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Autore: Fiore del deserto    31/03/2012    1 recensioni
Dopo quattro anni, Sarah ha dimenticato tutto ciò che riguarda il Labirinto. Jareth, incapace di arrendersi all'amnesia di Sarah, per tutto questo tempo, non ha fatto altro che osservarla dalle sfere di cristallo. Ma un giorno, stanco dell'assenza della sua amata, decide di rapirla nel tentativo di farle riacquistare la memoria!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qua! Come sempre, ringrazio piso93 e jessica80 che non fanno altro che sopportare le mie pazze idee inserite in questa storia :) Spero che sia di vostro gradimento. Baci a tutti!


Sarah aveva passato la notte abbracciando il cuscino; faceva sempre così quando si sentiva sola e aveva bisogno di protezione, lo faceva per evitare di piangere. Quella notte era rimasta da sola, nessuno, nemmeno Hoggle le tenne compagnia. Aprì gli occhi lentamente, nell’aria avvertì un dolce profumo. Si alzò piano a sedere, indossava una lunga veste bianca. Si guardò intorno e vide che la sua stanza era illuminata, chissà come aveva fatto a dormire; ciò che l’attirò fu un vaso di rose bianchissime adagiato sul settimanile in noce di fronte all’enorme letto.
<< Che strano, >> pensò la giovane << ieri quel vaso non c’era...! >>Sarah si alzò dal letto e si avvicinò ai meravigliosi fiori per sentirne meglio il profumo. Erano così strani. Sarah notò una sottile polvere argentata fluttuare tra i petali delle rose. Sorrise. Sembravano fatate. Ne accarezzò una sentendone la delicatezza fra le dita. Sotto il vaso c’era un biglietto. Era bianco e in caratteri dorati vi era scritto “Chiedi e ti sarà dato!”. La giornata iniziava stranamente...
 
Era vestito completamente di nero. Se ne stava seduto su uno sgabello, mentre con le dita carezzava i tasti di un pianoforte. La melodia era a dir poco toccante, avrebbe colpito l’anima di chiunque. Chi l’avrebbe mai detto che il re di Goblin fosse tanto bravo a suonare. Guardava nel vuoto, o forse stava aspettando qualcosa, o qualcuno. Le dita scivolavano con grazia ed eleganza di tasto in tasto. Le note resero giustizia ai suoi movimenti.  Fermò dolcemente la sua melodia
- Ben svegliata, mia preziosa... – disse Jareth senza voltarsi
- Buongiorno, Jareth... – rispose Sarah – Suoni divinamente...! – Sarah aveva sentito il suono del pianoforte dalla sua stanza
- Spero che tu abbia gradito il mio dono... – Jareth continuava a stare nella sua posizione
-  Dunque sei stato tu... Beh... Sono qui proprio per questo... Cosa intendevi per “Chiedi e ti sarà dato”? – chiese Sarah.
Jareth si voltò lentamente
- Quello che ho scritto, mia dolce Sarah : chiedi e ti sarà dato. Qui tu sei la regina, e come tale puoi chiedere tutto quello che vuoi! – sorridente, ma in tono serio, Jareth si alzò dallo sgabello e si avvicinò alla ragazza – Siamo partiti col piede sbagliato, mia preziosa; ho intenzione di mettere apposto le cose. – il sidhe poggiò una mano sulla spalla di Sarah – Ti ho portato un regalo.-
- Un regalo? – chiese incredula Sarah, il tono di Jareth adesso non la spaventava, c’era qualcosa di diverso in quello psicopatico da strapazzo, ma Sarah volle dargli una possibilità. Lo ringraziò. Il sidhe prese sotto la sua giacca un piccolo libro rosso, porgendolo alla sua Sarah. Lei lo prese e lesse il titolo in caratteri dorati: “Labyrinth”. Nello sguardo di Sarah c’era qualcosa di strano, il re lo notò. Che Sarah stesse cominciando a ricordare? Lei prese a sfogliare qualche pagina, ma il re la fermò
- Voglio che tu lo legga con calma, quando hai del tempo libero. –
Lei annuì.
- C’è qualcosa - le disse il fae indicandole una sedia – che vorresti in particolare, mia preziosa? –
Sarah sgranò gli occhi nell’udire certe parole. O lei stava sognando, o il re di Goblin era veramente cambiato... Ebbene sì, il re pareva essere gentile con la giovane Sarah
- Beh... – disse lei – Io non posso decidere. Sei tu il re... –
- No, Sarah, te l’ho detto: qui tu sei la regina! Chiedi e ti sarà dato! –
Sarah ci pensò su. Cosa avrebbe potuto chiedere? Alla fine decise
- Ecco, sire, se non ti dispiace vorrei poter uscire un po’ dalle mura del castello, magari in compagnia di qualcuno, se per te va bene. – Sarah guardava in basso, timidamente. Il fae si aspettava una risposta del genere, le sorrise
- Bene. Vado a chiamare Hoggle. – così dicendo, Jareth lasciò sola la ragazza per andare dal nano per dargli l’ordine di uscire con Sarah. Lei era sempre più sorpresa! Quanto sorrise nell’udire quel nome!
 
- Ascoltami bene, Mongolo – Jareth era inginocchiato davanti ad un terrorizzato Hoggle per poter parlare al suo livello – Sarah ha chiesto di poter uscire dal castello per un po’, le ho promesso che avrei fatto tutto ciò che mi avrebbe chiesto, e così sarà! Qui lei è la regina! Ti ordino di radunare il tuo amico gigante peloso e quella specie di volpe spelacchiata dalla troppa parlantina che sta in groppa al suo cane! –
- Ah, - rispose tremando il povero Hoggle – Ludo e Sir Didymus... D’accordo, sire! Farò come mi hai chiesto! –
- Bada, Gorgoglio! Se non farete felice Sarah, ti spedirò dritto nella Gora dell’Eterno Fetore per il resto dei tuoi giorni! – disse Jareth afferrandolo per un orecchio
- No, ti prego, maestà! Abbi fede! Faremo di tutto per renderla felice! – tremava il povero Hoggle. Ma perché non poteva essere gentile anche con lui? Il povero Hoggle si diresse verso il giardino, dove l’attendeva la dolce Sarah. Indossava una maglietta bianca a sangallo, dei pantaloni neri cavallereschi e degli stivali corti marrone scuro
- Sarah... – la chiamò Hoggle. Lei si voltò mostrando un dolce sorriso nell’udire quella voce
- Hoggle! Che bello rivederti! – Sarah abbracciò affettuosamente il nano, il quale si scansava. E faceva bene: Jareth era affacciato al balcone, osservando la sua Sarah e il nano! Li avrebbe controllati per assicurarsi che la sua Sarah fosse stata felice. Fortunatamente, Jareth non si innervosì.
- Allora, andiamo? – chiese Hoggle. I due uscirono dal castello per dirigersi nella città di Goblin. Jareth non faceva altro che seguirli di nascosto.
- Questa, mia cara ragazza, è la città di Goblin! – le spiegò Hoggle
- Dunque è questo il regno di Jareth... – disse Sarah
- No, Sarah – disse Hoggle – il regno di Jareth è molto più grande! Ti ha mai parlato del labirinto? –
Labirinto. Quella parola per Sarah aveva qualcosa di familiare, ma non sapeva esattamente cosa
- Labirinto...? No, Hoggle... Non me ne ha mai parlato... Eppure... –
- Eppure? – cercò di aiutarla il nano
- Beh, è strano. E’ come se sapessi che cosa sia questo Labirinto, ma forse mi sto sbagliando. –
prima che Sarah potesse parlare, lei udì una voce familiare, molto familiare
- Shara!!! – quella voce bassa ma dolce, per Sarah fu un’illuminazione! Si voltò
- Ludo? –
- Shara! Amica! – sorrise il bestione alla vista della sua cara amica. Mancava ben poco perché Sarah piangesse dalla gioia. Corse dal suo gigantesco amico, abbracciandolo
- Ludo! Ludo! Sei proprio tu? – incredibile! Sarah con solo udire la voce di Ludo, si era ricordata di lui
- Invero, Milady- Sarah udì un’altra voce altrettanto conosciuta - niuno potrà abbracciarvi senza la mia permissione! – sir Didymus era nascosto dietro le massicce gambe di Ludo. Sarà si precipitò verso la bestiola per donarle un abbraccio
- Beh, - disse Hoggle mentre giocherellava con il suo braccialetto di plastica con fare un po’ nervoso – vedo che hai cominciato a ricordare qualcos...-  si interruppe non appena il braccialetto gli cadde per terra - Oh, no! – Sarah si abbassò per raccoglierlo. Ma prima di porgerlo all’amico, Sarah osservò attentamente il bracciale. Qualcosa in lei scattò
- E questo? Credevo di averlo perso... – si rivolse al nano – Hoggle... Il Labirinto! Ora comincio a ricordare: te l’avevo regalato per condurmi al centro del labirinto! Oh, sì! Ora ricordo! –
Dal tetto di una casa, Jareth osservava la scena. Era contento nel vedere che la sua Sarah si era ricordata dei suoi amici, del Labirinto. Aspettava con ansia che si ricordasse anche di lui.
Difatti, Hoggle le chiese
- Sarah, allora ricordi anche di Jareth? –
lei ci pensò su
- Beh, no... Ad essere sincera, non c’è niente che mi faccia ricordare Jareth...! –
Hoggle si mise una mano in fronte, sapeva che Jareth era nei dintorni. Temeva una brutta reazione del fae!
Come ci si aspettava, per Jareth quella frase fu più tagliente di una lama! Preso dalla collera si materializzò per tornare nel suo castello!
  
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