Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: SereILU    29/03/2012    2 recensioni
Buona Niff!Week a tutti!!
Non ho intenzione di spiegarvi come funziona, perché già lo sapete, perciò... W Nick e Jeff!
Day 1: The first time. "Now I can breath" [First I love you/First time]
Day 2: Roommate!Niff. "Here with you"
Day 3: AU!Niff. "Sing with me"
Day 4: Why are you so sad. "Don't Cry"
Day 5: A very Niff Christmas. "Merry Christmas"
*
“A cosa?” Jeff gli si avvicinò un po’.
“A...” Nick deglutì. “A te...” confessò.
Quelle parole rimasero a galleggiare tra loro per qualche secondo, mentre Jeff sentiva il proprio cuore cominciare a correre sotto la cassa toracica. Nick non era il tipo da lasciarsi andare a dichiarazioni del genere, era troppo timido, persino con il suo ragazzo. Ma a Jeff andava bene così, perché mai avrebbe desiderato qualcosa di più di quegli occhi scuri e quel sorriso mozzafiato che Nick riservava solo a lui.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval | Coppie: Nick/Jeff
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Glee Weeks!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo Raccolta: As your shadow crosses mine.
Titolo Storia:
Don’t cry.
Personaggi: Nick Duvall/Jeff
Starling
Genere: Romantico, Introspettivo
Rating: Verde/Giallo
Avvertimenti
: What...if, Missing moment, AU
Rules: Una drabble/flash/shot per ogni giorno.
Day 1: The first time
Day 2: Roommate ! Niff
Day 3: AU ! Niff
Day 4: Why are you so sad?
Day 5: A very Niff Christmas
Day 6: Engagement ! Niff
Day 7: Future ! Niff
Nda: Sono annegata nell’angst, che qualcuno mi salvi!

 

 

4. Don’t cry

 

 

 

“Come sarebbe a dire ‘non vuole parlarti’?”

“Jeff, cosa vuoi che ti dica...”

“Mamma! Stai scherzando, spero!”

Un sospiro. “Cosa ti aspettavi?”

“Che mi capiste! Sono sempre vostro figlio!”

“Si ma...”

“Ma cosa? Anche se sono gay rimango sempre la stessa persona!”

“Ti prego, non usare quella parola...”

Una pugnalata al cuore. “Mamma...”

“Ascolta Jeff... devo andare, tuo padre vuole...”

“Cosa? Cosa vuole? Fammi parlare con lui!”

“Non posso... devo chiudere Jeff... ci sentiamo...”

“No! Mamma...”

*

“Hey Jeffie! Sono tornato!”

Quando Nick Duvall aprì la porta della camera che divideva ormai da più di tre anni con Jeff, non si sarebbe mai aspettato di trovarlo lì, in piedi in mezzo alla stanza, con le mani tra i capelli e i resti di quello che sembrava un cellulare appena scagliato contro il muro sparsi sul suo letto.

“Jeff ma che...”

Ma in quell’istante, il ragazzo alzò lo sguardo su di lui, si lasciò andare ad un sospiro tremulo e gli si gettò tra le braccia, cominciando a piangere disperatamente.

E Nick, spaventato a morte da quella reazione così sbagliata, lo strinse forte in quell’abbraccio, passandogli leggero le mani sulla schiena tremante, incurante delle lacrime che gli bagnavano la camicia.

Jeff non piangeva mai. Non era una cosa naturale, e Nick non sapeva spiegarsi cosa potesse essergli successo di così terribile da ridurlo in quello stato di disperazione. Attese pazientemente che quel pianto si indebolisse, che Jeff tornasse il suo Jeff, quello sorridente e sempre allegro, che ora sembrava un ricordo lontano se confrontato con quell’immagine che aveva davanti.

“Va tutto bene...” si ritrovò a sussurrargli all’orecchio ripetutamente senza smettere di accarezzarlo delicatamente.

Dopo quelle che parvero ore, Jeff sembrò calmarsi quel tanto che bastava per separarsi da Nick con gli occhi rossi e lucidi di pianto e gocce lucenti ancora attaccate alle ciglia chiare.

“Scusa... io...” tentò di parlare.

“No. Non dirlo neanche per scherzo” lo interruppe Nick, prendendolo per mano e conducendolo verso il letto per farlo sedere e mettendosi seduto accanto a lui. “Che è successo?”

Jeff sospirò mentre altre lacrime scendevano sulle sue guance già bagnate. Provò a rispondere a quella semplice domanda, ci provò davvero, perché Nick era la persona a cui voleva più bene al mondo e se esisteva qualcuno che poteva capirlo, quello era lui, ma una nuova ondata di tristezza si impadronì del suo corpo, e si ritrovò di nuovo a tremare senza controllo.

Shhh...” Nick lo abbracciò ancora. “Calmati... ci sono qua io ora...”

E ci sarebbe sempre stato, di questo non aveva dubbi.

Aspettò qualche altro minuto, e Jeff si calmò di nuovo. Si passò le mani sugli occhi, per cercare di cancellare gli ultimi segni delle lacrime e prese un bel respiro profondo che lo scosse tutto. Poi riuscì ad alzare lo sguardo su Nick.

“Io...” deglutì. “L’ho detto ai miei...”

Per un attimo Nick rimase interdetto dalle sue parole, ma poi capì. C’era solo una cosa che avrebbe potuto portare a quella reazione.

“Oddio...” riuscì a dire prima di ritrovarsi a stringere Jeff di nuovo tra le sue braccia.

“Hanno...” Jeff, il viso premuto contro il suo collo, continuò a parlare. “Hanno cominciato a... ad urlare e... mia madre ha cominciato a piangere e...”

Nick rimase in silenzio ad ascoltarlo.

“E poi mio padre ha detto che...” Jeff si interruppe di nuovo mentre ricominciava a singhiozzare. “Che... che...”

“Calma Jeff, respira...” Nick sentì il cuore stringersi. Era fisicamente doloroso vedere Jeff in quelle condizioni e sapere di non poter far nulla.

Ma Jeff non voleva fermarsi. “Mi ha detto che avrebbe preferito che io non fossi nato! Che avrebbe preferito non avere un figlio piuttosto che averne uno frocio!”

“Jeff!” Nick era scandalizzato. “Non dire mai più una cosa del genere. Tu sei speciale, non dimenticarlo e lui...”

“Lui è mio padre!” rispose interrompendolo, alzando di nuovo lo sguardo per incontrare i suoi occhi scuri. “E... io non so cosa fare... mio padre mi odia e...”

“Oh Jeff...” di nuovo Nick si ritrovò ad abbracciarlo. Lo spinse delicatamente sul piccolo letto che ogni tanto gli capitava di condividere con lui, e, senza lasciarlo allontanare, si stese accanto a lui.

Lo ascoltò continuare a piangere per altri interminabili minuti. Ogni singhiozzo era una fitta dolorosa al cuore: Jeff non era fatto per questo, era fatto per sorridere, per essere felice di essere se stesso, come voleva e con chi voleva. Nick non poteva credere che i suoi genitori avessero potuto reagire in quel modo così orribile; era sbagliato, non sarebbe dovuta andare così. Avrebbero dovuto appoggiarlo, essere felici per lui, non rimpiangere di averlo avuto!

“Nick?” tra le lacrime, Jeff riuscì a trovare di nuovo i suoi occhi.

“Dimmi...” sussurrò lui.

“Mi dai un bacio?” era stato solo un mormorio sommesso, ma era arrivato dritto al cuore di Nick.

E Nick si era lasciato andare ad un leggero sorriso. “Certo...”

Le loro labbra si sfiorarono allora, morbide e calde, e loro sapori si mescolarono insieme a quello salato delle lacrime. Jeff si rilassò istantaneamente, felice che almeno quello non era cambiato, che il suo ragazzo gli era ancora accanto nell’istante in cui tutta la sua vita sembrava quasi cadere a pezzi.

Quando si separarono, Nick portò una mano sulla sua guancia e lo sfiorò con la punta delle dita, provocandogli un piccolo brivido.

“Qualunque cosa accada, la affronteremo insieme, okay?” disse.

Jeff si perse per qualche istante nel castano caldo dei suoi occhi. Poi annuì, cercando un altro bacio che lo fece sospirare sulle labbra dell’altro.

“La prossima volta” continuò qualche istante dopo. “Verrò con te...”

“Ma...”

“Niente ma” Nick gli posò due dita sulle labbra. “Non ti lascerò da solo.”

Jeff sentì altre lacrime scivolargli sulle guance.

“Ti amo...” disse.

Nick sorrise. “Ti amo anche io, Jeffie.”

 

 

 

 

Writer’s corner.

Okay, non sono annegata nell’angst, un pizzico di fluff ci voleva XD
Perciò, siamo esattamente a metà del tragitto!
A domani!

SereILU

 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: SereILU