Magari sì, padron Frodo
Che giornata. Noiosa e inutile.
Più del solito senza il conforto di Gandalf, lontano chissà perché da due mesi.
L’innumerevole vuota giornata di una vuota vita, sacrificata per l’Anello.
Non guardi più il sole tramontare.
Dopo… 1 anno? 5 anni? 10 anni? 100? 1000? diventa banale.
Uno spettacolo inutile che non ti affascina più.
A volte invidi Smèagol.
Morto. È lui che ha salvato la Terra di Mezzo.
Alla fine, aveva ragione Gandalf.
Come al solito.
Ah, se avesse ragione anche…
No, non osare nemmeno pensarci.
“Non perdere la speranza è solo una consolazione amica”.
Inutile. Ma amica.
Oh no. Adesso piangi anche.
Patetico.
Femminuccia.
A niente serve insultarti, non riesci a fermarti.
Guardi con invidia il mare di fronte a te. Può andare dove vuole, lui.
Prendi a pugni la sabbia.
Infiammeresti l’Universo, se fosse in tuo potere.
Ti sdrai di pancia in giù.
- << Ti rivedrò mai, Samvise Gamgee? >> -
Questo è ancora più inutile.
Urlare.
Tsè.
Chi può sentirti?
- << Magari sì, padron Frodo, magari sì >> -
La sua voce.
Il suo profumo.
No, le allucinazioni no.
- << Padron Frodo? >> -
Può essere un’allucinazione, ma capisci dal tono che sta per piangere.
Ti giri.
Lo vedi.
È reale.
- << Ti aspettavo >> - dici semplicemente.
- << Sono arrivato >> - risponde lui sedendosi accanto a te.
Uno sguardo basta per capire quanto avete sofferto uno senza l’altro.
Le vostre mani finalmente si toccano.
E anche le vostre labbra.
Apri gli occhi e guardi ancora il cielo.
E ti chiedi come puoi essere stato così sciocco da considerare il tramonto così banale.