?- proprio in quel momento sentiamo il grido strozzato della ragazza che ha iniziato il tatuaggio appena siamo arrivati; Draco, se possibile, sbianca ancora di più.
-Vada per la stella- si arrende con un sospiro.
 
***

Talk about our future like we had a clue
Never planned that one day I’d be losing you

In another life, I would be your girl

Arrivo a casa con il fiatone e gli occhi lucidi, apro la porta e me la richiudo violentemente alle spalle come se fosse una specie di barriera tra me ed i ricordi ma, purtroppo, tutto in questa casa mi ricorda lui.
Avevamo deciso di andare a vivere insieme subito dopo la fine della scuola; avevamo trovato un appartamento nella Londra Babbana davvero delizioso e, inoltre, molto vicino al mio Studio. Draco non aveva fatto molti problemi per la scelta del luogo però appena poteva insultava “quegli stupidi Babbani e il loro sapirapolvere”.
Attraverso il corridoio e lo sguardo mi cade involontariamente su una foto scattata il giorno del suo compleanno: eravamo andati a berci qualcosa ai Tre Manici di Scopa perché a lui non piaceva festeggiare il suo compleanno.
 
-Non capisco davvero cosa ti prende! Sei più strano del solito ultimamente- sto urlando ma non me ne frega, non può trattarmi come se fossi una bambola.
-Io sono tutto strano, Granger! Ogni singola cosa che mi riguarda è strana! Vuoi sapere quand’è il mio compleanno? Il 29 Febbraio- ora urla anche lui mentre fissa i suoi occhi trasparenti nei miei. Sgrano gli occhi.
-Tu festeggi un compleanno ogni quattro anni?-
-Ma che brava- mormora sarcastico.
-E quindi? Io ho il secondo dito del piede più lungo dell’alluce. Tutti noi abbiamo qualche stranezza, Draco. Non siamo perfetti, siamo solo umani- lui mi guarda per un attimo e dopo mi bacia così intensamente che penso di svenire.
-Non farmi mai vedere quel dito- mormora staccandosi un attimo dalle mie labbra.
 
***
Ok, ho indossato il vestito insieme alle scarpe e ai gioielli, steso un velo di trucco sul viso, legato i capelli in un chignon e ora mi sto Smaterializzando per andare a Hogwarts.
Anche quest’anno ci sarà il tradizionale Ballo di Carnevale per gli ex studenti e anche quest’anno ci andrò sola.
L’ultima volta che Malfoy mi ha accompagnata era rimasto piacevolmente stupito dal mio cambiamento tanto da chiedermi quante maschere avessi, io gli risposi che le donne hanno una maschera per ogni occasione ma, chissà perché, ora non riesco a trovarne nessuna che mi vada giusta.

***
-Ti amo- mi dice mentre lo trascino verso la Stanza delle Necessità. Il Ballo di Carnevale annuale è da poco finito.
-Malfoy, sei ubriaco- ribatto ridacchiando nervosamente.
Si ferma, mi guarda a lungo negli occhi e poi mi bacia.
-Ti amo- ripete -Pensi ancora che sia ubriaco?- domanda tornando a baciarmi. No, non lo penso più.

***

We’d keep all our promises, be us against the world
In another life, I would make you stay
So I don’t have to say you were the one that got away

-Ciao, Harry- saluto poggiandogli una mano sulla spalla. Il Bambino Che è Sopravvissuto mi guarda, ancora preoccupato.
-Harry Potter, smettila di preoccuparti per me! Sto bene, davvero- cerco di rassicurarlo sorridendogli ma dal suo sguardo capisco che non l’ho convinto per niente.
-Herm…- prova a dire ma lo interrompo.
-Allora, siamo o non siamo qui per divertirci?- chiedo retoricamente. -Da cosa saresti vestito?-
-Da vampiro, guarda i canini- esclama mettendo in mostra i denti di plastica. -E tu?-
-Da me stessa, non va bene come costume?-
Harry abbozza una risata e si guarda in torno: avvista degli stupidi che si sono travestiti da Mangiamorte e mi poggia una mano sulla spalla, in mezzo a quel gruppo spicca la sosia di Bellatrix Lestrange.
-Lascia stare, Harry. Non hanno ancora capito che non fa ridere nessuno- dico scura in volto. -Piuttosto, dopo sono finiti gli altri?- domando scrutando i volti delle persone alla ricerca dei miei amici ma non li vedo da  nessuna parte.
-Sono di là. Li ho avvertiti di non fare domande- mi informa il mio migliore amico.
Lo guardo e lui capisce il mio “grazie” muto.
Mi prende per mano e mi guida attraverso la folla fino a dei divanetti su cui siedono stravaccati Ginny, Ron, Neville e Luna.
Neville e Luna sono vestiti da ravanelli, suppongo che l’idea sia di Luna ma da quando stanno insieme anche Neville ha iniziato a vedere Nargilli e Gorgosprizzi da tutte le parti.
Ginny ha un’ascia piantata nella schiena mentre Ron è vestito da Serpeverde. Lo guardo male ma lui mi sorride.
-Ciao, Hermione!- mi salutano in coro facendomi un po’ di spazio sul divanetto.
-È da un bel pezzo che non ti si vede in giro, che fine hai fatto?- chiede Ron mentre la sorella gli pesta con forza un piede per il suo parlare dell’unico argomento che avrebbe dovuto evitare.
Ron Weasley, hai la sensibilità di un cucchiaino!
-Ahia! Ma che ho detto?!- chiede confuso alla sorella. Ginny scuote la testa, ormai si è rassegnata.
-Io vado a prendere qualcosa da bere, volete qualcosa?- domanda Harry alzandosi in piedi.
-Penso che sei Burrobirre vadano più che bene- dice Ginny guardandoci in cerca di conferma.
Dopo che tutti diciamo che sì, sei Burrobirre vanno bene, Harry scompare per una manciata di minuti; torna poco dopo con le bibite in equilibrio su un vassoio mentre le coppie che ballano minano seriamente la possibilità che i boccali ci arrivino interi e pieni.

***

Sono passate due ore circa e noi siamo ancora buttati sul divanetto quando la McGranitt richiama l’attenzione dei presenti.
-Buonasera a tutti! Vi ringrazio per essere venuti, so che per molti di voi è difficile ritornare in questa scuola dopo tutto quello che è successo dentro e fuori queste mura…- con la coda dell’occhio vedo la mano di Ginny stringere forte quella di Ron mentre si scambiano uno sguardo triste. Harry china la testa: come al solito si sente in colpa per tutte le persone che sono morte ed io scappo fuori e mi rifugio nel Giardino.

All this money can’t buy me a time machine, no
Can’t replace you with a million rings, no
I should have told you what you meant to me, whoa
Cause now I pay the price

Sono passati dodici anni dalla Seconda Guerra Magica, dodici anni per niente facili per nessuno di noi.
-Mi manchi- dico all’aria mentre tengo la testa bassa; il vento che mi scompiglia i capelli sembra quasi una mano e mi fa alzare la testa.
Davanti a me c’è Draco Malfoy, bellissimo nel suo completo nero come la notte. -Ti amo, Hermione- mi risponde ma dopo un istante l’immagine scompare e al suo posto resta una tomba bianca su cui sono incise queste parole:

Draco Lucius Malfoy
29 Febbraio 1980 - 11 Febbraio 2008
Nato codardo, morto da eroe.


 

Jò:
Questa OS ha partecipato al contest “Giù la maschera” nato da un’idea di Elle, Cinzia e Lela.

   
 
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