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Autore: whateverhappened    29/03/2012    1 recensioni
Nick e Jeff.
Raccolta scritta per la Niff!week. Probabili alte concentrazioni di fluff e coccolosità varie, perché la Niff è così.
Day 1 - First Time: Falling in Love. «Mia sorella ha detto di riferirti che “sei bellissimo”» [...] «Tua sorella... Tu, invece?»
Day 2 - Roommate: You've Got a Friend. Jeff stava dormendo sulla schiena, le braccia allargate e la bocca spalancata: Nick era certo che stesse facendo qualche sogno assurdo, come quella volta che aveva abbracciato un panda.
Day 3: AU - Star Boy. «Ti sto davvero chiedendo di venire con me. Pensa: potresti vedere tutto quello che hai sempre voluto. La Via Lattea sarà solo l'inizio. I tramonti da qua sono meravigliosi, Jeff»
Day 4: Hurt/Comfort - Chills in the Evening. «Sicuro. È proprio perché ti interessa che sapevi che due giorni fa avevo appuntamento dal dentista per farmi togliere un dente del giudizio. Te ne sei andato per farmi un favore, visto che mi piace così tanto andare dal dentista hai pensato di lasciarmi la camera per fare un festino».
Day 5: A very Niff Christmas - Deck the Halls. «Trent, Flint e Richard stanno arrivando, David sta cercando le sue corna da renna e Thad è alle prese con il Grinch».
Day 6: Engagement - I'll Be Your Man. «Buon anniversario, Jeffie» gli sussurrò Nick, posandogli un bacio sul collo.
Day 7: future!Niff - Home Is Where the Heart Is. «Ascolta e basta. Oggi compi trentasei anni, trentasei...» «Non ricordarmi che sto invecchiando, Jeffie» commentò Nick con un sorriso, ma Jeff lo ignorò. «...Siamo sposati da sei anni e nostra figlia ne ha tre. Era una coincidenza troppo grande per non essere celebrata a dovere».
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Day 4: Why are you so sad?

Hurt/Comfort

 

 

 

Chills in the Evening

 

 

Being with you

Was all that I needed

I don't know why you were to blind to see it

Now you're gone and I need you here tonight

You know that I can't sleep cause I'm terrified

(Chills in the Evening – McFly)

 

 

I passi riecheggiavano nel lungo corridoio, deserto a quell'ora della sera. Jeff si ritrovò a pensare di essere l'unica persona in giro per la scuola, gli altri dovevano essere già tutti nelle proprie stanze. La sua si trovava nell'ala più lontana dall'entrata, quella dove si trovava proprio in quel momento. Man mano che vi si avvicinava stringeva maggiormente la presa sulla borsa che teneva in mano, il leggero bagaglio che aveva portato dai suoi quando era partito due giorni prima. Si fermò quando si trovò di fronte la porta.

Nicholas Duvall – Jeffrey Sterling.

Come ogni volta, sorrise nel vedere i loro nomi completi. Non c'era nessuno che li chiamasse in quel modo, anche per i professori erano ormai Nick e Jeff. A Nick dava persino fastidio essere chiamato con il nome intero, per cui tutti lo utilizzavano per farlo irritare. Il suo stomaco si torse al ricordo delle innumerevoli risate scambiate con David e Wes, che più si divertivano a far arrabbiare Nick. Era tanto che non ridevano tutti insieme in quel modo, troppo. Gli mancava terribilmente scherzare con gli altri, ma soprattutto gli mancava il sorriso di Nick. Era ormai quasi un mese che lo evitava, limitando i rapporti ai saluti di cortesia la sera e la mattina, e si sentiva in colpa come mai prima. Nick non si meritava quel trattamento, lo sapeva, ma non era riuscito a comportarsi in maniera differente. Non poteva.

Sospirò, poggiando la mano sul pomello della porta. Sapeva che l'avrebbe trovata aperta, nonostante tutto Nick si preoccupava ancora di non lasciarlo chiuso fuori, vista la quantità di volte in cui aveva perso la chiave. La aprì con delicatezza, sperando di fare il meno rumore possibile, anche se era certo che Nick fosse ancora sveglio. Trovò la stanza completamente immersa nell'oscurità e ne fu sorpreso: a Nick non piaceva il buio totale, accendeva sempre una luce notturna. Ci mise qualche istante ad abituare gli occhi alla nuova condizione, quando ci riuscì cercò immediatamente la figura dell'amico. Lo trovò sdraiato sul suo letto, rannicchiato in posizione fetale con del ghiaccio premuto sulla guancia.

«Nick!» Jeff corse verso il letto, buttando la borsa da qualche parte nella stanza. «Cosa diavolo ti è successo? Me ne vado due giorni e ti fai pestare?»

«Come se te ne importasse» mugugnò l'altro con la voce impastata. Jeff percepì distintamente il suo stomaco annodarsi, stringersi sempre più, mentre l'aria gli veniva improvvisamente a mancare. Senso di colpa, ancora e più potente. In quel mese Nick non gli aveva mai fatto una critica né se l'era presa per quel comportamento, si era limitato a lanciargli occhiate sempre più tristi che lui aveva tentato di ignorare.

«Oh, andiamo, certo che mi importa» provò a rispondere, ma non suonò convincente nemmeno alle sue stesse orecchie.

«Sicuro. È proprio perché ti interessa che sapevi che due giorni fa avevo appuntamento dal dentista per farmi togliere un dente del giudizio. Te ne sei andato per farmi un favore, visto che mi piace così tanto andare dal dentista hai pensato di lasciarmi la camera per fare un festino».

Il tono di voce di Nick, tagliente anche con la difficoltà che aveva a parlare, colpì Jeff come un macigno. Una delle cose che più terrorizzavano Nick era proprio il dentista, negli ultimi anni lo aveva accompagnato sempre ad ogni visita. Aveva assistito ad una crisi di panico per un'otturazione, ora gli avevano tolto un dente e lui non c'era. Sospirò, sedendosi sul letto dell'amico. Nick tentò di farlo alzare, ma ci rinunciò quasi subito.

«Non lo sapevo. Mi dispiace...» Iniziò a dire Jeff, ma l'altro lo fermò con un'occhiata glaciale, ben visibile anche al buio.

«Certo, e le pecore sono blu. Non so cosa diavolo ti ho fatto, Jeff, e sembra che tu non voglia darmi alcuna spiegazione. Mi sta bene, fa male, ma mi sta bene. Solo non far finta che ti interessi qualcosa della mia vita fra un ragazzo e l'altro, perché di farti da tappabuchi non ne ho la minima intenzione» il discorso di Nick, forse il più lungo pronunciato negli ultimi giorni, gli portò una fitta di dolore al dente. Jeff lo vide recuperare il ghiaccio, ormai sciolto, e premerlo contro la guancia. Aveva passato un mese a lottare contro se stesso, ma fu un gesto semplice come quello a farlo capitolare.

«Torno subito» si alzò, ignorando i borbottii di protesta di Nick. Uscì e tornò solo dopo diversi minuti.

«Sei andato a chiamare il tuo fidanzato della domenica?» Chiese acido Nick quando rientrò, ma Jeff non rispose, limitandosi a risedersi sul letto accanto a lui.

«Sono andato a prendere del ghiaccio che non fosse acqua calda, idiota» disse poi, posando la borsa termica sulla guancia dell'altro, scostandogli qualche ciocca di capelli. «Non ho nessun fidanzato della domenica, Nick. Né del sabato o del venerdì».

«Ti aspetti che ci creda quando non rientri mai prima del coprifuoco?» Nick appariva stizzito e Jeff non riuscì a non sorridere.

«Non mi aspetto più niente, te lo sto solo dicendo. Sto in biblioteca, oppure esco e mi fermo al primo bar».

«Perché?»

Jeff rimase in silenzio per un attimo, quindi sospirò. Glielo doveva, lo sapeva. «Perché non voglio stare qui». Fu come lanciare un macigno addosso all'amico: riusciva a vedere la sofferenza nel suo sguardo.

«Perché?» La voce di Nick era incrinata, probabilmente avrebbe stretto i denti se non fosse stato troppo doloroso.

«Perché starti accanto è diventato difficile. Perché ogni volta che ti vedo mi si stringe lo stomaco... Non posso rovinare tutto per questa cosa, Nick. Lo capisci? Posso sopportare che mi odi per un mese, due, tre... ma non accetto l'idea di perdere tutto per sempre».

Nick strabuzzò gli occhi e, nonostante il dolore al dente, scoppiò a ridere. Jeff sapeva che non era divertito: quella era una risata isterica con fiocchi e contro-fiocchi. «Mi stai dicendo che mi hai trattato come un lebbroso perché hai una cotta per me?»

«Detta così sembra una cagata, ma...»

«È una cagata, Jeff» lo interruppe Nick, avvicinandoglisi per la prima volta da troppo tempo. «Se solo avessi tentato di parlarmi, invece di partire in quarta con il melodramma, avresti scoperto che evitarmi era del tutto inutile».

«Me ne sono accorto, Nick, grazie tante. È passato un mese ma quando ti ho visto con il ghiaccio mi stava comunque venendo un infarto... Non credo sia una cotta semplice, credo che dovrai sopport-»

«Jeff, ma hai almeno sentito quello che ti ho detto?» Nick lo stava guardando con un sopracciglio alzato e... Sì, era davvero divertito. «Non ti serve evitarmi perché io non voglio che mi eviti».

«Lo so! Per quello non ti ho detto niente, sapevo che avresti fatto il bravo ragazzo come sempre e mi avresti detto che non aveva importanza e...»

«Se sei tonto, però!»

Jeff non ebbe praticamente modo di registrare le parole di Nick che quello gli si gettò addosso. Lo abbracciò in una stretta che quasi lo soffocò, ma gli interessò ben poco quando le labbra del moro si posarono sulle sue. Non fu un bacio passionale, di certo neanche lontanamente simile a quelli che si sognava di notte, ma il sapore del collutorio sulla bocca di Nick continuava a ricordargli che l'altro non stava bene. Si sforzò di non essere irruento, anche se i brividi che gli correvano lungo la schiena lo invitavano ad approfittare di quell'occasione che bramava da tempo. In fondo, però, aveva tutto il tempo del mondo davanti.

«Hai capito adesso?» Gli sussurrò Nick sulle labbra non appena si separarono. Aveva gli occhi chiusi, ma Jeff sapeva che non vi era più alcuna traccia della tristezza di prima.

«Sono un idiota».

«Il re dei cretini, sì».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Okaaaay. Chi mi conosce sa che non sono mai soddisfatta completamente di quello che scrivo. Questa volta è diverso: non mi piace proprio. L'ho scritta di fretta e senza idee, perché in tutta onestà non riesco a unire il concetto di “hurt” al concetto di “Niff”. Fra le altre cose ho pure riciclato la stessa idea di Love Actually, per chi l'avesse letta, ma a ruoli invertiti.

Insomma, a me questo day 4 non ha soddisfatto molto, ma son certa che le mie colleghe avranno scritto meraviglie.

A domani con, spero, qualcosa di migliore!

   
 
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