La musica della discoteca
risuonava anche nel più remoto degli angoli allietando la
serata degli ospiti
dell’hotel con balli sfrenati, allegria e adrenalina.
Era un ritmo che ti prendeva
fin nelle viscere e ti faceva venire dei brividi indescrivibili, quasi
nessuno
infatti aveva il coraggio di restare seduto in disparte: tutti si erano
riuniti
al centro della pista proprio davanti il palco dove Envy suonava ormai
da ore
la sua amata chitarra, sentendosi a dir poco un Dio nel vedere che la
sua
musica coinvolgeva un così gran numero di persone, preso
dall’entusiasmo a
volte si azzardava persino a fare qualche assolo rock di chitarra
elettrica non
previsto nel programma ma certamente apprezzato.
E tutto lo doveva al suo
caro Piccoletto, era merito suo se quella serata stava andando alla
grande,
perché era lui che aveva convinto il direttore
dell’hotel a farlo suonare,
sostituendo una scialba musica registrata, il rock vero e proprio per
lui
doveva essere ascoltato dal vivo, un cd non poteva mai reggere il
confronto!
Anche il direttore avrebbe
dovuto ringraziarlo, sicuramente gli ospiti rimasti bloccati dalla
tormenta non
si erano affatto pentiti della situazione, se avevano potuto
trascorrere un
natale così fantastico: Gli aveva risparmiato un bel
po’ di persone arrabbiate
e di lamentele.
Proprio quel piccoletto che
ora ballava con il suo sciocco fidanzato che non smetteva di fissarlo
escogitando chissà quale stratagemma per portarselo in
camera il prima
possibile, ci avrebbe scommesso: Dopotutto Roy Mustang non era certo un
santo,
spirito candido e casto, proprio per niente e non poteva tenere a freno
i suoi
istinti da animale in quella circostanza.
-Quanto mi farai aspettare
ancora…?- Disse Roy prendendo le mani delicate del biondino
per avvicinarlo e
parlargli sotto voce.
-Oh andiamo Ro…
è ancora
l’una…-
L’una del mattino per la
precisione, non del pomeriggio e quell’ora moltissimi erano
già sotto le
coperte, anche se si trattava di Natale e anche Roy voleva andarci, ma
non per
dormire.
-Ho fame…-
Sussurrò con voce
più roca e sensuale il più grande avvicinandosi
alle sue labbra, voglioso di
qualcosa che forse non gli sarebbe stato concesso, lo baciò
castamente più e
più volte tentando di persuaderlo ma per il biondino tutto
sembrava un gioco.
–Di te- Famelico, aveva soltanto un desiderio, saltargli
addosso, caricarselo
in braccio e portarlo al piano di sopra il più in fretta
possibile.
-Bè mi dispiace molto
mio
caro giocatore di Rugby… ma dovrai attendere ancora un
pochino-
Si divertiva nel vederlo
fremere mentre lui tutto tranquillo continuava a ballare e a lanciargli
sguardi
equivoci e maliziosi che non facevano altro che peggiorare la
situazione,
voleva farsi desiderare e chissà forse Roy sarebbe arrivato
a portarlo di peso
al piano di sopra.
-Quanto di grazia…?-
Lo prendeva per un polso
facendolo volteggiare per stringerlo infine tra le sue forti braccia, e
le
spalle rese enormi dalle protezioni che la divisa comportava, ma almeno
aveva
avuto la decenza di non indossare il casco e il para denti…
allora sarebbe
stato ridicolo anziché carino.
-Solo un minuto, vado a
prendermi una vodka-
-D’accordo basta che non
diventi un’abitudine, ti stai attaccando troppo alla
bottiglia ultimamente-
Insieme si incamminarono
verso il bancone mano nella mano e mentre Edward prendeva da bere
qualcuno li
osservava da lontano.
-E’ molto
bello…- Commentò
Jamie seduto con Alfonse su un divanetto ai bordi della sala, forse
soltanto
loro erano rimasti in disparte, ma andava bene così, nessuno
dei due era solito
partecipare a certe feste o ad esagerare sotto i riflettori, anzi
entrambi si
tenevano ben lontani dalle luci dirette, non amavano essere al centro
dell’attenzione.
-Si lo è… e
sta con un
giocatore di Rugby… sembra di essere tornati davvero al
liceo-
Dove quelli come lui
venivano sempre accantonati e quelli come Edward erano popolari e amati
da
tutti e si mettevano soltanto con persone al loro pari, i due gruppi
non si
sarebbero mai potuti mischiare, doveva saperlo… doveva
aspettarsi che sarebbe
successo, dopotutto il gene della popolarità sembra essere
nel loro DNA, sono
costretti a ricercarsi.
-Io non ero molto inserito
al liceo, però sono felice lo stesso… insomma ad
ognuno il suo modo di vivere
no?-
-Si hai ragione…-
Gli sorrise stringendogli la
mano sinceramente sollevato da quelle parole e grato di averlo accanto,
in un
momento che per lui altrimenti sarebbe stato triste.
Quelli erano i primi passi
verso un’amicizia meravigliosa, che magari con il tempo forse
sarebbe diventata
qualcosa di più, per ora tutti e due non potevano che
sorridersi mostrando
tutto l’affetto che potevano, riscaldandosi a vicenda il
cuore.
Edward invece nella sua
stravagante vivacità non si era limitato ad un solo
bicchiere di vodka ma stava
per bere il quarto approfittando della distrazione del moro che aveva
attaccato
briga con tutti gli ubriaconi infelici lì presenti che
stavano guardando troppo
il biondino e il suo bel fondoschiena.
Ciò non era certo
sfuggito
ad Alfonse che lo osservava con sguardo di rimprovero e si chiedeva
come Roy potesse
lasciarlo fare, forse era lui ad essere troppo protettivo
–come amico
s’intende- ma stava oltrepassando la soglia della decenza e
non riusciva a
rimanere impassibile, quella sua “nuova vita” aveva
fatto tornare alla luce un
lato di lui che mai aveva visto e che sinceramente neanche apprezzava,
anzi
iniziava davvero ad odiarlo, era come se si fosse trasformato da un
tenero
angioletto al Dio dell’ebbrezza e dei piaceri carnali.
-Dovresti fermarlo- Gli
suggerì Jamie attirando la sua attenzione.
-N-no, godiamoci la serata-
Si sentì un idiota improvvisamente, stava passando una
bellissima serata con
quel fantastico ragazzo e non riusciva comunque a non pensare ad Edward.
-Non fa niente Alfonse, io
farei lo stesso per un amico… vai io aspetto- Gli sorrise
dolcemente
trasmettendogli comprensione: Quello era un vero angelo.
-Va bene, torno subito-
Si alzò dal divanetto
dirigendosi verso Edward e fece in tempo a sfilargli
l’ennesimo bicchierino
dalle manine.
-Non stai esagerando?-
Il biondino accorgendosi
dell’intrusione mise un tenero broncio tentando in vano di
riprendersi il
bicchiere che però venne condotto fuori dalla portata: ben
in alto.
-Tu stai esagerando, ti
intrometti-
-Mi intrometto perché
negli
ultimi due minuti sei arrivato a…- Contò i
bicchieri presenti sul bancone –Sei
bicchieri, ora basta-
-Altrimenti…?-
Chiese inarcando un fine
sopracciglio e scansandosi i lunghi capelli su una spalla.
Il più grande sorrise e
picchiettò sulla spalla del moro che si girò
incuriosito tralasciando la
“tranquilla” conversazione con i beoni intontiti
dall’alcool.
-Se n’è
scolati sei, gli ho
tolto di mano il settimo-
Lo informò.
-Che cosa?- Roy sembrò
arrabbiato quanto Alfonse, mise le mani sui fianchi guardando il
proprio
ragazzo con rimprovero –Avevi detto solo uno-
-Tu eri occupato, mi sono
occupato anche io- La giustificazione.
-Con l’alcool?? Ti ho
già
detto che ti stai attaccando troppo alla bottiglia ultimamente, basta
Ed-
-Basta lo dico io, vi state
intromettendo un po’ troppo! Sempre a dirmi quello che devo o
non devo fare
come se fossi un idiota, mi avete scocciato-
Fece per girare i tacchi ed
andare via ma Roy lo trattenne per un braccio.
-Dove vai conciato così?-
-A divertirmi con chi mi
capisce, e lasciami pezzo di coglione!-
Riuscì a liberarsi e si
mischiò alla folla dirigendosi verso il palco sparendo dalla
vista dei due.
-Ti ha chiamato
coglione…?-
-Si l’ha
fatto…-
-Sta esagerando, la passa
liscia?-
-Non credo proprio…-
-Che farai?-
-Tu torna a divertirti e non
preoccuparti, lo riporto in camera e cerco di farlo ragionare, con
tutto
l’alcool che s’è bevuto poi
crollerà sicuramente-
Diede una pacca sulla spalla
al biondo rassicurandolo e si diresse nella stessa direzione di Edward,
mentre
Alfonse, ora più sereno tornò dal suo Jamie.
La musica vicino al palco
diventava più che assordante, le tempie del moro iniziarono
quasi a pulsare ma
si disse che sarebbe durato soltanto in tempo necessario per trovare
quel
piccolo cretino e portarlo via così cercò di
resistere.
Fino a che lo vide, ballava
da solo, non voleva concedersi giustamente a nessuno, di certo quella
piccola
discussione non era una scusa per tradirlo.
-Ed, muoviti andiamo in
camera!- Gridò al suo fianco.
-Non darmi ordini!-
-E’ ora di andare!-
-Io non voglio, vacci da
solo!-
-Tu vieni con me con le
buone o con le cattive-
-Bene, mostrami quali sono
le cattive!-
Istigato, Mustang lo prese
con decisione per la vita issandoselo sulle spalle e ignorando le sue
grida e
le sue proteste tornò in camera.
-Diavolo Roy mettimi
giù!-
-Un attimo e ti metto
giù…-
entrato nella stanza chiuse la porta, dopodiché
posò il biondino sul letto
–Ecco fatto-
-Che ti salta in testa?!-
-Ed, non arrabbiarti, io
sono preoccupato… non voglio che l’alcool per te
diventi una dipendenza-
-Ma certo, pensi che visto
che ero un drogato allora sia facilmente assoggettabile alle dipendenze-
-No certo che no, lo sai che
ti ho sempre amato…- Si inginocchiò ai suoi piedi
prendendogli le mani tra le
sue.
-Però odio quando vi
intromettete in quello che faccio, siete dannatamente invadenti-
-Anche Al era preoccupato
per te... e lo sai-
-Uff… va bene questa
volta
ve la do vinta, ma non trattatemi come un moccioso-
-Non ti ho mai trattato come
un moccioso- Si alzò sussurrandogli all’orecchio
per poi mordicchiargli
leggermente il lobo e baciargli la mascella e il candido collo.
–Come il mio
gattino si però…-
Il biondino rise scaricando
la tensione che prima era palpabile tra loro.
-Questa divisa è
ingombrante…-
Sussurrò inclinando la
testa
per permettere al moro di continuare il suo giochetto.
-Rimedio subito- Velocemente
si staccò per poco da lui sfilando la maglia e le
protezioni. –Tocca a te-
Edward raccolse la sfida con
un sorriso sghembo e levò a sua volta la maglia lasciando
vedere il fisico
asciutto e perfetto in contrasto con i muscoli gonfi e atletici di
Mustang.
Il moro tolse le scarpe e
sfilò
i pantaloni.
Il biondino alzandosi in
piedi fece lo stesso, tolse prima gli stivali, poi dirigendosi pian
piano verso
il bagno tolse anche i calzini e i pantaloni di pelle.
-Cerchi di scappare da me
dolcezza…?-
Provocò il moro
mangiandosi
quella visione deliziosa visione con gli occhi.
-Al contrario, mio stupido
giocatore di rugby…-
Sensualmente oltrepassò
la
porta del bagno e dopo pochissimi secondi il moro si vide arrivare
addosso i
boxer del biondino che se la rideva di gusto: Quella era una
chiarissima
provocazione.
-Mmmh… cappuccetto sta
provocando il lupo… questa è una svolta
inaspettata-
Senza farselo ripetere due
volte corse nel bagno alla ricerca della sua preda che se ne stava
tutta
tranquilla nella vasca da bagno piena di bolle di sapone che lasciavano
troppo spazio
all’immaginazione ma che rendevano il tutto magico.
-Il lupo mi ha
trovato…?-
-Il lupo non solo ti ha
trovato, ma adesso si diverte un bel po’- Come un bambino
troppo cresciuto
saltò all’interno della vasca facendo cadere un
po’ d’acqua a terra.
Edward intanto rideva come
non faceva da molto tempo e lo vedeva avvicinarsi con finta aria
minacciosa.
-Non sai come tremo…-
-Inizia a tremare sul serio
piccolo…-
Quando fu abbastanza vicino
lo baciò da prima castamente, lo strinse a sé
accarezzandogli la schiena nuda
immersa nell’acqua, poi il bacio si fece più
profondo, non più limitandosi ad
un leggero sfioramento di labbra, ma un intreccio di lingue, una lotta
sfrenata
per la supremazia, alla ricerca di passione.
Il biondino si faceva
trasportare con un sorriso docile e sentire le grandi mani
dell’altro
accarezzargli la nuca e i morbidi capelli lo mandava in estasi
provocandogli
brividi inaspettati, chinò il capo all’indietro
quando sentì quella bocca
vorace spostarsi sul suo collo per divorarlo, leccarlo, baciarlo e
venerarlo.
Nell’aria non
c’erano altro
che languidi sospiri d’amore, l’acqua nella vasca
si muoveva con i loro
spostamenti, in quello stretto spazio Ed cercò di fare
spazio all’altro come
poteva e si ritrovò ad aprire le gambe per abbracciarlo e
accoglierlo dentro di
sé.
Negli anni passati avevano
fatto l’amore in modo sfrenato, passionale e del tutto
incontrollato ma in quel
momento, era sicuro che il loro rapporto si stesse elevando, minuto
dopo minuto
in qualcosa di molto più profondo.
Sentire la presenza del
compagno dentro di sé lo completava e senza quasi rendersene
conto fu preso dalla
passione crescente, dall’amore che provava, un amore intenso
e rinnovato…
gemette, sospirò languidamente e con le mani si
aggrappò a quella schiena
perfetta man mano che le spinte si facevano più intense e il
respiro cercava di
sfuggirgli dalle labbra senza però riuscirci bloccato nella
sua gola.
Gridò il suo nome come
mai
aveva fatto, senza violenza o irruenza nel tono della voce, solo un
richiamo,
un desiderio che voleva essere espresso, mentre le carezze
dell’altro lo
confortavano e lo rassicuravano mentre lo baciava.
Agli sgoccioli di quel
rapporto si guardarono negli occhi divenuti liquidi, traboccanti
desiderio.
-Ti amo lo sai?-
Chiese Roy baciandolo sulle
labbra, scansandogli i lunghi capelli dalla fronte ora imperlata di
sudore, un
po’ per il vapore un po’ per il caldo che provavano
al solo contatto tra loro.
-Si che lo so… anche io
ti
amo tanto-
Stremato si accucciò
contro
la sua spalla cercando di riposare, anche perché
l’alcool che aveva bevuto
iniziava a fargli un certo effetto e rendergli la testa pesante e piena
di
confusione.
Allora il moro, lo avvolse
nell’accappatoio e lo riportò in camera dove si
misero sotto le coperte per
concedersi un meritato riposo.
…
Il mattino seguente i raggi
del sole tornato dopo tanto tempo a far da padrone tra le nuvole,
rischiararono
anche i due amanti abbracciati tra le coperte, ancora con gli
accappatoi
addosso, completamente nudi.
Quando Envy tornò dopo
qualche ora il mattino precedente aveva ben pensato di non svegliarli e
accucciarsi sul divano buono buono, anche perché francamente
l’idea di dormire
tra quei due non gli sfiorava neanche lontanamente il cervello.
Però quando
riaprì gli occhi
e li trovò nella stessa identica posizione di quando li
aveva lasciati,
s’inviperì e decise che era meglio porre fine a
quelle che per lui potevano
definirsi “Porcate Affettive”.
-Voi due volete alzarvi o
devo rischiare di morire di crepacuore togliendovi le lenzuola di
dosso?!-
Gridò senza alcun
ritegno
facendoli svegliare, Edward inquadrando la sua figura a dir poco
iraconda e
verdognola era indeciso se: Mandarlo dolcemente a quel paese o tiragli
uno
stivale in testa con grazia.
Ma decise che ignorarlo era
la cosa migliore così si accucciò meglio tra le
braccia dell’amato, che
iniziava a svegliarsi.
-Piccoletto, hai capito
benissimo: Alzati!-
Roy intanto aveva
abbandonato la stretta sul suo fagottino biondo e si stava
stiracchiando con un
espressione fiera dipinta sul volto.
-Su bimbo abbiamo dormito
troppo se ci siamo ridotti a farci chiamare da lui-
-Chiamami di nuovo bimbo e
ti levo quel sorriso ebete dalla faccia con un pugno-
-Che caratterino… me lo
immaginavo diverso il nostro risveglio-
-Sisi- s’intromise Envy
sventolando per aria una mano –Congratulazioni te lo sei
fatto, l’abbiamo
capito tutti, il tuo nome sarà ricordato nei secoli dei
secoli dei secoli dei
secoli, ora alzatevi!!-
-Perché tanta
fretta…?-
Chiese Ed mettendosi seduto.
-Ho fame, voglio mangiare,
ma fare colazione da solo equivale a dire essere uno sfigato e non
posso
passare da essere un rocker leggendario ad essere sfigato, il mondo ne
risentirebbe capisci? Come posso spiegartelo, la Terra non ruoterebbe
più sui
suoi assi, il sole diverrebbe di ghiaccio e tu non grideresti come una
donnetta-
-Io non grido come una
donnetta, palma-
-Davvero…? bé
allora devo
ricredermi, ma si insomma non ti sei neanche accorto che ho portato qui
squama,
sai ti fissava mi sa che gli piaci-
Disse guardandosi le unghie
con non chalance: Tutto un trucco ben orchestrato.
Infatti Edward, tempo di
assimilare quelle parole che fece un balzo per niente umano dal letto
iniziando
ad agitarsi come una palletta pazza.
-AAAH!!!- Gridò con
tutta
l’aria che aveva nei suoi apparentemente piccoli polmoni.
In un micro secondo Roy
capì
la situazione e allargò le braccia pronto per accoglierlo e
infatti il biondino
saltò dal letto e ci si fiondò senza farselo
ripetere due volte.
-Roy andiamo via, sbrigati,
sbrigati! Prima che quel coso mi trovi!! Sbrigati!!-
-Perché devi essere
così
sadico con lui…?-
Sussurrò
all’indirizzo di
Envy tenendo ben saldo tra le braccia il biondino, facendogli carezze
sulla
schiena e baciandogli il capo amorevolmente.
-Perché mi diverte tanto-
Envy neanche se ne curava
più di tanto mentre per Edward la situazione era tragica,
catastrofica, la fine
del mondo in pratica.
-Mentre tu ti diverti sai
cosa aspetta me? Per farlo calmare dovrò controllare sotto
il letto,
nell’armadio e in tanti altri posti per assicurarmi che
nessun rettile immondo
gli si avvicini-
-Quanto siete
melodrammatici, squama non è qui… calmati
piccoletto-
-No, lo dici tanto per dire,
poi quando mi girerò mi troverò quel coso
dietro!!-
-Su andiamo a vestirci-
Disse Roy tranquillamente conducendolo verso il bagno visto che non
accennava a
voler mollare la presa e scendere a terra –Vedi come
funziona? Tu mi insulti e
io ti salvo anche dai rettili-
-Non ti azzardare a
lasciarmi!-
-E come potrei mai…?-
Gli schioccò un bacio a
stampo sulle labbra sorridendo per via di quei suoi grandi occhi da
cucciolo
spaventato, chissà che trauma c’era dietro a
quell’insensata paura.
Tuttavia dopo pochi minuti i
due amanti uscirono dal bagno e apparentemente Edward sembrava essersi
calmato,
continuava a guardarsi intorno sospettosamente però almeno
era sceso dalle
braccia dell’altro.
Che i suoi possenti muscoli
si fossero indolenziti?
Nah, forse si vergognava a
farsi scarrozzare ovunque.
Envy però da bravo
migliore
amico –un pochino sadico- quando il biondino aprì
la porta ispezionando con lo
sguardo il corridoio gli si avvicinò sibilando.
-Attento Piccoletto Squama
è
tornato!!-
Esclamò poi facendo
saltare
dalla paura l’amico che corse giù per le scale
cascandoci in pieno come un allocco.
-Rettili carnivori Rettili
carnivori Rettili carnivori Rettili carnivori!!!-
-Grazie per aver rovinato
una giornata praticamente perfetta… è tanto
chiederti di non parlare di carne o
rettili in sua presenza?-
Disse amaramente il moro
affiancandolo sulla porta mentre se la rideva di gusto piegandosi in
due.
-E io come mi diverto
scusa?-
-Una cosa è certa, io
non mi
divertirò più…-
Poco ma sicuro, finché i
due
grandi amici sarebbero rimasti assieme, lui non avrebbe avuto un attimo
di
pace.
Però di una cosa era
più che
felice: Aver riconquistato l’amore di Edward e questa volta,
non se lo sarebbe
fatto sfuggire tanto facilmente.
[Angolino Autrice]
Ed eccomi tornata finalmente! ^_^ Mi scuso per il ritardo ma purtroppo la scuola mi ha tenuta davvero impegnata, ora quindi spero di poter ricominciare a dedicarmi alle mie povere Fic abbandonate ç-ç dovremmo essere agli sgoccioli dopotutto ù.u (speriamooooo ti odio scuola del cavolooo -.-")
Ma comunque ^^ sono finalmente riuscita a scrivere un capitolo coi fiocchi e spero vi piaccia quanto piace a me ^_^
Purtroppo non ho avuto neanche il tempo per farne uno doppio, ma preferivo aggiornare e non farvi attendere oltre :)
Poi a dirla tutta, non saprei come andare avanti, magari non so farò incontrare a Ed qualche suo vecchio conoscente.... suo fratello per esempio o i suoi genitori, in qualche chap speciale ^^ voi che ne pensate?
Ringrazio:
Melanie7997
HaChiElriC
MXI
Per la vostra pazienza ^^ spero che non rimaniate deluse da questo capitolo.
Ci sentiamo nel prossimo ^__^ vedrò di mettercela tutta per farmi venire qualche idea.
un bacione ^-^
Alex :3