A
nice game
‘Stasera preparerò una cenetta coi fiocchi,
i miei fratellini si leccheranno i baffi’ pensò,
compiaciuta.
Accelerò il passo, ansiosa di tornare a
casa per giocare un po’ con loro. Arrivata davanti alla porta
fece per aprirla
con le chiavi ma…
“Che ci fai in giro a quest’ora?”
domandò
una voce alle sue spalle.
Paddy si voltò, per nulla sorpresa - sapeva già a chi
apparteneva.
“Tart!” esclamò.
“Già, mi annoiavo così ho pensato di
fare
un salto. Preparati a combattere, scimmietta!” e
così dicendo sollevò in alto
le sue bolas.
“Ma allora sei venuto a trovarmi, come sei
carino, Taru Taru!” fece lei, per nulla intimorita.
Tart per poco non cadde sull’asfalto.
“Ma insomma, mi ascolti? Ho detto che devi
preparati a combattere, non sono venuto per una visita di
cortesia!”sbraitò,
rosso in viso.
La ragazzina però non lo ascoltava, aveva
adagiato le buste sulla porta ed era corsa nella sua direzione, quindi
aveva
spiccato un balzo e, raggiuntolo, aveva abbracciato l’alieno.
Tart, colto alla sprovvista, non riuscì ad
evitare il contatto con lei e divenne così rosso da far
invidia ai capelli di
Strawberry. Paddy lo trascinò giù con
sé senza smettere di tenere le braccia
allacciate attorno al suo collo.
“Vuoi lasciarmi andare? Odio queste
smancerie!” protestò un attimo dopo, cercando di
scrollarsela di dosso.
“Non essere timido, siamo amici, no? E abbracciarsi
è più che naturale!” disse,
rifiutandosi di mollare la presa.
“Ma io non sono tuo amico, lasciami
andare!”
“Ehi, ma cos’è tutto questo
chiasso?” chiese
uno dei fratellini di Paddy, sbucando fuori dalla porta di casa.
“Paddy è tornata!” fece un altro.
“Ma chi è quello?” chiese un altro
ancora.
“No bambini, rientrate, potrebbe essere
pericoloso” disse la ragazzina una volta che li ebbe notati.
I fratellini, stupiti dalla scena, non si
mossero ma Heicha, la più piccola, corse accanto a Paddy e
fissò Tart, piena di
curiosità.
L’alieno smise di divincolarsi dalla presa
di Paddy e fissò la bimba a sua volta.
Heicha alzò le piccole mani e toccò le
orecchie di Tart, prima piano, poi tirandole.
“Che carine, anch’io vorrei delle orecchie
così!” esclamò, sorridendo.
“Ma come ti permetti? Lasciami subito le orecchie, mocciosa!” gridò
Tart.
La bimba smise di sorridere e i suoi occhi
si riempirono di lacrime.
Paddy lasciò andare Tart, abbracciò la
bimba e lo guardò torva.
“Vergognati, hai fatto piangere Heicha!” lo
sgridò, assumendo un tono di voce severo.
“Sì, vergognati!” incalzarono in coro
anche
gli altri bambini.
“Speravo di poter combattere e invece mi
ritrovo circondato da un’orda di mocciosi!”
gridò, massaggiandosi le orecchie
doloranti.
“Ehi, non parlare così dei miei
fratelli!”
rispose a tono Paddy.
“Beh,
me ne vado, non ho niente da fare qui” fece, voltando loro le
spalle.
“No, aspetta”
Tart si voltò al suo di quella vocina.
“Che vuoi?”
Ma si pentì subito dopo di quella risposta
scorbutica perché Heicha, che era sfuggita alle braccia di
Paddy, gli si era nuovamente
avvicinata e gli sorrideva. Si asciugò le lacrime dagli
occhi con le mani e ne
alzò una verso di lui con fare amichevole.
“Io mi chiamo Heicha, piacere di
conoscerti” disse dolcemente, rivolgendogli un sorriso sempre
più largo. “Ti
andrebbe di giocare con me?”
“Eh? Ma per chi mi hai preso? Non sono un
bambino!” rispose.
“Beh, l’hai fatta piangere, come minimo
devi accontentarla” disse Paddy.
“Non dire sciocchezze!”
“Ti prego…” supplicò la
piccola,
prendendogli la mano. “Solo per un pochino”
Gli occhi speranzosi di Heicha lo fecero
desistere dal suo intento di andarsene. Quanto a persuasione su di lui
riusciva
ad esercitare lo stesso potere della sorella maggiore.
“D’accordo, ma solo un gioco, poi me ne
andrò” precisò.
“Sì, che bello!” gridò la
bimba
saltellando.
“Bravo, Taru Taru!” esclamò Paddy, subito
seguita dal coro dei fratelli: “Taru Taru gioca con noi, Taru
Taru gioca con
noi!”
“Giocherò con voi ma non chiamatemi più
così!”
“Comunque bambini, lui è Tart. E’ un mio
caro amico e potrete giocare con lui e le sue buffe orecchie ma non
fategli
male, okay?” disse loro.
“Eh? No, le mie orecchie non si toccano!”
protestò.
“Io sono Hanacha, ciao Tart” si presentò
uno dei bambini, avvicinandosi.
“Invece io mi chiamo Chincha”
“E poi ci siamo noi: Lucha e Honcha”
Solo a guardare i loro visetti radiosi,
Tart si sentì investire dalla voglia irrefrenabile di
giocare, anche se fece di
tutto per non darlo a vedere.
“Bene, adesso che ci conosciamo andiamo a
giocare e oggi decido io!” ordinò la piccola
Heicha.
“Entriamo in casa prima” fece Paddy,
prendendo in mano le buste della spesa. I bambini ubbidirono e corsero
dentro.
Tart li imitò ma non senza una punta di timidezza. Non era
mai stato a casa di
Paddy e l’idea lo rendeva nervoso.
“Sistemiamo la spesa, nel frattempo Heicha
deciderà a che gioco vuol giocare”
comunicò Paddy, chiudendo la porta
d’ingresso e dirigendosi in cucina.
Tart, non sapendo cosa fare, rimase in
soggiorno con Heicha. La bimba lo guardava fisso e aveva
un’aria pensierosa che
presto lasciò spazio ad un sorriso furbo, doveva aver avuto
una bella idea.
“Hanacha,
Chincha, Lucha e Honcha, venite qui!”
chiamò poi,
confabulando sottovoce con i fratelli per dare loro disposizioni.
Paddy e Tart si guardarono perplessi.
“Allora, avete capito?” chiese dopo un paio
di minuti.
“Sì!” risposero in coro.
“Cominciamo allora” ordinò.
A quel punto i bambini si sparsero per la
casa: Chincha e Honcha presero un confuso Tart per mano e lo portarono
nella
loro stanza mentre Lucha e Hanacha si guardarono intorno in cerca di
chissà
cosa.
“Ma che intenzioni avete?” chiese Paddy.
“Questo gioco ti piacerà sorellina, fidati.
Andiamo in camera tua, adesso” rispose Heicha che aveva ancora
il sorrisino
furbo dipinto sulle labbra.
Paddy seguì la piccola e sperò che non
avesse in mente di mettere a soqquadro la casa.
“Ascolta, per prima cosa devi toglierti
quei vestiti che hai addosso e cambiarti”
“Cos’hanno che non va?”
“Io decido tutte le regole del gioco, oggi
sono il capo” le ricordò Heicha mentre apriva
l’armadio. “Quindi fa’ come ti
dico”
Paddy allora indossò quello che la bimba le
porse: una canottiera e una gonna color panna. Dopodiché le
arrotolò intorno al
corpo una serie di lenzuoli puliti e nastrini bianchi per creare una
specie di
abito. Le fece indossare anche un paio di ballerine dello stesso colore
con la
scusa che fossero nuove di zecca e che quindi potesse camminarci dentro
casa.
Le sistemò una tendina bianca sulla testa a mo’ di
velo e la costrinse a
infilarsi una serie di gioielli giocattolo. Le spruzzò un
po’ di profumo sul
collo e poi la guardò un momento.
“Okay, sei bellissima” sentenziò con
soddisfazione. “Tieni questo e possiamo andare”
Paddy si ritrovò fra le mani un mazzetto di
fiori finti che la sorellina aveva sicuramente preso dal soggiorno e
aveva
avvolto in un fazzoletto di stoffa. Heicha intanto aveva aperto la
porta e
aveva urlato: “Tutti pronti, arriva la sposa!”
“Sposa?” domandò Paddy.
“Sì sì, andiamo!”
pigolò la bimba, mettendosi
sottobraccio.
I bambini iniziarono a cantare, mimando con
la voce il suono di una marcia nuziale.
Un lenzuolo era stato steso sul tavolo del
soggiorno, adibito ad altare, e sopra c’era un libro aperto a
caso che doveva
simboleggiare
Una volta arrivate vicino a Tart, Heicha
affidò al ragazzino la mano di Paddy e
andò a sedersi vicino a Chincha. Hanacha si
schiarì la voce per attirare
l’attenzione su di sé.
“Siamo qui riuniti per celebrare il
matrimonio di nostra sorella Paddy e del nostro nuovo amico
Tart” iniziò,
sfoggiando un tono solenne.
Paddy guardò Tart di sottecchi, era
arrossito e gli si leggeva un’espressione contrariata in
viso.
“Vuoi tu, Paddy, prendere come tuo sposo
Tart?” chiese.
La ragazzina era felicissima, anche se era
un gioco, l’idea di sposarsi con l’alieno era il
suo più grande sogno. Anche se
con molto imbarazzo, non esitò a rispondere:
“Sì, lo voglio”
“E vuoi tu, Tart, prendere in sposa la qui
presente Paddy?”
La biondina si voltò verso di lui e notò
che non sembrava d’accordo. Cercò il suo sguardo,
sperando così di convincerlo
a desistere. E ci riuscì. Tart considerava quel gioco
sciocco e imbarazzante ma
l’espressione implorante di Paddy e quella trepidante e piena
di speranza di
Heicha ancora una volta lo spinsero a proseguire. Non che non gli
piacesse
l’idea di fingere di sposarla ma non voleva assolutamente
darlo a vedere.
“Sì, lo voglio” si decise a dire.
“Lucha, gli anelli” fece Hanacha.
Lucha allora avvicinò il cuscino che aveva
in mano a Paddy. Su di esso erano stati posti due anelli di plastica
dorata di
Heicha, uno recava sulla sommità uno smeraldo piccolo e
tondo mentre l’altro
aveva un grande rubino a forma di cuore. Il bimbo le indicò
il primo anello e
Paddy lo prese. Si voltò verso Tart e gli prese la mano,
quindi infilò l’anello
al suo anulare.
“Con questo anello io ti sposo”
improvvisò.
“Tocca a te” sussurrò Lucha,
rivolgendosi a
Tart e passandogli l’anello rimasto sul cuscino.
L’alieno deglutì ma non si tirò
indietro,
ormai stava giocando e doveva portare il gioco a termine per poter
uscire da
quella situazione piacevole ma allo stesso tempo imbarazzante.
Infilò l’anello
al dito della Mew Mew e ripeté le sue parole con fare
sbrigativo: “Con questo
anello io ti sposo”
“Testimoni, avete ascoltato?” chiese
Hanacha e, dopo che ebbero annuito, continuò: “Vi
dichiaro marito e moglie.
Tart, puoi baciare la sposa”
Tart si bloccò, quella parte non l’aveva
prevista.
Tart capì che non poteva tirarsi indietro
così le prese il viso fra le mani e appoggiò le
labbra sulla bocca di Paddy,
donandole un casto bacio. Il primo per entrambi.
“Evviva gli sposi, evviva!” gridò Heicha
seguita a ruota dai fratelli.
Paddy, che aveva chiuso gli occhi, li aprì
e incrociò ancora lo sguardo di Tart. Anche lui era
rossissimo in volto ma la
vista del sorriso sulle labbra di lei lo contagiò,
facendogli spuntare un
sorriso beffardo. Si erano baciati. I loro cuori battevano ormai
all’impazzata,
neanche si stessero sposando davvero!
“I fiori Paddy, i fiori!” le ricordò la
bambina, tirandole la gonna.
Paddy allora si voltò e tirò il bouquet
che, naturalmente, venne prontamente afferrato dalle mani di Heicha.
“Beh, adesso devo andare…” fece Tart
qualche minuto dopo, togliendosi la giacca.
“Come? Di già? Dai, rimani ancora un
po’!”
fecero i bambini, delusi.
“Non insistete bambini, Tart ha da fare”
cercò di spiegare loro Paddy.
“E’ stato divertente giocare con te,
tornerai a trovarci, vero Taru Taru?” chiese Heicha.
Aveva le stesse espressioni di sua sorella
e riusciva a persuaderlo con niente. Come avrebbe potuto dirle di no?
“Certo, piccola”
Salutò i bambini e si avviò alla porta.
Paddy gli andò dietro mentre i fratellini e la sorellina ripresero a giocare in
soggiorno.
“Grazie per essere rimasto, li hai fatti
contenti, soprattutto Heicha” disse.
“Beh, figurati…”
“Ci farebbe davvero piacere se tornassi”
“Paddy, dimentichi che siamo nemici”
La biondina scosse la testa.
“Non mi importa, qualsiasi cosa accada tu
sarai sempre mio amico!”
L’aveva detto con determinazione, chiudendo
gli occhi e stringendo i pugni.
Tart arrossì di nuovo e sorrise.
“Allora verrò a trovarvi ancora.
Buonanotte, scimmietta” sussurrò, sfiorandole i
capelli e poi una guancia con
la mano.
Quando Paddy riaprì gli occhi l’alieno era
già svanito nel nulla.
“Buonanotte, Taru Taru” sussurrò,
chiudendo
la porta.
L’angolo
di Amy
Ciao gente,
questo capitolo mi
piace ma non so perché non mi convince fino in fondo, voi
che ne dite, ho fatto
bene a pubblicarlo? Vi è piaciuto? Da piccola quello del
matrimonio era uno dei
giochi che facevo più spesso con la mia amichetta e
così ho pensato che potesse
essere una buona idea dare a Heicha la possibilità di poter
giocare con due
sposini in carne e ossa e che sposini carini ^^ Piccolo appunto: i nomi
dei
fratelli sono quelli originali, li ho dovuti cercare in rete
perché mentre
scrivevo mi sono accorta di non ricordarli XD
Grazie mille a chi
segue questa raccolta, in particolare grazie a chi ha recensito il
capitolo
precedente, ossia Sana96, black rose92, Danya, Emmy_Nerisse, la_bella_ e Gely_ 9_5, sono felice abbiate apprezzato la
storia dedicata a Mina ^_^
Vi informo anche che
per un po’ è molto probabile che non
potrò aggiornare perché potrò
connettermi
qui su EFP solo via telefono per recensire le storie che seguo. Spero
che
continuerete comunque a sostenermi, non mancherò a lungo,
promesso ^^
Un abbraccio e buona
Pasqua a tutte,
Amy