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Autore: micRobs    28/03/2012    3 recensioni
Happy Niff!Week to everyone!
Sette giorni, sette storie, sette prompt per dire Niff, ovvero, tutto ciò che sono Nick e Jeff!
Day 1 : The Firsts Time - Completely unaware
Day 2 : Roommate!Niff - Yeah, it's okay.
Day 3 : AU!Niff - Oh, you make me smile.
Day 4: Hurt/Confort - You steal away the rain
Day 5: A very Niff Christmas - Drive me wild
Hope you like it
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval | Coppie: Nick/Jeff
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Day 3: AU!Niff
Okay, questo nonera ciò che avevo intenzione di pubblicare oggi. Stamattina ho buttato giù questa fic perché ho sempre avuto il pallino di scrivere una cosa del genere, ma non volevo pubblicarla perché la mia idea per oggi era completamente differente. Quando mi sono accorta, però, che la storia che stavo scrivendo stava venendo decisamente lunga e che non sapevo se sarei riuscita a finirla in tempo, ho deciso di ripiegare su questa per evitare di trovarmi a mezzanotte senza pubblicazione! 
Un immenso grazie a Vale che, come al solito, sopporta le mie pare mentali e continua a sostenermi nonostante tutto!
 

You make me smile like the sun,
fall out of bed, sing like a bird,
dizzy in my head, spin like a record,
crazy on a Sunday night.

 
 
 

Oh, you make me smile

 
 
 
Era stata una pessima idea, ne era sempre più convinto.
Si era detto che lo faceva per i suoi amici, ma l’amicizia aveva un limite e quello lo aveva decisamente superato.
La ragazza di fronte a lui gli stava raccontando qualcosa di sicuramente molto divertente, visto il modo in cui continuava a ridacchiare, ma Nick la stava ascoltando davvero molto poco e tutto ciò che desiderava era recuperare David e Blaine e porre fine a quella pagliacciata.
«È per conoscere nuove persone!» Aveva esclamato giovale Blaine. «Ti divertirai senz’altro!»
«E poi non devi prendere per forza un impegno» gli aveva assicurato David, «ce n’è per tutti i gusti» aveva ammiccato, «magari trovi la persona giusta».
Nick avrebbe voluto non tenerci così tanto a loro da assecondare ogni pazzia che proponevano.
Un campanello suonò e la signorina sorridente si alzò dalla sedia di fronte a lui lasciando il posto a un timida e impacciata brunetta che non riusciva neanche a spiccicare il proprio nome.
Benissimo, pensò Nick, altri tre minuti buttati al vento.
Che poi non c’era nulla di male a voler trascorrere San Valentino da soli, era così complicato da capire? Evidentemente sì, altrimenti non si spiegava quella divertente seratina organizzata dai suoi amici. Sospirò sconfitto, gettando uno sguardo all’orologio a muro lì accanto e constatando che quelle due ore che aveva trascorso seduto su quella sedia avrebbe potuto impiegarle in passatempi decisamente più costruttivi.
«Tu non credi?» Gli domandò improvvisamente la ragazza.
Nick sbatté le palpebre colto alla sprovvista. Di che accidenti stava parlando? Meglio improvvisare.
«Certo» rispose, un sorriso smagliante sul viso, «sono assolutamente d’accordo con te, Jessica.»
«Sarah» lo corresse lei.
«Sarah, giusto» Beccato.
Fortunatamente per lui, la campanella suonò di nuovo e Sarah si allontanò piuttosto contrariata cedendo il posto ad un biondino dagli occhi limpidi e l’espressione scocciata.
Oh sì, quella era la parte divertente.
«Non stiamo organizzando appuntamenti galanti» gli aveva spiegato Blaine, «è solo per fare amicizia, quindi conoscerai sia ragazzi che ragazze.»
E Nick lo aveva odiato appena un po’ di più perché la sua espressione sorridente sembrava davvero volerlo prendere in giro.
«Mi chiamo Jeff» esordì quello, «e penso che questa cosa sia stupida.»
Nick sorrise ammirato. «Io sono Nick» rispose, «e sono assolutamente d’accordo con te.»
Jeff sollevò lo sguardo, scrutandolo incuriosito e Nick si costrinse a non badare a quanto sembrassero invitanti le sue labbra appena schiuse e umide.
«Come mai sei qui?» Domandò quello.
Nick ridacchiò istericamente. «Sono stato costretto» spiegò pratico, «da quelli che dovrebbero essere i miei migliori amici»
«Tu?» Si interessò a sua volta.
«Qualcuno ha pensato che fosse una buona idea farmi conoscere persone nuove» buttò lì. Sembrava piuttosto contrario a quella idea, notò Nick.
«Solo che a te non va» buttò lì.
In un modo o nell’altro quei tre minuti dovevano passare. Meglio provare a fare conversazione allora, visto che quella sembrava la prima persona sana di mente che gli si sedeva di fronte.
«No» rispose Jeff passandosi una mano fra i capelli, «o meglio, non così» precisò.
Nick non poté fare a meno di trovarsi immediatamente d’accordo con lui.
«Così è tutto sbagliato» continuò il biondino, distogliendo lo sguardo e incrociando le braccia al petto. «Non c’è niente di casuale in tutto questo. Si è costretti a conoscersi e a piacersi ma non è il modo giusto con cui farlo.»
Nick annuì: Jeff aveva perfettamente ragione.
«Preferisco gli incontri casuali» spiegò ancora, «quelli timidi e impacciati in cui non sai cosa dire e in cui temi di aprir bocca per paura di rovinare tutto.»
«Oppure quelli desiderati a lungo» intervenne Nick, senza rendersene neanche conto, «in cui hai paura che il cuore ti scoppi per l’emozione di parlare per la prima volta con la persona che ti piace.»
Jeff sorrise lievemente e Nick si ritrovò a maledire quella campanella che incombeva su di loro come una spada di Damocle inopportuna. In quel momento avrebbe tanto voluto trovarsi da qualsiasi altra parte a chiacchierare con lui senza l’ostacolo del tempo o delle altre decine di persone che li circondavano.
Jeff aveva un bel sorriso, constatò Nick, uno di quei sorrisi che ti mettono di buon umore e dai quali non puoi che farti contagiare inevitabilmente. Sarebbe stato bello vederglielo sempre sul viso.
«Non è detto però» provò incerto, «che debba essere necessariamente così.»
L’altro lo scrutò attento e Nick si sentì morire per ciò che stava per dire. «Potrebbe iniziare in questa sala» spiegò, «ma, una volta fuori di qui, nessuno ci vieta di continuarla come vogliamo.»
E quel parlare al plurale lo fece sentire terribilmente a disagio e inadeguato.
Jeff arrossì in un modo delizioso e aveva appena aperto bocca per ribattere quando la campanella suonò costringendolo ad alzarsi.
Si morse un labbro, guardandosi intorno e poi tornando a concentrarsi su Nick. «È stato un piacere» mormorò indeciso, «ma adesso credo di dover andare.»
Nick annuì, salutandolo con una mano e guardandolo passare al tavolo successivo, mentre una ragazza piccola e tarchiata prendeva il suo posto.
Ecco, adesso sarebbe stato anche peggio concentrarsi.
 
Non gli aveva tolto gli occhi di dosso per tutto il resto della serata. Lo aveva guardato passare di tavolo in tavolo e sorridere cordiale a tutti, senza però lasciarsi coinvolgersi più di tanto.
Nick non credeva che quegli incontri servissero a qualcosa, ma Jeff sembrava un ragazzo interessante e Nick avrebbe desiderato poter approfondire meglio la loro conoscenza.
Sarebbe stato simpatico.
Più volte si era ritrovato ad incrociare il suo sguardo e si era costretto a sorridere di rimando, invece di abbassare lo sguardo imbarazzato e fare una pessima figura.
Jeff lo stava osservando e il solo pensiero gli causò un brivido lungo la schiena che non sapeva come giustificare.
Quando David annunciò che era stato un vero piacere ma che la serata era purtroppo giunta al termine, Nick si ritrovò a sospirare sollevato, gettando uno sguardo a Jeff che, dall’altra parte della sala, stava chiacchierando con una ragazza che non riusciva a vedere in viso.
Venne raggiunto immediatamente da Blaine che, senza troppi convenevoli, gli domandò come fosse andata e se avesse trovato qualcuno di interessante.
«Mmh» rispose Nick, i suoi occhi sempre fissi sulla figura di Jeff «può darsi.»
Blaine fece un lungo fischio di approvazione e Nick si ritrovò a maledirlo in ogni lingua che conosceva.
«E posso sapere chi è?» Domandò il ragazzo.
Nick roteò gli occhi, sbuffando. «No»
«Quanta acidità» commentò Blaine, «direi che hai decisamente bisogno di un po’ di zucchero nella tua vita.»
«Blaine» iniziò, «ti prego, risparmiami la tua morale da fidanzato felice e appagato desideroso di contagiare il mondo con la sua positività.»
Blaine ridacchiò ma Nick smise di ascoltarlo nell’esatto momento in cui scorse Jeff incamminarsi verso l’uscita. Solo.
«Vuoi scusarmi un attimo?» Chiese senza neanche guardarlo negli occhi.
Blaine sembrava sul punto di rispondere qualcosa, ma Nick non gli diede il tempo di farlo perché, nell’esatto momento in cui Jeff sparì oltre la porta, si fiondò in quella stessa direzione senza pensarci due volte.
L’aria fresca della sera lo accolse in maniera piuttosto brutale e Nick non era decisamente preparato. Rabbrividì stringendosi nel cappotto e volgendo lo sguardo a destra e sinistra cercando Jeff.
Quando lo trovò, accelerò il passo fino a portarsi poco dietro di lui.
«Ehi» lo chiamò, posandogli una mano sulla spalla.
Quello si voltò, imprecando a mezza voce e sussultando appena.
«Oh, scusami» mormorò Nick, «non volevo spaventarti.»
L’altro scosse il capo. «Figurati, non lo hai fatt- okay sì, mi hai fatto venire un colpo» concluse ridacchiando.
Nick rise con lui, sentendosi immediatamente sollevato e, oh!, forse la notte non era così fredda. O forse era il sorriso di Jeff a procurargli quella sensazione di calore?
«Ascolta» iniziò, mordendosi un labbro e abbassando lo sguardo. «Mi chiedevo se ti andasse di bere qualcosa con me.»
Jeff non rispose e Nick si preparò al peggio, ma quando rialzò lo sguardo su di lui notò che Jeff stava sorridendo e, davvero, sembrava che non riuscisse a fare altro.
«Sarebbe forte» rispose, la voce incerta, «cioè, sì, sarebbe carino. Insomma, mi andrebbe, sì» si decise alla fine.
Il cuore di Nick sembrava impazzito tanto che batteva forte e il ragazzo sperò che Jeff non se ne accorgesse perché quello sarebbe stato davvero difficile da spiegare.
Per un po’ nessuno dei due parlò. Rimasero a fissarsi in piedi, all’angolo della strada, senza sapere cosa dire.
Poi Jeff parlò. «E allora? Andiamo o no?» Chiese.
Nick boccheggiò in imbarazzo. «Adesso?»
«No?» Fu la risposta dell’altro. «Insomma, se ti va» si affrettò ad aggiungere.
«C-certo» asserì Nick, «pensavo solo ch- niente, come non detto.»
Jeff si voltò, incamminandosi, e Nick si mise al suo fianco, convenendo con se stesso che fosse meglio tacere per evitare di dire altre scemenze.
 
 
Qualche metro più indietro, due ragazzi osservavano la scena ridacchiando e parlottando tra loro.
«Ero certo che si sarebbero piaciuti» esultò David, allungando una mano verso Blaine.
Blaine gli diede il cinque gongolando. «Sono fatti l’uno per l’altro» concordò.
«Già» ridacchiò David, «Due cuori e un cervello.»
 
The End.
 
 
 
 
 
 
   
 
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