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Autore: Meursault    29/03/2012    2 recensioni
Si nascondono come Doxy dietro ad una vecchia tenda. Sempre all'erta, sempre pronti a spostarsi, non c'è tempo per lasciarsi andare alla solidarietà.
La seconda squadra è in ritardo, troppo in ritardo, Mulciber gioca a carte e fa battute pesanti, Avery vorrebbe solo grattarsi la ferita alla faccia, ride a comando.
Regulus ha vomitato di nuovo, Severus è semplicemente stanco - pensa molto, conclude poco.
Genere: Guerra, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mangiamorte, Regulus Black, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Note (30/03/2012): c'è qualche errore di battitura, ma al momento non lo correggerò: la storia ha comunque qualcosa che non va. Probabilmente un Severus reso male, tanto che sto valutando se mettere o no l'avvertimento "OOC". Non appena mi riesce di capire qual'è il problema di questa fanfic, probabilmente la cancellerò, la smonterò, le darò un verso e la ri-pubblicherò - e si spera, stavolta, che non mi scappino errori di battitura eventuali. Nel frattempo lascio tutto qua, così com'è, si sa mai che eventuali recensioni riescano a farmi accendere la lampadina.





"Quanti ne hai fatti?", chiede Mulciber, la voce talmente viscida che c'è da stupirsi, a non veder comparire delle chiazze di unto sul pavimento. Severus pensa oziosamente alla scelta delle parole, a come suoni come qualcosa di meccanico, a come somigli a qualcosa di sconcio su cui non si vuole soffermare.
Neanche risponde, fissa il quadrante dell'orologio, il vetro è rotto, le lancette ticchettano a fatica sotto ad una ragnatela di spaccature sottili. I pendoli oscillano pigramente, sembrano scolpiti a forma di teste umane, a forma di serpenti, la luce fioca delle candele ammorbidisce tutto, smussa gli angoli di ciò che non si vuol vedere veramente. E Mulciber ha già rinunciato, butta giù una carta, un tre di Bacchette dagli angoli lisi, sciupati, buono giusto per farci dei castelli pericolanti. Avery sbatte stupidamente le palpebre, mette giù le carte coperte, alza una mano nervosa come se si volesse toccare l'ustione che gli ha mangiato un pezzo di guancia, è viscida per i vari impacchi, odora di erbe rancide, sta già guarendo. Si ferma prima di toccare quella chiazza pruriginosa di tessuto scompagnato, riappoggia la mano sul tavolo, gratta con le unghie smangiucchiate contro al legno, riprende in mano le carte, aggrotta la fronte.

Sono come una colonia di Doxy, nascosti dietro alle tende di un vecchio salotto, mimetizzati nel sudiciume. Non possono neanche aprire le finestre, sbarrate da vecchie assi gravide di muffa e marciume, bloccate da incantesimi ormai un po' troppo antichi. E Regulus ha vomitato di nuovo, solo Mulciber ne ha riso, l'odore acido e nauseante è rimasto nell'aria pesante, si è aggrappato con tanta insistenza alle loro narici che, ormai, a stento lo sentono ancora. Tra qualche ora, si dovranno spostare di nuovo.
E la seconda squadra è in ritardo.

Regulus è sempre lì, contro al muro, neanche s'immaginasse di doverlo tenere su con la propria presenza. Mai visto un puntello più tremolante di lui: le guance sono contratte, sta stringendo i denti, i suoi occhi sembrano enormi, occhi da bambino, da novellino, da carne da macello. Severus lo sbircia, il volto arcigno, irremediabilmente brutto, tutto spigoli, tutto naso. Ci sono gli elfi domestici da dirigere, c'è da contattare gli informatori nel Corpo Auror, da organizzare un eventuale salvataggio della squadra dispersa - se c'è ancora qualcosa da salvare. C'è da stendere i rapporti, da controllare le scorte di pozioni, da...
Le spalle di Regulus tendono la stoffa nera della tunica, il viso è abbassato, quando piangeva lo faceva piano, con stanca disperazione, come un bambino che si stia abituando a ricevere punizioni che non capisce. Mulciber l'ha sfottuto brevemente, poi è passato con nonchalance a giocare a carte, a puntare forte, a masticare radici di liquerizia. Nessuno ha veramente intenzione di raccontarlo al Signore Oscuro - un po' perchè lo verrà a sapere a comunque e, oh, come ne sarà divertito, disgustosamente divertito. Un po' perchè tutti loro, almeno una volta, si sono Smaterializzati al sicuro ed hanno scoperto d'essersi bagnati i calzoni. Non se ne parla, si preferisce far finta di niente, ricordare le vittorie, fare allusioni pesanti sulla giovane madre Babbana ammazzata di fretta, esagerando di volta in volta le dimensioni del suo seno, sul modo in cui era caduta all'indietro, come una grossa bambola di carne, e la gonna aveva scoperto una coscia deliziosamente bianca. Un po' lo fanno apposta, hanno scoperto che basta poco per stuzzicare Severus - assurdamente pudico, ridicolmente abbottonato e severo, le prime volte aveva troncato le discussioni con monosillabi secchi, brevi frasi così comicamente puritane. Adesso ignora, semplicemente, ignora le battute disgustose e viscide con la stessa compostezza con cui ignora gli schizzi di vomito sui propri stivali.

Regulus lo guarda, le braccia incrociate al petto, la testa incassata tra le spalle, le labbra ridotte ad una linea ridicolmente sottile. Aveva fatto così anche l'ultima volta, alla sua prima missione - efficiente sul campo, veloce a Smaterializzarsi a fatto compiuto... ma pronto a lanciarsi in una specie di crisi isterica non appena si sente di nuovo il pavimento sotto alle ginocchia. Dopo, però, diventa silenzioso. E se va a pezzi, lo fa senza disturbare più nessuno, si sceglie un angolo, si immobilizza lì, aspetta gli ordini. Senza reagire alle provocazioni, senza cercare di parlare, senza neanche vergognarsi per lo scoppio di poco prima, trema e tace ed attende.

Severus ha del sangue incrostato sotto alle unghie, appoggia la mano un poco ossuta sulla spalla tesa del più piccolo dei Black. Si sente stanco, si sente già vecchio, puzza di sudore rancido e di bruciato, di grasso bruciato, di...
Severus non ha niente di particolare da dire, a volte si fa prima ad usare le mani, ad agire e basta. L'ha imparato da Lily. Strattona Regulus, e quello si lascia spostare, con una singola ruga verticale trattenuta tra le sopracciglia. Mulciber bercia l'ennesima oscenità, mentre Snape trascina il ragazzo fuori dalla stanza, Avery ride. Regulus trema e basta.

La luce è più fredda, c'è una specie di conca di vetro azzurro incastonata nell'angolo tra mura e soffitto, la luce sfarfalla in modo strano, la stanza è piena di odori un po' troppo umani, il lavandino ha i pomelli arrugginiti. Gli ci vuole un attimo per riempire la bacinella di acqua pulita, solo uno scatto lento della bacchetta, un paio di parole sussurrate. Raddrizza la schiena, rigidamente, indica a Regulus l'acqua immobile, fa già per girarsi - rigido e sgraziato, silenzioso in una maniera quasi rabbiosa, infastidita.
"Hai mai dei ripensamenti?", chiede Regulus, dal nulla, la schiena curva ed il mantello ancora addosso. La mano di Severus sfiora appena il pomello della porta, le dita ruvide e magre ci mettono un attimo, prima di circondarlo del tutto.
Il pensiero salta fuori automaticamente, stancamente: quel ragazzo si farà ammazzare. Non importa da quale delle due parti, forse non ha mai avuto importanza.
La voce gli esce fuori più brusca, più roca di quanto ne avesse l'intenzione, come se nascesse dallo stomaco, e non dalla gola.
"Riprenditi, lavati. In riunione tra venti minuti", dice solo, quasi a scatti, senza spazio per la comprensione, suona solo come un ordine.
Vede Regulus, lo vede riflesso di sbieco nello specchio sporco. Raddrizza la schiena di colpo, il labbro inferiore gli sparisce tra i denti, sembra non respirare per un attimo.
Ma poi fa un'espressione da Narcissa, gli riescono bene, ed il mento è dritto, la voce è più controllata.
"Sai, dovresti lavarti anche tu".
Sa che non ci saranno ripercussioni, nè per quella domanda che sapeva di tradimento, nè per l'ennesima frecciatina sul proprio odore. Severus gli volta le spalle, sembrano una barriera più insormontabile delle mure di Hogwarts.
Chiude la porta dietro di sè - fa in tempo a scendere le scale strette, scricchiolanti, e la seconda squadra si Materializza in salotto.

Portano feriti, cattive notizie, neanche a Mulciber viene da ridere, vedendo Lucius coi capelli mezzi abbrustoliti dal fuoco. Il Signore Oscuro non ne sarà felice.
Regulus scende all'ora stabilita, il viso serio e composto, non dà spazio per indovinare cosa gli passi per la testa.

Severus muove la bacchetta, sposta le boccette ordinatamente etichettate nelle casse - Ossofast, pozione Corroborante, pozione---e sospira, strizzando gli occhi scuri, rende il proprio viso ancora più inospitale, accidentato.
A volte, la vita ti nega anche le più piccole vittorie.
  
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