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Autore: northernlight    30/03/2012    1 recensioni
Tanti capitolo per una nuova protagonista inserita nel meraviglioso mondo dei Coldplay. Un fortuito incontro che non si sa ancora a cosa porterà.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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XIV.

Guy ci aveva raggiunti, era senza cappotto e tremava per il freddo con le mani infilate nelle tasche dei jeans. Chris si alzò, mi diede un bacio sulla guancia e fuggì via senza dire niente, dando solo una pacca sulla spalla di Guy quando gli passò accanto.

“Ti verrà una polmonite. Torna dentro” dissi seccata a Guy che venne a sedersi accanto a me.

“Non ti preoccupare. Ho altro di importante da fare.”

“Mmh, cioè?”

“Parlare con te, scema.”

“E di cosa devi parlarmi?”

“Di quello che non ti ho detto e soprattutto dovrei e vorrei scusarmi con te.”

“Ma non c’è bisogno, Guy, davvero…”

“Non mi sembra che non ci sia bisogno da come sei fuggita. Avevo paura che cadessi e rotolassi via per tutto il vialetto” cercò di sdrammatizzare facendomi ridere e la tensione un po’ si allentò

“Menomale che c’è stato Chris a correrti dietro.”

“Sì, che poi mi è arrivato alle spalle di soppiatto che per poco non mi veniva un infarto.”

“Io dico sempre che ha un passato da serial killer quando fa così. È inquietante” sussurrò guardando il cielo tirando un lungo sospiro.

“Ho detto anche io la stessa cosa, che coincidenza” lo guardai a bocca aperta con aria stupita ma lui sembrò non darmi retta.

“Dovevo parlare con Joanna una volta per tutte, sennò sarei venuto io.”

“E com’è andata con lei?”

“Ma niente, come vuoi che vada. Sono cinque anni che siamo in questa situazione e lei è sempre così, non cambierà mai, anzi, se possibile sta anche peggiorando. Io ho amato tanto Joanna tanto da sposarla e da avere una bimba meravigliosa con lei.”

“Nico le somiglia un sacco però ha il tuo sorriso e i tuoi occhi.”

“Sì, lo so, ma la dolcezza l’ha presa dalla mamma.”

“Oddio, se quella era dolcezza non oso immaginare la rabbia! Per qualche istante ho avuto paura che ti desse una botta in testa con la clava, mi cavasse gli occhi e ti portasse via in una grotta!”

“Tu non conosci Joanna, questo è il suo malato ed esagerato modo per dimostrare che tiene ancora a qualcuno ed è questo che ci ha fatto separare.”
Entrambi restammo in silenzio. Non sapevo cosa dire ma, come sempre, ci pensò lui a rompere il silenzio.

“Ci siamo conosciuti al college, una sera in un pub dopo i primi concerti della band. Forse era il ’98 o ’99, non ricordo precisamente. Io avevo lasciato ingegneria per continuare a fare musica anche se lavoravo in un pub, mentre lei stava finendo la laurea in psicologia e alla fine ce l’ha fatta. Abbiamo iniziato ad uscire seriamente qualche anno dopo fino a sposarci nel 2004. Tutto andava bene, era tutto bellissimo ed avevo tutto quello che un uomo potesse sognare: un lavoro fantastico e una moglie che ti amava per quello che eri e non per quello che avevi e poi, nel settembre del 2006,è nata Nico.”

Tossì molto forte perciò mi tolsi la sciarpa e gliela misi attorno al collo.

“Ma…” disse lui provando a togliersela.

“Ssh, sta’ zitto e continua.”

“Okay, dicevo di Nico. Nico è l’unico essere femminile che mi abbia mai cambiato la vita ed è così bellina e così innocente che sono rimasto con Joanna un altro anno dopo la sua nascita per non privarla dell’affetto di sua madre. Poi non ho più retto, era diventata insopportabile, era gelosa di qualsiasi persona mi si avvicinasse, mi seguiva ovunque, mi controllava.”

“Quando si parla di dolcezza...”
Rise di nuovo e poi continuò.

“Abbiamo deciso di separarci nel 2007. Ecco, io non ti ho parlato di lei perché per me non è più importante. L’ho amata sì, questo non lo nego, resterà una parte importante della mia vita e avrei parlato di Nico un po’ più avanti ma, come dire, se devo iniziare qualcosa con qualcuno, vorrei che non ci fosse la sua ombra.”
L’ultima frase mi colpì come uno schiaffo in pieno viso.

“No, aspetta. Cosa significa se devi iniziare qualcosa con qualcuno?”

“Dai, devo sul serio spiegarti? Non sono bravo con le parole.”
Gli risposi con una leggera alzata di spalle. Cadde un silenzio assurdo tanto che si poteva sentire la musica provenire dalla festa di Ava. Guy mi guardava dritta negli occhi, improvvisamente alzò una mano verso il mio ciondolo a forma di stella sfiorandolo leggermente con la punta delle dita. Sentivo il viso in fiamme nonostante il freddo iniziasse ad aumentare. La sua mano si posò poi sul mio viso, sulla mia guancia, dolcemente, come se avesse paura di farmi male. Avevo voglia di abbandonarmi completamente dentro quella morbida morsa ma c’era  qualcosa di sbagliato in tutto ciò ma non volevo, non riuscivo a staccarmi dalla sua mano. Guy si stava lentamente avvicinando a me senza staccare la mano dal mio viso: era talmente vicino che potevo sentire il suo profumo, talmente vicino che riuscivo a distinguere singolarmente le ciglia che circondavano i suoi meravigliosi occhi scuri. Era così vicino da poter sentire il fresco odore del suo alito. Istintivamente entrambi chiudemmo gli occhi, le sue labbra finalmente si posarono sulle mie.

No!” urlai all’improvviso facendolo sobbalzare.
  
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