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Autore: Fiamma Erin Gaunt    31/03/2012    2 recensioni
L' Eternity Elemental High School è una scuola per ragazzi dotati di poteri psichici; in molti casi si tratta di adolescenti che sono stati rinchiusi lì dai genitori e vengono trattati come imbarazzanti segreti da nascondere.
Iris Rain rappresenta l' eccezione, i suoi genitori hanno deciso di mandarla lì per permetterle di imparare a controllare il suo potere.
Iris è una psicocineta e come tale riesce a controllare la volontà di coloro che la circondano, per questo motivo fin da piccola è stata considerata da psichici e umani come un mostro,qualcuno dal quale stare alla larga.
Tuttavia le cose sembrano andare bene nella nuova scuola almeno fino a quando Maelice, la compagna di stanza di Iris e l' unica veggente nella scuola, pronuncia un' orrenda profezia di morte e distruzione.
A ciò si aggiunge il preside O' Deal che sembra nascondere un inquietante segreto....
Genere: Avventura, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 1















" Eternity Elemental High School" lessi sulla targa in marmo che era affissa sul cancello principale.
Eccoci qui, sospirai mentre scendevo dalla macchina e attendevo che mio padre finisse di scaricare le mie valigie.
L' edificio non assomigliava molto ad un collegio, sembrava più che altro la residenza di una famiglia reale, se a Los Angeles ci fosse stata la monarchia. E così quella sarebbe stata la mia casa per i prossimi quattro anni,bè tutto sommato sembrava meno peggio di quanto mi aspettassi, se non altro c' era un ampio parco e quelle in lontananza avevano tutta l' aria di essere delle scuderie.
Quando i miei genitori mi avevano comunicato che sarei andata a vivere a Los Angeles e per giunta in un collegio il mondo mi era caduto addosso; avevo dovuto dire addio a Shelly e Parker, le uniche due ragazze con cui ero riuscita ad istaurare un rapporto di amicizia e per giunta non avrei visto Trick, il mio Quarter Horse, fino all' estate seguente.
L' equitazione era la mia passione fin da piccola e lo stare a contatto con i cavalli mi rilassava, quindi se c' erano dei cavalli,dopotutto quel posto non era il settimo girone dell' Inferno di Dante come credevo; certo, non ero ancora disposta ad accettare con allegria quel cambiamento di piani così repentino e sconvolgente, ma si poteva stare sicuri che non mi sarei lasciata andare a scenate isteriche.

- Bene tesoro, questa era l' ultima valigia - annunciò mio padre chiudendo il portabagagli e afferrando i due trolley.
Si diresse a passi svelti verso l' atrio della scuola e a me non rimase che recuperare l' altra valigia ed il borsone e seguirlo sbuffando rassegnata.

Il cortile era deserto e così anche l' atrio, mi chiesi dove fossero gli altri studenti, in fin dei conti era domenica pomeriggio e non credevo possibile che fossero tutti rintanati nelle loro stanze, non con quel tempo spettacolare perlomeno. Stavo giusto per chiedere l' opinione di mio padre quando un uomo sulla cinquantina,vestito in maniera impeccabile, ci raggiunse sorridendoci cordialmente.

- Lei deve essere il signor Rain, e questa incantevole fanciulla deve essere Iris.- - Sono il preside,Cormac O' Deal - aggiunse porgendo la mano prima a mio padre e poi a me. Aveva una stretta vigorosa, ma c' era qualcosa che non mi piaceva nel suo modo di fare; era ostentatamente allegro e l' esperienza mi aveva insegnato che quando qualcuno ti sorrideva in quel modo o era stupido oppure stava cercando di fregarti, bè il signor O' Deal non mi sembrava affatto stupido, quindi delle due l' una.

- Ho predisposto tutto per il tuo arrivo, a momenti arriverà una ragazza che ti mostrerà la tua stanza e ti farà da guida per la scuola. Sono sicuro che ti piacerà da matti stare qui - mi spiegò rivolgendomi l' ennesimo artificioso sorriso.

- La ringrazio preside O' Deal, sono convinta che mi troverò bene - replicai sforzandomi di apparire entusiasta, evidentemente dovevo essere stata piuttosto convincente vista l' espressione incredula che apparve sul volto di mio padre. Avevo passato le ultime due settimane urlandogli contro qualsiasi epiteto mi passasse per la testa ed ora eccomi qua, tranquilla e sorridente. Avrei tranquillamente potuto vincere l' Oscar come migliore attrice.

- Sono lieto di sentirtelo dire mia cara, ora signor Rain, se vuole seguirmi -

Mio padre mi attirò a se stringendomi in un forte abbraccio.

- Mi mancherai fiorellino - mi sussurrò stampandomi un bacio sulla fronte.

Se sapevi che ti sarei mancata per quale motivo hai deciso di rinchiudermi qui? Era questo che avrei voluto urlargli ma davanti alla sua espressione triste me ne mancò il coraggio e mi limitai ad un - Anche tu mi mancherai papà. E non chiamarmi fiorellino - conclusi lanciandogli un' occhiataccia.
Lui ridacchiò e sciolse l' abbraccio - Ai suoi ordini signorina -

- Attenda qui signorina Rain - disse il preside prima di incamminarsi lungo il corridoio seguito a ruota da mio padre.

Lasciai vagare lo sguardo alla ricerca di una panchina su cui sedermi e ne individuai una a pochi metri dalle scale.
Attesi per una ventina di minuti passando il tempo sfogliando una rivista di gossip che qualcuno aveva abbandonato lì.
Avevo quasi finito di leggere della nuova fiamma di Madonna quando un leggero colpo di tosse attirò la mia attenzione.
Alzai lo sguardo ed incrociai un paio di stupefacenti occhi color cioccolato circondati da una massa di ricci rosso fuoco.

- Ti serve qualcosa? - domandai.

- Sto cercando una persona, e mi domandavo se fossi tu - replicò con voce incerta la ragazza.

La scrutai inarcando elegantemente un sopracciglio - Bè se non lo sai tu - replicai bruscamente.

- Vedi, è che non l' ho mai vista. Si tratta di una nuova arrivata - mi spiegò arrossendo furiosamente.

E così quella avrebbe dovuto mostrarmi la scuola? D' accordo,forse non si sarebbe rivelata poi così male ma non sembrava esattamente il tipo di persona con la quale avrei potuto andare d' accordo.

- Allora sì, mi hai trovata - confermai - Iris Rain - aggiunsi porgendole la mano.

- Maelice Hawk - replicò stringendola lievemente.

- Bene Malice, avrei una domanda da farti: dove diavolo sono tutti quanti? - domandai accennando ai corridoi deserti.

- Sono nell' arena ovviamente -

- L' Arena? - domandai perplessa.

- Oh si giusto, sei nuova e non ne sai niente. L' Arena è una specie di stadio in cui si sfidano gli studenti. Un po' come facevano i romani nel Colosseo - spiegò Malice.

Qualcosa nel modo in cui lo disse mi fece capire che questa cosa non le piaceva poi molto. Dal canto mio ero sorpresa, un' arena di lotta in un collegio per adolescenti, ma dove diavolo ero andata a finire?

- Capisco, bè cominciamo con il giro turistico -

- Certo, seguimi, cominceremo dalla tua camera - replicò incamminandosi su per le scale.

Eravamo arrivate al quarto piano quando finalmente lessi il cartello "Dormitorio femminile ". L' ingresso del dormitorio era chiuso da una porta in legno di castagno, Maelice l' aprì e mi fece segno di precederla. La sala principale aveva tutto l' aspetto del paese dei Balocchi: una tv al plasma da cinquanta pollici, stereo con dolby surround,una decina di postazioni di Internet Point, un divano con una serie di morbide poltrone e persino un bancone bar con tanto di cucinino.

- Wow - commentai sgranando appena gli occhi;forse, dopotutto, quella scuola avrebbe finito con il piacermi.

- Vieni, diamo un' occhiata a quale sarà la tua camera - disse Maelice tirandomi verso la bacheca che era affissa vicino alla scala che conduceva alle camere.

Scorsi con lo sguardo la lunga lista di cognomi e finalmente trovai il mio, seguì con il dito la linea tratteggiata e lessi il cognome delle mie compagne di stanza: Hawk e Adams. Mi voltai ad osservare Maelice che sorrideva radiosa - Che fortuna, siamo capitate insieme. Adesso ti accompagno in camera per lasciare le valigie e poi ti porto all' arena così conoscerai anche Zephyr - annunciò tirandomi dietro di lei. Quella ragazza mi confondeva, alternava periodi di timidezza acuta a momenti in cui sembrava avere l' argento vivo addosso.

La camera si trovava al secondo piano del dormitorio ed era stata arredata sobriamente, tre letti erano stati disposti a semicerchio e su ognuno di essi era stata drappeggiata una trapunta color ocra che riprendeva il colore delle pareti. Un mini televisore faceva bella mostra di se sopra un piccolo ripiano e accanto ad ogni letto erano state sistemate tre scrivanie complete di computer e stampante.

- Devi vedere il bagno, è semplicemente spaziale - disse Maelice indicandomi la porta accanto a lei.

E così il bagno era privato, per fortuna; per un folle istante avevo temuto che mi sarebbe toccato uno di quegli squallidi bagni comuni che ricordavano molto quelli del carcere. Entrai nell' abitacolo e rimasi stupita: ogni singolo centimetro degli scaffali era occupato da una serie di boccette che contenevano chissà quali prodotti.

- Di chi è tutta quella roba? - domandai incredula.

- Ehm...è mia - replicò Maelice non aria imbarazzata.

- In nome del cielo e che cosa te ne fai di tutti questi prodotti? -

- Bè non sono tutti per me, vedi io sono una veggente e alcune essenze mi servono per produrre i fluidi e gli incensi che mi facilitano le visioni - spiegò ravviandosi i capelli con una mano.

- Capisco - mormorai afferrando una boccetta dal colorito violaceo e annusandola con circospezione - Questa cosa è? -

- Artemisia, serve come antisettico e antinfiammatorio, lo usiamo spesso dopo gli incontri nell' arena o gli allenamenti -

- Ha un buon profumo - commentai ispirando nuovamente l' aroma che saliva dalla boccetta.

- A proposito, non mi hai detto che potere hai - disse Maelice guardandomi con aria curiosa.

- Sono una Psicocineta, in pratica posso influenzare la volontà altrui con la forza del pensiero- replicai abbassando lo sguardo.

Se c' era una cosa che riusciva a mettermi in imbarazzo quello era il mio potere, i comuni esseri umani mi consideravano come un mostro per via delle mie facoltà e gli altri psichici mi guardavano con sospetto perchè temevano che potessi influenzarli. Era per colpa della mia psicocinesi se ero stata costretta a lasciare San Diego e a trasferirmi in quel collegio. Rialzai lo sguardo timorosa di leggere il disgusto o ,peggio ancora, la paura in quegli occhi color cioccolata e invece rimasi sorpresa. Maelice mi guardava con aria impressionata.

- Wow, deve essere una figata assurda - commentò e dal modo in cui lo diceva si capiva che lo pensava sul serio.

- Bè alla fine non è poi questa gran cosa, più che altro causa un sacco di problemi - dissi scrollando le spalle.

- Problemi? E come mai? -

- Perchè la gente ha paura di me, teme che la costringa a fare qualcosa - replicai con tono sconfortato.

- Che razza di idioti, secondo me sono solo gelosi. Al diavolo, io vorrei avere il tuo potere -

Le sorrisi riconoscente. - Bè anche la divinazione è un bel potere - osservai

- Non ne parliamo va, per colpa di queste schifo di visioni ho sempre un mal di testa cane e ogni volta che ne ho una gli occhi mi diventano rosso sangue. Raccapricciante - replicò rabbrividendo con un' aria schifata che mi fece scoppiare a ridere.

- Comunque, se per te va bene, sistemeremo dopo le tue cose. Sai vorrei proprio farti conoscere Zephyr - aggiunse.

- Certo, per me va bene. Ma che tipa è? - domandai curiosa.

- Bè è una vera e propria forza della natura,non riesce a stare ferma un secondo e sembra trovare sprecata una giornata se non si caccia almeno una volta nei guai - replicò Maelice con un sorrisetto divertito.

Sorrisi a mia volta, dopotutto sembrava che mi sarei trovata bene con le mie compagne di camera.

- Ok, andiamo - decretai avanzando a passo deciso verso le scale, mi resi conto solo in quel momento che non sapevo dove dovessi andare.

- Credo che debba precedermi, non ho idea di dove andare - ammisi con un sorrisetto imbarazzato.

Maelice annuì e mi fece strada lungo il salottino deserto,scendemmo la lunga rampa di scale che portava all' atrio dell' edificio e imboccammo uno stretto corridoio al termine del quale c' erano altre scale.

- Ma quante diavolo di scale ci sono in questa scuola? - domandai piccata.

- Un po' - replicò Maelice ridacchiando.

Finalmente arrivammo in quello che aveva tutta l' aria di essere un sotterraneo. L' umidità sembrava attaccarsi alle ossa, pensai rabbrividendo.

Arrivammo davanti ad un ampia porta in quercia a cui erano stati applicati dei maniglioni anti panico.

- Per sicurezza - spiegò Maelice osservando il mio sguardo perplesso. Annuii brevemente.

Varcammo insieme la soglia e lo spettacolo che mi trovai davanti mi lasciò senza parole. Sembrava di essere stati catapultati nell' Antica Roma e di trovarsi all' interno del Colosseo; sulle gradinate sedevano gli studenti che assistevano agli incontri, più in alto era stata sistemata una sorta di tribuna dove avevano preso posto quelli che evidentemente erano i professori, e al centro, leggermente interrata, c' era l' arena di lotta. L' arena aveva due cancelli alle estremità opposte dalle quali immaginai che entrassero gli sfidanti e il suo pavimento era stato ricoperto di sabbia evidentemente nella speranza di attutire le cadute ed evitare che i combattenti si facessero troppo male. Mentre ammiravo incantata quello spettacolo singolare un trillo di campana mi riportò alla realtà.

- Prendiamo posto, sta per incominciare l' incontro - mi sussurrò Maelice afferrandomi per un polso e trascinandomi verso la parte alta delle gradinate accanto ad una ragazza dalla carnagione olivastra e i capelli neri e lucidi come le ali di un corvo, aveva gli zigomi alti ed i tratti affilati ma, più che per il suo indiscutibile fascino,saltava agli occhi per il luccichio malandrino che le illuminava gli occhi scuri.

- Lei è Zephyr Adams. Zephyr, ti presento la nostra nuova compagna di stanza, Iris Rain - ci presentò Maelice con un sorrisone.

Ci sorridemmo amichevolmente e ci scambiammo una stretta di mano.

- Clement dove è? - domandò poi Maelice scrutando assorta le gradinate.

Zephyr sbuffò e alzò gli occhi al cielo - A lavorare su quei suoi aggeggi elettronici come sempre -

- Dovrebbe seriamente cominciare a divertirsi di tanto in tanto - considerò Maelice con aria di disapprovazione.

- Piuttosto, vi siete perse lo scontro tra Sabin e Gabriel - disse Zephyr scoccando un' occhiata eloquente a Maelice che per tutta risposta arrossì furiosamente.

La mora ridacchiò prima di aggiungere - Comunque se te lo stai chiedendo, ha vinto il tuo Gabriel -

- Non è il mio Gabriel, non ancora almeno - protestò Maelice cercando di darsi un contegno, ma le sue guance rosse spiccavano sulla carnagione lattea in modo drammatico.

- Chi è Gabriel? - domandai curiosa.

- Guarda sulla gradinata accanto alla nostra, vicino a quel colosso con i capelli biondi - mi indicò Zephyr.

Obbedii e mi trovai davanti un bel ragazzo, che doveva avere un anno più di me, con i capelli neri leggermente scompigliati che gli conferivano un' aria di distratta eleganza, e gli occhi di un singolare grigio liquido. Non sapevo bene il perchè ma ad una prima occhiata sembrava assomigliare veramente ad un lupo, lo dissi alle mie nuove amiche che per tutta risposta annuirono sorridendo.

- Sì, in effetti Gabriel ha il potere della mimesi animale ed il lupo è la sua trasformazione preferita - commentò Maelice mentre fissava ostentatamente il ragazzo.

- Piantala di fissarlo in quel modo o lo consumerai - ridacchiai ricevendo in risposta un cinque da parte di Zephyr ed una linguaccia da Maelice.

- Chi sono i due ragazzi seduti accanto a lui? - domandai accennando al ragazzone biondo e al ragazzo dai capelli neri e il volto terribilmente attraente.

- Il biondo è Sky River,un proiettore astrale, e l' altro è il top del desiderio studentesco: Ares Walker,un moltiplicante - mi spiegò Zephyr scoccando un' occhiata di apprezzamento a quest' ultimo.

- Sono rispettivamente un idiota ed uno stronzo - precisò Maelice con l' aria di saperla lunga.

- Bè in effetti sì, ma sono anche due dei ragazzi più popolari della scuola - replicò la mora.

- Personalmente preferisco Adrian, è così dolce - replicò Maelice indicandomi un ragazzo seduto qualche fila più avanti che teneva per mano una ragazza molto bella dai capelli castani e gli occhi verdi.

- Sì, anche Adrian non è male - ammise la mora con un sorrisetto.

- Basta chiacchiere, stanno entrando gli sfidanti - aggiunse subito dopo, raddrizzò la schiena e prese ad osservare con attenzione gli ingressi dell' arena.

- Per la squadra nera entra in campo la signorina Night, per la bianca la signorina Campbell - annunciò un altoparlante.

Le due ragazze fecero il loro ingresso accolte dagli applausi dell' uno e dell' altro schieramento.

- La Campbell non ha speranze, Diamond la distruggerà - commentò una voce alle mie spalle. Un' altra voce femminile si disse d' accordo e ridacchiò subito dopo. Con la coda dell' occhio lanciai un' occhiata alle ragazze che avevano parlato; la prima aveva lunghi capelli biondi e l' aria perennemente imbronciata mentre la seconda aveva i capelli di un rossiccio che ricordava il manto di una volpe.

- Sono Silver Black e Riley Johnson, le migliori amiche della Night - mi informò sottovoce Maelice. Qualcosa nel modo in cui disse i loro nomi mi fece capire che non le andavano particolarmente a genio.

- Volete piantarla di chiacchierare? - protestò con tono indignato Zephyr.

La accontentammo e tornammo a concentrarci sull' incontro. Le due ragazze avevano ragione,la Night era evidentemente una spanna sopra alla Campbell; non c' era storia tra il potere degli elementali della prima e la telecinesi della seconda. L' incontro ebbe termine quando Lisette Campbell si accasciò al suolo priva di forze.

- Diamond Night vince l' incontro - annunciò l' altoparlante mentre un piccolo gruppo di quelli che dovevano essere medici entravano nell' arena per soccorrere la ragazza.

La vincitrice uscì dall' arena e mi passò accanto; con i suoi lunghi capelli neri,il volto dai tratti eleganti e il fisico tutto curve, era indubbiamente la ragazza più bella che avessi mai visto anche se il ghigno compiaciuto che aveva dipinto sul volto in quel momento guastava un po' la perfezione del volto. I nostri sguardi si incrociarono e, osservando quei glaciali occhi color ghiaccio che mi scrutavano con palese ostilità, capii che noi due non saremmo mai andate d' accordo. Magnifico, ero arrivata nella nuova scuola da meno di tre ore e già mi ero inimicata la ragazza più popolare dell' istituto, tutte le fortune toccavano a me.













Spazio autrice:

Ecco il primo capitolo, spero che vi piaccia. Fatemi sapere che ne pensate.
Baci baci,
                Bella_92




 Questo è il colore degli occhi di Iris   Iris Rain


















  
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