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Autore: micRobs    30/03/2012    3 recensioni
Happy Niff!Week to everyone!
Sette giorni, sette storie, sette prompt per dire Niff, ovvero, tutto ciò che sono Nick e Jeff!
Day 1 : The Firsts Time - Completely unaware
Day 2 : Roommate!Niff - Yeah, it's okay.
Day 3 : AU!Niff - Oh, you make me smile.
Day 4: Hurt/Confort - You steal away the rain
Day 5: A very Niff Christmas - Drive me wild
Hope you like it
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval | Coppie: Nick/Jeff
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Day 4 – Hurt/Confort
Lo so, sono in ritardo e mi dispiace da morire, ma ieri la voglia di scrivere non c’era proprio e non sono riuscita a farmela venire in nessun modo ._. Chiedo profondamente venia!
Spero che questo capitoletto possa piacervi: io ne sono abbastanza soddisfatta, anche se scrivere di Jeff che piange mi ha fatta stare male ç___ç *coccola Jeff*
Anyway, in serata dovrei riuscire a rimettermi in pari e ad aggiornare anche con quella di oggi. Incrociate le dita per me xD
Un grazie a chiunque si fermerà a lasciarmi un parere!
 
 

Even when you’re gone,
somehow you come along,
just like a flower poking
through the sidewalk crack,
and just like that.
 

You steal away the rain

 
 
Il petto di Jeff si alzava e abbassava con regolarità.
Nick avrebbe potuto trascorrere l’intera vita a guardarlo dormire senza stancarsi mai delle sue labbra schiuse e delle sue dita strette a pugno.
Si voltò delicatamente nel letto, facendo attenzione a non svegliarlo, cercando una posizione comoda che gli permettesse di riprendere sonno.
Strinse la presa intorno alla vita del ragazzo, permettendogli di aderire meglio al suo corpo e lasciando che la sua testa gli si posizionasse nell’incavo del collo.
Le labbra di Jeff erano piegate in un sorriso disteso e Nick si compiacque del fatto che almeno nei sogni sembrava trovare un po’ di tranquillità.
Ormai lo conosceva da tempo sufficiente per conoscere ogni sfumatura del suo sorriso ed ogni incertezza nel suo sguardo. Vi erano volte in cui Jeff si ostinava a ripetere ad entrambi che andava tutto bene, nonostante i suoi occhi spenti affermassero l’esatto opposto. Nick non si era mai lasciato trarre in inganno e ogni volta riusciva sempre a perseverare e a farlo confessare.
Gli scostò i capelli dalla fronte, elargendo una carezza alla sua guancia e pensando che Jeff si mostrava sempre tanto forte e determinato, ma che in realtà la sua vera natura era quella che appariva quando dormiva: delicato e fragile. Insicuro.
Non erano state molte le volte in cui Nick lo aveva visto piangere, ma ogni volta era stato un pugno al centro esatto del petto. Le lacrime stonavano talmente tanto con quel viso solare e spensierato che Nick aveva più volte espresso il desiderio di poter stare male lui al suo posto. Solo per non vederlo più spezzato e distrutto. Esattamente come era successo quel pomeriggio.
Jeff non gli aveva raccontato cosa fosse accaduto, ma Nick aveva compreso che quella volta era diversa dalle precedenti e si era obbligato a tacere e ad aspettare che fosse lui a confidarsi, lasciando semplicemente che si stringesse a lui e si sfogasse quanto voleva.
Aveva calmato i suoi singhiozzi, sussurrandogli parole di incoraggiamento e accarezzandogli la schiena nella speranza di tranquillizzarlo.
Aveva baciato la sua fronte e le sue guance fino a che anche l’ultima traccia di lacrime non era stata asciugata e il respiro di Jeff era tornato regolare.
Gli aveva permesso di dormire nel suo letto e di stringersi a lui, e aveva cantato fino a che non si era addormentato.
Non seppe quanto tempo trascorse ad osservarlo, così, immobile, semplicemente lasciandosi cullare dal suo respiro cadenzato e dal suo profumo pungente.
Seppe solo che, ad un certo punto, guardarlo non gli bastava più. Sentì l’esigenza di allungarsi e posare le labbra sulle sue e fu esattamente quello che fece.
Fu un contatto fugace, un semplice e momentaneo fondersi di respiri, ma bastò a Nick per sorridere rilassato. Il suo Jeff era lì con lui e tutto sarebbe andato a posto.
Jeff mugugnò e Nick temette di averlo svegliato. Ne ebbe la conferma quando la mano di Jeff cercò la sua e il ragazzo si voltò per cercare il suo sguardo.
«Non volevo svegliarti» gli sussurrò Nick.
Jeff sorrise debolmente. «È stato un risveglio dolce» fu la risposta che gli diede.
Nick si sporse in avanti, incontrando nuovamente le sue labbra e permettendo alle proprie di indugiarci maggiormente questa volta.
«Meglio?» Domandò, tornando a guardarlo.
«Decisamente» approvò Jeff, accoccolandosi al suo petto e lasciandosi stringere da Nick.
Per un po’ nessuno parlò, Jeff non si era ancora addormentato, così Nick ne approfittò e provò a domandargli se gli andasse di parlarne.
In tutta risposta, Jeff scosse il capo mugugnando qualcosa di molto simile a “mi sento stupido” che Nick proprio non poteva sopportare. Lo allontanò da sé, raggiungendo i suoi occhi e guardandolo seriamente.
«Non so cosa sia accaduto» iniziò, «ma niente potrà mai farti apparire stupido ai miei occhi. Lo sai, sì?»
Jeff fece una smorfia e cercò di distogliere lo sguardo mentre mormorava, «non hai capito: è quello il problema.»
Nick inarcò un sopracciglio, non capendo ciò che Jeff stava cercando di dirgli e chiedendogli di spiegarsi.
L’altro sospirò, posando la testa sul cuscino e gettando lo sguardo altrove. «Ultimamente non riesco in niente» spiegò. «Sto fallendo in tutto.»
Nick roteò gli occhi. «Rettifico. Adesso credo che tu sia uno stupido.»
Jeff rise istericamente, evitando ancora il suo sguardo ma senza rispondere.
«Come puoi pensare una cosa del genere?» Domandò Nick. «Jeff tu sei straordinario» e lo pensava davvero. Era assurdo che il motivo fosse quello.
In tutta risposta Jeff sbuffò. «Perché sì, Nick» ribatté, la voce leggermente più alta di prima. «Sarò rimandato in Francese perché la professoressa mi odia ed io non capisco l’utilità di quella materia in cui sembra riuscire solo Smythe. Sono quasi due anni che sono nei Warblers e non ho mai avuto assegnato un assolo o una strofa o un verso. Inizio a pensare che i ragazzi non sappiano neanche che so cantare, insomma, passo le giornate a muovermi come un cretino sullo sfondo mentre le parti migliori vanno agli altri. È frustrante, sai? Come se non bastasse voglio lasciare il Lacrosse perché lo odio e perché vorrei fare altro, ma mio padre mi ha impedito di farlo perché lui giocava a Lacrosse e sarebbe entusiasmante se lo facessi anche io. Oltretutto faccio troppe cose che mi portano via troppo tempo e non riesco a dedicarmi allo studio come vorrei e la mia media è scesa in maniera vertiginosa e mia madre ha minacciato di togliermi dalla Dalton se non miglioro e, per finire, sono un pessimo fidanzato perché tra tutte queste cose non ho avuto modo di pensare a cosa regalarti per il compleanno ed ora non so che fare e…»
Ma per Nick era troppo da sentire. La voce di Jeff si era incrinata di più ad ogni parola ed ora le lacrime gli rigavano di nuovo le guance e lui non riusciva a sopportarlo.
Lo strinse a sé, rabbrividendo nel sentire il suo corpo scosso dai singhiozzi e impedendosi di piangere con lui. Quando Jeff stava male andava tutto sottosopra.
«Ascoltami» sussurrò al suo orecchio, «sei sotto pressione ed è normale, ma è solo un brutto periodo Jeff» gli lasciò un bacio sul collo, continuando «in Francese non sarò un genio, ma me la cavo e posso aiutarti se me lo permetti. Oltretutto la prof odia tutti a parte Smythe, quindi il problema non sei di certo tu.»
Jeff ridacchiò appena e Nick si sentì un po’ più sollevato nel proseguire. «E la tua voce è meravigliosa e lo ha detto anche Thad che lui e David stavano pensando ad un modo per valorizzare gli altri membri del gruppo, sono sicuro che questo è il tuo momento. E poi io adoro vederti ballare e non sei poi più cretino del solito, fidati.»
Jeff rise, cercando di colpirgli il braccio ma venendo prontamente fermato dalla stretta salda di Nick.
Aveva smesso di piangere, ma il suo respiro era ancora accelerato e il suo cuore batteva forte. Nick posò le labbra sulla sua guancia, trovandola asciutta ma accaldata.
«E i tuoi genitori ti adorano, su questo non vi sono dubbi. Ti basterà parlare civilmente con loro e spiegargli la situazione, sono certo che capiranno entrambi e tuo padre dovrà arrendersi al fatto che sei una capra a giocare a Lacrosse» sorrise. Jeff annuì contro il suo collo e Nick sentì le sue mani circondargli i fianchi e stringerlo teneramente.
«E sì» disse, facendogli alzare il mento e cercando i suoi occhi arrossati e lucidi, «sei un pessimo fidanzato, ma solo perché mi fai preoccupare in questo modo. Mi basta sapere che stai bene, il resto può venire anche in un secondo momento.»
Jeff annuì, deglutendo e Nick ne approfittò per arrivare nuovamente alle sue labbra e cancellare, nel modo migliore che conosceva, quel po’ di tristezza che ancora gli annebbiava lo sguardo.
Sentì Jeff sciogliersi fra le sue mani e scese lentamente ad accarezzargli il fianco scoperto dal pigiama, continuando ad assaggiare il suo sapore e a perdersi nel calore del suo corpo.
«Pensi davvero che io sia una capra a Lacrosse?» Mormorò Jeff sulla sua bocca.
Nick annuì, «una capra estremamente sexy» rispose, continuando a baciarlo.
«Non dirlo in giro, suonerebbe decisamente stran-»
Ma quando Nick decideva che Jeff doveva tacere, non c’era modo di contestarlo.
 
The End.
 
 
   
 
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