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Autore: MiHyeon    28/03/2012    0 recensioni
[...] Cercai di nascondermi dietro la mia tazza di tè, prendendone un sorso.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo Personaggio, Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Guardai il mio riflesso nello specchio mentre aspettavo che Kibum facesse partire la musica. Osservai i miei lunghi capelli castani raccolti in un'alta coda, la mia classica tenuta da ballo, che consisteva in una larga maglia a righe bianche e nere, dei pantaloni attillati di una tuta che arrivavano poco più giù delle ginocchia, e le mie immancabili Converse. Il mio aspetto a dir poco stravolto, con il viso bagnato di sudore ed il respiro affannoso.
Due volte alla settimana Kibum prendeva in prestito la sala prove di suo padre per tre ore, e ne approfittavamo per provare qualche coreografia. Lo facevamo solamente per hobby, non miravamo davvero a diventare come il padre di Key, ormai ballerino professionista da qualche anno; il nostro era solo divertimento. Ovviamente era stato Kibum a trascinarmi in questo mondo, ed io, dopo un primo momento di indecisione, mi lasciai trasportare. Ed ora devo ammettere che la cosa mi piace parecchio. Capii che ballare era la cosa che mi più mi piaceva fare, quella che meglio mi riusciva, e quella che non mi faceva pensare a nulla, facendomi sentire libero. Ero tornato a vivere, e non dovevo far altro che ringraziare Kibum.
"Vuoi fare una pausa?" mi chiese ad un tratto il biondo, guardandomi preoccupato attraverso la supercifce riflettente. Pensai di essere ridotto davvero male, dopo quella domanda.
"Ti creerebbe problemi, Hyung?" sospirai passandomi una mano tra i capelli ed appoggiando l'altra sul mio fianco. Key mi sorrise apprensivo.
"Certo che no!" esclamò allontanandosi dallo stereo della sala e avvicinandosi a me.
Probabilmente Key non aveva pensato che io potessi essere stanco dalla precedente lezione, eppure poteva immaginarlo.
Suo padre non poteva liberargli la sala per il giovedì, come era d'accordo, così, giusto per mantenere il ritmo delle due lezioni settimanali, abbiamo dovuto provare di domenica.
Ma quel giorno Kibum era troppo arrabbiato dopo la litigata avvenuta quella stessa mattina con Jonghyun per rendersi conto che un intero pomeriggio a ballare, senza neanche una pausa, era troppo per un fisico poco allenato come il mio.
Mi prese la mano e mi portò seduto a terra con lui, sorridendomi. Mi passò una bottiglietta d'acqua che gli strappai letteralmente dalle mani, prendendone un lungo sorso e facendolo ridacchiare.
"Grazie Hyung." gli dissi, riprendendo fiato. Mi stesi, sciogliendo la coda per evitare che m'infastidisse, e chiusi gli occhi. L'attimo dopo sentii la mano di Kibum accarezzarmi dolcemente i capelli, passando le dita fra di essi, come se volesse sciogliere quegli intrecci che in realtà non c'erano. Sorrisi.
"Come è andata oggi con la nuova arrivata?" mi chiese ridacchiando Kibum. Lo imitai.
"Tutto ok. E' nella nostra classe, sai?" lo informai preparandomi di già al peggio. Difatti, neanche il tempo di finire la frase che Key lanciò un urlo indignato.
"Cosa? Nella nostra classe? Con Jonghyun presente? Quella?" chiese a raffica con voce stridula, lanciando qualche imprecazione contro la ragazza.
"Dovresti stare tranquillo e fidarti di Jonghyun, Key." risposi io.
"Io mi fido di Jjong, è di quel cardo di montagna che non mi fido!" urlacchiò facendomi scoppiare a ridere.
Rotolai su un fianco, tenendomi stretta la pancia fra le mani, ridendo senza riuscire a ripredere fiato, mentre Kibum continuava ad insulare la nostra nuova compagna con i nomi più strani che gli venissero in mente.
Key, dal canto suo, mi guardava cercare di respirare, con il viso arrossato e rigato da qualche lacrima, e sorrise, felice di vedermi in quello stato. Conoscevo abbastanza il mio amico per capire cosa gli passasse per la testa in quel momento, soprattutto quando mi guardava in quel modo, con quel sorriso dolce e appena accennato sulle labbra, e gli occhi lucidi.
A Kibum faceva male il cuore quando ripensava a com'ero ridotto qualche anno fa. Ma era comunque felice di ciò che aveva fatto per aiutarmi.
Mi stesi nuovamente sulla schiena, asciugandomi gli occhi, ancora scosso dalle risate ormai affievolite.
"Oh Dio, Kibum.." sorrisi, rilassandomi. Il ragazzo mi guardò, mordendosi l'interno della guancia.
"Taemin, come va?" mi chiese con un filo di voce, come se avesse paura di porgermi quella domanda.
Il mio sorriso si spense all'istante, poichè sapevo a cosa si riferisse Kibum con quella frase. Sospirai e mi passai due dita sotto gli occhi, restando in silenzio per qualche secondo.
Già, come stavo? Ormai erano passati tre anni, infondo, la cosa non era più così fresca. Ma io stavo bene? Visto dall'esterno sarebbe potuto sembrare così, ma guardandolo dalla mia posizione?
No, probabilmente non stavo poi così bene.
Mi sforzai di sorridere nel modo più naturale che mi riuscisse e mi rivolsi a Kibum.
"Certo Hyung!" risposi strizzando gli occhi e ridacchiando.
Key sospirò ricambiando il sorriso, e mi scompigliò i capelli, rialzandosi da terra. Guardò l'orologio appeso al muro e battè le mani.
"Abbiamo ancora un' ora, vogliamo proseguire?" chiese porgendomi la mano. Sorrisi allungando la mia verso quella del biondo e, stringendola, mi issai in piedi.
"Proseguiamo!" annuii, guardando Kibum correre verso lo stereo, saltellando e urlicchiando uno 'YES BABY!' con un accento tutto suo.
Spostai nuovamente lo sguardo verso lo specchio, sospirando.
Se solo Taesun fosse stato qui con me.
 
 
 
 
L'indomani mattina arrivai a scuola con ben dieci minuti di ritardo, rispetto agli altri giorni.
La sera precedente ero andato a letto presto a causa della stanchezza dovuta agli allenamenti con Kibum, e mi sono subito addormentato. Sentivo di poter dormire per dodici ore consecutive- e il mio intento sarebbe stato senz'altro quello, se non fosse per le lezioni del mercoledì-, peccato che dopo non appena due ore di sonno fui svegliato dall'incubo di quella notte. Succedeva spesso che la sognassi, rare erano le volte in cui non accadeva.
Da lì, non ero più riuscito a dormire, prima di altre tre ore buone passate a fissare il soffitto della mia camera, con occhi spenti e stanchi, fino a riaddormentarmi esausto.
La sveglia suonò puntuale alle 6, ma la spensi voltandomi dall'altra parte ancora addormentato. I miei occhi, però, si aprirono improvvisamente quindici minuti più tardi ed iniziai ad agitarmi tra le lenzuola per liberarmi dal groviglio nel quale mi avevano racchiuso in quelle ore di sonno, finendo col ruzzolare a terra, sbattendo malamente sul terreno.
 
Corsi fino alla mia aula, che trovai fortunatamente ancora aperta. Tutti i miei compagni erano divisi in più gruppi e stavano parlottando tra di loro, mentre altri preferivano divagarsi giocando a carte. Confuso, spostai poi lo sguardo sulla cattedra vuota e infine sul mio banco, cercando i miei amici che sembravano essersi volatilizzati nel nulla. Lì, vidi Tsuki seduta all'ultima fila, qualche posto più giù del mio, chinata su dei quaderni mentre mordicchiava il tappo della penna. Sorrisi e mi avvicinai.
"Buongiorno" la salutai, vedendola sussultare e alzare di scatto la testa. Mi guardò con i suoi grandi occhi, poi sorrise timidamente e arrossì.
"Ciao Taemin!" ricambiò portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre io aggiravo la fila di banchi fino a sedermi vicino a lei.
"Che stavi facendo?" le chiesi, appoggiandomi con i gomiti sulla superficie del tavolo e indicandole il quaderno dagli angoli arricciati, che aveva prontamente chiuso non appena resasi conto della mia presenza. Lei abbassò lo sguardo su di esso, giocando con la copertina bianca.
"Niente di che," sorrise nuovamente, prima di portare lo sguardo sul mio viso. "Taemin, stai bene?" mi chiese poi, un'espressione preoccupata sul delicato volto. Mi portai istintivamente una mano sul viso, toccandomi con due dita la guancia e poco sotto l'occhio sinistro. Probabilmente le occhiaie provocate dalla nottata sveglio erano ancora visibili sul mio viso, nonostante avessi cercato di coprirle con del trucco rubato dalla trousse di mia madre. Strinsi le labbra e le sorrisi ugualmente, di certo non potevo mettermi a raccontare tutto, e non a lei.
Ma non perchè fosse lei, fosse stato qualcun'altro al di fuori di Kibum e Jonghyun non avrei parlato lo stesso.
"Sì, è che.. soffro di insonnia" buttai lì velocemente, mentendo con la prima cosa che mi era venuta in mente.  "E stanotte non sono riuscito a dormire, tutto qui." annuii, cercando di risultare il più credibile possible. Lei parve berla e la vidi annuire sorridendo, prima si spostare lo sguardo sul resto della classe. Un gruppo di mie compagne stavano discutendo a bassa voce, spostando ogni tanto lo sguardo su me e Tsuki, ridacchiando. "Hai visto JongKey?" le chiesi poi, girando di scatto il capo verso di lei, sentendo improvvisamente la mancanza dell'irritante voce di Kibum. Tsuki, assottigliò gli occhi, confusa.
"Chi?" 
Socchiusi gli occhi, sospirando. Già, avevo dimenticato che lei era nuova, e non conosceva ancora proprio tutto. E, come d'abitudine, avevo chiamato i miei due amici con quel nomignolo che io stesso gli avevo affibbiato qualche tempo prima.
"Umh, Jonghyun e Key, sai.. quei due ragazzi che erano con me ieri." spiegai, giocando nel frattempo con un bracciale un pò troppo grande per me, che portavo sempre al polso e  che rischiavo di perdere ogni qualvolta il suo ricordo passasse in secondo piano.
"Ah, umh.. sono usciti non appena ci hanno informato dell'assenza del professore.." rispose, guardando distrattamente le luci sul soffitto della classe. "Sai, quel K.. Kijoon?" assunse un'aria confusa. "Il ragazzo con i capelli biondi."
"Kibum." la corressi, ridacchiando. Lei sorrise annuendo e arrossendo appena.
"Kibum," ripetè. "Credo mi odi." disse infine, giocando con una ciocca dei suoi capelli, con espressione triste. Si mordicchiò il labbro inferiore mentre io scoppiavo a ridere cercando di fare meno rumore possibile. 
Oh sì, credeva decisamente bene. Però, era sveglia la ragazza!
"Perchè?" le chiesi.
"Non lo so.. quando sono entrata e mi sono seduta qui, continuava a fissarmi in modo.. strano. Mi guardava davvero male, Taemin. Dopo ha preso per mano Jong.. Junhy- l'altro tuo amico, insomma, e l'ha tirato fuori dall'aula." raccontò mormorando piano. Ridacchiai nuovamente, cercando di nascondermi dietro la mia mano. Potevo benissimo immaginare Kibum, come potevo immaginare le sue occhiatacce tipiche di quando qualcosa o qualcuno non era di suo gradimento.
"Non farci caso, Kibum è.. strano." lo giustificai passandomi una mano tra i capelli, prima di stropicciarmi gli occhi.
La stanchezza si faceva sentire ogni minuto di più, di questo passo avrei rischiato di addormentarmi sul banco. Ma ripensandoci, le prime due ore erano libere: il professore di psicologia sembrava essere malato, o comunque era assente, e ne avrei potuto approfittare.
Sbadigliai portando le braccia verso l'alto e stiracchiandomi un po. Improvvisamente il banco sembrava così invitante. Gli occhi sembravano non riuscire a rimanere aperti e in poco tempo mi ritrovai con il viso affondato tra le braccia, i capelli castani che mi ricadevano su di esse, creando una barriera tra me e la luce, tra me e il resto del mondo.
Non mi importava quello che avrebbero pensato i miei compagni vedendomi in quello stato, ora volevo solamente riposare.
"Ah, Taemin." disse poi Tsuki, riportandomi alla realtà. In un primo momento fui tentato di mugugnare qualcosa e rimanere fermo, giusto per farle capire quali fossero le mie intenzioni, ma alzai comunque contro voglia il capo, cercando di darmi un contegno nonostante i miei occhi fossero ancora semichiusi.
"Sì." bofonchiai. Lei mi guardò, chinando il capo da un lato.
"Stai bene?" mi chiese nuovamente, e in quel momento risultò davvero irritante.
"Sì, vorrei solo dormire un po." ammisi, grattandomi la punta del naso. "Dimmi, comunque." forzai un sorriso.
"Minho dice se sei libero domani pomeriggio. Lui non ha nulla da fare, sai.."
"Oh," avevo dimenticato l'accordo preso con suo fratello. "Sì, credo di sì." risposi. Per una volta avrei potuto anche saltare gli allenamenti con Kibum e fare qualche attività più rilassante. Anche se studiare matematica è tutt'altro che rilassante.
"Perfetto allora!" esultò battendo le mani, facendo un baccano infernale.
Quello stesso gruppetto di ragazze si voltò nuovamente verso di noi, incuriosite e infastidite. 
Sospirai affondando nuovamente la testa tra le braccia, stanco. Ora, un pò di riposo.
 
Venni svegliato più tardi dalla fastidiosa voce di uno dei miei amici. Come potevo aver pensato prima, qualche minuto fa- ero certo che non fosse passato molto tempo da quando mi ero addormentato- di sentirne la mancanza?
Kibum stava ridendo, oh, e lo stava facendo alla grande anche. E dal tono sommesso che si sentiva al di sotto della sua voce squillante, capii che probabilmente Jonghyun se ne era uscito con una delle sue solite e squallide battute che, puntualmente, provocavano al biondo risatine isteriche degne di una quindicenne al suo primo appuntamento.
Mugugnai contrariato e infastidito, strofinando il viso sugli avambracci coperti dalla leggera maglia che avevo deciso di indossare quel giorno.
La risata di Kibum si affievolì e poco più tardi sentii le sue dita accarezzarmi i capelli.
"Sveglia, bell'addormentato." ironizzò lui, spostandomi qualche ciocca dal viso. Sbuffai alzando il capo, guardami attorno con occhi socchiusi. La classe era deserta, eccetto per me, Kibum, Jjong e il panino che quest'ultimo stava divorando. Li guardai confuso: quanto avevo dormito?
"E' l'ora di ricreazione, Honey." disse Kibum come se mi avesse letto nel pensiero. Notai la porta della classe chiusa ed il leggero brusio al di fuori di essa.
Oh, bene. Avevo passato due ore in stato vegetativo addormentato sul mio banco, senza nemmeno rendermene conto.
"Oh." mormorai, riaffondando la testa tra le braccia.
"Taemin, hai dormito stanotte?" chiese Key sospettoso, facendomi alzare la testa e prendendomi il mento tra le dita, studiando il mio volto. Lo guardai negli occhi, leggendoci dentro tutta la sua preoccupazione. Kibum, nonostante il solo anno di differenza tra noi, sembrava avermi preso come un figlio, più che come un amico. Mi dispiaceva che si prendesse tutte queste pene per me.
Scossi la testa abbassando lo sguardo sulle mie mani.
"Di nuovo?" lo sentii sospirare, ed annuii piano, tamburellando con le dita sulla superficie fredda. Rimanemmo per qualche minuto in un angosciante silenzio, finchè l'altro ragazzo non si decise ad interromperlo, come era solito fare.
"Honey," Jonghyun imitò l'accento del suo ragazzo, beccandosi un pugnetto sulla spalla, con le rispettive lamentele da parte del compagno. "Il quarto d'ora d'aria sta per finire, vuoi darti un contegno per le prossime lezioni?" chiese ridacchiando. Annuii, ancora insonnolito.
Dopo il primo momento di vuoto mentale, mi tornò in mente che fino a poco fa c'era Tsuki seduta al mio fianco, dove ora c'era soltanto il banco vuoto ed un grande raccoglitore dal quale spuntava l'angolo d'un un quaderno bianco. Allungai il collo incuriosito. Prima lo aveva chiuso come se nascondesse qualcosa, chissà perchè..
"Tsuki?" chiesi, rivolto a nessuno dei due in particolare.
"Il cardo è fuori," rispose Kibum, guardandosi le unghie indifferente.
Jonghyun rise e, passando un braccio attorno le sue spalle, se lo  tirò contro facendolo appoggiare sul suo petto.
"Bumie~, quando smetterai di prenderla in giro?" gli chiese dolcemente, baciandogli la testa coperta dai biondi capelli arruffati.
"Maaai." canticchiò un risposta Key, con la guancia premuta contro la sua spalla.
Sorrisi, decidendo di alzarmi e andare in bagno, prima del suono della campanella e del successivo inizio delle lezioni. Mi stiracchiai iniziando a camminare verso la porta. 
Lanciai un' ultima occhiata ai miei amici, e li vidi scambiarsi tenere effusioni. Sbuffai una risata ed uscii.
 
Ormai mancava qualche minuto al suono dell'ultima campanella. I miei compagni erano già pronti, nonostante la professoressa di storia stesse ancora finendo di spiegare la lezione.
Dopo aver lasciato la classe, durante la ricreazione, avevo incontrato Tsuki nel corridoio, sola, mentre beveva il suo succo. La lasciai stare e tirai dritto per il bagno dei maschi, senza fermarmi anche quando la vidi seguire i miei movimenti con lo sguardo. Volevo sciacquarmi il viso e sentire le gocce fredde scivolare su di esso, svegliandomi parzialmente dallo stato comatoso in cui ero caduto.
Dentro, affacciati alle finestre, c'erano quei due o tre ragazzi che si appostavano alla finestra per fumare di nascosto qualche sigaretta; ignorai anche loro.
Jonghyun e Key erano ancora abbracciati, gli zaini pronti ai loro piedi, nonostante gli occhi di qualche alunno puntati su di loro. Non era difficile per gli altri capire cosa ci fosse tra i due: JongKey se ne andavano in giro sempre abbracciati, e non perdevano l'occasione di baciarsi e coccolarsi di fronte a loro nei corridoi della scuola, in classe o nel cortile.
Erano indifferenti verso ciò che pensava la gente. Era stato Kibum ad inculcare questa filosofia nella testa del suo compagno, il quale prima era piuttosto restio dallo sbandierare la loro relazione ai quattro venti.
Tsuki, poco più in là, stava ancora seguendo attentamente la lezione, a differenza di tutti gli altri. I suoi occhi grandi erano puntati sull'insegnante e dallo sguardo sembrava totalmente presa da ciò che essa diceva. La professoressa, d'altro canto, sembrava stesse ripetendo solamente per lei.
Quando finalmente la campanella suonò, tutti scattarono in piedi, diretti verso la porta. Alcuni non salutarono nemmeno l'insegnante e uscirono velocemente, chiacchierando a voce alta. Questa fece in tempo a sospirare un flebile 'grazie' prima che la classe si svuotasse interamente.
Avevo visto Jonghyun e Key uscire, ma sapevo che mi avrebbero aspettato solo fuori dalla classe; infondo, le nostre case non erano molto distanti e facevamo ogni giorno il tragitto per tornare insieme.
Io riposi lentamente il libro- l'unica cosa che avevo lasciato fuori- nello zaino, sorridendo a Tsuki e facendole capire che l'avrei aspettata. Lei ricambiò, rimettendo le cose velocemente nella borsa a tracolla che utilizzava, poi si alzò avvicinandomisi.
"Grazie," sorrise, mentre ci incamminavamo insieme verso l'uscita e io scrollavo le spalle ridacchiando. Salutò cortesemente l'insegnante e arrivammo nel corridoio. Una volta usciti vidi Key mormorare qualcosa al suo ragazzo, prima di stringercisi contro e posare lo sguardo su di noi.
"Taem, non dirmi che oggi torniamo da soli."  disse, allargando appena i suoi occhi verso di me. Ridacchiai silenziosamente: non solo non voleva che quella ragazza si avvicinasse a Jonghyun, ma non voleva nemmeno si avvicinasse a me. Non avevo mai incontrato qualcuno così protettivo nei confronti di altri, se non Taesun. Ma lui era un caso a parte.
"Non ti preoccupare," sorrise timidamente Tsuki "Mio fratello mi aspetta all'ingresso." disse, facendo allargare il sorriso di Kibum, contento.
"Magnifico, allora." continuò lui, beccandosi un' occhiataccia da parte mia. Era anche fin troppo acido, a volte.
Posai una mano sulla spalla della mora, sorridendole.
"Ti accompagno!"
Lei annuì, arrossendo e mormorando un leggero 'grazie', mentre abbassava lo sguardo. Li sorpassammo e lanciai uno sguardo a Key alla Ora stai esagerando. Lui tirò fuori la lingua e poggiò l'indice sulla pelle sotto l'occhio destro, tirandola leggermente giù, prima di iniziare a camminare dietro di noi.
"Ti trovi bene, allora?" chiesi, rivolto a Tsuki che camminava lentamente al mio fianco. Dovetti rallentare il mio passo, solitamente piuttosto veloce, per starle accanto. Jonghyun mi diceva sempre che dovevo camminare più lentamente, che non stavo gareggiando o qualunque cosa fosse, e che potevo tranquillamente prendermela comoda. Io chiedevo scusa, rallentando il passo, e, puntualmente, qualche minuto dopo mi ritrovavo di nuovo a camminare velocemente senza nemmeno rendermene conto, con Jjong che mi ripeteva la stessa cosa.
"Sì, mi piace il modo in cui quest'insegnante spiega." rispose, sospirando quando uscimmo dal portone principale dell'edificio. Si fermò guardandosi attorno e sorrise non appena il suo sguardo si posò su una figura slanciata appoggiata al tronco di un albero a qualche metro da noi, infondo la scalinata.
Minho era appoggiato alla corteccia,con una gamba piegata e la scarpa premuta contro di esso, e guardava le macchine in movimento lungo la strada. Il leggero venticello di quel giorno gli scompigliava i lunghi capelli facendoli sembrare molto più soffici di quello che in realtà sicuramente erano.  Il semplice abbigliamento in perfetto contrasto con quello elegante del giorno precedente, le braccia incrociate al petto come a coprire la stampa della maglia che quasi fasciava strettamente il suo corpo, e un mazzo di chiavi che spuntavano tra le dita della mano sinistra.
"Minho!" chiamò la ragazza, sventolando una mano in aria. Il fratello voltò di scatto la testa verso la fonte del rumore, e subito si lasciò sfuggire un sorriso, prendendo a camminare verso di noi, mentre a nostra volta anche noi ci avvicinammo. Una volta faccia a faccia, rimasi fermo senza sapere bene cosa dire, e, alzando lo sguardo su di lui, mi lasciai distrarre dalla sua altezza. Non so se è una mia impressione, ma quel ragazzo sembra diventare sempre più alto.
"Ehi," sorrise lui, chinandosi a dare un bacio sulla guancia della sorella, togliendole il peso della borsa, portandosela in spalla, poi si voltò a guardare me sorridendo. "Ciao." 
"Ciao.." ricambiai timidamente il saluto.
"Minho, ho detto a Taemin per domani," iniziò Tsuki, spostandosi di fianco al ragazzo. "Dice che non ci sono problemi."
"Già," annuii, imitato da Minho.
"Sai, domani non ho impegni con l'Università." disse ravvivandosi un pò i capelli scuri "Vengo a prendere Tsuki e torni con noi, se vuoi."
"Non vorrei disturbare..." mormorai tornando a giocare con il bracciale al mio polso. 
"Tanto devo prendere lei." rise Minho, indicando la sorella al suo fianco. "Pranzi da noi, poi ti riaccompagno a casa, non c'è problema."
"Posso tornare a piedi.." azzardai. Non è che non voglio mi riaccompagni lui- anche se, devo ammettere, quel ragazzo continua ad incutermi un pò di timore, magari proprio per la sua altezza-, è che odio dover disturbare la gente per una cosa stupida come questa.
"D'accordo, poi vedremo, eh?" fece lui, posando una mano sulla schiena della sorella. "A domani." salutò, incamminandosi, portando con se la ragazza, che sventolò una mano nella mia direzione sorridendo. 
Jonghyun e Key mi affiancarono, mentre guardavo i fratelli allontanarsi, parlando allegramente e ridere, spintonandosi a volte. Provai un pizzico di invidia verso la ragazza, e forse anche un pò di nostalgia, ma poi sorrisi appena, facendo ruotare un'ultima volta il bracciale d'argento attorno il mio polso. 
In un modo o nell'altro, Taesun è sempre al mio fianco, infondo.










N. d. a.

Finalmente ecco il secondo capitolo!
Ce ne ho messo di tempo, lo so, chiedo perdono. Però sono piuttosto soddisfatta del risultato finale, e spero anche voi lo siate!
Ah, Tsuki è un pò imbranata con i nomi, ssì. Chiedo perdono se quasi tutto il capitolo è ambientato all'interno della scuola, poi più avanti le cose cambieranno, prometto.
Beh, al prossimo capitolo con la prima ripetizione! 
Chu~ <3
 






 
   
 
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