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Autore: FairLady    29/03/2012    3 recensioni
Roxie e la sua vita. Tanto soddisfacente nel lato professionale, quanto incasinata e sconnessa in quello privato. Chissà se certi muri, eretti con tanta volontà e determinazione, riusciranno un giorno ad essere abbattuti?!
Revisione in corso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti!!!
Non ero certa di riuscire a pubblicare ma eccomi qui. E' un capitolo forse un pò noioso ma è di stallo e va a continuare il precedente. 
Spero vi piaccia! Inizieremo a capire qualcosa in più dei due ragazzi e ci saranno delle new entry! :)
Enjoy e buona serata!!!


Quando arrivai a casa, ciò che prima riconoscevo e mi dava sicurezza, aveva cambiato aspetto. Come se fossi entrata nell’appartamento di qualcun altro.  
Ero stata talmente tanto tempo da sola, da essermi seriamente convinta che ci sarei morta, in solitudine. E il mio appartamento rispecchiava appieno questa convinzione.
Guardai la grande bacheca dove raccoglievo le foto coi miei piccoli soldatini e sorrisi. Loro erano il mio mondo. Ma forse davvero non erano sufficienti. 
Nel mio universo c’erano troppi spazi vuoti. 
Alcuni che non si sarebbero mai più colmati.
Altri che forse potevano essere riempiti. 
Ma non era facile saltare quando vedevi buio davanti a te. 
Esaminai con scrupolosa attenzione la serata appena trascorsa, mentre mi facevo il bagno. 
Ian e il suo sorriso. 
Ian e i suoi occhi, che spesso indugiavano più del dovuto sul mio viso, sulle mie mani. 
Ian e la sua smaniosa voglia di aiutarmi, di fare di più. Di esserci. 
Ian e la sua attenzione per i particolari. La sua disponibilità. 
Onestamente all’inizio non ero sicura di cosa aspettarmi da lui. Poteva aver tanti soldi ma non ero certa ci fosse la reale intenzione di mettere in atto ciò che gli avevo proposto. 
Ed invece, come stavo imparando a fare, dovetti ricredermi. 
Era nel progetto con me. C’era dentro fino al collo! 
Non riuscii a capire perché, ma la cosa mi entusiasmava da morire!
E poi ripensai a quando le nostre mani si erano sfiorate, unite. 
Alla scossa che aveva risvegliato i miei sensi definitivamente. 
Era possibile innamorarsi di qualcuno così velocemente?  
Certo che se non era amore, era qualcosa che gli somigliava paurosamente. 
Non ero mai stata una sostenitrice dei colpi di fulmine. Anzi, non avevo mai creduto potessero esistere. Tutti i miei rapporti passati erano cresciuti con il tempo. E con il tempo si erano logorati e poi sbriciolati, lasciandomi solo la polvere. 
Ecco, forse il problema stava tutto lì. 
Forse aveva più probabilità di resistere alle intemperie della vita, un rapporto nato all’improvviso!
Uno sguardo, una parola, una stretta di mano et voilà: c’est l’amour! 
Oddio! Avevo una confusione in testa che avrebbe fatto rabbrividire anche la mia analista. 
Frizionandomi i capelli, tornai in cucina. Il telefonino vibrò.
“Dottoressa, il gruppo d’aiuto cresce. Verrà fuori una cosa davvero sensazionale. Grazie per questa opportunità. Buona notte. I.”
 
Ian Pov
 
Girai e rigirai il cellulare nelle mani come se scottasse. Avevo una voglia pazzesca di scriverle qualcosa, di farmi vivo. Solo per darle la buonanotte e farle vedere che comunque pensavo a lei. Poi l’apparecchio suonò. Era Paul.
“Hey buddy… cosa sono questi complotti alle mie spalle?”
Restai un attimo perplesso. “Scusa?”
“Gar ci ha raccontato del vostro progetto. Sai che non mi piace se fai le cose tutto da solo!” rise all’altro capo, della sua risata piena e contagiosa.
“Scemo, mi stavi facendo prendere un colpo!”
“Come sta la piccola Ariel?” volevano tutti bene al mio scricciolo e m’intenerii.
“Lei sta benone. Dovrà stare ancora un po’ in ospedale ma si riprenderà completamente.”
“Siamo davvero tutti contenti di questo. Comunque, volevo dirti, che venerdì sera con Garreth arriveremo anche io, Torrey, Nina, Matt, Candice e Kat a dare una mano.” 
Sorrisi quasi fino alle lacrime. E subito pensai a quanto tutta questa partecipazione avrebbe fatto felice Roxie. Ne sarebbe stata entusiasta!
Potevo mai già averla posizionata nelle mie priorità?
Sospirai dopo aver salutato Paul. Finalmente avevo trovato un giusto pretesto per scriverle.
“Dottoressa, il gruppo d’aiuto cresce. Verrà fuori una cosa davvero sensazionale. Grazie per questa opportunità. Buona notte. I.”
Diretto. Informale. Ma per niente incauto né compromettente. 
Ero stato equilibrato, dopotutto. 
Pensai al progetto che stavamo mettendo in piedi insieme e sorrisi. 
La soddisfazione che il mio lavoro e la notorietà mi regalavano era niente in confronto alla felicità che provavo in quel momento. 
Il telefono s’illuminò. Roxie.
“Fantastico. Più siamo meglio è! Buona notte. A domani.”
   
 
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