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Autore: yu_gin    30/03/2012    6 recensioni
La vita di Kurt e Finn è molto diversa da come siamo abituati a vederla. Le difficoltà economiche e l'impossibilità di trovare un lavoro migliore spingono Kurt ad accettare un lavoro che fino a pochi anni prima non avrebbe mai pensato di poter accettare.
Ma se sotto le luci dello Scandals incontrasse un ragazzo che potrebbe cambiargli la vita? Un ragazzo che viene dall'altra parte di Lima, quella economicamente agiata, quella dabbene, quella da cui Blaine vuole fuggire? Se riuscissero a trovarsi, nonostante tutto?
Dal primo capitolo: Ogni suo pensiero venne interrotto dall'entrata in scena dei protagonisti della scena.
Ogni pensiero su Finn o su qualsiasi altro ragazzo, ogni pensiero in generale venne semplicemente spazzato via dalla sua testa nel momento stesso in cui vide calcare la pista quello che poteva tranquillamente definire:
Il più bel culo che abbia mai visto.
[...]
«Perché? Perché noi non possiamo essere felici?»
Santana lo strinse forte e gli accarezzò la testa.
«La vita è ingiusta, Kurt, per chi è nato dalla parte sbagliata di Lima.»
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Rachel Berry
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A Lima Side Story





Capitolo 5: give me a second chance – maybe a third




Mentre Blaine guidava, Sebastian continuava a cambiare stazione radio alla ricerca di qualche canzone che fosse di suo gusto. Non trovando pane per i suoi denti, spense la radio e sbuffò.

«Ora mi lasci prendere le redini della tua vita per riportarla in carreggiata?»

«Non mentre guido.»

«Non durante scienze, non durante storia, non durante letteratura, non alle prove. Da quando i migliori amici ricevono su appuntamento?»

Blaine si voltò a guardarlo «Da quando i migliori amici cercano di trovarti un ragazzo con più insistenza di tua madre?»

«Dubito che tua madre ti getterebbe fra le braccia di un uomo. Continua ancora a organizzare cene con i colleghi di tuo padre e le loro brufolosissime figlie? Ah, dimenticavo, non hai ancora fatto coming out quindi ovviamente continuano a cercarti una ragazza.»

«Già. E pensano che avere un compagno di stanza gay possa traviarmi. Se non fosse per la posizione di tuo padre e tua fama immeritata di bravo ragazzo, probabilmente mi avrebbero già ritirato dal dormitorio.»

«Al contrario di te, non mi sono fatto tanti problemi a dirlo ai miei. All'inizio erano un po' sorpresi – come dar loro torto, con un figlio così virile – poi l'hanno semplicemente accettato. Ed ora mi porto a letto chi mi pare.»

«C'è una cosa chiamata “larghe vedute” o “mentalità aperta”. Non tutti i genitori ne sono dotati. Nella fattispecie, i miei di certo non lo sono. Una volta mi hanno sentito canticchiare I want to break free e mi hanno quasi messo in punizione perché cantavo “quella musica da froci”.»

«Neppure gli avessi cantato YMCA!» protestò Sebastian.

«In tal caso penso mi avrebbero direttamente buttato fuori di casa.»

L'altro ridacchiò, immaginandosi l'amico nel bel mezzo di un'esibizione in stile Village People.

«Non è divertente. Se dovessero scoprirlo...»

«-se dovessero scoprirlo e dovessero cacciarti di casa verresti a stare da me. Te l'ho già detto. Mia madre non avrebbe problemi ad ospitarti e la nostra casa è così grande che una camera per te, nella stanza più remota della torre più alta la troveremmo di sicuro.»

«Mooolto spiritoso» ribatté.

«Ora mi lasci organizzare la tua rappacificazione col Commesso GAP.»

«Il commesso GAP ha un nome.»

«Detto anche Ragazzo dello Scandals?»

«Si chiama Kurt. E se vuoi saperlo, penso sia un bel nome.»

«Cavoli, pensavo fossi cotto, invece sei già bruciato» disse, annuendo pensieroso.

«Blatera di meno ed esponi i tuoi maledettissimi cinque punti.»

«Okay, punto numero 1: chiedergli scusa.»

«Già fatto.»

Sebastian lo guardò sorpreso: «E quando?»

«Quando ci hai lasciato soli al negozio.»

«Mi prendi in giro? Lì al massimo puoi avergli detto: “Ero ubriaco, di solito non sono così.” Questo non è chiedere scusa. Chiedere scusa implica fare qualcosa per farsi perdonare.»

«Ad esempio?»

esempio chiedergli se vuole uscire per un caffè così da poter parlare con calma. E solo allora avresti completato il primo punto.»

«E il secondo?»

«Una volta completato il primo punto devi riuscire ad ottenere il suo numero di telefono. Se te lo da significa che ti ha perdonato, o comunque che è interessato. Una volta ottenuto il numero devi cominciare a scrivergli, così che diventi naturale parlare con lui.»

«Okay, e il terzo?»

«Beh, pivellino, arriva al secondo, poi ti darò una mano a proseguire verso la conquista di quel culo da favola.»

«Possibile che ti riconduca sempre tutto al sesso?»

«Non essere ipocrita, Blaine. Alla fine tutto riconduce sempre al sesso, è che la maggior parte delle persone non ha il coraggio di ammetterlo. Io non lo nego e vivo in pace con me stesso. Dovresti farlo anche tu.»

Blaine schioccò le labbra scettico e guidò fino al Lima Bean. Parcheggiò l'auto e entrò nel bar assieme a Sebastian. Ordinarono un caffè a testa e Blaine si concesse il lusso di un muffin al cioccolato. Stavano giusto andando a sedersi quando l'amico lo afferrò per una spalla.

«Blaine, qualcuno là in alto è a favore della tua scopata.»

«Cosa te lo fa credere?»

«Vedo male, o quel nasino alla francese mi risulta familiare.»

Blaine si voltò di scatto: «Kurt?»

«Te l'avevo detto: probabilmente siete la OTP1 di qualche dio pagano.»

«Non penso proprio.»

«E perché?»

«Non è solo.»

Guardando meglio si accorsero che effettivamente seduto al tavolo con lui c'era un altro ragazzo. E non sembrava un amico qualsiasi o uno sconosciuto con cui scambiare due parole. A meno che Kurt non fosse abituato a tenere gli sconosciuti per mano in quel modo.

«Andiamocene. Salutarlo sarebbe troppo imbarazzante.»

«Fermo dove sei: davvero hai paura della concorrenza dell'orso Yogi? Dico, l'hai visto? Per quanto ti ritenga una creatura del bestiario tolkeniano, meglio un hobbit che un troll delle montagne! Scommetto che appena ti presenterai a lui, scaricherà in un nanosecondo il camionista mancato e si getterà fra le tue braccia.»

«Kurt non è quel tipo di persona.»

«Chi lo sa, magari da ubriaco si “lascia andare”» disse, canzonandolo.

«E poi ho troppa paura di quel tipo: è il doppio di me. Se Kurt mi ha fatto un occhio nero, quello mi spezza il collo.»

«Disse il ragazzo che faceva boxe da quando aveva dodici anni. Andiamo!»

Vedendolo ancora titubante lo afferrò per un braccio – quasi facendogli rovesciare il caffè bollente – e lo trascinò verso il tavolino dov'era seduto Kurt insieme allo sconosciuto.

«Ehi, ma guarda com'è piccolo il mondo!» esclamò, destando l'attenzione di Kurt. Sebastian notò compiaciuto come se il primo sguardo del ragazzo fu di sorpresa e rivolto a lui stesso – il secondo fosse diretto diretto a Blaine. Allora non ho visto sbagliato al negozio GAP.

«Sebastian. Blaine. Che sorpresa» esclamò Kurt. Non sembrava particolarmente felice. Piuttosto, imbarazzato.

«Stavamo giusto andando a sederci quando ti abbiamo visto e così siamo passati a salutarti e a ringraziarti. Le tute sono piaciute molto e aspettiamo con impazienza le altre.»

«Penso arriveranno in settimana» disse. Sebastian notò come lo sconosciuto avesse voltato la testa, cercando di passare inosservato. Piuttosto difficile, data la sua massa corporea.

«Ma che scortesi! Non ci siamo neppure presentati!» esclamò, allungando la propria mano verso lo sconosciuto: «Io sono Sebastian e lui è Blaine, il mio compagno di stanza.»

Blaine fece un timido cenno con la mano.

«Dave» rispose, stringendogli la mano.

«Scusate, non avremo interrotto qualcosa?» chiese.

«Beh...» esitò Kurt. «Non direi che-»

«Meno male! Ho pensato solo dopo che forse volevate un po' di privacy.»

«Oh no, nononono. Io e Dave siamo amici. Solo amici» ci tenne a precisare. Sebastian non poté fare a meno di notare la faccia di Dave quando Kurt disse “solo amici”. Di certo non era la faccia di uno che considera l'altro “solo un amico”.

«Non è incredibile, ritrovarsi di nuovo in due giorni?»

Tre, pensò Blaine, ma non disse nulla. Incrociò per una frazione di secondo lo sguardo di Kurt, che doveva aver pensato la stessa cosa.

«Già, si vede che Lima è proprio una piccola città» disse Kurt.

«Beh, allora ci vediamo! Non appena le tute saranno pronte. A proposito, non è che mi lasceresti il tuo numero? Così potrai dirmelo senza che debba fare giri a vuoto.»

«Oh, non c'è problema» disse Kurt. Gli scrisse il numero su un tovagliolo e glielo passò. Lo sguardo di Dave alla risposta di Kurt era abbastanza esplicito. Sprizzava gelosia. Era talmente evidente da risultare quasi imbarazzante. Sebastian sorrise compiaciuto e intascò il tovagliolo.

«Più tardi ti faccio uno squillo, così saprai il mio numero. Alla prossima!» disse, portandosi via Blaine.

«Che diavolo ti è saltato in testa! Provarci così spudoratamente davanti al suo ragazzo.»

«Punto primo: io flirto con chi mi pare e piace. Punto secondo: quello non era il suo ragazzo, ci potrei scommettere il mio blazer. E terzo: intanto ho il suo numero.»

«Insomma, il punto secondo è stato raggiunto.»

Sebastian lo guardò contrariato: «E chi ha detto che ti darò il suo numero? Tu non hai capito una cosa: non vale niente ottenerlo da terzi, dev'essere lui stesso a dartelo. E sogni se pensi che te lo dirò. Devi sudartelo.»

Blaine sbuffò: «Prima dici di volermi aiutare, poi invece mi complichi la vita.»

«Mio piccolo, piccolo amico, non hai neppure idea di quanto ti sarò d'aiuto.»

«E come?»

«Beh, secondo te chi manderò a prendere le tute, la settimana prossima?»



«E quelli chi erano?» chiese Dave.

«Erano quelli che ho incontrato al negozio ieri. Due ragazzi simpatici. Penso facciano la Dalton, sai, quell'accademia maschile» divagò.

«Non mi piaceva il modo in cui parlava quello alto. Sembrava... sembrava che ci stesse provando!»

«Ma no, Sebastian fa sempre così.»

«E da quant'è che lo conosci per dirlo?»

«Andiamo, non sarai mica geloso?»

Dave scosse la testa: «Ma per favore! Di chi dovrei essere geloso? Di uno spocchioso figlio di papà e di un tappo con i capelli unti?»

«Non sono unti!» protestò, forse troppo veementemente per passare inosservato. «Intendo dire, un sacco di ragazzi usano il gel. Non posso certo parlare io che abuso della lacca per capelli.»

«Come vuoi, ma sono contento che se ne siano andati. Anche perché sono solo dei ragazzini viziati: non hanno nulla in comune con noi e probabilmente non avremmo avuto nulla di cui parlare. Siamo su due mondi distinti.»

«Due mondi distinti che continuano ad incrociarsi.»

«Certo, perchè loro continuino a guardarci dall'alto in basso» disse, quasi con disprezzo.

Kurt avrebbe voluto dire che non era giusto da parte sua generalizzare così e che il fatto di essere nati in una famiglia ricca non li rendeva in automatico dei viziati. Poi però si rese conto che era quello che aveva pensato la prima volta che aveva parlato con Blaine.

Blaine era stato decisamente poco carino, ma era ubriaco, in fondo. E probabilmente voleva davvero baciarlo e l'alcol gli aveva semplicemente dato il coraggio di farlo. Ma ciò significava solo che-

Gli piacevo. Ha sbagliato, certo, ma io gli piacevo.

«Tutto bene?» chiese Dave.

«Tranquillo. È solo che ormai si sta facendo tardi e io devo tornare a casa.»

«Ti accompagno in macchina» gli assicurò.

Uscirono dal bar e Dave si mise al volante. Furono molto silenziosi, fino a quando Kurt non disse:

«Fermati qui.»

«Ma è ancora lontana casa tua!»

«Non voglio che mio fratello ti veda» disse.

Dave annuì: «Giusto, non gli vado a genio.»

Eufemismo!, pensò Kurt.

Assorto nei suoi pensieri non si rese conto che Dave si stava sporgendo verso di lui. Prima che potesse fermarlo, le loro labbra si erano già sfiorate. Nulla di strano, non era certo il loro primo bacio e di certo ce ne erano stati di meno casti. Però quando sentì le mani di Dave farsi strada sui suoi fianchi, stringerlo da sopra la maglietta, mentre le loro ginocchia cominciavano a farsi troppo vicine – allora allontanò l'altro più delicatamente possibile e disse:

«Devo andare.» Non attese risposta. Slacciò la cintura e balzò giù dalla macchina.

Camminò a passo spedito verso casa senza mai guardare indietro.

Non appena varcò la soglia, vide Finn fare capolino dalla cucina:

«Ehi, sei tornato tardi.»

«Ho-ho perso l'autobus» inventò.

Finn non credette neppure per un secondo alla sua scusa. Capì subito che doveva essersi visto con Karofsky, o non gli avrebbe mentito.

«Ho cominciato a preparare la cena. Sarà pronto fra circa mezz'ora.»

«A dire la verità non ho molta fame» disse.

«Ultimamente ti succede spesso. Devi mangiare, o uno di questi giorni sverrai a metà serata e Santana mi accuserà di farti patire la fame.»

Kurt si lasciò convincere e si sedette a tavola. Vedere Finn ai fornelli poteva essere assai divertente, quando non era snervante. Aveva quel fare impacciato che adorava, che gli dava quel senso di familiarità. Era tutto ciò che rimaneva della loro famiglia e non voleva perderlo.

Per certi versi mi ricorda Blaine. Si sorprese ad averlo pensato. Perché gli era venuto in mente lui in un momento come quello?

Poi ripensò ad una cosa che aveva detto Blaine al negozio GAP.

«Ehi, Finn, per caso ti ricordi se due sere fa, allo Scandals, hai parlato con un ragazzo nuovo. Uno basso con i riccioli neri.»

«Aspetta... ora me lo ricordo. Sì, sì, un gran chiacchierone. Gli sono bastati due bicchieri di birra per cominciare a raccontarmi la storia della sua vita. A sentirlo raccontare mi veniva da pensare che in fondo noi non ce la passiamo male!»

«Perché, cosa ha detto?»

Finn si sentì un po' a disagio: «Non penso che vorrebbe che lo andassi a dire in giro. Erano cose private e se non fosse stato ubriaco non avrebbe mai parlato.»

«Sono tuo fratello! A me puoi dirlo, mica andrò a raccontarlo in giro.»

«Non insistere! È... è l'etica dei baristi, sai, come il giuramento di Ipparco-»

«Ippocrate»

«-quello che è – per i medici. Ascoltiamo ma non riferiamo. Tranne alla polizia, dopo che ci ha minacciati di farci chiudere il locale.»

«Dovresti smetterla di guardare polizieschi» protestò Kurt.

Finn rise: «Non prendertela. Se proprio sei curioso potresti sempre parlare con lui, quando tornerà. Aveva davvero l'aria di uno che aveva bisogno di parlare con qualcuno e penso che tu potresti capirlo. Vi trovereste bene insieme.»

«Veniamo da mondi diversi.»

«Non ne sarei così sicuro» disse Finn, girando la zuppa pronta nella pentola.

Quella sera, quando Kurt andò in camera sua dopo aver augurato la buona notte a suo fratello, prima di dormire diede un'ultima occhiata al cellulare. C'erano due messaggi, che risalivano poco prima.


21:07

Ehi splendore, sono Sebastian.

Questo è il mio numero. Ci vediamo presto!


Sorrise e lesse il secondo, riconoscendo il medesimo numero.


21:11

Dimenticavo, non ho interrotto niente oggi, vero? Ho pensato che magari lì per lì non volessi dirlo...spero di non essere stato inopportuno.


Kurt rispose:


21:35

Stai tranquillo. Siamo davvero solo amici.


Poco dopo ricevette un nuovo messaggio.


21:36

Dalla faccia che ha fatto il tuo “amico” non sembrava.


21:37

E' una lunga storia.


21:37

Me la racconterai?


21:39:

Chissà, prima vorrei riuscire a capirla io stesso. Poi, se sarai ancora interessato, te la racconterò e tu ti farai quattro risate.


21:40

Non vedo l'ora. Notte!


«A chi stai scrivendo?» chiese Blaine, sporgendosi dal libro di letteratura inglese per spiare il compagno di stanza.

«Sto sondando il terreno.»

«Non mi dire che stai scrivendo a Kurt?»

«Certo che sì. Ho buone notizie per te: a quanto pare non è molto preso dal suo presunto “solo amico”. È confuso. Quindi è il momento giusto per agire, prima che quel lottatore di sumo non orientale trovi il modo di convincerlo a mettersi con lui.»

Blaine fece finta di disapprovare i metodi subdoli del compagno.

In realtà cominciò a fantasticare e senza nemmeno accorgersene Oscar Wilde e le sue commedie passarono in secondo piano nella sua scala delle priorità.



Note:

OTP: one true pairing. Termine del fandom per indicare la coppia che più amate.




N/A


Maledette graminacee.

Vi odio tutte.


E questo era il capitolo cinque. Allora, piaciuto? Vi prego, non odiate troppo Dave, in fondo lui vuole davvero tornare con Kurt. Le sue intenzioni sono buone anche se inevitabilmente finisce per mettersi in mezzo. E poi l'odio fa male e fa venire le rughe. Si avvicina la primavera...vogliamoci tutti più bene! (fine parentesi)


Grazie a tutte voi che recensite e/o avete inserito la storia fra le preferite (10) o le seguite (38!).

Come direbbe Dave, I'm so happy right now!


Al prossimo aggiornamento! (venerdì?)


yu_gin


PS: com'è la nuova impaginazione? Quella di prima mi faceva impazzire, ma non so se questa è abbastanza chiara e se è faticosa da leggere.




coming soon


Blaine si rivolse a Sebastian:

«Cosa gli risponderai?»

«Gli dirò di aspettarmi questo pomeriggio. Ma non ci andrò.»

«Ah no?»

«No. Ci andrai tu, al posto mio.»

Blaine strabuzzò gli occhi: «Da solo?»

   
 
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