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Autore: Fenrir_23    30/03/2012    10 recensioni
Fiction che prende spunto da una piccola battutina di Itachi in uno degli ultimissimi capitoli, che personalmente ho adorato alla follia ...
ItaSasu appena accennato.
"si dimenticò di noia, stanchezza e frustrazione nello stesso istante in cui vide Sasuke mentre, tutto preso, osservava un grosso esemplare di boa, annotandosi qualcosa su di un piccolo blocco note con precisione degna di uno studioso espertissimo nel settore."
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ero nel pieno di uno di quei momenti depressivi, in cui ti fa schifo tutto senza un preciso motivo, ed ho scritto questa … cosina. Devo dire che non mi dispiace, la trovo abbastanza carina. Siamo in un universo alternativo, anche se l’ambientazione non è ben definita(non credo sia indispensabile per una fiction del genere).
Da quanto Itachi ha dato del “Dottor Snake” A Sasuke ho sempre avuto una voglia matta di scriverci qualcosa, e oggi che avevo un po’ di tempo ho preso la palla al balzo.
È veramente una cosuccia cortina, ma spero vi piaccia.
Come al solito le vostre opinioni sono molto gradite, grazie :3
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando Itachi aveva accettato l’idea di dover accompagnare Sasuke al rettilario da poco aperto ad una mezz’ora di viaggio in auto da casa loro, non si era reso conto che ciò sott’intendeva  trascorrere ad osservare quegli esseri squamosi e dalla lingua biforcuta – che a dirla tutta non gli facevano nemmeno troppa simpatia – non solo per qualche ora, al massimo due o tre, ma piuttosto per l’intera mattinata e per il resto del pomeriggio, occupando così tutta la giornata. Nonostante lui fosse un tipo paziente quella situazione stava iniziando a stancarlo davvero; considerando anche che gli stava portando via tutto il tempo per studiare in preparazione ad un esame importante che avrebbe dovuto affrontare a breve.
Però – per l’ennesima volta –si dimenticò di noia, stanchezza e frustrazione nello stesso istante in cui vide Sasuke mentre, tutto preso, osservava un grosso esemplare di boa, annotandosi qualcosa su di un piccolo blocco note – probabilmente della caratteristiche riguardanti quella specie particolare – con precisione degna di uno studioso espertissimo nel settore.
Tendenzialmente suo fratello era un tipo abbastanza chiuso ed era difficile farlo uscire di casa, ed Itachi pensò che se per vederlo così coinvolto in qualcosa doveva sopportare ore e ore di noia, l’avrebbe fatto senza ripensamenti anche altre volte.
Sasuke era la persona a cui teneva più di tutte, e vederlo felice in quel modo – mentre osservava contento tutte le specie di serpenti che aveva sempre desiderato di vedere dal vivo – lo faceva sentire veramente appagato.
Oltretutto era rimasto molto soddisfatto nel vederlo così di buon umore, e non aveva potuto fare a meno di sentirsi bene a sua volta quando lui gli aveva addirittura sorriso, ringraziandolo per aver acconsentito ad accompagnarlo fin li e fargli compagnia.
Sasuke aveva già sedici anni, eppure Itachi si rendeva conto di considerarlo ancora fin troppo come un bambino, non solo in qualità di fratello maggiore, ma forse a causa di quel carattere così puro e un po’ infantile di lui , con quel suo modo di fare da finto duro e l’incontrollabile impulsività, legata all’incapacità di dominare i sentimenti.
Invece Itachi era un tipo tendenzialmente diplomatico e controllato – nonostante spesso si dimostrasse complessato ai limiti della paranoia – ed adorava tremendamente l’emotività di Sasuke e la sua immensa umanità.
Per questo gli sorrise di impulso quando lo vide arrivare mentre conteneva a stento la sua soddisfazione e richiudeva il quaderno che si era portato per prendere appunti con aria compiaciuta.
“Mi sembri di buon umore, otouto.”
“Sono come al solito.”Rispose lui secco, ovviamente negando quell’osservazione del fratello, e costringendosi a dirgli che in verità non trovava niente di particolarmente entusiasmante in quel posto, quando invece aveva fantasticato per anni di poter osservare un così alto numero di specie di serpenti dal vivo. Anche se a dirla tutta gli dispiaceva vederli reclusi in quegli spazzi così stretti, ma d’altra parte quello era l’unico modo che aveva per studiarli.
“Otouto …” Lo riprese Itachi bonario, abituato a quel suo comportamento.“Lo so che ti ha fatto piacere venire qui.”
“No, non è vero. Era solo perché mi annoiavo. Per quanto mi riguarda sarei potuto benissimo restare a casa.”
A quel punto Itachi non riuscì a fare a meno di irritarsi almeno un pochino, considerando che si stava sottoponendo a quella tortura solo per Sasuke, e perse totalmente il controllo quando sentì le successive parole di suo fratello.
“Se tu mi lasciassi andare dal signor Orochimaru potrei vedere serpenti molto più belli, ma siccome non vuoi ci è toccato anche pagare il biglietto per entrare in questo posto.”
“Non provare nemmeno a pensare di andare a casa di quell’uomo!” Lo ammonì Itachi.
“Perché? Ogni volta che lo nomino ti arrabbi.”
Il maggiore non sembrò intenzionato a prendere la questione alla leggera.
“Non hai visto come ti guarda, ogni volta? Non mi piace per niente, Sasuke. E non voglio che ti si avvicini, figuriamoci lasciarti andare a casa sua. Su questo sono e sarò sempre irremovibile.”
“Ma …”
“Niente ma, otouto.”
“Sei geloso? Hai paura che io possa fare qualcosa con lui?”
Itachi lo fulminò con un’occhiata di sbieco, in verità per nulla intenzionato ad arrabbiarsi con il fratello ma abbastanza innervosito da quella specie di provocazione, posta in modo così ingenuo, oltretutto. Lui e Sasuke avevano un rapporto ormai non più solamente fraterno da quasi un anno – non molto per la verità – ed Itachi, pur facendo molta  attenzione a non farlo capire troppo, a volte si rendeva conto di essere fin troppo possessivo.
Però sapeva di avere ragione a preoccuparsi, nel caso di Orochimaru.
“Otouto, finiscila.” Concluse, con l’ovvio intento di stroncare la conversazione.
Sasuke a quel punto si limitò a stringergli la mano con un po’ di imbarazzo per qualche secondo – quasi come se volesse ringraziarlo per il modo in cui si preoccupava della sua sicurezza – lasciandolo subito dopo per paura che qualcuno potesse vederli, e ricevendo un colpetto al centro della fronte non troppo delicato.
“Che serpente è questo?”
Chiese Itachi per cambiare argomento, indicandone uno di un bel verde smeraldo, di piccole dimensioni.
Trovò adorabile l’aria da piccolo studioso che assunse Sasuke, intento ad identificarne la specie.
“è un Mamba dalla testa stretta. C’è anche scritto …” Poi spiegò, con fare degno di un vero esperto:
“Nome scientifico Dendroaspis angusticeps. È solitamente diffuso in Africa centro orientale e vive in foreste o anche zone aride ricoperte da poca vegetazione.”
Si fermò a riflettere, cupo.
“è di colorazione variabile, infatti si parla anche di Mamba nero. Oltretutto sono molto aggressivi e pericolosi, pensa che il loro veleno è talmente velenoso che ti può uccidere.”
Si girò verso Itachi, guardandolo.
“Meraviglioso, non trovi?”
Lui pur con tutta la buona volontà non riuscì ad annuire in modo troppo convito, dato che quegli esseri striscianti non gli stavano particolarmente simpatici. Però seguì volentieri Sasuke quando lui l’afferrò per un braccio, portandolo davanti ad un altro esemplare.
“Guarda niisan, questo è un Cobra Reale. È uno dei miei preferiti.”Gli spiegò.
“Sai che può arrivare fino ai 5 metri e mezzo di lunghezza? È diffuso in tutta l’India, nelle Filippine e fino alla Cina meridionale.”
Itachi trovò troppo divertente l’aria da saputello con cui Sasuke gli spiegò quelle cose, forse irritante in altri, ma in lui così adorabile.
“A dire la verità confronto ad altri Cobra non è molto aggressivo.”Continuò il fratello minore. “Però le sue ghiandole del veleno ne sviluppano molto, ed un suo morso può portare anche alla morte.”
A quel punto Itachi non riuscì a trattenersi, e gli picchiettò per l’ennesima volta l’indice e il medio uniti al centro della fronte.
“Vedo che hai studiato molto … Dottor Snake.”
Lui rimase a fissarlo imbronciato per diversi secondi, non sapendo se prendere quell’osservazione del fratello come un complimento od una presa in giro. A volte Itachi aveva davvero uno strano senso dell’umorismo; agghiacciante, secondo il modesto parere di Sasuke.
“Niisan …”Borbottò fra sé e sé, arrossendo.”Sei un … idiota.”
Alla fine però non riuscì a non farsi scappare un sorriso, e sentì qualcosa di caldo sciogliersi all’altezza del petto, quando Itachi ricambiò quel gesto con il solito sguardo dolce ed affettuoso; lasciando trasparire un po’ di quel sentimento sbagliato che non potevano permettersi di esprimere davanti agli altri e sussurrandogli qualcosa a mezza voce.
Piccolo, sciocco,saputello … otouto.”
 
   
 
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