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Autore: _Valchiria_    30/03/2012    2 recensioni
Un ragazzo, alle prese con un libro da pubblicare.
Un gruppo di amici, scanzonati e pronti a divertirsi.
Una città, scenario della festa più colorata e allegra dell'anno e di un'amore pronto a sbocciare.
DAL CAPITOLO 4:
"Sai, sono due giorni che salgo su queste gondole e mi chiedo il significato delle canzoni che intonano i gondolieri!" rise Ludwig.
"Beh, non hanno sempre lo stesso significato. A volte si canta dell'amore e della propria amata, altre delle città e delle sue luci." Mentre Feliciano parlava, gli ultimi raggi di sole di quella giornata gli illuminavano il profilo e Ludwig si scopri incantato da quel viso così dolce.
"E ora, quest'uomo cosa sta cantando?"
Feliciano si girò a guardare Ludwig. I loro sguardi si incatenarono. Feliciano gli sorrise.
"Adesso sta parlando d'amore, Ludwig. Tu ci credi nell'anima gemella?"
"Penso di sì"
"Io si e credo anche nel colpo di fulmine"
Fra i due cadde il silenzio. Era però, un piacevole silenzio, non imbarazzante, ma quasi complice di quella conversazione.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo sesto: Galeotto fu il Bel Paese ed il Carnevale.

Era ormai pomeriggio inoltrato. Tutta la città aveva iniziato a fare più chiasso ed a festeggiare con maggiore gioia. Se ci si affacciava al balcone, si potevano osservare i voli di coriandoli e le parate che avanzavano fiere con al seguito miriadi di persone ridenti e felici.
"Ragazzi, siete pronti a scatenenarvi?" urlò Gilbert, come se fosse lontano anni luce dalla stanza in cui c'erano tutti gli altri.
"Puoi dirlo forte! Ti ricordo che siamo qui soprattutto per questo evento!"
"Antonio ha ragione. A proposito, guardate quanto è bello il mio costume! Esalta il mio magnifico fisico da modello" disse Francis, girando su sè stesso e mostrando un'impeccabile abito da moschettiere.
Antonio e Gilbert lo guardarono quasi disgustati, mentre Francis farfugliava qualcosa sulla sua meravigliosa acconciatura.
"Caro il mio vinofilo, il magnifico qui, sono IO!" disse Gilbert, parondosi davanti a Francis con fare altezzoso.
"Ma fammi il piacere! Anche se abbiamo scelto di vesterci da i tre moschettieri- e qui indicò gli abiti di tutti e tre i componenti del Bad Trio- il più bello resto io! Detto fra noi, la calzamaglia non ti rende giustizia!" disse Francis, ammiccando (maliziosamente) ai gioiellini di Gilbert.
Come al solito, i due iniziarono a litigare, quasi come se avessero tre anni per uno.
Nel frattempo, Ludwig era seduto su una delle belle poltrone della suite, intento a scrivere la trama del suo libro.
"Ancora impegnato con il lavoro?" disse Antonio sorridendogli, cogliendo di soprassalto il biondo ragazzo.
"Bhè, quando l'ispirazione arriva...- e qui sorrise piano- "bisogna coglierla! E poi tra breve vi saranno le scadenze per la stesura..."
Antonio abbassò il capo scuotendolo, per poi rialzarlo ed esibire un sincero sorriso, uno dei tanti. "Oggi è Carnevale, Lud! Bisogna divertersi ed il lavoro è il tuo ultimo pensiero! Rilassati e divertiti!" gli disse, pogiandogli un braccio intorno al collo e facendogli l'occhiolino.
"Beh, forse hai ragione.."


Ormai era ora di andare giù in città e divertirsi in mezzo a quell'onta di gente mascherata.
Scesero le scale dell'hotel, uscendo poi fuori ed immergendosi in quel brusìo allegro.
Gilbert allargò le braccia e le alzò in cielo proferendo:" Sentite l'odore del divertimento, miei prodi?"
"Altrochè! Signori, che si aprino le danze!" disse Antonio, ridendo felicemente.
Ludwig era ancora fermo sulla soglia della porta dell'hotel ed osservava divertito i suoi amici.
Questi tre, d'improvviso, si girarono verso Ludwig.
"Uno per tutti.." disse Gilbert, abbassando la spada per terra e mettendosi la maschera con la mano libera.
"..E tutti per uno!" urlarono gli altri due, facendo la stessa cosa di Gilbert.
Anche Ludwig indossò la sua maschera, sorridendo ed incamminandosi con il resto della comitiva.



Tutto era talmente bello e colorato che Ludwig ormai aveva dimenticato l'ansia per il suo libro.
Le persone erano tutte mascherate ed irriconoscibili. Le donne avevano dei bellissimi abiti ispirati alle mode dell'ottocento o di altre epoche ancor più sfarzose. Maschere coloratissime, coprivano i visi dei loro proprietari.
Se si voleva essere un'altra persona ed uscire per poco tempo dal tedio della propria vita, trasgredendo alle regole ed ai buoni costumi, lo si poteva fare, nascosti elegantemente da quelle colorate maschere.
Ed infatti Ludwig riusciva a stento a riconoscere i propri amici, solo perchè erano i più scellerati di tutti ed erano gli unici a camminare abbracciati e vestiti da moschettieri.
Sorrise, anche se un pò si sentì in più in quella comitiva. Cosa ci faceva lui, in mezzo a dei ragazzi così inibiti? Lui era riservato, ligio al dovere e...
"Lud! Come puoi pensare anche in mezzo a questo trambusto!" gli urlò il fratello, riscuotendolo dai propri pensieri.
"Non stavo pensando, stavo solo...osservando il vostro irriconoscibile schiamazzare!" tagliò corto Ludwig, sorridendo bleffardo.
"Ah, West! Vieni a scatenarti con noi!"
"A proposito di noi..dove sono finiti i Vargas?" chiese Ludwig
"Oh, hanno detto che ci raggiungeranno più tardi! Ti manca, eh, il dolce Feliciano?" ammiccò Gilbert, urtandolo scherzosamente con un gomito.
Ludwig assunse la tonalità di tutti i colori presenti nell'arcobaleno (se è possibile) ripensando alla sera precedente.
"N-no, cosa dici?! Solo, avevano detto che avremmo festeggiato insieme e.."
"Non ti preoccupare, West! Vedrai, sarà davvero una bella serata.." concluse Gilbert, sorridendo un pò troppo per i gusti di Ludwig
Il biondo fu trascinato dal fratello fra la folla, incontrandosi poi con il resto del gruppo di Gilbert.
"Allora Gilbert, e la tua signora dov'è?" chiese Francis
"Lei, il mio bocciuolo di rosa? Sta arrivando.." disse Gilbert, assumendo un'aria assai sognante.
Intanto nella piazza, tutti avevano iniziato a ballare divertiti, poichè un'allegra banda aveva iniziato ad intonare alcuni motivetti e dei "nostri tempi", e di epoche da noi lontane.
Sinceramente, il teutonico non sembrava divertirsi un granchè. Si guardava intorno, allungando il collo, come se stesse cercando qualcuno.
Forse, davvero gli mancava Feliciano?
Era impossibile, si conoscevano da pochissimo tempo, come poteva provare già un sentimento che, (era obbiettivo) non sembrava amicizia?!
Notò che i suoi amici si erano divisi. Francis si era confuso fra la folla, ormai coinvolto a pieno dalla festa, il fratello stava salutando la sua donna mentre...Antonio dove era finito?
Pensato questo, non se ne preoccupò più di tanto, poichè sapeva bene che l'ispanico era (magari) andato a prendere il suo amato Lovinito.
Ludwig iniziò a farsi largo fra la folla, mentre alcune persone tentavano di trattenerlo, scherzando ed invitandolo a ballare.
Stranamente aveva perso un pò l'entusiasmo dell'inizio, come se qualcosa lo avesse deluso.
Stava per uscire da quella piazza gremita di gente, pronto a tornare a casa ed a sedersi sul divano, magari continuando il suo libro, quando si sentì afferrare un braccio.
"Dove vai, Lud?"
Il biondo si girò, scorgendo da dietro la maschera di moschettiere, il viso giocondo di Antonio.
"Antonio, dove eri finito?"
"Passeggiavo." A questa affermazione, Ludwig dovette cercare di capire come fosse possibile passeggiare fra un tumulto di risa e di danzatori.
"Oh, giusto"
"Comunque, ti chiedevo dove tu te ne stessi andando, mentre impazza la festa dell'anno in piazza!"
"A casa. Sai, sono un lupo solitario, e questo genere di cose non mi fanno impazzire" scherzò Ludwig.
Antonio spalancò gli occhi, quasi come se Ludwig avesse detto qualche oscenità.
"Non vorrai mica dire che stavi tornando a casa?!"
"..."
"Non se ne parla proprio! Ora tu vieni con me e ti faccio vedere come ci si scatena!" disse Antonio, senza lasciare adito di protesta al biondo tedesco, che venne trascinato come un cane dal padrone.
L'iberico lo trascinò (stranamente sul suo viso manifestava uno strano ghigno), sempre più lontano rispetto alla folla della piazza, quasi come se si volesse "imboscare" con lui.
"Antonio, credo che la festa non sia..."
"Shh...seguimi e vedrai che la vera festa è qui" disse, ridacchiando.
Ludwig alzò un sopraciglio, confuso.
Perchè si stesse facendo trascinare da Antonio in un luogo che sembrava un covo per innamorati, Ludwig non lo sapeva bene, però aveva capito che c'era qualcosa sotto.
"Bene, siamo arrivati" proferì Antonio, allargando le braccia e mostrando a Ludwig un canale, con anche una gondola ferma. Il posto era davvero suggestivo, messo in penobra da un ponte che sovrastava il canale e copriva i flebili raggi di sole di quel tiepido pomeriggio di febbraio.
"Ehm...Antonio qui è tutto tranne che rumoroso e festivo!" disse Ludwig, sorpreso dai comportamenti dello spagnolo.
Antonio sorrise a trentadue denti (lasciando perplesso Ludwig) e disse:" Lo so. Tu aspetta qui eh, che torno subito" disse, facendogli l'occhiolino.
Ludwig non fece in tempo a chiedere di più all'Iberico, che questi già era saettato dietro un vicolo del canale, saltellando come una lepre.
Il tedesco roteò gli occhi al cielo ed aspettò lì per qualche minuto, per poi vedere arrivare Antonio con un mazzo di rose rosse in mano e seguito da una figura a lui familiare, che camminava strascicando i piedi per terra, quasi come se fosse stanco.
"Antonio, non ci sto capendo più nulla! Perchè mi hai portato qui e soprattutto, perchè hai dei fiori in mano?"
"Questi sono per te!"
"Cosa?" chiese Ludwig, incredulo.
"Lo sapevo che tu non eri in grado di fare niente di buono! Vedi che devo sempre sistemare tutto io, bastardo?!" iniziò a imprecare il giovane uomo di fianco ad Antonio, riconosciuto da Ludwig come Romano, il maggiore dei Vargas.
Romano strappò il mazzo di rose rosse dalle mani di Antonio, che non proferì parola, come se si divertisse nel vedere il suo Lovinito così deciso ad essere "cupido"
Perchè Cupido? Ve lo starete chiedendo vero?
Basti tornare indietro di qualche ora...

Ore 13:30, casa Vargas.
"Lovi, sta squillando il telefono, vai tu per favore?!"
"Che palle, Feli! Devo sempre fare il tipo del centralino io! Se è quel maniaco di Francis, giuro che gli invio un killer a casa!"
"Rispondi e basta, Lovi"
Stancamente, il maggiore dei Vargas si avvicinò alla cornetta del telefono, che non finiva più di squillare.
"Pronto?"
"Lovinito mi amor, dobbiamo parlare di una cosa" gli tuonò una voce all'orecchio, indubbiamente quella dell'ispanico.
"Ti ascolto, bastardo."
"Bene. Credo che Feli ti abbia già parlato di quello che è accaduto ieri con Ludwig" chiese Antonio, fattosi stranamente serio.
Romano ripensò al racconto, e uno strano sentimento (smile al fastidio) lo invase. Poi continuò.
"Se, purtroppo ho saputo. Ma che centra, bastardo?"
"Dunque, datochè tutti noi, e per noi intendo il grandioso Bad Trio, abbiamo capito che Lud e Feli si piacciono, vorremmo farli parlare domani, a Carnevale"
"Non sono in grado di farlo da soli?"
"Bhè, tuo fratello mi pare molto timido e Lud non è da meno...quindi vorremmo spingerli, giusto un pochino, l'uno fra le braccia dell'altro!" concluse Antonio, con uno schiocco di lingua come se volesse esprimere la sua più totale convinzione della riuscita del "piano".
"Mi pare di aver capito. Hai intenzione, insieme a quei decelebrati dei tuoi amici di far maritare il mio dolce fratellino con quel  crucco mangiapatate, giusto?"
"Esatto, mi amor!" cinguettò Antonio.
"Scordatelo!"
"Oh no, non fare il cattivone, amore mio!"
"Uno: non chiamarmi più amore, altrimenti ti cambio i connotati. E due: questo matromonio non sadda fare!" concluse Romano, attaccando la cornetta arrabbiato.
Antonio, sconvolto, passò metà del suo primo pomeriggio adoperando l'arte della persuasione, chiamando un miliardo di volte il suo dolce Lovinito, chiaramente in disaccordo con il piano.
Dopo la trentesima chiamata, Lovino si convinse lasciandosi spiegare il "piano di conquista".


Ecco come, il poco dolce di sale Lovino, si trovasse ora nei panni di un improbabile Cupido, reggendo fra le mani un mazzo di rose rosse, arrabbiato e poco convinto. Si avvicinò al teutonico (ormai sconvolto e disorientato) con passo veloce.
"Ehm...senti un pò crucco! Ora ti spiegherò cosa devi fare! Ascoltami bene perchè non ripeterò nulla di nulla e..."
"Lovinito..."lo richiamò, gentile, Antonio.
"Uff..Le vedi queste?" gli disse, mostrandogli le rose. "Non sono per te, ma per mio fratello. Tu dovrai dargliele oggi e fra breve"
"Cos.."
Ormai, il povero Ludwig, non capiva più nulla.
"Zitto e ascolta! Abbiamo capito tutti, anche i muri di casa mia, che sbavi dietro a mio fratello. E quel cretino, fa lo stesso con te. Quindi oggi pomeriggio, tu gli parlerai, non prima di aver creato un pò di atmosfera romantica (come vuole quell'imbecille di Francis), cosicchè io possa tornare a casa tranquillo, senza il terrore di mio fratello pronto a rovesciarmi addosso il brodo per la pasta!" Lovino sputò tutto con un impeto immane, arrossandosi per la foga del suo sermone.
Antonio, invece, gli stava battendo le mani, come se fosse fiero di lui.
Ci fu un minuto di silenzio, in cui la faccia di Ludwig era davvero molto scenografica. Gli occhi spalancati e la bocca aperta, lasciavano intendere che era rimasto basito.
Romano, famoso per la sua poca pazienza, sbottò di nuovo.
"Allora? Hai capito o hai bisogno di un caspito di disegnino?"
"Ehm..si..solo che non so cosa devo fare..."
"Natural! Tutto ti verrà spontaneo, amico mio! La passione è un sentimento che affiora da solo, senza che tu gli dica nulla!" disse Antonio, gasandosi per il discorso.
"Ehm..certo..credo di aver capito..."
"Perfetto! Prendi queste e aspettaci, eh! Fra una decina di minuti saremo qui, con la tua "donzella"! Ah, un'altra cosa: quando ci vedi arrivare, abbassati la maschera sul viso!" disse Antonio, strizzando l'occhio a Ludwig e trascinando per un braccio Romano, che iniziò a bofonchiare parole davvero non troppo gentili.
Ludwig, rosso più di un pomodoro, sospirò.
L'aveva detto lui, che di viaggiare con quelli era una pessima idea!



Antonio e Romano arrivarono sotto la casa degli italiani, trafelati e sudati.
"Tu...*anf*...bastardo..CHE CAZZO CI CORRI COSI'!!!"
"Shhh...non urlare Lovinto! Non fai una bella figura!"
"Una bella figura un corno! Mi hai fatto correre a perdifiato e...mpf" Antonio tappo la bocca di Romano con una mano, mentre con l'altra estraeva dalla tasca il cellulare.
"Francis? Noi siamo giù e vi stiamo aspettando! Scendete che è tutto pronto!" cinquettò l'iberico, ricevando, poi, un morso dal simpatico italiano.
"Ahi, ahi! Lovi!"
"Grr..stronzo!"
Intanto, dalle scale si individuò l'immagine di Francis, gli occhi chiusi e le mani indaffarate a rifare il codino, seguito da Gilbert e compagna e da Feliciano, allegro come sempre.
"Che trambusto che fate! Così non va proprio, cherì!" disse Francis, rivolgendosi ad un Lovino molto adirato.
"Bene, miei prodi! E' tutto pronto?" disse Gilbert, sorridendo sornione.
"Cosa è tutto pronto?" chiese perplesso Feliciano.
Tutti si girarono verso di lui, che aveva appena finito di scendere le scale.
Si sorrissero complici.
"Credo di non capire..."



L'allegra combriccola si incamminò verso il luogo in cui stava aspettando Ludwig. Per tutto il tragitto, Feliciano cercò di capire qualcosa di più sulla questione, ricevendo solo risposte blande o a metà.
"Oh, ma insomma! Si può sapere dove siamo diretti! La piazza mica si trova qui!" pigolò Feliciano.
"Non ti preoccupare Feli, tra un pò scoprirai tutto!"
Ci misero circa una decina di minuti per raggiungere il luogo. A volte si imbattevano in passanti in maschera, allegri e colorati, che salutavano loro invitandoli alla festa.
Finalmente arrivarono, in quel canale così silenzioso e suggestivo.
"Siamo arrivati." disse Francis, fermandosi all'improvviso.
"Era ora! I tacchi mi stavano uccidendo!" proferì Elizavetha, chinandosi a massaggiare la caviglia. Era fasciata in un bel vestito da principessa.
Ludwig notò che tutti erano arrivati. Istintivamente, si sistemò i capelli, abbassandosi la maschera sul viso. Deglutì e pregò perchè Dio lo assistesse in quella che sarebbe stata la giornata più imbarrazzante della sua vita.
"Sei pronto Feli?" gli chiese Francis, spingendolo con una mano da dietro la schiena.
"Per cosa?"
"Per il giorno più romantico della tua vita" disse Antonio, prendendolo sotto il braccio destro.
"Cosa?"
"E di questo, dovrai ringraziare il magnifico Bad Trio!" disse Gilbert, prendendolo sotto l'altro braccio e guidandolo, insieme agli altri due, verso Ludwig.
In pochi passi, si trovarono di fronte al teutonico.
"Ehm...non capisco..."
"Vi lasciamo soli, piccioncini!" dissero in coro, lasciando Felciano e correndo verso gli altri, per poi nascondersi tutti dietro un muro.
"Ehm...ecco...insomma..." provò a iniziare Ludwig, arrossendo da cima a fondo.
"Sei..Lud?" disse Feliciano, sorridendo gentilmente.
Ludwig sbuffò, sorridendo debolmente.
"Si, sono io. Da cosa l'hai capito?"
"Dai tuoi occhi. Riesco a vederne lo scintillio anche da sotto la maschera" asserì schiettamente Feliciano.
A Ludwig mancò il respiro. Era una frase così semplice, ma l'effetto che gli fece fu come se gli avesse detto chissà quale cosa.
"Oh..bhè..." boccheggiò, cercando qualche cosa da dire che fosse carina. Diamine, perchè non riusciva a smetterla di arrossire e di balbettare? Sembrava un cretino!
Guardò Feliciano e poi le rose. Basta, ci sarebbe riuscito! A lui Feliciano piaceva, piaceva molto. E non come amico.
Costi quel che costi, avrebbe dichiarato i suoi sentimenti a quella persona.
Strinse con decisione il mazzo di rose rosse.
"Feliciano...queste sono...per te."
Feliciano (disorientato e confuso) si sentì felice. Che cosa carina aveva fatto il suo Lud! Si era accorto, ormai, di essersi interessato seriamente a quel biondo ragazzo di poche parole.
"Grazie...sono davvero bellissime!"
"Feliciano, dovrei parlarti. Io..."
"Allllt!" una voce lo fermò. Ludwig, infastidito, si girò.
"Sali sulla gondola, mon cher! Altrimenti, che diamine esistono a fare queste imbarcazioni!" urlò Francis.
Ludwig rise, annuendo.
"Feliciano, se vuole seguirmi..." disse Ludwig, porgendogli una mano.
"Oh, certo"
Il Bad Trio rise campiaciuto, battendo il cinque e ritornando nel tumulto della festa.


Salirono sulla gondola, ferma ma con il gondoliere a bordo.
Questi iniziò ad intonare una canzone in italiano, mentre carezzava con i remi le acque del canale.
"Allora, cosa volevi dirmi Lud?"
Ludwig si sentì disarmato dal sorriso che lesse sul bel viso di Feliciano. Iniziò a torturarsi le dita, mentre cercava le parole adatte.
"Feliciano, so che quello che sto per dirti ti sembrerà strano, perchè sembrerebbe strano anche a me e..." alzò lo sguardo e lo fisso in quello dell'italiano, caldo e denso come il più puro cioccolato. In quel momento, tutti i discorsi più melensi, tutte le retoriche di questo mondo, gli sembrarono inutili e brutte in confronto al suo bel Feliciano, che lo guardava come se gli stesse per svelare il più grande dei segreti.
Mandò al diavolo la compostezza, i discorsi che gli aveva fatto Francis su come comportarsi ad una dichiarazione, e si levò la maschera, avvicinandosi a Feliciano e pogiandogli le mani sul viso. Lo guardò per qualche secondo, poi fece unire le sue labbra con quelle dell'italiano.
Non fu un bacio da cinema, quelli che durano un'eternità e sanno solo di scenografia. Fu invece veloce, dolce e intriso di tanto sentimento.
Prima di staccarsi dal bacio, Ludwig gli cinse bene la vita, per poi abbracciarlo dopo.
"Feli...io...credo di essermi innamorato di te, anzi ne sono sicuro" gli disse, pogiando il suo mento sulla testa di Feliciano, che pogiava questa sul cuore di Ludwig.
Ne poteva sentire i battiti e quelli lo cullavano con il loro ritmo dolce e innamorato.
Chiuse gli occhi e strinse fra le dite la stoffa del vestito di Ludwig.
"Anche io, sono innamorato di te"
Il gondoliere passò il ponte, continuando ad intonare quel motivetto sconosciuto, che ben presto divenne la loro canzone.







*Angolo dell'autrice*
Tadddaa! Siamo giunti alla fine! Questo ultimo capitolo è stato veramente un parto! L'ho scritto in tantissimo tempo, cercando di creare una fine ed un'atmosfera bella e non troppo banale!:D
Spero di non aver deluso le vostre aspettative! >-<
La storia è ufficialmente conclusa, anche se dopo questo capitolo ci sarà un prologo, giusto per sapere se il nostro Lud ho pubblicato o no il suo libro!xD
Ringrazio tutti voi, cari lettori, che avete letto, recensito, messo fra le preferite e seguite la mia piccola e modesta storia! Siete voi l'energia di noi "scrittori"! v.v
Se volete, vi aspetto nel prologo e, se non vi dispiacciono le mie storie, in nuove "mie avventure"!xD
Grazie!<3
Baci e abbracci

_Valchiria_







  
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