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Autore: Kilian    30/03/2012    1 recensioni
Cosa le era successo ? forse non era più lei ? forse avrebbe dovuto cambiare ? essere quelcun altro ? no,lei lo sapeva, sapeva chi era e voleva continuare ad esserlo, perché se c’era una cosa che aveva imparato era essere se stessa, e per quanto gli altri la criticassero, perché doveva dargli ragione ? eppure questa volta, era convinta che la ragione l’avessero, e forse la avevano avuta per più di una volta, ma a lei che interessava ?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cosa le era successo ? forse non era più lei ? forse avrebbe dovuto cambiare ? essere quelcun altro ? no,lei lo sapeva, sapeva chi era e voleva continuare ad esserlo, perché se c’era una cosa che aveva imparato era essere se stessa, e per quanto gli altri la criticassero, perché  doveva dargli ragione ? eppure questa volta, era convinta che la ragione l’avessero, e forse la avevano avuta per più di una volta, ma a lei che interessava ? ci riflette tra se un secondo, forse niente, e allora perché si sentiva così svuotata, così     diversa ? dal giorno che aveva letto quel libro tutto, proprio tutto era cambiato in lei, o perlomeno,  era cambiata, era solo diventata se stessa; e per quanto ne sapeva, a volte i cambiamenti non erano sempre negativi, era vero,  dopo aver letto quel libro adesso aveva trovato ciò che voleva essere ?  riflettè tra se …   Si

Prefazione

Maeve

Un bel nome, era il suo, o perlomeno, questo che si affibbiò per scrivere la sua vita, perché forse l’altro non faceva, o forse era solo quello che voleva far credere a se stessa, forse così qualcuno non avrebbe scoperto il suo vero nome e avrebbe potuto leggere il libro abbandonandosi a lui, senza riflettere su di lei, sul suo passato, o su quello che pensava la gente di lei, per quanto la gente se ne interessasse, e avrebbe così potuto raccontare serenamente ciò che pensava, senza restrizioni dovute alla domanda : penseranno che mi sto inventando tutto ? perché ciò che pensava lo aveva detto  sin da piccola a tutti, seppur non ciò che provava, nei confronti delle persone che la circondavano. Viveva in un luogo comune, di quelli che Maeve definiva noiosi ma anche caratteristici, e non caratteristico nel senso comune, ma caratteristico nel senso che apparteneva alla propria classe, la classe a cui appartenevano i paesi con quel carattere.  Un'altra persona lo avrebbe trovato carino, anche interessante, ma non lei, lei lo trovava banale e superficiale, il tipico posto degli amanti degli affari altrui, piccolo e opprimente, che ti considera strano e diverso se non sei come lui; e, bè che era diversa dagli altri lo sapeva, ma a sentire quanto dicevano i “grandi saggi” moderni, tutti erano diversi, in qualche modo speciali, e Maeve lo sapeva, ma qui vedeva più che altro persone futili che cercavano di somigliarsi l’una all’altra; e strana, il termine con cui la definivano comunemente,  non le dava affatto fastidio, detto da loro, bè, diciamo che per lei era un complimento. Nessuno la ha mai conosciuta veramente, perché questo suo aspetto, non lo ha mai mostrato, e forse scrivendo è più facile da raccontare. La sua famiglia era la tipica famiglia italiana, madre, padre, figlia e figlio; ne povera ne ricca, con una bella casa,  un giardino e due terrazzi, due gatte e un cane.  Che cosa le impediva di essere felice ?  tutti glielo dicevano e la ritengono una persona superficiale per questo, perché  a quanto dicono era una persona che aveva “tutto”, e la rimproveravano perché non ne è felice, ma a Maeve non interessava avere tutto. 

  
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