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Autore: giuls_lol    29/03/2012    7 recensioni
Dopo il fallimento di un attentato alla vita di suo padre, Kurt entra a far parte di un programma di protezione. Blaine sarà l'agente a cui viene affidata la sua protezione.
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1

“Oh…ehm, mamma! C’è un tizio alla porta…sembra un poliziotto. Però ti giuro che io non ho fatto niente…magari è stato Kurt…”, disse il ragazzo che aveva aperto la porta all’agente Anderson.

“Non ti preoccupare, non ha fatto niente nessuno. Vai a chiamare tuo fratello, vi devo parlare”, disse una donna, comparendo alle spalle del ragazzo.

“Ma c’è Rachel con lui…”, disse il ragazzo, guardando interdetto la madre.

“Prego, si accomodi”, disse Carole, facendo segno all’agente di entrare.

“Chiedi a Rachel di tornare più tardi”, disse Carole sbrigativa, guardando il ragazzo.

“Ma come faccio, scusa? Mi mangerà vivo”, disse il ragazzo, avviandosi con aria sconsolata al piano di sopra.

“Piacere, Carole”, disse Carole, stringendo la mano dell’agente che aveva di fronte.

“Agente Anderson. Il piacere è tutto mio”, rispose lui gentilmente.

“Posso offrirle qualcosa intanto che aspettiamo? Sa, è domenica mattina, Kurt ci metterà tanto a scendere”, disse Carole, facendolo accomodare su una sedia in cucina.

“Se non le è troppo di disturbo, gradirei una tazza di caffè”, disse l’agente Anderson, sorridendo appena.

“Assolutamente! Sarà stravolto, chissà per quanto ha viaggiato!”, esclamò Carole, affaccendandosi per preparagli ciò che aveva chiesto.

“Suo marito le ha parlato di ciò che succederà da qui fino a che il problema si sarà risolto?”, chiese l’agente Anderson.

“Sì, mi ha spiegato tutto. E proprio perché lei si fermerà qui per tanto vorrei chiederle per prima cosa come si chiama di nome. E poi vorrei che mi desse del tu”, disse Carole, mettendo a scaldare un po’ di acqua.

“Mi chiamo Blaine. Solitamente non è una cosa positiva essere così in confidenza con le famiglie dei protetti”, disse l’agente Anderson, Blaine.

“Oh, suvvia, lo faccia per me. Vivrà qui per molto tempo, e nella nostra famiglia siamo molto calorosi”, disse, posizionando una tazza sul tavolo davanti a Blaine.

“Se la mette così…beh, a condizione che anche tu non mi dai del lei”, disse, tentennando come spesso succede nelle imbarazzanti occasioni in cui ti trovi a passare dal lei al tu, e non sai bene in che modo farlo.

“Affare fatto”, disse Carole, sorridendo gentile.

Si sentirono dei passi scendere le scale, poi una ragazza comparve alla porta della cucina.

“Arrivederci, signora Hummel. Grazie per l’ospitalità”, disse la ragazza, sorridendo.

“Sei sempre la benvenuta, Rachel. Torna presto e saluta i tuoi papà”, disse Carole, salutando la ragazza con un sorriso materno.

“Kurt, ci vediamo domani a scuola, su con la vita”, disse Rachel a qualcuno che non si era ancora presentato.

“Finn, io e te invece ci vediamo dopo. Non fare tardi, non ho intenzione di aspettarti come al solito”, disse la ragazza in tono pungente.

“Che caratterino”, pensò Blaine.

“Arrivederci a tutti!”, disse, e poi se ne andò chiudendosi la porta d’ingresso alle sue spalle.

“Io te l’avevo detto che si arrabbiava con me poi”, disse Finn, entrando in cucina e lasciando cadere di peso su una sedia, abbattuto.

Blaine si concentrò sul caffè fumante che Carole gli aveva appena versato.

“Carole, perchè ci devi parlare? E perchè Finn ha detto che c'è un poliziotto in casa? Se è successo qualcosa, è stato lui”, disse qualcuno entrando in cucina. 

Blaine alzò lo sguardo e quasi si strozzò con il sorso di caffè bollente.

Quello doveva essere Kurt Hummel, non c'era dubbio. 

Ogni suo dettaglio era chiaramente riconducibile alle informazioni contenute nel fascicolo che aveva letto poco prima.

“Non me lo sarei mai immaginato così...così”,  pensò Blaine, riuscendo a inghiottire il caffè senza procurarsi un ustione. 

“Kurt, tesoro, siediti”, disse Carole, indicandogli la sedia accanto a dove si era seduto Finn.

“Lui è l’agente Anderson. Ma potete chiamarlo Blaine. Tuo padre era preoccupato per la tua sicurezza e ha chiesto di mandare un agente per proteggerti”, disse Carole.

“Sono sempre stato capace di difendermi da Karofsky. Non c’è bisogno di qualcuno che mi protegga. Finn è già abbastanza. Non mi parla da una settimana e…”, disse Kurt a raffica, senza nemmeno respirare.

Era palese che stava mentendo.

Blaine pensò che avrebbe dovuto sapere presto chi era questo Karofsky.

“Kurt, Kurt, ascoltami. Tuo padre non vuole difenderti da Karofsky, ma dalla persona che ha tentato di ucciderlo ieri pomeriggio. Dopo che ha visto che tuo padre è inavvicinabile, c’è la possibilità che ci provi con te”, disse Carole, appoggiando una mano su quella di Kurt.

“Non è possibile…insomma, solo un malato di mente potrebbe pensare di…”, disse Kurt, sconcertato.

“Kurt, come credi che sia una persona che tenta di ucciderne un’altra?”, chiese Blaine, rompendo il rispettoso silenzio in cui era rimasto fino a quel momento.

“No, aspettate, perché qualcuno dovrebbe voler uccidere Kurt?”, chiese Finn, l’espressione perplessa.

“Per far soffrire Burt. Pensaci, Finn. Se non riesci a colpire una persona cosa fai? Colpisci le persone che gli stanno care. Anche noi avremo una pattuglia della polizia che rimarrà fuori casa, e Blaine terrà d’occhio anche te a scuola, ma Kurt è il più in pericolo”, spiegò Carole guardando il figlio.

“E cosa dovrai fare?”, chiese Finn, rivolgendosi a Blaine.

“Semplicemente proteggerlo. E per farlo, dovrò stargli vicino sempre”, spiegò l’agente, bevendo un altro sorso di caffè.

“Potrebbe non essere una brutta idea…guarda che occhi…”, pensò Kurt, elettrizzato all’idea di essere seguito costantemente da un uomo così bello.

“Per questo, vorrei parlare un attimo da solo con Kurt…per organizzarci su alcune questioni pratiche”, disse Blaine, schiarendo il tono di voce e bevendo un po’ di caffè.

“Certo…Finn, vai a sistemare camera tua, forza”, disse Carole, uscendo dalla cucina e dando da fare qualcosa che avrebbe impegnato il figlio per molto, in modo da lasciar parlare Kurt e Blaine senza essere disturbati.

“Allora, Kurt…so che non è facile accettare l’idea che mi avrai alle costole tutto il giorno, ma questo è il mio incarico, e sue questo non transigo”, iniziò Blaine, guardando dritto in faccia Kurt.

“Ci farò l’abitudine. Mi so adattare facilmente”, rispose Kurt, alzando le spalle.

“Bene. Adesso ho bisogno di sapere le tue abitudini. Nei minimi dettagli. Per pianificare meglio la sorveglianza”, disse Blaine.

 "Ti racconto la mia giornata tipo, allora…mi alzo abbastanza presto, faccio la doccia, mi preparo per andare a scuola, Finn mi accompagna a scuola, vengo spintonato contro gli armadietti da due ragazzi della squadra di football intanto che sto andando in classe, vado alla seconda lezione, alla terza, e alla quarta. In pausa pranzo mangio con le mie amiche, poi ho le prove con il Glee Club. Poi faccio quello che ho voglia di fare, dipende”, spiegò il ragazzo riassumendo ciò che succedeva in una sua giornata normale.

“Perfetto. Allora da domani io sarò un tuo amico di vecchissima data che si è trasferito qui. Mi dai la lista dei tuoi corsi, per favore?”, chiese Blaine.

“Certo…”, rispose Kurt, alzandosi per prendere un foglio appeso al frigorifero.

“Grazie”, rispose Blaine, dando una veloce lettura al foglio.

“Quanti anni hai?”, gli chiese Kurt all’improvviso, curioso.

Appoggiò il mento sulla mano destra.

“Sono in classe con te, e non sono mai stato bocciato. Diciotto”, rispose Blaine, con tono ovvio.

Kurt lo guardò male.

“Non intendevo quanti anni avrai a scuola. Quanti anni hai davvero? Il tuo vero te?”, chiese Kurt, alzando gli occhi al cielo.

“Ventidue”, rispose, Blaine.

“Questa informazione non deve uscire da questa cucina”, aggiunse Blaine, alzando un indice davanti a sé e fissando Kurt negli occhi, cercando di fargli capire che non stava scherzando.

“Sissignore”, disse Kurt, storcendo il naso per la poca fiducia che quel ragazzo riponeva in lui.

“Kurt…chi è Karofsky?”, chiese Blaine, guardando Kurt con aria seria.

“Un ragazzo…è uno della squadra di football…lui mi…mi spinge contro gli armadietti, mi lancia granite in faccia e mi insulta…niente di cui tu debba preoccuparti, non feriscono più queste cose e di sicuro non mi ucciderà”, disse Kurt velocemente, non volendo dare troppe spiegazioni.

“Questo lo dici tu. Sono qui per proteggerti da tutto, non solo dal pazzo che potrebbe ucciderti. Perché fa tutte queste cose?”, chiese Blaine.

“Perché io…beh, mi sembra ovvio, no? Io sono gay, Blaine, e questo a loro non piace. Non ho idea del perché, ma è così. E ci ho fatto l’abitudine, ormai”, disse Kurt, alzando le spalle.

“Oh, è gay…no, Blaine! È solo una persona che devo proteggere. Solo quello. Non facciamoci venire in mente strane idee”, si disse silenziosamente.

“Non ti preoccupare che da domani non ti daranno più fastidio”, disse Blaine, cercando di rincuorarlo.

“Vuoi che ti porto a fare un giro di Lima? Non è molto grande, a dire il vero, ma se dovrai vivere qui per un po’…”, disse Kurt.

“Sì, almeno mi guardo un po’ intorno”, rispose Blaine.

“Prima ti porto in camera tua, così sistemi le tue cose. E magari ti cambi anche. Dai un po’ troppo nell’occhio”, disse Kurt, squadrando da cima a fondo la figura che poteva vedere di Blaine. 

“A questo proposito, se mi accompagni a fare un po’ di shopping…sai, ho pochi vestiti ‘normali’ ormai”, disse Blaine, finendo il caffè, che ormai si era raffreddato.

“Va bene”, rispose Kurt, lasciando trasparire l’entusiasmo che quella parola gli metteva.

Kurt si alzò dalla sedia, e Blaine lo imitò.

“Bene, allora…vieni”, disse Kurt, strofinandosi le mani sui fianchi, e uscendo poi dalla cucina.

Blaine prese i suoi bagagli in mano e lo seguii su per le scale.

 

 

 

 

“Questo è un bel negozio…si trovano tante cose…c’è un reparto intero di papillon, da quella parte”, disse Kurt, indicando una zona del negozio, ridendo divertito.

Per uscire Blaine aveva indossato l’unico completo che si era portato diverso dalla divisa dell’FBI.

E questo completo comprendeva un terribile papillon di vari colori e trame. (*)

"Iniziamo dai pantaloni", disse Kurt, avviandosi verso un lato del negozio. 

Passarono circa un'ora e mezza nel negozio di vestiti, uscendo con una decina di sacchetti tra le mani. 

"Per shopping tu intendi proprio...shopping!", esclamò Blaine intanto che attraversavano la strada, scoppiando a ridere. 

"Come mai sei così amichevole con me?", chiese Kurt di botto, fermandosi sul marciapiede e guardando Blaine intensamente.

"Cosa intendi per amichevole?", chiese Blaine, l'espressione perplessa. 

"Dai, lo sai...non prendermi in giro...gli agenti dell'FBI sono quegli uomini altissimi e muscolosi che si vestono tutti uguali, con gli occhiali neri, che sono più freddi del ghiaccio al polo nord", spiegò Kurt.

"Cavolo, ha ragione...mi viene così naturale, però...una scusa, devo trovare una scusa", pensò Blaine tra sé. 

"Sto solo cercando di entrare nel personaggio", disse Blaine, ed era la prima cosa che gli era venuta in mente. 

Quella che aveva detto era decisamente una crudeltà.

Come gli era uscita una cattiveria simile? 

Avrebbe potuto dire qualsiasi altra cosa... ad esempio, avrebbe potuto dirgli che...boh, non ne aveva idea...

"Beh, certo, è ovvio", rispose Kurt, con aria perplessa. 

No, non gliela dava a bere. 

Kurt evitò di insistere per sapere la verità. 

Era certo però che quello che gli aveva detto Blaine non era la verità.

Se lo sentiva nelle ossa. 

"E questo è il Breadstick. Credo che sia il ristorante migliore di Lima. Diciamo che non c'è molta competizione", considerò Kurt, davanti ad un ristorante.

Blaine guardò all'interno. 

Sembrava accogliente, un po' piccolo forse. 

Ma era meglio che gli ambienti di quella cittadina fossero piccoli. 

Sarebbe stato più facile tenere Kurt al sicuro.

 

 

 

 
(*) mi riferisco al papillon che Blaine ha nella 3x14, quando canta cough syrup...trovo che sia davvero mostruoso, soprattutto con la camicia a quadretti! D:

NDA

Salve a tutti!
Per prima cosa ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito, aggiunto a  ricordate, seguite e preferita la mia storia. grazie!
Sinceramente non mi aspettavo che vi piacesse così tanto....me super felice!!!!
In questo capitolo abbiamo trovato un po' di Hummelberry (sappiate che ci sarà SEMPRE, perchè io adoro il loro rapporto u.u ), un po' di Finnocenza (in fondo durante il capitolo ha fatto domande che avevano anche senso), un po' di affetto materno da parte di Carole e ovviamente....KLAINE!!  
Il modo di comportarsi di Blaine è decesimente del tutto diverso dagli stereotipi che abbiamo riguardo al comportamento di un agente dell'FBI.
Kurt ovviamente se ne accorge e gli chiede spiegazioni...e Blaine si inventa una balla. Perchè anche gli agenti dell'FBI hanno un cuore, ma non è il caso di mostrarlo troppo...
Cooomunque....Kurt sembra aver accettato bene l'idea di avere Blaine che lo segue 24 ore su 24...vedremo come si evolveranno le cose...
A proposito, sia chiaro che io adoro i papillon di Blaine, ma quello della 3x14 era davvero troppo....mi vengono ancora i brividi a ripensarci...
Bene, credo di aver finito....
Ringrazio la mia beta betucciola Adelina...Adels, come farei senza di te? <3
e vi ringrazio per aver letto questo capitolo...fatemi sapere cosa ne pensate!
Baci

Giuls





  
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