Disclaimer: Odi et Amo è una composizione di Carl Off, ovviamente sul carme
LXXXV di Catullo.
Spero che nessuno inorridisca se faccio finta che l’abbia
musicato Hakkai, e se la trasformo da corale a corale+solista…
8- La donna, lo scienziato e i ricordi da dimenticare
Ran street, quartiere Ovest, h. 4.30 p.m., ad un mese dal saggio.
-Divina Gyokumen…-
Un giovane uomo con la barba malfatta, i capelli e gli
occhi neri, sorrise maliziosamente ad una donna non ancora invecchiata che
indossava un kimono bianco.
Lei gli si avvicinò lentamente. –Allora,
Professore…-
Lui le prese la mano e la tirò contro di se.
Chinandosi sul
suo orecchio sussurrò:-siamo ad un buon punto, mia signora…- la sua mano scivolò
sulla seta bianca, scorrendo sulle vertebre. –Abbiamo trovato gli ultimi
elementi per poter…- Gyokumen sospirò quando sentì stringerle la coscia
–riportare in vita Gyumao…-
Lei gli passò le braccia attorno al
collo.
-Naturalmente ci sarà bisogno di un piccolo sacrificio da parte
vostra…-
-Certamente, Professore…-
Si staccò da lui quasi con
violenza.
-Yaone! Dov’è la mia cara figliola…?-
Una ragazza dai lunghi capelli neri e la divisa da cameriera era
corsa al negozio ed ora era appoggiata alla porta con il fiatone. Appena
comparve l’uomo che stava cercando s’inchinò ripetutamente, imbarazzata.
-Ah,
signor Kogaiji… non sa come sono dispiaciuta nel disturbarvi ancora
ma…-
-Cosa c’è, Yaone…-
-Vede, signor Kogaiji, Lirin è andata ancora dal
signor Hakkai, ma sua madre desidera vederla il più presto possibile… mi
chiedevo de potreste farle il favore di andarla a prendere in
macchina.-
Kogaiji si girò verso il cugino.
Lui gli strizzò l’occhio. –Va bene, a patto che tu vada con
lui per controllarlo, Yaone.-
Lirin era impegnata nel vocalizzo sulla A di “amo”, seduta davanti ad un
pianoforte a mezza coda aperto, con una mano sul diaframma come per aiutarsi a
spingere fuori l’aria
Hakkai sorrise. –mi hai cantato i Mi bemolli, ma fa
niente.-
-Davvero?- poggiò una mano sulla tastiera. –Re, Mi…- cantò suonando
in contemporanea.
Storse il naso, accorgendosi di essere terribilmente
calante. Batté più volte il dito sul Mi e s’intonò.
Hakkai annuì.
-La…
O..di…- cantò solfeggiando in tre quarti con la mano.
LaSol, La, Re, Mi,
-O..di, et a…- ripeté il vocalizzo pestando pesantemente le dita
sulla tastiera.
Studiava sempre con questa energia. Hakkai era molto contento
quando riusciva a tirare fuori dai ragazzi i loro talenti e Lirin era quella che
gli dava più soddisfazioni.
Si alzò da
accanto a lei e la lasciò sola a provare. L’avrebbe sentita lo stesso, con la
potenza che dava a quei fortissimo
.
Kanan stava parlando al telefono con Yaone,
che aveva chiamato per avere la certezza che Lirin fosse scappata lì e non da
qualche altra parte.
Le fece un cenno e lei lo chiamò a se con la mano.
Si
appoggiò la cornetta al petto. –Tesoro, Yaone dice che Lirin deve tornare a
casa. Puoi dirle che stanno per venire a prenderla?-
Hakkai sospirò e tornò indietro, sapendo che
lei non l’avrebbe presa bene.
Lei stava provando il secondo vocalizzo, sul “Ne” di “nescio”. -SolFa SolMi
FaSol, La…-
-Lirin…-
-Sì?-
-Mi dispiace, ma…-
All’Ospedale, in contemporanea
Sanzo era seduto accanto al lettino azzurro, con la testa abbandonata sulle
braccia incrociate appoggiate allo schienale, chinata in modo da vedere meglio
il musino seminascosto dai macchinari.
-Chi sei?-
Trovava cosa stupida il
parlargli, visto che non credeva che potesse sentirlo.
Eppure ne aveva
bisogno. Se ne vergognava, ma non poteva farne a meno, tanto che scappava dai
libri tutti i pomeriggi per venire da lui.
Chi sei?
Era la
domanda che gli girava in testa dalla prima volta che lo aveva visto. Chi
sei?
…Quell’ombra bianca prima del rosso e del
nero…
Impossibile.
E poi, proprio lui che si lasciava turbare da un
ricordo che neanche sapeva se era tale o era una fantasia?
Altrettanto impossibile.
Si alzò e aggirò il letto, sfiorando per sbaglio i piccoli piedi nascosti
sotto le coperte.
Il ragazzino non si mosse, ovviamente. Ma Sanzo, per un
momento…
Si girò verso la porta ed uscì, senza guardarsi
indietro.
Quella notte fu agitata per molti.
Lirin aveva dovuto fare degli esami
per il Professore. C’erto, lui aveva le mani d’oro con gli aghi, ma comunque
farsi prelevare del sangue non era certo una cosa carina. E poi quel tipo gli
stava antipatico, con quel coniglietto di peluche nascosto nella tasca del
camice e il sorriso che non andava mai oltre le labbra.
In più aveva paura.
Paura di quell’uomo, paura della sua stessa madre. Per questo si era rifugiata
nel letto di Yaone, che aveva cercato di consolarla finché non si erano
addormentate.
Anche Kogaiji ebbe difficoltà a prendere sonno, pensando a sua
sorella.
Alla fine vi riuscì, dopo aver deciso che avrebbe fatto il
modo di tenerla il più lontano possibile dalla madre.
La nottata peggiore, però, la passò Sanzo.
Lui riuscì ad addormentarsi subito, ma appena
dopo pochi minuti di sonno, spiacevoli ricordi gli invasero la mente.
Quella sera il cielo era nuvoloso; stava per piovere. Mancava un
mese al suo quindicesimo compleanno.
Come tradizione di famiglia, Komyo Sanzo
stava per trasmettergli la sua eredità.
Padre e figlio stavano seduti vicini,
in silenzio, mentre il sole calava dietro le nuvole.
Fu allora che parlò,
dopo aver liberato un anello di fumo dalle labbra.
Batté delicatamente la
lunga pipa per liberarla dalla cenere e la appoggiò sul tavolino che c’era tra
loro.
-Koryo… sai benissimo che io non ho niente da insegnarti. Inoltre penso
che questa decisione non la debba prendere io… è il tuo futuro. Ti chiedo,
accetti di essere il mio erede?-
Era una richiesta importante. Diventare un
Sanzo comportava dei doveri quasi religiosi.
Il ragazzo rimase in silenzio
per quasi un minuto, fissandosi le mani. –Tu sai per quale motivo accetto…-
‘…pur non credendo nelle cariche e in tutte quelle altre cose…’, aggiunse tra
se.
-Ognuno fa le sue scelte, Koryo… ma non vorrei che poi tu te ne
pentissi.-
Alzò gli occhi e fissò il volto serio dell’adulto. –Non mi sono
mai pentito di credere in te, papà.-
Lui sorrise e s’alzò in piedi.
–Benissimo Koryo. Penso che sia ora di abbandonare questo nome
d’infanzia.-
Anche il
ragazzo si alzò, annuendo serio, ed entrarono insieme in casa…
Sanzo si rigirò tra le leggere lenzuola di lino candide, i capelli s’incollavano alla fronte sudata, ma non riusciva a svegliarsi.
-Come mio erede e successore, Koryo, avrai dei doveri molto precisi.
Dovrai essere custode dei nostri cimeli di famiglia…-
‘I sutra, del cielo
sacro e del cielo demoniaco…' precisò tra se il ragazzo.
-E dovrai continuare
il tuo allenamento, sia fisico che spirituale. Il popolo ora non se lo ricorda,
ma quando verranno i giorni più difficili qualcuno tornerà a chiedere aiuto alla
nostra famiglia, come una volta. Noi celiamo un grande potere, figlio
mio.
-Ma… io non sono…- ‘io non sono sangue del tuo sangue…’
-Koryo…- lo
richiamò con un sorriso dolce. –Non c’è affatto bisogno di legami di sangue. Hai
già imparato tutto. Stasera libererò la tua mente dall’ultimo
ostacolo.-
Erano inginocchiati sul tatami decorato di una stanza che Koryo
non aveva mai visto prima. Accanto a suo padre c’era una cassettina di legno
laccato. Lui la aprì e ne trasse fuori un astuccio rigido che conteneva degli
strani strumenti, che però il ragazzo riconobbe subito.
L’adulto gli sorrise
rassicurante, mentre un piccolo fornelletto a carbone si riscaldava, poi gli
chiuse gli occhi.
Sapeva cosa stava per accadere. Presto avrebbe avuto anche
lui, in mezzo alla fronte, quel segno che suo padre nascondeva sotto la
frangia.
Il dolore lo stordì quasi immediatamente. Sentì a stento le parole
che gli venivano dette.
-…rai Genjo
Sanzo Hoshi.-
Riprese piena coscienza quando Komyo gli stava fasciando la fronte. Aprì gli
occhi e lo vide sorridere.
Si sentiva molto più leggero del solito, un poco
stordito.
Ora non era più un bambino.
-Ora sei un Sanzo Hoshi,
Genjo.
Ho soltanto un’ultima cosa da dirti.
Non avere nulla, non
avere legami.
Non essere schiavo di niente e nessuno.
Vivi semplicemente
per la tua vita.
Questo è l'unico insegnamento che ti posso dare.
Per il
resto, il tuo spirito ed il tuo corpo sono forti abbastanza da farti il mio
erede.-
Genjo annuì serio, ripetendo quelle parole nella sua mente.
Komyo si alzò,
andò a prendere un’altra scatoletta lunga e sottile e tornò a sedersi accanto a
lui. Gliela mise tra le mani e Genjo sentì il nervosismo montargli in
cuore…-
Sanzo si svegliò in tempo. Non voleva rivivere quei momenti, non voleva
ricordare quello che era successo subito dopo che suo padre gli aveva passato
quella scatola.
Si mise seduto e scostò il lenzuolo. Si raccolse i capelli
con la mano e li arrotolò su se stessi, anche se sapeva che erano troppo sottili
per tenere quella posa. Poi si passò le mani sul volto, tergendolo dal
sudore.
Questo lo aiutò a calmarsi.
Dopo qualche respiro profondo si alzò,
rabbrividendo al freddo contatto con il pavimento.
Arrivò al cassetto della
sua scrivania e tirò fuori un flaconcino. Lo aprì e si fece cadere un paio di
pillole sulla mano, che sparirono subito giù nella sua gola.
Per quella notte
non voleva più avere sogni.
Salve a tutti, gente! Ricordo che il concorso ''Scegli la coppia!'' è ancora aperto!
Ma ora passiamo ai ringraziamenti!
eilin: abituatevi, mie care ragazze, perché per me "presto" significa "un paio di mesi"... è che non sono abituata ad avere commentatrici così veloci!
Comunque ho postato GLADIOLUS proprio per
farmi perdonare!
A proposito... la mia mano è ancora fuori uso, e mi sto facendo aiutare a scrivere da una mia pazientissima amica.
Resha91: Segnato per "NO SanzoxLirin"... quando avrò abbastanza dati farò la media, poi deciderò che fare.
jagansha: finalmente qualcuno che mi comprende! Anch'io sono una fan delle SanzoxLirin e delle GokuxLirin... ma finora ho letto soltanto quelle che ho scritto io!! Segno le tue preferenze. E naufraghiamo pure dolcemente in questo mare d'insanità!
Toa: Uh, una
nuova lettrice, che immenso piacere! Dopo aver segnato quello che non vuoi
(eh... effettivamente una SanzoxTe sarebbe un po' fuori dalla mia portata), ti
spiego.
3x9, che vuol dire appunto SanzoxGoku, viene (credo) dal nome dei
numeri in giapponese. 3=SAN, 5=GO, 8=HA(chi), 9=KU. Sanzo, Gojyo, Hakkai e Goku.
Bisogna solo fare attenzione a non scrivere 3x5 (SanzoxGojyo) al posto di 3x9,
poi è facile, no?
E qui apro una parentesi... non vi siete mai accorti dei numeri della stanza e del letto di Go(5)ku(9)?? Se non fosse stato ovvio che il ragazzino fosse lui, avevate comunque un indizio per capirlo.