Un
po' tardi, ma... Day 3:AU!
Tra
le conchiglie e il sale
Nick
superò un avversario e poi ancora un altro, tenendo
saldamente il possesso del pallone. Sentiva la
sabbia scottare leggermente sotto i piedi, ma non se ne preoccupava
minimamente, accecato com’era dall’adrenalina; non
si accorse nemmeno del sudore che gli imperlava la fronte a causa del
sole che picchiava. La sua pelle era abituata al caldo da spiaggia e
ormai la sera non trovava quasi mai bruciature. Dunque, senza
preoccuparsi continuò ad avanzare driblando altri due
avversari, rischiando quasi di perdere un piede per un mancato fallo di
Trent – uno dei suoi amici d’infanzia, anche se
tutti diventavano nemici durante il calcio. Avanzò
ancora e ancora fin quando non si trovò esattamente davanti
la porta avversaria: davanti ad essa c’era Richard. Quest’ultimo
aveva uno sguardo di sfida esemplare, come a dire ‘prova
soltanto a segnare e ti scotenno’, ma Nick colse a volo
l’occasione: caricò il calcio talmente tanto da
restare in posa qualche tempo come in Holly e Benji, prima di sferrare
il colpo più potente che avesse mai tirato in vita sua. Richard vide la
morte in faccia; il pallone gli passò sopra di poco,
più in alto anche della traversa e talmente forte da
spingersi fino alla fine di una ringhiera e oltrepassarla. “Oh
no,” disse Nick, non appena si accorse di ciò che
aveva combinato. “Lì no.” Già, l’altra
spiaggia. “Oh,
oh, cosa abbiamo qui?” Nick riconobbe
subito la sua voce. Jeff Sterling, suo acerrimo
nemico-da-spiaggia da secoli. Le spiagge erano
divise, si
sapeva, e il fatto che fossero due mondi completamente
differenti era ancor più ovvio: una era capitanata da un
bagnino, l’altra da un altro. Le due cose non
potevano coesistere, non erano mica in Baywatch. La spiaggia che
aveva come bagnino Nick da una parte – con Trent, Richard e
Flint; la spiaggia con bagnino Jeff – con Thad, Nicholas e
David- dall’altra. Queste erano
sfide che duravano anni. “Starling,
mi ridaresti la palla?” disse Nick, piazzandosi davanti a
lui, anche se c’era la ringhiera a dividerli. Jeff non poteva
saperlo, ma Nick era sopra una specie di roccia da spiaggia
così da riuscire ad arrivare a guardarlo dritto negli occhi. “La
parolina magica, Duvall?” “Fottiti?” Occhi negli
occhi, i volti vicinissimi, non smisero un secondo di sfidarsi con lo
sguardo. “Ti
piacerebbe,” rispose Jeff, senza abbandonare il sorriso.
“Come minimo tu e i tuoi amichetti dovreste pagarci un
pegno.” “Solo
perché la nostra è una spiaggia dove possiamo
divertirci, mentre la vostra è per riccacci Vamp?” “Solo
perché voi poveri buzzurri non potete permettervi neanche un
lettino, non vuol dire che noi siamo tutti Vamp!” “Meglio
su un asciugamano che su quella roba su cui sudate e poi non
lavate.” “Ma
noi mica abbiamo problemi d’igiene come voi.” “Non
direi vedendo quei capelli che ti ritrovi.” Erano entrambi
rossi per il nervoso e tutti i compagni di spiagge dei due bagnini
– e purtroppo anche amici – sapevano dove si
sarebbe andato a finire. E
difatti… “Ti
sfido!” “Accetto
la sfida!” … Beach
Volley. E mentre gli
altri erano occupati ad ammazzarsi in quella partita senza senso, che
se anche avevano preso come sfida, tutti infondo sapevano che si
divertivano un mondo con gli altri dell’altra spiaggia -
anche se non lo avrebbero mai ammesso -, non si accorsero che mancavano
i due leader. Di tutta la
staccionata che divideva le due spiagge, infatti, c’era un
solo punto che non era attraversato da quest’ultima.
All’angoletto sotto la balaustra, difatti, le spiagge erano
congiunte e non divise da quei stupidi pezzi di legno. Non era uno
spazio abbastanza largo da far passare una persona da una parte
all’altra, ma da lì era più facile stare
a contatto. E quando il
bagnino moro sentì un movimento dall’altra parte,
seguito dalla famigliare zazzera bionda, sentì il sorriso
nascere spontaneo sulle sua labbra. “Sei
qui,” disse Nick, abbassandosi ancor di
più per non venir visto dai suoi compagni. “Anche
tu,” sussurrò a sua volta Jeff, allungandosi per
avvicinare il viso al suo. Le loro labbra
si sfiorarono, mentre Nick non riusciva ad abbandonare il sorriso.
“Chissà come mai il mio pallone è
finito dalla parte vostra.” “Già,
e proprio mentre io ti stavo guardand… Cioè,
mentre vi guardavo,”
si corresse Jeff, beccandosi in risposta un altro bacio. “Domani
sarà il tuo turno, lo sai, vero?” “Oh
sì,” commentò Jeff, “il
mio Fresbee andrà chissà come mai nella vostra
spiaggia.” “Ma
allora hai proprio voglia di litigare domani!” Jeff
riavvicinò il suo viso a quelle di Nick, già
stanco di tutta quella lontananza, per poi sussurrare
un “non sai quanto” proprio sulle labbra
dell’altro. |