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Autore: Alektos    26/10/2006    8 recensioni
Così va meglio…esco dal bagno, inciampo, di nuovo, sto cadendo, ecco, tra poco sarò faccia a terra… tre… due… uno
Com’è che non ho fatto il botto? Qualcuno mi ha afferrato per le spalle prima che potessi cadere.
“Grazie.”
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I dialoghi sono tra le virgolette, tutto il resto è nella mente di Tonks.


Eccomi qui, poco più di un anno dopo, seduta su una soffice poltrona nel nuovo luogo di ritrovo dell’Ordine; non sono più io, da quel giorno sono cambiate molte cose, soprattutto dentro di me.
Ricordo ancora come fosse ieri quando Silente mi ha presentato per la prima volta ai membri dell’Ordine, ricordo ancora le loro facce allibite quando mi hanno vista entrare… una ragazzina dai capelli color rosa cicca; darei qualunque cosa ancora adesso per sapere cosa hanno pensato quel giorno. Con il tempo in ogni modo hanno capito che non ero solo una ragazzina, sono riuscita a mettere in mostra le mie qualità migliori e purtroppo anche quelle peggiori, tipo la mia goffaggine. Eh si, sono proprio sbadata.
Ripenso a quei momenti con grande felicità, felicità che adesso sembra essere scomparsa; non ho più voglia di ridere, non ho più la battuta pronta e le mie trasformazioni non riescono più. Sbuffo. Tutta colpa sua, colpa di quel suo modo di fare, dei suoi occhi… le lacrime riprendono a scorrere, le asciugo velocemente con la manica, ma non sono passate inosservate, di nuovo. Mi guardano con facce curiose, non riescono a capire cosa mi succeda e io d’altra parte non gliene do la possibilità, non ne ho parlato con nessuno ancora. Sento l’occhio di Moody che mi scruta come se cercasse qualcosa, una risposta, non è molto piacevole, ma che faccia pure, non troverà nulla, il problema è dentro di me.
Mi chiedo ancora come è successo… quando ho cominciato ad amarlo? Non credo ci sia una data fissa, è successo e basta, inutile cercare spiegazioni. Mi piace tutto di lui, a partire dal suo volto, i suoi occhi ambrati, la perfezione che mette in ogni cosa che fa, il suo modo di essere taciturno e di isolarsi; adoro guardarlo assorto nei suoi pensieri! Se solo non fosse così… stringo i pugni e faccio una smorfia. Perfetto, ora devo sembrare anche pazza! Ma che mi importa poi.
Qualcuno mi mette una mano sulla spalla.
“Tonks cara, hai sete? Succo di zucca?”
Ma chi… Molly. Qualcuno deve sicuramente aver fatto la spia su quelle due lacrime che mi sono scappate prima.
Accennando ad un sorriso rifiuto gentilmente ,non ho proprio sete adesso. Molly mi guarda preoccupata, lo sento, sta per chiedermi qualcosa.
DRIIN
L’ho scampata, hanno suonato alla porta.
“Remus, ben arrivato.”
Una fitta allo stomaco. Ma perché è dovuto venire anche oggi, non poteva stare… ah già, me ne ero dimenticata, la riunione. Mancano solo cinque minuti.


La riunione è finita, sto peggio di prima ma cerco di non darlo a vedere, devo solo riuscire a trattenermi fino a quando non salirò in camera, lì potrò sfogarmi. Sapevo che sarebbe successo, era nei piani di Silente fin dall’inizio, ma è lo stesso un duro colpo. Ormai i membri che hanno partecipato alla riunione se ne sono andati, non tutti, anche se lui è ancora qui decido di salire in quella che provvisoriamente è camera mia, almeno fino a quando sarà mio compito pattugliare questa zona.
Prima però mi do una rinfrescata, oggi c’è particolarmente caldo.
Così va meglio…esco dal bagno, inciampo, di nuovo, sto cadendo, ecco, tra poco sarò faccia a terra… tre… due… uno
Com’è che non ho fatto il botto? Qualcuno mi ha afferrato per le spalle prima che potessi cadere.
“Grazie.”
La parola mi muore in gola quando scopro che ad afferrarmi è stato proprio lui. Il mio cuore sta battendo all’impazzata, adesso siamo uno di fronte all’altro, vorrei saltargli addosso,baciarlo,ma mi limito solamente a cercare quei suoi magnifici occhi.
Niente.
Il suo sguardo è ostinatamente rivolto verso i suoi piedi, cosa avranno poi di tanto interessante?
Non posso lasciarlo andare via così,devo dirgli qualcosa.
“Così, domani parti…”
“Si.”
Non resisto, non ce la faccio più, gli vado incontro e lo abbraccio posando la mia testa sulla sua spalla. Le lacrime scendono a fiumi. Vedo le sue braccia, sta per abbracciarmi, ma si ferma. Mi ha preso per le spalle. Mi scosta da lui.
“Tonks, ti prego.”
Ma ti prego che! Ma lo vuoi capire o no che ti amo! Sei cocciuto, sei un somaro ecco cosa sei, altro che un lupo mannaro!
“Ti ho già spiegato il perché, non rendere tutto più difficile.”
“E io ti ho già detto che sono tutte cavolate!”
“Scusa, adesso devo andare.”
Bravo, scappa!
Lo vedo allontanarsi, la porta si è chiusa e non so nemmeno se mai lo rivedrò.
Corro in camera mi butto sul letto ed inizio a piangere a più non posso.
“Ehi Tonks, ma che ti prende?”
Riconosco quella voce, è quella di Kingsley. Devo essermi dimenticata di chiudere la porta.
Sento i suoi passi, sta entrando.
“No, per favore, vorrei rimanere sola.”
“Come vuoi.”
Se ne va.
Sento gli occhi che mi bruciano da impazzire, mi manca il fiato da tanto sto piangendo, ma non riesco a fermarmi, sono fuori controllo.
Sento qualcuno entrare in camera e chiudere la porta.
“Ho detto che voglio stare sola!” Urlo.
“Non ci pensare neanche, detesto vederti così e non me ne andrò fino a quando non starai meglio.”


Molly si siede sul letto di fianco a me e mi abbraccia.
Non so quanto tempo è passato, ma finalmente riesco a calmarmi.
“Grazie Molly, veramente. Adesso va molto meglio.”
“Adesso mi vuoi dire che ti sta succedendo?”
Mi arrendo, a Molly non si può nascondere niente, in fondo parlarne con qualcuno può farmi solo bene e l’unica in grado di capire è lei.
“I-io.” Devo avere le guance rosso fuoco,le sento calde “S-sono innamorata, e molto anche.”
“Oh è fantastico. Ma una persona innamorata deve essere felice, tu invece non lo sei.”
“Tutto per colpa sua.” Sono le uniche parole che riesco a dire.
La signora Weasley mi sta fissando con uno sguardo interrogativo. Faccio un respiro profondo.
Le racconto ogni cosa ,da quando mi sono accorta per la prima volta di lui a quando mi sono dichiarata all’inizio dell’estate e di come questa persona ricambiasse i miei sentimenti.
Strano però, non riesco a pronunciare il suo nome.
“Ma se lui ti ricambia dov’è il problema? Lo conosco?”
Molly non capisce.
“Non mi vuole vicina a lui, due giorni dopo la dichiarazione mi ha detto che dovevo stargli lontana, che non aveva niente da offrirmi, che era povero e pericoloso.”
“Pericoloso?”
Non aveva ancora capito che stavo parlando di Remus.
“Si, ha paura di farmi del male durante la luna piena.”
Sul suo viso appare un’espressione sorpresa.
“Stiamo parlando della stessa persona?”
Annuisco e butto la mia testa sul cuscino.
Molly scuote la testa.
“Ogni tanto ha questi colpi di testa. Come se avesse paura di essere felice. Non ti preoccupare,ti aiuterò a farlo ragionare.”
“No, è tutto inutile Molly, mi ha respinta anche pochi minuti fa in corridoio,prima di andarsene. E se dovesse succedergli qualcosa trai i lupi mannari? Non lo vedrei più…”
Le lacrime ritornano a scorrermi lungo le guance.
Parliamo per altri cinque minuti, nei quali cerco di spiegarle meglio la situazione e lei cerca inutilmente di darmi un po’ di conforto. Mi sento più leggera adesso, ho fatto bene a confidarmi con lei.
Mi passa una mano tra i capelli e prima di lasciarmi da sola mi dice che andrà tutto bene. Non so perché ma non le credo.


Nove mesi dopo.
Sono seduta nel parco di Hogwarts, non so cosa pensare, non so cosa fare, è stata una serata tremenda. I Mangiamorte hanno attaccato il castello, Piton, quel lurido verme ha ucciso Silente a sangue freddo. Ha ucciso il grande Silente e si è alleato per la seconda volta con i seguaci di Voldemort. Fortunatamente nessuno studente è stato coinvolto e non abbiamo avuto delle perdite. L’unico è stato Bill, attaccato da Greyback e sfigurato, ancora non sanno che reazioni potrà avere. Spero niente di serio.
Mi tengo la testa tra le ginocchia, che stupida che sono, ancora una volta ho cercato di far capire a Remus quello che provo, gli ho ribadito che non mi importava niente di tutte le sue assurde ragioni.
Solita vecchia storia. Sono solo un’illusa.
Qualcuno mi appoggia una mano sulla spalla.
“Come stai?”
In risposta riceve solo un mio sguardo gelido.
“Perdonami, ho esagerato in infermeria.”
Scrollo le spalle. Ormai ci sono abituata.
“Ma tu sei veramente sicura che sia questo che vuoi,stare con uno come me?”
No, è solo un anno che cerco di dirtelo e di convincerti, ma no, non ne sono sicura.
Mi sto arrabbiando, ma mantengo la calma, almeno esteriormente.
“In quanti modi credi che possa dirtelo ancora? Sì, è quello che voglio. Non ho smesso di amarti solo per delle patetiche e ridicole scuse. Ma a quanto pare tu non ne vuoi proprio sapere.”
“Io ho paura di non renderti felice, non ho nulla da offrirti e sono pericoloso.”
“E invece si! Ma non lo hai ancora capito che mi basti tu? Solo il fatto di potermi svegliare al tuo fianco, di poterti toccare, abbracciare. Basta questo a rendermi felice! Proprio non ci arrivi?”
Mi guarda come se avessi la faccia coperta da pallini viola, con lo stesso stupore.
Lo guardo fisso negli occhi, lo bacio, ma lui rimane impassibile. Poi mi abbraccia e mi bacia a sua volta, sarei sciocca a non ricambiarlo.
In un istante sento dentro di me una tempesta.
Ho il cuore a mille, l’ho desiderato così tanto che ancora non mi sembra vero!
Che fa? Si avvicina al mio orecchio, che vuole?
“Ti amo.”
Ti amo? Ho capito bene? Ha detto ti amo?
“Anch’io ti amo.”
Mi guarda e ride, non mi avrà per caso preso in giro?
“Che c’è?”
Mi bacia una seconda volta, starà impazzendo? Sto sognando per caso?
Adesso mi sta accarezzando i capelli…che bella sensazione…
“Sono più belli così.”
Così?
Lo guardo torva.
“Così come?”
“Color rosa cicca.”
Stavolta sono io a baciarlo di nuovo.
Adesso sei mio, non mi sfuggirai tanto facilmente.

  
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