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Autore: elyforgotten    29/03/2012    9 recensioni
Questa è la 2 parte della fanfic di Briony e Elijah, il seguito di "My story with an Original..with Elijah!"
Come si sconfigge il destino?
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Dal capitolo 34:
Briony era pienamente consapevole di aver bisogno di Elijah, più di quanto avesse bisogno nel sentirsi la pelle intatta sopra le ossa, nel sentire l’aria fluire nei polmoni e il cuore battere regolare per farla vivere. Tutte quelle cose necessarie per qualunque altro essere umano erano influenti per lei se non aveva Elijah accanto.
Il pensiero di saperlo morto valeva per lei come qualcosa di intossicante che le si ficcava in gola e la privava dolorosamente del respiro, fino a far morire lei stessa.
Non sarebbe mai più riuscita a vivere senza di lui, le era entrato troppo dentro con quello sguardo magnetico e freddo, con quell'espressione che a volte le faceva venire voglia di scappare via a gambe levate ma inevitabilmente rimaneva sempre lì con lui.. con quegli occhi neri, profondi e tristi che dicevano di non credere nell'amore quando invece aveva proprio cominciato a crederci stando con lei.

Revisionata/Aggiornata
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo, personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm always in this twilight, in the shadow of your heart. '
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5 CAPITOLO

 

I mostri sono reali.

Vivono dentro di noi. E a volte vincono...

 

 

 

Briony continuava a fissare lo specchio con le sopracciglia aggrottate e l’espressione concentrata: aveva sempre timore nell’entrare in bagno dopo ciò che aveva visto, e ancor di più vedersi allo specchio per colpa di quell’inquietante scritta che sembrava non voler dimenticare.

Quel giorno però non si focalizzò sullo specchio in particolare, ma su un punto del suo viso: i suoi occhi.

C’era qualcosa di strano in loro…

Ci voleva un’arguta vista per accorgersene ma quando lei si avvicinava di più allo specchio, quasi potesse toccarlo con la punta del naso, Briony riuscì a scorgere dentro quelle pupille verdi un’ombra strana... quasi una specie di luccichio rossastro, che invadeva le iridi degli occhi rendendoli quasi spaventosi.

Sbatté le palpebre per scacciare quello pizzicore fastidioso e quando li aprì stranamente non c’era più niente dentro di essi: nessuna ombra, nessuna luce color rosso sangue così intenso da farla sobbalzare e pensando che quella allo specchio non potesse essere davvero lei.

“Perché ti specchi in quel modo? Stai cercando qualche traccia della vecchiaia?” la richiamò Caroline con una battuta sarcastica, entrando in bagno.

Briony si riscosse subito, asciugandosi gli occhi con un asciugamano: “Non è divertente detta da una che ha l’orologio biologico bloccato a 17 anni. Tutte le aziende cosmetiche ti vorrebbero come testimonial sai?” replicò lei con un sorrisetto, uscendo dal bagno.

Briony smettila, sei sempre stata bellissima e quante volte ti ho pregato di partecipare al concorso di reginetta di Mystic Falls, ma tu inventavi sempre qualche scusa pur di non parteciparvi! Potevi vincere sicuramente sai? Saremmo diventate le uniche sorelle di Mystic Falls che hanno vinto entrambe la fascia di reginetta!” esclamò Caroline euforica battendo le mani come una bambina.

Briony alzò gli occhi cercando di non assecondarla anche se le veniva da ridere: “Non sono robe adatte a me, sei tu l’esperta in queste cose da reginetta-guardatemi come sono perfetta! E  lo sai che non mi piace ricevere troppi complimenti... davanti a un pubblico poi..” mormorò impallidendo solo al pensiero.

Caroline rise di gusto criticando la troppa riservatezza della sorella, ma all’improvviso Briony si fece seria e la fissò dritto negli occhi: “Elena ti ha avvisato di ciò che è successo ieri sera…?”

Caroline si immobilizzò di colpo diventando nervosa, ma cercò di non darlo troppo a vedere: “Sì mi ha informato e mi ha anche detto che Damon e Stefan non sono riusciti ad uccidere gli Originali”

“Fingerò di non aver sentito del dispiacere nella tua frase” replicò Briony sprezzante, inarcando un sopracciglio.

 Poi però improvvisamente si ricordò della frecciatina che Klaus le aveva lanciato.. sul fatto che Caroline fosse coinvolta in tutto questo, che non aveva esitato un attimo a collaborare con i Salvatore..

Le sembrava così impossibile dopo come si erano riappacificate e promesse di non dirsi più bugie... ma forse era uno dei soliti stratagemmi di Klaus per mettere tutti l’uno contro l’altro, mentre lui se ne stava comodo a bersi un drink tutto soddisfatto:

“Ho provato a chiamarti ieri sera per avvertirti di stare attenta, visto il casino che i Salvatore avevano combinato… eri in compagnia?” domandò cercando di apparire normale.

Caroline sussultò sentendo quella domanda perché conosceva troppo bene la sorella per capire che non era solo una semplice domanda di cortesia… forse qualcuno le aveva rivelato qualcosa… Si portò nervosa un ciuffo dietro l’orecchio:

“Beh in effetti sì.. Klaus ha architettato una tecnica di abbordaggio nei miei confronti ma io me ne sono subito tirata fuori, anche perché sai cosa penso di loro… e me ne sono ritornata subito a casa.” rispose per far sfuggire ogni possibile dubbio. Non voleva leggere dentro gli occhi di Briony un’ennesima delusione da parte sua… lei non avrebbe mai capito il perché avesse agito in quel modo alleandosi con i Salvatore, e ogni discussione sarebbe stata inutile.

Briony la guardò dubbiosa, pensando se doveva fidarsi o no della sua buonafede: molte volte Caroline le aveva mentito spudoratamente, oppure le aveva taciuto parte della verità manipolandola a suo piacere.

Ma come al solito il bene infinito che le voleva ebbe il sopravvento, e cercò di darle un pochino di fiducia per non far mettere sottopressione entrambe.

“Klaus però è diverso da tutti gli altri e devi stare attenta… è diabolico e perverso.  Racconta certe frottole convinto che io ci caschi.. spero che abbia capito di darsi finalmente una calmata” rispose furiosa bevendo un bicchiere d’acqua.

“Damon e Stefan comunque non rinunceranno tanto facilmente..”

“Dovranno farlo invece se non vorranno ritrovarsi appesi ad un albero. Capisco che vogliono liberarsi di Klaus, ma non possono condannare un’intera famiglia innocente” replicò Briony prontamente, senza il minimo timore.

Caroline spalancò la bocca, incapace di credere alle sue orecchie:

“Credi davvero che Elijah sia innocente come un angelo e che non sia capace di compiere gli stessi atti atroci che ha fatto Klaus? Vallo a dire a Bonnie visto che sua madre ora è diventata un vampiro per colpa sua!”

Briony lanciò alla sorella un’occhiataccia diabolica per ciò che aveva detto su Elijah.

“Non ricominciare Caroline.. sono stufa di doverti ripetere sempre le stesse cose e sono arcistufa di sentirti dire delle atrocità nei suoi confronti.. non mi metti in una bella posizione facendo così, sai?” rispose esasperata, sentendo che quelle accuse la ferivano come un pugnale nel petto, perché Caroline voleva farle credere a tutti i costi che quelle atrocità su Elijah fossero vere. E Briony stava combattendo con tutte le sue forze per non permettere a quel pugnale di andare giù a fondo nel suo cuore.

Caroline si infuriò notevolmente, tanto che diede una manata alla parete:

“Mi arrabbio perché non ti rendi conto di cosa Elijah potrebbe essere capace. La sua famiglia è pericolosa, più di quanto tu possa immaginare: trascinano nelle rovina chi sta loro accanto!”

Briony scosse la testa.

Rovina? Quale rovina? Elijah le avrebbe rovinato la vita soltanto se avesse smesso di farne parte.

“Dopo tutto quello che è successo, dopo tutto quello che ho passato, non pensi di dovermi accordare un po’ di fiducia? Pensi che non comprenda il fatto che Elijah potrebbe essere pericoloso per la mia vita o per chiunque altro a causa di ciò che è? Ma io lo conosco Caroline, e non è il mostro che descrivi! Perché crederci per te è così difficile?” mormorò supplicante.

“E perché per te è sempre così facile?”

“Non è mai stato facile!” gridò Briony a gran voce.

Non sapeva perché aveva urlato in quel modo quella frase: forse perché aveva bisogno di far capire agli altri che lei non era una macchina sempre pronta a lottare, a non mollare mai, come se non conoscesse alcuna debolezza e fosse forte come una roccia. Ma non lo era.

Si sentiva terribilmente fragile e indifesa al solo pensiero di perdere qualcuno che amava. In quei lunghi mesi di lontananza, quando Elijah non c'era più, aveva sempre un sorriso da donare per confortare gli altri o una mano sulla spalla per sostenerli e non permettere ai suoi amici di cadere; quando in realtà era lei che stava scivolando in un vortice pieno di dolore e disperazione, pronto ad inghiottirla.

Ma non l'aveva mai dato a vedere.. perché non voleva essere un peso per gli altri, non voleva che si sorbissero ulteriori drammi a causa del suo amore perduto.

Aveva sofferto in silenzio, come al solito. Ma non per questo le sue lacrime invisibili erano mene sincere di altre chiaramente mostrate. A volte é più sincero il dolore di chi soffre in silenzio.

Caroline capendo il tormento interiore della sorella, le si avvicinò lentamente:

“Oh Briony, tutto questo non ha senso…” mormorò scuotendo la testa bonariamente.

“Infatti non ha senso... l’amore non ha logica, dovresti saperlo Caroline”

L’amore domina il corpo, invade la mente, cancella ogni volontà e ogni aspetto ragionevole della vita. L’amore annulla la vita con una forza trascendente e distruttiva.

“Lo so fin troppo bene.. e infatti stavo per rimetterci la pelle” replicò Caroline pensando a ciò che era successo con Tyler.

“A proposito.. hai più sentito Tyler?”

“No si è completamente volatilizzato nel nulla dopo la festa del mio pseudo compleanno”

“Povero Tyler..” sussurrò Briony facendosi triste.

“Povero Tyler?! Povera me!” ribatté Caroline sgranando gli occhi e allora Briony sospirò per farle capire il suo punto di vista.

“Comprendo il fatto che tu sia infuriata ma cerca di capire anche lui.. si starà logorando al pensiero di averti fatto del male e la sua fuga ne è la prova perché non riesce a convivere con la sua colpa.. sono sicura che ti ama nonostante tutto”

“Anche io provo lo stesso ma non penso di potermi fidare ancora.”

Briony inarcò un sopracciglio fino ai capelli:

“Quindi non vuoi più saperne niente di Tyler, ma fai l’accompagnatrice di Klaus ai balli eleganti? Seriously?”

Caroline alzò subito il tono della voce per difendersi:

“E’ una cosa diversa. Mi ha letteralmente costretta. E poi te l’ho detto che non voglio averci niente a che fare”

Ma dal tono della sua voce non traspariva quella sicurezza che sperava.. forse perché era rimasta molto colpita dal comportamento di Klaus e si era sentita davvero lusingata a ricevere le sue attenzioni.. come se davvero lei gli piacesse..

Ma doveva davvero fidarsi? Klaus era una persona senza scrupoli e una parte del suo cuore la metteva in guardia; ma l'altra parte voleva cercare di comprenderlo.

Le rimbombava nella testa la conversazione che avevano avuto la sera prima: lei gli aveva detto che per volere bene a una persona bisogna prima capirla e lui non ci sarebbe mai riuscito finché avrebbe vissuto in quel modo.

La risposta di Klaus l'aveva lasciata basita: "E chi dovrei amare se tutti mi odiano?"

Caroline si riscosse dai pensieri e si mise a fissare la sorella senza dire niente; ora che si sentiva più forte grazie alla sua natura di vampiro voleva proteggere Briony a ogni costo, e tenerla lontano dai pericoli. Ne aveva già passate tante, troppe, e finchè rimaneva legata a una vampiro, a un Originario per giunta, la sua vita sarebbe stata presto spezzata.

Briony intuì quali fossero i pensieri della sorella e la prese per mano, costringendola a sedersi accanto a lei:

“Vieni siediti e parliamo civilmente senza gridare come pazze ok?”

“E perché?”

“Perché sono la sorella intelligente” rispose lei sorridendo, ma poi ridivenne seria e prese la mani della vampira fra le sue.

“Caroline, apprezzo il fatto che tu ti interessi a me e al mio bene,  perché io farei la stessa cosa, ma siamo noi stesse a decidere la nostra vita e quale scelte intraprendere. Soltanto noi. Non puoi pensare che tutto dipenda da te solo per il fatto che tecnicamente sei più forte rispetto a un tempo. Se ti fidi di me, se mi vuoi bene, devi rispettare le mie scelte. Non dico che devi condividerle per forza ma almeno cerca di non sclerare come prima ok?” sussurrò dolcemente accarezzandole la guancia.

Caroline scosse subito la testa perché si sentiva demoralizzata per il fatto che la sorella non volesse sentire le sue opinioni e tentare di capire come si sentisse dentro:

“Perché cerchi amore da chi non può offrirtelo?” disse poi ad un tratto, cogliendo Briony alla sprovvista.

“Insomma ci sono alcuni vampiri con la testa sulle spalle, che hanno ancora dentro di loro la propria umanità ma Elijah sembra davvero… insomma fa rabbrividire soltanto a guardarlo. E’ terrificante quando ti fissa con quegli occhi neri..” mormorò Caroline impallidendo solo al pensiero.

“E sembra che non provi nessun briciolo di emozione. Come se fosse un blocco di ghiaccio.” Continuò deglutendo.

Briony ascoltò attentamente le sue parole e non riusciva a biasimarla, visto che anche lei era rimasta parecchio intimorita e spaventata dall’Originario e da alcune sue reazioni.

A prima vista Elijah sembrava solo un inumano mostro di ghiaccio, visto che la sua parte umana era inarrivabile. Perché non faceva avvicinare nessuno, che non fosse la sua famiglia; allontanava chiunque con un semplice sguardo che faceva trapelare soltanto freddezza, crudeltà, indifferenza. Facendo credere a tutti che era quello il suo vero sguardo e che non sarebbe mai esistito niente di diverso.

Forse perché si era talmente abituato al’Oscurità che aveva finito per conviverci, credendo di meritarselo per ciò che era. O forse credeva che bastasse a riempire il vuoto della sua vita immortale, chiudendo e distruggendo ogni spiraglio di umanità che tentava di aprirsi.

Elijah era proprio così prima che si conoscessero.

Ma l’amore ci fa cambiare, e le ferite che da esso provengono pulsano come acido sulla pelle e tormentano il cuore fino a farlo sanguinare, ma alla fine di tutto l’amore cambia ogni visione della vita. Come un fulmine a ciel sereno.

I meccanismi di difesa vengono sgretolati, le maschere si abbassano. E finalmente trovi la forza di cancellare l’oscurità che si celava dentro i propri cuori, per scorgervi all’interno quella pallida luce fioca che dimostrava che la propria umanità non si poteva mai soffocare del tutto.

E infatti chiunque comprendeva Elijah per ciò che era veramente ne veniva catturato all’istante e non sarebbe mai riuscito a dimenticarlo o lasciarlo andare via. Come succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile.

Briony ripensò tutte quelle cose e comparve un debole sorriso nel suo volto:

“Credimi quando ti dico che mi sentirei morire al solo pensiero di non averlo più al mio fianco.. ormai lui è diventato una parte di me da cui non posso e non voglio staccarmi. E’ come se… la mia vita avesse prese significato soltanto quando lui ha cominciato a farne parte.”

Briony voleva con tutto il cuore che Caroline la capisse o che almeno si sforzasse.. Si chiese perché la sorella vedesse Elijah in una determinata veste e lei in tutt’altra.

Forse perché alla biondina non si bloccava il respiro quando lui la guardava, la sua anima non si torturava al solo pensiero di perderlo per sempre, o perché il suo cuore non batteva fortissimo ogni volta che Elijah semplicemente la sfiorava.

Caroline abbassò la testa e dalle labbra fuoriuscì un respiro soffocato:

“E’ proprio per questo che mi preoccupo...” sussurrò a malapena.

Briony la guardò interrogativa mentre Caroline sembrava come se cercasse l’aria sufficiente per riuscire a parlare:

“Tu lo ami così tanto che saresti disposta a sacrificare tutto… persino la tua vita. La tua anima. Ed è sbagliato, Briony

Fu come ricevere una mazzata in pieno viso. Sapeva a cosa Caroline si riferisse e Briony ne era consapevole e ci aveva spesso pensato più volte: se voleva restare con Elijah, doveva diventare un vampiro. E prima o poi sarebbe accaduto.

Non sapeva se lui avrebbe acconsentito visto gli ultimi avvenimenti e i rimorsi che erano ritornati a galli a causa di ciò che aveva fatto nei secoli; ma se in passato per Briony diventare un vampiro era una cosa abbietta e mostruosa, ora le cose erano cambiate.

Quando Elijah aveva capito per un attimo ciò che lei desiderava e si era avvicinato pericolosamente a lei, Briony in cuor suo aveva sperato che la trasformasse.

Sapeva che era pericoloso, sbagliato, e non poteva immaginare di vivere cibandosi di sangue umano e di frenare sempre i propri istinti per non recare pericolo agli altri.

Ma il vantaggio più grande e quello più importante da cui ne avrebbe ricavato.. sarebbe stato poter vivere con lui, per sempre. Non chiedeva altro.

Fissò la sorella che sembrava sul punto di avere un’altra crisi di nervi e constatò che dopo tutto era riuscita ad amare la sorella anche sotto quella veste, perché Caroline non poteva fare altrettanto e rispettare la sua scelta?

“Ma sei un vampiro Caroline... credevo che tu..”

“A prima vista sembro felice, ma tutti i giorni convivo con la consapevolezza che prima o poi perderò tutte le persone che amo e…” I singhiozzi inondarono il viso fino ad arrivare alle labbra, impedendole di scandire bene le parole ma Briony riuscì comunque a sentirle:

“E rimarrò sola..” sussurrò piangendo.

Briony sobbalzò sentendola parlare così: non ce la faceva a vedere la sorella in quello stato,  e quel che peggio Briony si sentiva in colpa per non aver capito il tormento e la sua angoscia a causa della consapevolezza di perdere un giorno tutte le persone che amava, e infine di loro sarebbe rimasto solo un tenue ricordo che sarebbe appassito col passare dell'eternità:

“Oh Caroline…” sussurrò Briony tristemente prendendola tra le braccia.

Affondò la testa nei suoi capelli e le accarezzò dolcemente, come se avesse paura di farle del male

“Non potrai mai essere sola finché avrai un posto nel mio cuore” sussurrò teneramente mentre l'abbracciava.

Caroline sfogò tutte le sue lacrime sulla sua spalla come se avesse bisogno di sfogare il suo dolore e il suo dramma per essere un vampiro.

“Tu sei mia sorella, e non c’è niente che non farei per te” mormorò Briony ancora una volta prendendole il viso fra le mani, per dimostrarle che gli occhi non mentivano.

In fondo era vero, Caroline era sangue del suo sangue e questo genere di legame non può essere spezzato per nulla al mondo. Potevano litigare, arrabbiarsi ma alla fine trovavano sempre il modo di riconciliarsi.

Anche se la fiducia una volta persa, è quasi impossibile riconquistarla.

 

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É facile ripensare a un ricordo, ma ancor più difficile provare a non farlo. Un ricordo provoca sempre un dolore perché nella maggior parte delle volte sai che non ci saranno mai più momenti come quelli.

Si poteva solo pensare a cosa sarebbe potuto succedere se avessimo fatto scelte diverse o se abbiamo combattuto abbastanza per far sì che quei momenti non fossero soltanto ricordi lontani.

Per questo Briony si intristì mentre riguardava alcune vecchie foto che ritraevano se stessa da piccola insieme alla madre: erano immagini tenere, dolci come ogni foto tra una madre e una figlia dovrebbero essere. Peccato che la realtà era ben diversa…

Non riusciva nemmeno a ricordarsi l’ultima volta che aveva detto “Ti voglio bene mamma” o una semplice telefonata avvenuta di recente, poiché le due non si sentivano né si vedevano da anni.

Non l’aveva voluto lei... chi mai vorrebbe allontanarsi dalla propria madre? Colei che ti ha donato la vita e che ti è stata accanto nei primi anni della tua infanzia?

Ma purtroppo la vita non è una favola della buonanotte... e i fatti lo avevano dimostrato ampliamente.

Come poteva una madre abbandonare la propria figlia, lasciarla sola per lunghi anni senza mai una telefonata, mai una visita, mai una lettera? Senza il minimo appiglio che ti facesse credere che lei pensasse qualche volta a te.

Fu un atto spregevole e meschino il suo.. lasciare l’unica figlia da sola senza un perchè. Era come se la luna abbandonasse le sue stelle.

Le mani di Briony affondarono in un altro scaffale dove c’erano altre foto di lei da piccola che portava a spasso Caroline nel passeggino, o quando le dava un tenero bacio sulla fronte mentre dormiva nella culla.

Sorrise teneramente pensando a quei ricordi: quando si è bambini tutto sembra più semplice... non puoi pensare alle difficoltà che un adulto deve affrontare.

Adagiò lentamente le foto sopra il comodino, quando improvvisamente Briony percepì una presenza dietro di lei.

Infatti subito dopo sentì un braccio forte avvolgerle il petto, fermandosi nell’incavo del collo, e istintivamente lei sussultò dalla paura ed ebbe voglia di lasciar spazio a un grido.

Tuttavia l’allarme non era così enorme: si sentì invadere da un respiro fresco che soffiò delicatamente sul suo orecchio sinistro e poi giù sul collo. Bastò un solo secondo per riconoscere quella presenza che si trovava dietro le spalle: soltanto una persona poteva farle venire dei brividi così intensi lungo la schiena, e il cuore come al solito cominciò a battere impazzito.

“Buongiorno.” sussurrò quella voce che avrebbe riconosciuto tra milioni, e come al solito si stupì di quanto fosse affascinante.

Briony sorrise lievemente, accarezzandogli il braccio che rimaneva fermo sotto il suo collo, e ogni volta che la schiena si avvicinava sempre di più al petto marmoreo di Elijah sentiva una scossa elettrica attraversarvi.

“Adesso ti intrufoli in casa mia come un ladro? Credevo avessi un po’ di buone maniere.” Affermò lei in tono ironico, osando a malapena muoversi. Non sapeva perché ma era stata invasa da un’improvvisa tranquillità e non voleva distaccarsi da lui per nulla al mondo.

Percepì la debole risata del vampiro solleticarle la pelle, quando poi lui le scostò i capelli sciolti dall’altro lato della spalla, per appoggiare le labbra fredde sulla delicata linea del suo collo, sotto l’orecchio.

Le guance di Briony si tinsero di un rosso fuoco mentre le ginocchia parvero cedere e piegarsi, come se fosse sotto l’effetto di un incantesimo. Sembrava come se Elijah le avesse soggiogato il cuore che batteva davvero solo in sua presenza.

Le labbra fredde del vampiro lasciarono il suo collo e baciarono delicatamente i suoi capelli castani: “Ho aspettato che tua sorella uscisse di qui, altrimenti sarei venuto prima.” le sussurrò nei capelli.

“Credi ancora che lei sia coinvolta su ciò che è successo ieri?” domandò incerta, restando immobile.

“Non mi fido di Klaus lo sai, ma tutto fa presumere che lei abbia collaborato con i Salvatore per uccidere me e la mia famiglia.” rispose lui gelido.

La ragazza scosse la testa ripetutamente perché non ci voleva credere che Caroline fosse coinvolta in tutto questo, che l’avesse pugnalata alle spalle un’altra volta.

Si girò lentamente verso di lui e lo guardò negli occhi:

“E’ mia sorella.”

Non sapeva che altro dire, non era di certo una giustificazione per ciò che aveva fatto ma Briony aveva le mani legate. Non sarebbe riuscita a farle del male e voleva davvero fidarsi di Caroline questa volta, invece di darle contro.

Elijah serrò gli occhi che divennero ad un tratto gelidi mentre si avvicinava di più a lei:

Briony, non ho intenzione di farle del male... ma voglio metterti in guardia. La fiducia che hai nei confronti di tua sorella è malriposta.” Rispose freddamente e senza un minimo di incertezza.

La ragazza si portò una mano sul viso non sapendo cosa fare, allora il vampiro si allontanò, cominciando a vagare per la stanza per poi immobilizzarsi di colpo.

Teneva le mani in tasca e tutto il suo corpo sembrava essersi irrigidito, come se fosse stato punto da un veleno che gli impediva di muoversi:

 “L’ultima cosa che vorrei vedere nei tuoi occhi è la mia stessa espressione che ho avuto io quando sono stato deluso dalla mia famiglia.” Mormorò lui ad un tratto, dandole le spalle.

Anche se non riusciva a vederlo in viso, Briony sapeva cosa si celava dietro quella frase all’apparenza gelida e cosa nascondevano i suoi occhi neri: Delusione. Dolore. Rabbia.

Era stato ferito dalle persone più importanti della sua vita, Klaus e sua madre, e voleva evitare con tutte le sue forze che anche lei subisse lo stesso tormento, perché dolori simili ti gelavano il cuore e impedivano a chiunque di entravi per non essere feriti nuovamente.

Briony stava per avvicinarsi a lui quando all’improvviso il cellulare di Elijah squillò e lui rispose fulmineamente. La telefonata durò pochi secondi infatti chiuse subito comunicazione e si girò verso di lei.

“Scusami devo andare.” mormorò scacciando via la tristezza che aveva invaso i suoi occhi quando aveva parlato della sua famiglia.

Briony gli sorrise cercando di farlo stare meglio: “Non lo dico per avvantaggiarmi sulla situazione ma… Andrà tutto bene. Risolveremo anche questa.” mormorò decisa avvicinandosi. Vedendo che lui sviava lo sguardo con un sospiro, lei continuò accarezzandogli il braccio:

“Non sprecare questa tua nuova libertà fossilizzandoti su problemi vecchi di secoli o su questioni familiari che ti consumano sempre le energie. Non addossarti tutto il peso, perché so come il tuo umore subito dopo diventi cupo.”

Elijah ritornò a osservarla, calmo, silenzioso come se non volesse esprimere a voce brutti e funesti pensieri; mentre le esperienze del passato risuonarono nell’aria come vecchi spettri. Con Briony la scorsa notte aveva condiviso un momento difficile ma di riconciliazione, di pace serena, e lei stessa non voleva lasciarsi sfuggire il futuro davanti a loro, proprio ora che ce lo avevano a portata di mano.

Mentre l’Originario affondava lo sguardo su di lei, rimanendo pensieroso, Briony non intuì se quelle parole gli fossero rimaste impresse e l’avessero davvero convinto. Sapeva che in fondo l’illusione per Elijah fuggiva come il lampo, la fredda razionalità ritornava a beffarsi della sua momentanea debolezza e le grigie abitudini lo avrebbero riportato ancora una volta sulla strada del freddo controllo.

Tuttavia lui la soggiogò nell’incurvare le labbra in un mezzo sorriso, sempre mezzo e non molto arrendevole, ma comunque un risultato c’era sempre in sua presenza:

“Hai detto che non vuoi avvantaggiarti sulla situazione ma mi sembra che tu voglia plagiare il mio umore per i tuoi voleri, Miss Forbes.” La provocò lui elegantemente con una piccola scintilla negli occhi.

Era sicuramente un bluff, o un modo per lasciar perdere quel discorso tortuoso che lo doleva sempre, ma Briony non se la prese. Sapeva che non diceva sul serio perché lui la conosceva troppo bene, e visto che una momentanea arrendevolezza spensierata era apparsa in lui dopo tutto, lei non volle mollare quella presa.

“Se è davvero così, non dovresti prendere una posizione?” gli ammiccò con finta innocenza, dondolando sulle gambe.

Lui la guardò da sotto le palpebre, rimanendo come sempre sotto l’aurea di pacata calma invidiabile. “Mi lusingherebbe davvero farlo ma… come ho detto devo andare, davvero.” E così dicendo fece un passo indietro, raffreddando la fiamma che aveva iniziato a cospargersi attorno al cuore martellante della ragazza.

Lei comunque non se la prese. Sapeva che il peso che Elijah si portava sulle spalle a proposito della famiglia e di tanti altri problemi non sarebbe svanito così su due piedi per magia; lo sapeva da tempo e gli sarebbe stata vicina per tutto il tempo per supportarlo e superando insieme tutte le sfide.

Senza problemi si avvicinò a quella figura statuaria, afferrandogli la cravatta. “Dammi un bacio e torna.” Gli sussurrò, prendendo tuttavia l’iniziativa nell’appoggiare le labbra sulle sue, creando una lieve pressione.

Si staccò quasi subito, gli sorrise benevolmente per fargli capire che comunque sarebbe andato tutto bene. Elijah era rimasto immobile, esaminandola in un muto silenzio con la sua solita compostezza che le faceva sempre infuocare il cuore. Persino non facendo niente era la raffigurazione della perfezione.

Dopo qualche magnetico secondo, con le labbra dischiuse lui indietreggiò di alcuni passi e si voltò, pronto a andarsene.

Vedendolo allontanarsi, lei agì d’istinto e gli disse come in una supplica: “Prenditi cura di te e non solo degli altri. Ti prego.”

Lui si voltò di nuovo in uno scatto automatico. Briony sperò davvero che le sue parole penetrassero in lui con tutta la radiosità emanante. E difatti Elijah si lasciò scappare, o le regalò, uno di quei sorrisi sghembi che le piacevano troppo. Parve che almeno un po’ della rigidità marmorea avesse abbandonato il suo volto. O magari davvero l’umore del vampiro aveva subìto un miglioramento, constatando quello di lei.

Briony gli sorrise di rimando e lo vide andarsene questa volta per davvero.

Adesso che era sola poteva davvero augurarsi che quell’impressione fosse autentica, vera. Voleva davvero sincerarsi che quel barlume di luce che aveva visto nei suoi occhi neri fosse di totale convinzione e che le sue parole avessero fatto breccia.

C’era una lunga strada sassosa da percorrere ma Briony era fiduciosa che ce l’avrebbero fatta. Erano arrivati fin lì, non credeva che esistessero ostacoli ancor ben più grossi.

Tuttavia un’ombra di astio attraversò il suo volto ad un tratto: per Klaus e Esther. Il pericolo era davvero scampato come voleva farsi credere, oppure doveva essere più sospettosa? E i Salvatore che avevano in mente?

Di solito c’era poco posto per il disprezzo nelle nature impulsive, fulgide e pensose. Ma lei – sfortunatamente – non era parte di quella perfetta categoria.

 

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La testa di Caroline girovagava in mezzo a pensieri tortuosi da cui non riusciva a scappare e l'assalivano continuamente: la sua coscienza le imponeva di dire subito la verità a Briony prima che lo venisse a sapere da qualcun altro, ma la paura di leggere nei suoi occhi l'ennesima delusione la bloccava sempre.

Non voleva che la sorella si infuriasse o peggio ancora che non la volesse vedere mai più, ma sperava in fondo al cuore che lei capisse le sue ragioni... finché Briony restava con Elijah, la sua vita sarebbe stata sempre in pericolo e prima o poi sarebbe diventata un vampiro.

É vero, Caroline in questo modo avrebbe avuto la sorella al suo fianco per sempre ma sarebbe stata egoista anche solo pensarlo: Briony avrebbe perso la sua umanità, la sua innata ingenuità e bontà, lo splendore del suo sorriso e i suoi occhi non avrebbero più scintillato ogni volta che si infuriava o si sentiva a disagio.

Caroline sospirò rumorosamente, quando all'improvviso il telefono si mise a squillare impazzito e sembrava non volersi fermare neanche un attimo.

Dall'intensità degli squilli Caroline dedusse che quella telefonata era parecchio urgente e rispose dopo qualche secondo di titubanza.

Riconobbe subito quella voce al di là della cornetta: era suo padre.

L’uomo le disse in poche parole che Tyler lo aveva chiamato per farsi aiutare da lui, ma Bill non avendo capito bene il motivo aveva deciso di telefonare alla figlia. Caroline deglutì non aspettandosi di risentire il padre, e cercò di spiegargli cosa era successo la sera del compleanno.

Bill rimase in silenzio per tutta la durata della spiegazione, disse solamente che sarebbe tornato in città per darle una mano e Caroline subito si mostrò felice per la proposta, anche se il buonumore svanì quando Bill le chiese di Briony.

 Caroline si morse nervosamente il labbro, cercando di non mettere ancor più nei guai la sorella e decise di dire semplicemente la verità: che Briony era riuscita a salvare Elijah e non aveva alcuna intenzione di lasciarlo.

Dall'altro capo della linea ci fu un lungo e terribile silenzio, poi il padre riattaccò senza neanche rispondere.

Nel suo piccolo appartamento a Denver, Bill Forbes, livido di rabbia e di frustrazione, afferrò un bastone e fracassò il telefono per la seconda volta, come la prima volta in cui Caroline gli aveva confessato che Briony si era invaghita di un Originario.

Non gli era mai passato per la mente che una figlia sua avesse potuto commettere una diavoleria simile.

Bill trascorse parecchi minuti girando per casa a grandi passi, dando bastonate ai mobili e ai muri, urlando bestemmie tra i denti e architettando piani strampalati, che andavano dallo spedire Briony in un convento in Italia, sino ad ammazzarla di botte.

Rifletté poi sull'ironia della sorte: lui era un cacciatore, discendeva da una delle famiglie fondatrici di Mystic Fallsma sua figlia era un vampiro mentre l'altra era persa dietro a un Originario.

Che ironia malsana della sorte.

Alla fine quando si fu calmato gli venne in mente un'idea risolutrice. Andò a prendere le chiavi e salì subito in macchina in direzione Mystic Falls.

 

---------------*****-------------

 

Briony dopo il dialogo con Elijah sperava di trascorrere quella giornata in tranquillità, ma quando vide il padre sull'uscio della porta capì che le sue prospettive di serenità erano andate completamente in frantumi.

Non doveva pensarlo ma Briony aveva davvero sperato di non rivedere il padre per un minimo di due anni, dopo come si erano lasciati l'ultima volta, e per questo lo fece entrare controvoglia.

"Ciao Briony. Ti vedo un  stressata..." puntualizzò Bill guardandola attentamente, mentre lei pensò proprio che era a causa del suo improvviso ritorno se si sentiva così stressata.

Bill entrò dentro casa e camminò dritto nel salone, guardandosi attorno:

"Lui dov’è?" chiese all'improvviso senza guardarla in viso.

"Ti prego non farmi ripetere ciò che ti ho detto l'ultima volta.. Sarebbe davvero spiacevole" mormorò Briony scuotendo la testa stancamente.

Perché il padre non capiva che comportandosi in quel modo creava soltanto dei problemi e faceva soffrire le sue figlie?

"Dio, Briony." ringhiò lui a denti stretti "Ti rendi conto di quello che stai facendo? Un Originario! Ogni volta che mi scontro col male é per causa loro, perché sono stati loro a creare dei vampiri e a diffondere altro male! E tua sorella ne sta pagando ancora adesso le conseguenze!" urlò facendosi più infuriato del solito.

"Papà.." sussurrò Briony frustata ma richiuse subito la bocca perché si rese conto che era inutile. Per quante volte aveva provato a fargli capire il suo punto di vista, le sue parole ricadevano a vuoto perché era come se si trovasse davanti a un muro.

Forse perché sia al padre che a Caroline non importava cosa si celasse dietro lo sguardo gelido di Elijah, non importava se lui era la persona che più le stava a cuore, e che il cuore l'aveva perso quando lui era scomparso dalla sua vita.

"Non dirmi che vive qui?" ruggì poi Bill tornando all'attacco.

"E se anche fosse? Questa é casa mia" rispose Briony seccata, mettendo decisa le braccia al petto.

"Ti sbagli signorina, questa casa é mia e te la posso togliere quando voglio"

Ma la minaccia cadde a vuoto e infatti Briony sorrise per schernirlo:

"Ci vorrebbero anni affinché ciò avvenisse"

Bill avanzò con prepotenza verso di lei.

"Ti toglierò la luce"

"Perfetto. Andrò a letto presto così"

"Ti toglierò il telefono!"

"Meglio ancora. Non sarò assillata dai creditori"

Bill allora sbottò come se fosse un mare in tempesta a causa dell'insolenza della figlia, e dal modo in cui le si era avvicinato, Briony temette che le stesse per dare uno schiaffo e impallidì.

Tuttavia lui si immobilizzò di colpo.

La fissò dall'alto in basso come se non riconoscesse la figlia che aveva davanti, come se fosse diventata ai suoi occhi solo e un semplice mostro:

"Mio dio Briony... Sembri diventata uno scherzo della natura. Proprio come loro"

La ragazza restò senza parole ma non voleva neppure aprire bocca perché temeva fuoriuscissero dei singhiozzi gorgoglianti, e voleva risparmiarsi quell'ulteriore umiliazione.

Voleva che il padre le concedesse un attimo di tregua, che la smettesse di riempire la sua vita con amarezza, e senso di incomprensione.

Sentiva gli occhi bruciare nel vano tentativo di frenare le lacrime che ormai erano diventate come delle sue compagne di viaggio, visto che non riusciva a farne a meno.

Eppure non la consolavano.. Anzi la facevano stare solo peggio.

Alzò il viso per non far sprofondare quel poco di dignità che le era rimasta e scacciò via quel senso di autocommiserazione che si era inflitta, pur di graduare il dolore che sfociava come un fiume in piena.

"Mi dispiace che ti sia ritrovato una figlia ignobile che definisci uno scherzo della natura.. Non ti farò sopportare oltre la mia presenza quindi perché non te ne vai?"

Bill allora sbatté le palpebre, accorgendosi di aver esagerato e la guardò dispiaciuto:

"Briony cerco solo di.."

"Non li voglio i tuoi consigli, tante grazie!" gli urlò in faccia per cercare di zittirlo.

Se c'era una cosa che Bill Forbes non tollerava era che qualcuno gli urlasse in faccia, mancandogli di rispetto. Peggio ancora se questo qualcuno era la figlia.

Bill sentì la collera montargli fino al cervello e sembrava che gli fuoriuscissero i fumini dalle orecchie. Perse totalmente il controllo e le diede uno schiaffo così forte che l’avrebbe fatta capitolare a terra, se la ragazza non si fosse appoggiata a un tavolo dietro di lei.

Briony sobbalzò credendo che il padre fosse uscito di senno.

“Ora tu vieni con me.” ringhiò Bill prendendola per un braccio e obbligandola a seguirlo.

“Neanche per sogno!” disse Briony cercando di allontanarlo e di spingerlo via, ma le unghie del padre sembravano essersi conficcate nel braccio della ragazza e questo le impediva di muoverlo come avrebbe voluto.

Briony lo fissò con astio provando a divincolarsi dalla sua stretta ma ogni mossa che faceva le provocava un dolore lancinante al braccio. Avrebbe tanto voluto gridare per il dolore, eppure lottò contro se stessa pur di non farlo.

“Obbediscimi per una volta!” le gridò il padre liberandola dalla sua stretta.

Ad un tratto alzò il braccio come se volesse darle l’ennesimo schiaffo per farla stare buona.

Ma qualcuno glielo impedì.

Bill sentì le ossa della propria mano scricchiolare a causa di un’enorme forza improvvisa che gli impediva di muoversi. Si girò con furia verso colui che lo teneva in pugno e che gli aveva afferrato la mano con una tale violenza che avrebbe potuto staccargliela dal braccio.

Briony aveva sgranato gli occhi dalla sorpresa quando aveva visto Elijah balzare all’improvviso al suo fianco e afferrare con forza la mano di Bill, prima che lui potesse anche solo toccarla con un dito.

Elijah lo scaraventò poi contro la parete e Bill rimase immobile, toccandosi la mano dolorante.

L’Originario avanzò lentamente verso di lui, soppesando ogni minimo passo che rivelava una ferocia a stento trattenuta. I suoi occhi neri erano micidiali ma fu impossibile non guardarli.

“Sa, io sono bravo a far conoscere l’inferno a chi scatena la mia rabbia. Quindi cerchi di non mandarmi più in collera... perché le assicuro che gliene farò pentire.”

 Il tono della voce che aveva usato per quelle parole era impossibile da descrivere: era un lento sibilo spietato, ricolmo di terrore e gelo.

Lo sguardo del vampiro a sua volta era così severo e glaciale da apparire disumano, e faceva tremare le ginocchia dalla paura. I suoi occhi erano neri come l’oscurità, così diabolici e impenetrabili che facevano rabbrividire soltanto a guardarli.

L'aria si era addensata dentro quella stanza e Briony non osava dire una parola, riusciva solo a rimanere immobile al fianco di Elijah, il quale non smetteva di minacciare Bill semplicemente con lo sguardo. 

“Papà vattene.” sussurrò Briony dopo qualche secondo, senza un briciolo di sentimento nella sua voce.

L’uomo vedendo che le cose si stavano mettendo male decise di andarsene senza dire una parola, non prima di aver guardato a lungo la figlia con sguardo quasi dispiaciuto.

Elijah invece non smetteva di trafiggerlo con lo sguardo e se avesse potuto gli avrebbe messo le mani addosso, ma cercava in tutti i modi di rimanere calmo come sempre.

Quando Bill se ne fu andato, Elijah tornò finalmente a respirare, i muscoli non erano più rigidi e pronti a scattare da un momento all'altro.

Il suo sguardo incrociò gli occhi di Briony, ancora tremendamente spaventati per colpa dell’irruenza del padre e della sua scenata.

Ma lo sguardo di Elijah era cambiato: non era più gelido o minaccioso. Era struggente, pieno di desolazione e dispiacere...

Era così il suo viso quando il padre Mikael aveva degli scatti violenti e i figli rimanevano succubi della sua ira?

Briony immaginò un Elijah ancora umano che rimaneva inerme a guardare il padre che infieriva su suo fratello Klaus offendendolo in ogni modo, talvolta senza alcuna ragione.

Nessuno riusciva ad opporsi a Mikael, nemmeno Elijah che era costretto a guardare ogni giorno, ogni ora, le sfuriate violente che spaventavano a morte i suoi fratelli.

"Detesto vedere in te quell'espressione..." sussurrò Elijah flebilmente come se avesse persino paura a dire quelle cose, e infatti non riuscì a finire la frase perché dentro si sentiva logorato. Come se lo straziasse vedere il viso di Briony marchiato dalla violenza di un padre.

Sembrava davvero umano.

Briony sapeva cosa voleva dire, lui più di ogni altri poteva comprenderla. In quel momento non c’erano bisogno di parole interrogative o sceneggiate.

La famiglia non deve ingannare, non deve far star male, non deve traumatizzare, non deve pugnalare alla spalle e non ti deve mai abbandonare.

Eppure entrambi avevano sopportato tutte queste cose e avevano sofferto in silenzio... Elijah aveva rimosso quei ricordi dietro un angolo buio della sua mente, mentre Briony ne stava ancora pagando le conseguenze.

Davvero strano come i loro pensieri in quel momento fossero così in sintonia, che sembravano fondersi l’un l’altro.

Elijah serrò i pugni mentre sentiva quei ricordi riemergere ancora più dolorosi del solito; Briony invece dopo un attimo di titubanza avanzò verso di lui e affondò la testa nel suo petto.

“Grazie.” Sussurrò stringendosi a lui.

Non sapeva perché ma aveva bisogno di dirglielo, forse perché l’aveva sempre salvata, perché la comprendeva o semplicemente perché era lì con lei.

Elijah rimase immobile e distaccato, ma dopo un attimo il suo sguardo si abbassò su di lei, e Briony sentì le mani fredde del vampiro accarezzarle piano il viso.

Improvvisamente però quell’atmosfera fu spezzata da una voce che gridava il nome di Brionye che era appena entrata in casa.

<< Che altro c’è? >> Pensò Briony esausta staccandosi dal vampiro.

Apparve Caroline dal nulla, aveva il fiatone e quando vide che c’era anche Elijah il suo viso si incupì notevolmente e gli lanciò un’occhiataccia.

“Caroline? Che ci fai qui?” domandò Briony sorpresa, passandosi una mano nei capelli.

La biondina guardò sia lei sia il vampiro e disse che doveva parlarle urgentemente. Da sola.

Sottolineò l’ultima parola ma Elijah non sembrò toccato dalla cosa, visto che non accennava minimamente ad andarsene; anche se dopo aver guardato Briony decise di farlo.

L'Originario tenne continuamente un’espressione dura sul volto anche quando uscì dalla stanza e Caroline non se la lasciò sfuggire, perché era rivolta a lei.

Dopo di che, le due sorelle si guardarono negli occhi:  Caroline si attorcigliava nervosamente le mani non riuscendo a trovare le parole adatte da dire, mentre Briony aspettava in silenzio.

La vampira non si era neanche accorta dell'espressione che la sorella aveva dipinta sul volto, poiché era tutta presa dal suo nervosismo.

Briony... sono stata io.” sussurrò all'improvviso.

“A fare che?”

“Ho preso io il pugnale dalla tua cassaforte. Ho organizzato tutto con Stefan e Damon, e ho attirato l’attenzione di Klaus per permettere a Alaric di uccidere Kol. Di uccidere tutti gli Originali.” sbottò a raffica come se non sopportasse più il peso della sua colpa.

Non sarebbe più riuscita a guardare la sorella negli occhi sapendo cosa le aveva fatto alle spalle, e finalmente aveva svuotato il sacco anche se sapeva che Briony avrebbe sofferto tantissimo.

Briony infatti restò completamente paralizzata da quella confessione: fu come se fosse stata investita da un treno e sentiva un vuoto nello stomaco che non poteva essere riempito da un semplice tozzo di pane.

Il tempo sembrava essersi fermato.

“Tu..” La voce di Briony risuonava come un sibilo strozzato. Aveva gli occhi spalancati e faceva fatica persino a respirare.

Caroline stava per scoppiare a piangere e si avvicinò a lei, cercando di accarezzarle le braccia per farla calmare:

“Mi dispiace, io volevo solo..”

“Sta zitta!" Briony interruppe bruscamente il mormorio strozzato della sorella, perché non voleva più sentire le sue falsità e giustificazioni.

Ma all'improvviso un pensiero le balenò nella mente e alzò una mano accusatoria: "Immagino che c’entri anche col ritorno di papà vero? Cos’è, l’hai chiamato per l’ennesima volta così mi avrebbe finalmente convinta a lasciare Elijah?” domandò sprezzante lanciandole un'occhiata di fuoco.

“Cosa? No! Papà è tornato per aiutarmi con Tyler, per stare accanto a noi, è questa la verità!" gridò Caroline angosciata.

Briony scoppiò a ridere ma era una risata forzata, che faceva male.

“Di verità me ne hai dette tante in questi giorni ed erano tutte diverse! Ma lascia che te la dica io la verità…

Briony si avvicinò a lei, soppesando ogni minimo passo che faceva per incuterle più ansia. Il suo sguardo era pieno di disprezzo, d'odio e di autocondanna per aver creduto alla sorella come una stupida.

"Tu volevi rendermi infelice... come lo sei tu ora. Perché non sopportavi di essere la sola a soffrire e di non essere più il centro del mondo per me, per Tyler o per papà! Sei soltanto un’ipocrita Caroline!” le urlò in faccia, ricolma di rancore.

“Non è vero quello che dici. Io voglio che tu sia felice! Voglio soltanto il tuo bene e proprio per questo ho acconsentito al piano di Stefan e Damon!” disse Caroline cercando di farsi perdonare in ogni modo, ma Briony ormai non la stava più a sentire.

Sembrava avesse le orecchie tappate e si era allontanata da Caroline, come se non sopportasse di averla vicino e di vedere le sue lacrime di coccodrillo.

“Credevo davvero che tu fossi cambiata… che potessimo ricominciare da capo, senza più bugie o inganni! Ma la gente non cambia… trova soltanto nuovi modi di mentire..." sussurrò affranta scuotendo la testa in direzione della sorella, che recepiva le accuse della mora come uno schiaffo in pieno viso.

"Perché mi hai tradita un’altra volta?" mormorò Briony ancora camminando lungo la stanza, senza lasciare un attimo di tregua a Caroline.

"Ah ma la colpa è mia… Sai cosa sbaglio con le persone?  Partire con il presupposto che siano sincere” sussurrò Briony con amarezza.

A prima vista Briony sembrava arrabbiata, infuriata, addolorata. Invece era delusa da Caroline.

E niente ferisce, avvelena quanto la delusione.

Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita, dal voltafaccia di qualcuno in cui credevamo.

E Briony impresse tutta la delusione nei suoi occhi che ferivano mortalmente il cuore di Caroline, come una lama affilata.

Briony… so che ce l’hai con me, ma tu avresti fatto lo stesso se ritenevi Tyler un tipo pericoloso per me!”

“Non t’azzardare a dire quello che avrei fatto io! Non ti avrei mai mentito spudoratamente in quel modo!" le urlò Briony con tutta la voce che aveva.

Non ce la faceva più, non voleva sentire altre inutili giustificazioni di Caroline visto che la realtà era talmente evidente: lei l'aveva pugnalata alle spalle, le aveva mentito e lei era stata così stupida da crederle, da avere fiducia in lei e da difenderla sempre, in ogni modo.

Briony sospirò esasperata e si sdraiò pigramente sul divano, mettendosi una mano sulla fronte accaldata: "Senti ora basta... sono stanca. E’ stata un giornata pesante e non voglio averti intorno” disse stizzita chiudendo gli occhi.

Caroline si avvicinò timorosamente a lei, agitando nervosa le mani:

“Cerca di capire..”

Le sue parole però furono bruscamente bloccate dal viso furibondo di Briony, che aveva alzato velocemente il busto come una saetta, e l'aveva trafitta letteralmente con lo sguardo per farla stare zitta.

Caroline deglutì impacciata e decise di non parlare oltre... Tanto avrebbe solo complicato le cose.

Prima di andarsene tuttavia si girò verso la sorella, che si era sdraiata come prima, e la fissò tristemente:

“Mi dispiace.”

 

Continua…

 

Buongiorno a tutti! Scusate ancora per il capitolo lunghissimo come la Divina Commedia infatti come avete visto, l’ho diviso in due parti. La 2 parte la metto o oggi o domani!

Ah voglio fare una precisazione… so di aver cambiato il cognome di Briony all’inizio della storia, perché ero convinta che non fosse Forbes, ma mi hanno detto che il cognome di Bill è Forbes, infatti Liz non l’ha cambiato anche se è divorziata. Eh ciò che posso dirvi, errore mio!!

Vorrei ringraziare la mia “Cesara” Ariel Winchester per avermi aiutata e sopportato i miei piagnistei in questi giorni ahah Thankssss ^^

Non voglio rompervi ulteriormente ma volevo farvi vedere un’immagine che ho creato io con le mie manine (Eh già sono pure un’artista XD) che ritrae le protagoniste femminile delle fanfic mie e di Ariel Winchester.

http://oi44.tinypic.com/r2vvnk.jpg

·        La prima a sinistra è la protagonista di un’altra mia fanfic che riguarda il film Alexander. Nel cast c’è pure Joseph Morgan alias Klaus, e altri!

·        La seconda è la protagonista della fanfic di Ariel, riguardante l’anime Death Note. Quell’anime è magnifico, il migliore che abbia mai visto con una trama da brividi e ovviamente l’immaginazione di Ariel non è stata da menoQuindi se conoscete l’anime, leggete la sua storia perché ne vale davvero la pena! ^^

·        La terza è la mia Briony!!

·        La quarta è la protagonista della fanfic di Ariel “Like a Rose on the grave of Love”. Sono sicura che la conoscete già ma io ve la consiglio lo stesso perché è davvero una storia bellissima con un Klaus che fa venire letteralmente i brividi ihih e parlo io che non lo sopporto nel telefilm!

Ok ora basta. XD

Vi auguro una buona giornata e spero di ricevere dei vostri commenti, anche negativi, sulla mia storia!!

Bacioni grandi e perdonate il mio papiro XD

 

   
 
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