Il sole brillava alto, eppure tutto era buio. Una tenebra che mi seguiva ad ogni passo. Un’oscurità in cui amavo perdermi, cullando sogni e desideri.Era il vuoto ciò che sentivo mordere lo stomaco, come una bestia affamata di sangue. Faceva male ma non riuscivo a farne a meno.
Lei, luce e ombra della mia notte. Lei, affascinante incantatrice a cui stavo votando la mia anima. Stava strappando ogni brandello del mondo in cui abitavo. Stava indicandomi la strada verso la sua terra, inebriante dedalo da cui non vedevo alcuna uscita.
Sembrava tutto un sogno, un sinistro sortilegio. Ma così non era. Troppo innocente per qualcosa di oscuro. In me risiede la colpa.  Non v’è male più grande che compiere volutamente il male. Non v’è perdono né redenzione per chi erra sapendo di sbagliare. Come poterne fare a meno?
Lei era sempre lì, riflesso della mia anima dannata e irrequieta.
Lei era sempre lì, complice amante dei miei vizi.
Lei era sempre lì, proibito pensiero della mia mente.
Al vento affido queste parole, scaturite dalla mia mente e dalla penna battezzate. Al vento affido queste parole, affinché possa assaporare il sapore di un pericoloso bacio.
Mi ammonirono con severità. Ti porterà alla rovina.
Risposi alle loro parole in modo beffardo.
Così sia.