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Autore: Black Mariah    30/03/2012    6 recensioni
-Io...noi non possiamo...- gli disse non guardandolo, cercando di aggiustarsi alla meglio il vestito.
Gerard le si avvicinò di nuovo e cercò nuovamente di baciarla, non dandole ascolto.
-No, basta...davvero...Io non voglio...- disse lei allontanando il viso dal suo per non farsi corrompere nuovamente dalle sue labbra.
-Perchè?- disse quasi arrabbiato Gerard. Che le prendeva? Non poteva darsi di nuovo a lui e poi allontanarlo quando voleva lei.
-Perchè sono fidanzata, cazzo.- rispose Annie arrabbiata con se stessa -E non ho intenzione di tradire il mio ragazzo, nè tanto meno di essere la tua amante!- continuò ad alta voce.
"SEGUITO DI LIKE A FUCKIN' ROCKSTAR" (non è necessario leggere la prima storia)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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This alone, you're in time for the show
You're the one that I need
I'm the one that you loathe
You can watch me corrode like a beast in repose
'Cause I love all the poison
Away with the boys in the band.

 
-Ehi, allora com’è andata?- disse Ray sbucando dal tour bus e andando a salutare Gerard e Mikey. Frank lo seguì a ruota.
-Eh, insomma…- rispose Mikey poggiando le sue cose su un tavolino –Per fortuna adesso è stabile e si riprenderà-
-Mi fa tanto piacere…- commentò Ray pensando a Donald. Lo conosceva da quasi quindici anni, e non poteva immaginare la vita dei due fratelli senza il loro papà.
-Siete stanchi, eh?- fece Frank notando le occhiaie di Gerard. –Il viaggio è stato lungo?- aggiunse dando una pacca sulla spalla dell’amico. Non ci voleva proprio questa cosa, dopo quello che era successo in mattinata.
-Sì- rispose Mikey al posto di Gerard –Se solo penso che dobbiamo ancora suonare, mi viene la febbre.- disse preparandosi una gran tazza di caffè lungo.
-Vostra madre come sta? L’ha presa bene?- domandò ancora Ray.
-Ha reagito bene- commentò solo Gerard. In quel momento desiderava solo dormire.
-Beh, lo so che non c’entra un cazzo, ma può essere piacevole come notizia…- fece poi Frank, cercando di rompere la tensione creatasi nel piccolo stanzino del bus. -…Ma almeno stasera ceniamo tutti, e intendo tutte le band, in un ristorante…Possiamo dire addio almeno per una sera alla pizza surgelata!- esclamò poco convinto, guardando un po’ tutti i presenti. Diciamo che la risposta che si aspettava era un po’ diversa da quella che in realtà ebbe. Mikey lo guardò accennando un sorriso e Gerard invece si buttò sul suo letto.
Il concerto non fu dei migliori, tutti ci misero il massimo, ma la brutta nottata si fece sentire negli animi dei due fratelli. Erano spenti, sia per la stanchezza, sia per lo spavento e anche per i vari problemi personali di ognuno.
Mentre Gerard stava cantando, gli parve di scorgere una sagoma familiare e quando vide il volto stanco di Annie, quasi si diede carica da solo. Le sorrise debolmente, giusto per farle capire che l’aveva vista e poi si girò verso la folla, che sembrava non aver curato o non curarsi affatto del malumore di Mikey e del suo.
La ragazza era seduta su un porta amplificatore e aveva il viso appoggiato ai palmi delle mani.
Era venuta a controllare solo se stesse bene, nulla di più. Non aveva secondi fini né malizia in quello che faceva, semplicemente voleva stargli vicino.
Quando lo spettacolo finì, uno strano malessere si impossessò di Gerard, che giratosi a controllare se la ragazza si trovasse ancora lì, notò con dispiacere che non ve ne era traccia.
Inizialmente ci rimase un po’ male ma poi pensò che forse era meglio così, non voleva crearle altri casini soprattutto con Linsdey che ultimamente si era rivelata una stronza.
Il solo pensare alla tatuata lo fece rattristare, ma non per la persona in sé, quanto per la situazione. Forse doveva finire di portare avanti questa messa in scena e doveva dire una volta per tutte a Linsdey che tra loro era finita e che lui amava un’altra.
Si sentiva quasi un vile per come stava trattando la donna. Per quanto fosse testarda e magari anche un po’ menefreghista, non meritava comunque qualcosa del genere.
Appena scese dal palco, si passò un asciugamani tra i capelli per cacciare via il bagnato, e veloce si diresse verso il suo tour bus a cambiarsi gli abiti zeppi di sudore.
**
 
-Di che cos’è che mi volevi parlare?- fece Kittie all’amica, guardandola con le braccia conserte mentre l’altra stava uscendo dal suo armadio mezzo guardaroba.
-Ho una strana sensazione- fece Linsdey arrabbiata, cercando di scegliere qualcosa di adatto alla serata. –Cioè ti ho raccontato del sesso-fuggi-e-via dell’altra sera? Io non lo so perché diavolo si sta comportando in questo modo!- urlò quasi gettando per aria una minigonna. Possibile che non aveva un pantalone decente?!
-Sì, Lin. Almeno venti volte da avantieri- rispose annoiata l’amica. Ormai sapeva tutti i particolari di quell’episodio. –Allora cos’è questa strana sensazione?- domandò poi stappandosi una birra.
Linsdey le riassunse tutto l’accaduto della sera prima, le disse di Gerard che era andato da lei perché stava male, e di lei che l’aveva preso a parolacce perché l’aveva lasciata senza dignità nel letto. Le raccontò di come arrivata in ospedale avesse trovato quella ragazza, vista con Gerard sì e no una volta sola, e di come lei avesse confidenza con tutti i familiari Way, Donna compresa.
-Semplice no?!- fece Kittie, prendendo il suo Iphone da sul mobiletto –Controlliamo subito chi è questa sgualdrinella!- aggiunse compiaciuta. Le piaceva da morire sparlare della gente, e soprattutto conoscere i loro segreti per poi poterli spiattellare a chiunque.
Linsdey non disse nulla. Era intenta a seguire l’amica, anzi voleva farsi aiutare proprio perché voleva vederci chiaro in quella faccenda.
-Che cosa stai facendo?- domandò la ragazza guardando Kittie smanettare sul suo telefono.
-Sto controllando su Google!- rispose come se fosse ovvio. Aveva intenzione di trovare quella ragazza e sapere di più su di lei.
-Come si chiama?-domandò subito dopo.
-Mmm, Annie, ma il cognome non lo so. Cercala come cantante delle Helenas…oppure leggi qualche biografia, così conosciamo come si chiama per intero- fece ricordandosi.
-Le Helenas?- chiese stupita Kittie. Erano proprio le ragazze che lei amava di più prendere in giro e di cui adorava spettegolare, oltre alla band del ragazzo della sua amica, ovvio.
-Sì, e pensa che Gerard ha tutti i loro album sull’Ipod…- aggiunse alzando gli occhi al cielo.
Ok, era decisamente gelosa. Gerard era pur sempre il suo ragazzo, e anche se Annie tecnicamente non le aveva fatto nulla, lei non voleva che si avvicinasse a Gerard, soprattutto in quel momento.
-Mmm…allora. Che cosa stiamo cercando esattamente?- chiese Kittie scorgendo sul piccolo schermo i titoli dei vari siti.
-Non lo so! Tu mi hai detto di cercare. Trova qualsiasi cosa! Scandali, ex fidanzati, foto hot, che ne so!- esclamò la mora.
-Dunque…Credo che sul loro sito ufficiale non ci sia nulla di quello che stiamo cercando….- iniziò a dire scorrendo la pagina. -…Trovato!- disse poi vittoriosa la batterista, navigando su un altro sito. –Allora attualmente è fidanzata con Chace Crawford.- disse vedendo gli articoli. –Però si tratta bene…- commentò anche, vedendo un’immagine in cui Annie e Chace erano ad un evento mondano. Proprio un bel figo quel tipo.
-Ah!- esclamò gelosa la ragazza –Dunque ha un fidanzato anche lei! E perde tempo con il mio Gerard…- affermò gelosa.
Kittie chiuse la pagina e poi andò alle immagini Google. Scorse con la barra del telefono le varie pagine, e poi vide una foto che non avrebbe fatto per niente piacere alla sua amica.
Si sbagliava o quello era…Gerard?
-Che c’è? Che hai trovato?- fece Linsdey vedendo la faccia corrucciata di Kittie. Fece un passo avanti e si avvicinò all’amica.
-Ehm…- iniziò a dire Kittie aprendo l’immagine e ingrandendola -…credo che i tuoi sospetti siano fondati…- aggiunse. L’amica si sedette accanto a lei e insieme iniziarono a vedere le foto.
Nella prima immagine ingrandita c’era Annie sorridente con al suo fianco Gerard. I due erano molto vicini e Gerard aveva il suo braccio attorno la vita della ragazza.
Linsdey deglutì, sentendo crescere la gelosia dentro di sé.
Tecnicamente quella foto non voleva dire nulla, magari erano amici e si stavano solo abbracciando.
-Va’ avanti- disse solo, esortando l’amica ad aprire altre fotografie.
Quella che aprirono non fu di certo rassicurante. Probabilmente ritraeva un post concerto, ma il dettaglio più importante era che i due ragazzi nella foto si tenevano per mano, affiancati da Ray, il manager dei ragazzi e qualche altro membro della crew. Gerard aveva ancora i capelli nero corvino.
Linsdey chiuse gli occhi fino a farli diventare due fessure. Come poteva, lei, non sapere nulla di tutta quella storia?  Intimò alla batterista di cercare sotto “Gerard Way e Annie Clay”, e le fotografie che apparsero erano delle più eloquenti. La prima che Linsdey vide, fu una foto probabilmente scattata dai paparazzi in cui la coppia appena scoperta, si scambiava un tenero bacio. Probabilmente era qualche festival, dato che lo scenario era molto simile a quello che stavano vedendo ogni giorno. Per fortuna i soggetti erano in lontananza, altrimenti vedere nel dettaglio quel bacio, le avrebbe fatto saltare i nervi ancora di più.
-Lo sapevo, vaffanculo!- esclamò alzandosi e iniziando a prendere a calci qualsiasi cosa le si trovasse davanti. Se quella sera l’avesse incontrata, le avrebbe detto una volta per tutte di non provarci minimamente con il suo ragazzo, e una volta incontrato anche lui, l’avrebbe caricato di parole e non avrebbe voluto sentire scuse.
 
**
 
Il grande vociferare nella sala ristoro gli stava dando quasi alla testa. Paradossalmente non aveva nemmeno fame. Voleva solo stendersi nel letto e dormire, non prima di aver chiamato sua madre e di averle chiesto di suo padre. Desiderava anche incontrare Annie e magari darle un bacio sulla guancia, magari abbracciarla e parlarle e gli sembrava sciocco, ma in quel momento, avrebbe giurato che le farfalle allo stomaco erano dovute alla ragazza.
L’avrebbe incontrata di certo quella sera…almeno sperava. C’erano tutte le band lì, perché mai le Helenas non avrebbero dovuto esserci?
Sperò in cuor suo che fosse così e tornò a giocherellare con la forchetta e con il coltello, che il cameriere gli aveva posto davanti qualche secondo prima.
Il tavolo dei My Chemiical Romance quella sera era occupato quasi a doppio. Ogni membro aveva la sua consorte al suo fianco: Frank stava con Jamia, Mikey con sua moglie, e Ray con Christa . Lui, Pedicone e Bryan erano seduti uno affianco all’altro da soli.
Linsdey si sarebbe seduta con la sua band, com’era giusto che fosse, e forse sembrava anche cattivo, ma a Gerard andava bene così. Non aveva voglia di parlarle, per lo meno non quella sera quando era stanco morto, e tutto ciò che faceva era elemosinare un letto.
Ogni tanto distrattamente si intrometteva nei discorsi dei loro amici. Lanciava qualche occhiata a Frank e poi a Ray, e dopo, senza farsene accorgere, si guardava intorno cercando di non farsi vedere.
Sembrava un deja vù. Non era di certo una novità che lui cercava disperatamente Annie. Insomma, era un’abitudine che per qualche tempo aveva perso, ma a quanto pareva ultimamente era riaffiorata.
Solo dopo qualche minuto si accorse che il tavolo delle Helenas non era così distante dal suo. In linea d’aria dovevano essere, sì e no, venti metri.
-Chi guardi?- gli fece Bryan, che si era accorto dello sguardo perso nella stanza di Gerard.
-Mmm…no controllavo se c’era una persona…- rispose il rosso vago.
-Linsdey è di là, comunque- disse il manager, non conoscendo la realtà dei fatti.
Gerard si girò nella direzione in cui l’uomo aveva indicato e scorse la sua ragazza, se così la si voleva chiamare, guardarlo. Per non dare troppo nell’occhio, lui le fece un gesto con la mano in segno di saluto. Non voleva che Bryan si impicciasse in quella storia.
Linsdey lo guardò con odio, e girò antipatica la testa da un’altra parte. Appena gli sarebbe stata più vicino, gliene avrebbe detto quattro.
Gerard alzò gli occhi al cielo, non facendo caso al gesto e alla stizza della donna, e ritornò a guardare il tavolo delle cinque ragazze.
A quanto pareva anche il loro era molto pieno, e ciò era dovuto al fatto che ogni membro del gruppo aveva al suo fianco il proprio fidanzato.
Quando il ragazzo scorse Annie da sola seduta, senza nessuno a cui stringersi o fare moine, quasi gli venne un dolore al petto.
Era sola, ed era solo colpa sua e del casino che aveva provocato la mattina precedente.
Rimase a guardarla quasi imbambolato, notando come anche la ragazza trapelasse sintomi di stanchezza. Le occhiaie sotto gli occhi non mentivano, e il look trasandato e per nulla abbinato che sfoggiava, sicuramente non aiutava.
Il suo sguardo era triste e sembrava non curarsi dei discorsi delle persone che la circondavano. Si guardava attorno distrattamente e con aria annoiata. Era insofferente, e Gerard lo sapeva. Probabilmente si stava sentendo anche a disagio del fatto di trovarsi lì da sola.
Per più di un attimo desiderò trovarsi a quel tavolo, come i vecchi tempi, quando lui e la ragazza erano in una sintonia che andava al di là del pensiero umano, e tenerla affianco a sé, magari prestandole una spalla su cui appoggiare la testa.
-Guarda, che diavolo!- esclamò Linsdey rivolta a Kittie, cercando di non farsi sentire da Jimmy e Steve. –Sono dieci minuti che sta fissando il tavolo di quella puttanella!- commentò acida.
-Linsdey, calmati. Non credo sia il momento migliore per fare scenate…- fece Kittie comprensiva –…E poi a quanto pare, sta facendo tutto il tuo uomo, perché lei si fa i fatti suoi al suo tavolo.- concluse guardando il tavolo delle Helenas.
Effettivamente Annie non si era nemmeno accorta che ci fosse anche Gerard, e soprattutto che lui la stesse guardando e fissando.
Linsdey guardò la sua rivale poco sicura.
-E’ anche da sola…Dov’è il suo palestrato con la faccia d’oro?-
-Magari non poteva venire…- rispose Kittie razionalmente.
-O magari si sono lasciati per Gerard.- ipotizzò la tatuata.
-Lin non fare la paranoica. Indagheremo su questa storia, e tu sai che a me piace fare la stronza e sputtanare le persone. A parte quelle foto che testimoniano una storia passata, almeno da parte di quella, non c’è nessun segnale che Gerard ti tradisca.- concluse la batterista con un po’ di stizza.
Linsdey non seppe che rispondere per dare una giustificazione al suo comportamento, disse solo –Staremo a vedere-
 
Annie stava guardando Cher annoiata, e non stava per niente sentendo le stronzate che sparava l’amica. Dopo il suo rientro, non avevano ancora chiarito, e per allora andava bene così. Cher era l’ultimo dei suoi problemi. Nel suo tavolo tutti ridevano e scherzavano, e l’unica asociale sembrava essere proprio lei.
Tutte avevano il loro ragazzo, persino Cole, il loro manager, si era portato sua moglie in tour con loro.
Chace era via da due giorni, e non sapeva nemmeno lei come sentirsi. Era una stronza, quello lo pensava di certo.
Non l’aveva nemmeno chiamato per cercare di rimediare, ma la cosa più scandalosa era che non le andava nemmeno di chiamarlo. Non è che stesse bene, ma era come se per la prima volta dopo tanto tempo, le cose erano andate come dovevano andare.
Era sola, non aveva più da pensare a qualcuno, non doveva più preoccuparsi di fingere di amare o di sforzarsi di amare, e forse, dopo tutto, era meglio così.
Senza nemmeno avvisare gli altri, si alzò dal tavolo e si diresse fuori, stava quasi per sentirsi male in tutto quel caos.
Uscì dall’ingresso del ristorante e intravide in lontananza delle panchine, vicino un piccolo parco giochi per bambini. Decise di andare a sedersi lì e magari di calmarsi un po’, o semplicemente di starsene seduta e non pensare a niente.
Il profumo dell’erba le penetrò nelle narici e c’era un silenzio così profondo, che si sentivano le cicale e i grilli notturni cantare.
Era davvero un bel posticino quello. C’erano scivoli ed altalene, fosse con la sabbia e girelli.
Si guardò attorno e notando che era dannatamente sola, decise di sedersi su un’altalena e dondolare leggermente.
Per un attimo pensò a quando era bambina e all’altalena che lei e suo fratello, con l’aiuto di loro padre, appesero al ramo di una quercia vicino la loro casa in Connecticat.
Sospirò, pensando che tutto ciò che desiderava in quel momento fosse un po’ di serenità, e improvvisamente sentì qualcuno prendere le corde dell’altalena e iniziare  a farle dondolare.
La ragazza si spaventò, non aspettandosi quella cosa, ma riconobbe quasi subito l’ombra proiettata a terra del ragazzo. Sorrise debolmente. Forse la sua serenità era lui, solo che dovevano aggiustare un po’ di cose.
-Perché sei qui?- le domandò dolce Gerard continuando a muovere delicatamente l’altalena.
Annie si stava guardando le scarpe.
-Non mi andava di stare dentro…avevo caldo- rispose la ragazza, e a Gerard sembrò quasi una bugia.
-Come sta tuo padre?- chiese subito la riccia, e il rosso fece un sorriso.
-Non aveva un bell’aspetto, ma i medici ci hanno detto che si riprenderà. Per questo siamo tornati oggi stesso…- fece Gerard.
-Sono contenta…- commentò Annie.
-Mi spiace…- disse poi il rosso. –Per il fatto che sei sola…ho visto che tutte le altre sono in compagnia- aggiunse con voce tremante. Non voleva aprire qualche discorso che potesse far arrabbiare la ragazza. Voleva solo parlare con lei.
Annie non rispose, che gli avrebbe dovuto dire?
Si appoggiò con la testa su una corda.
-Poi oggi te ne sei andata…- aggiunse lui, ricordandole dell’episodio del pomeriggio.
-Sì…- rispose la ragazza. –Volevo controllare se steste bene, tu e Mikey…-
-Sei…sei stata molto gentile- disse in maniera soffocata il rosso.
Annie chiuse gli occhi. Non poteva andare avanti per sempre in quella maniera, non poteva farle questo ogni volta. Ogni momento come quello, faceva aumentare la voglia di averlo con sé, di rivivere la loro precedente storia, di ritornare ad amarlo. Lei non voleva dirglielo, non era il momento di dare al ragazzo un’altra grana. Si sarebbe tenuta tutto dentro, come sempre. Le erano bastate le sue lacrime, la sua richiesta di perdono, e lei si era sciolta di nuovo.
-Che dobbiamo fare, Annie?- chiese Gerard guardando a terra. Sperando solo che quella volta sarebbe stata quella giusta.
-Riguardo cosa?- chiese debolmente lei, cercando di non farsi prendere dalle troppe emozioni.
-Riguardo a tutto…- rispose Gerard –Credevo di saper gestire la situazione, ma invece ho fallito. Ho mentito a tutti, anche a me stesso, e non mi va di continuare a farlo…- continuò più rivolto a sé stesso che alla ragazza. –Questa situazione ha fatto uscire il lato più schifoso di me stesso…io non sono così.- disse con l’amaro in bocca. –Io non prendo in giro le persone, né tanto meno le faccio del male…-
Annie ascoltò in silenzio e poi parlò.
-E chi avresti preso in giro?- domandò, quasi terrorizzata dalla risposta.
-Linsdey- rispose subito il ragazzo -…e te…soprattutto te. La storia del matrimonio è una bugia. L’ho detto solo perché ero troppo geloso di te, di Chace…Io non posso competere con lui, e vederti lì in quel bar…Vederti che lo abbracciavi dopo che noi…- disse fermandosi. –Io non lo so che mi è preso e ti ho fatto finire in un casino. E’ colpa mia se tu sei da sola, stasera…-
Annie sorrise debolmente. Non sapeva se arrabbiarsi o essere per lo meno contenta.
Gerard girò e si inginocchiò davanti a lei, almeno la poteva guardare negli occhi.
-Sarai mai in grado di perdonarmi?- le chiese prendendole il viso tra le mani.
Annie sentì le farfalle allo stomaco quando incontrò gli occhi di Gerard…era sempre la stessa storia…
-Credi che se non l’avessi fatto, saremmo qui ora?- rispose solo lei accennando un sorriso e poi abbassando lo sguardo.
Gerard improvvisamente si sentì leggero, spensierato e forse anche contento. Fece un gran sorriso, di quelli che facevano sciogliere Annie da sempre.
La ragazza si sentì quasi mancare, era da tanto che non provava quella sensazione di totale dedizione nei confronti di una persona. Eppure c’era ancora un problema.
Scacciando via dalla mente quel pensiero, ritornò sui suoi passi, pensando che comunque il suo attuale destino era quello di rimanere sola. Non fece notare a Gerard che forse c’era ancora Linsdey di mezzo a quella faccenda, e non volle ricordarglielo. Andava bene così. Le bastava che lui fosse sereno e non che lei lo fosse.
-Ti prometto che risolverò ogni cosa…- disse poi Gerard sporgendosi verso di lei. Le avrebbe voluto dare un bacio sulle labbra ma non lo fece, lo avrebbe fatto appena davvero ogni cosa si sarebbe sistemata.
Annie lo guardò negli occhi e non capì il significato di quella frase, o per lo meno non volle capirlo. Non voleva darsi false speranze.
Gerard si alzò e le diede un bacio sulla guancia, abbracciandola.
Quando lui se ne andò, Annie rimase immobile, sentendosi la guancia in fiamme. Sarebbe stato meglio se le avesse dato un bacio sulle labbra. Per lo meno non si sarebbe sentita totalmente assuefatta da lui.
 
Gerard si incamminò deciso nelle sue idee, sparì tra la piccola siepe e veloce si diresse verso l’entrata del ristorante.
-Dove credi di andare?- fece una voce femminile alle sue spalle.
Il ragazzo si girò di scatto non aspettandosi Linsdey alle sue spalle e con lo sguardo corrucciato e confuso, aspettò che la ragazza dicesse qualcosa.
-Credi che sia una stupida? O che non mi sia accorta di niente?- continuò la donna arrabbiata. –Che hai fatto dietro quel cespuglio con quella? Anzi no, perché non mi hai mai detto che eravate stati insieme?- domandò a raffica.
-Uno, dietro quel cespuglio non ho fatto proprio un bel niente- commentò acido Gerard ancora confuso –Due. Non so di cosa tu stia parlando-continuò mentendo.
-Oh, non sai di cosa sto parlando?- fece lei. –Quindi se vado a controllare non trovo nessuno, vero?-
Il ragazzo non rispose per mancanza di tempo, Linsdey stava già camminando a passi giganti verso il piccolo parco giochi.
Quando entrambi arrivarono, Gerard tirò un sospiro di sollievo. Non c’era davvero nessuno.
-Allora?- fece lui mettendosi le mani ai fianchi. –Che cosa vuoi?- chiese con aria di sfida. Era sicuramente ancora arrabbiato con lei.
-Io cosa voglio? Gerard, credi che sia una stupida? Sei strano da qualche tempo a questa parte. Veniamo in tour, sparisci per tutto il giorno e ti ripresenti la sera. Mi tratti come se fossi una pezza mentre siamo a letto, ma che pensi che servo solo a farti scopare?- chiese ad alta voce e paonazza in volto la donna.
-Magari è così- rispose Gerard cattivo. –Sei un’egoista Linsdey e non me ne fotte un cazzo di quello che pensi, ma io mi sono scocciato dei tuoi comportamenti- fece sicuro di sé. Non era nemmeno arrabbiato, era semplicemente scazzato. E sì, magari lei aveva ragione, ma a lui non interessava nulla. Si girò e si diresse verso il ristorante.
-Aspetta!- fece Linsdey andandogli dietro. –Ti sembra un comportamento normale, questo?- gli fece notare.
-Probabilmente no, ma non voglio rovinarmi la serata- disse tranquillamente entrando.
Davvero quella sera non aveva voglia di fare nulla, soprattutto stare a litigare con lei.
-Sei un coglione!- gli urlò Linsdey da dietro seguendolo a grandi passi.
   
 
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