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Autore: Merry NIcEssus    31/03/2012    1 recensioni
Una ragazza dopo anni di insulti e prese in giro decide di vendicarsi. Per fare ciò cambia radicalmente trasferendosi in un'altra città. Quando torna è completamente diversa e disposta a tutto pur di fargliela pagare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vecchie conoscenze

 

“Ciao” disse lo stronzo fissandomi con un ghigno compiaciuto la scollatura “ Io sono Gabriel.”

Cavolo era la persona che avrei voluto evitare di più ed era proprio li davanti a me.  Dovevo aver fatto proprio qualcosa di male in una mia vita passata per meritarmi questo.

“Aileen” dissi evitando di guardarlo in volto “ scusa ma sono in ritardo.”

Magari in questo modo sarei anche riuscita a evitare un ragazzo normale, ma purtroppo quando il playboy della situazione, in questo caso lui, puntava a una preda, non c’era modo di sfuggirgli.

“Ti accompagno io.” Disse infatti “ visto che sei nuova sicuramente farai prima”

Il tono con qui lo disse era talmente soddisfatto che non resistetti a guardarlo in viso, anche se in realtà ero fortemente tentata di lanciargli qualcosa in testa.  

Cazzo ma cosa mangiava a colazione, Ambrosia? Non poteva essere così bello senza aver venduto l’anima al diavolo!

Non sarebbe stato giusto nei confronti dei poveri mortali che avevano difetti esteriori e non solo la coglionaggine, stronzaggine, bastardaggine ecc.

Vuoi vedere che aveva anche lui un dipinto che invecchiava al suo posto?

Mi sorrise.

Fantastico adesso ero persino arrossita! Non sarei più riuscita a liberarmi di lui.

“ Me la caverò anche da …” non mi fece finire di pronunciare l’ultimo disperato tentativo di salvarmi in coroner  che mi prese i libri dalle braccia, quelli che volevo tirargli contro, come ostaggi e si allontanò costringendomi a seguirlo. Vigliacco.

“ehi” Al mio grido di protesta si voltò e sorrise compiaciuto il bastardo.

 Quando i suoi soliti ghigni si trasformavano in sorrisi diventava anche più bello.

Il mio cuore mancò un battito non ricordandosi di doverlo solo odiare per come si era comportato con me in passato. Stupido organo!

“Su è tardi, non avevi fretta?” disse facendomi salire il sangue al cervello.

Ecco che quando apriva bocca rovinava l’effetto che madre natura gli aveva assicurato su ogni ragazza sulla faccia della terra. 

Sembrava che per quanto lo riguardava bellezza e stronzaggine andassero a braccetto.

“che materia hai adesso?”disse con tono innocente e premuroso.

“Fisica” Risposi rassegnata. Più velocemente saremmo arrivati in classe e prima me lo sarei tolto dai piedi.

“O che coincidenza anche io” ghignò “che materia noiosa, vero?” disse interpretando volutamente male il mio tono seccato.

Si girò appena in tempo per non vedere il mio sguardo di terrore. Non potevo essere così sfortunata.

Dovetti mettermi quasi a correre per seguirlo visto che era decisamente più alto di me e i tacchi che avevo non mi aiutavano di certo e ormai eravamo veramente in ritardo.

Accorgendosi dei miei tentativi di raggiungerlo rallentò per permettermi di raggiungerlo.

“Allora come ti sembra la nostra amata città?” 

Allegria, volava anche fare conversazione. In cinque minuti mi aveva parlato di più che nel resto della mia vita, insulti esclusi naturalmente.

“Noiosa” Sicuramente era lui che mi faceva diventare acida, io ero sempre stata una persona timida e silenziosa con una vena di dolcezza, che nessuna notava ovviamente.

La sua vicinanza portava fuori il peggio dalle persone.

Insomma il mio cuore e il mio cervello si stavano giocando a dadi se saltargli a dosso o strozzarlo.

“Oh no, ti assicuro che non è così. Cambierai idea  dopo che ti avrò fatto conoscere i posti giusti stanne certa.”  E sorrise. Ancora

Era un genio nel rivoltare a suo vantaggio tutto quello che dicevo.

Beh tirando le somme era stronzo, bello e bravo nei discorsi: un demone perfetto.

Pardon un avvocato nato.

“Questa sera usciamo così ti porto a vedere i posti più belli” Ecco la mazzata finale, mi mancava.

Un alligatore probabilmente mollava  la presa con più facilità.

“Mi dispiace ma oggi non posso devo ancora sistemare le valige. Sai mi sono appena trasferita” Naturalmente se speravo di passarla liscia ero un’illusa.

“Beh allora sono libero anche domani. Anzi perche non mi dai il tuo numero così…”

Per fermarlo c’era soltanto una cosa da fare: sbattere “accidentalmente” contro il povero professore di fisica che trasportava a passo di carica, visto che era in ritardo pure lui, una ventina di libri e farglieli cadere tutti.

“Mi scusi non l’avevo vista!” Dissi esibendo la mia migliore espressione dispiaciuta, ero un’attrice nata ”Come sta? Lasci che le dia una mano.” Beh certamente bene non stava visto che buona parte dei libri che  gli erano caduti erano andai a finire sui suoi piedi.

“Oh no non si preoccupi signorina. Non è stata colpa sua.” questo lo diceva lui.”Piuttosto vada in classe. È tardi!”

“Ho lezione di fisica adesso. Sa per caso dov’è l’aula 12?” dissi sorridendo innocentemente.

Urgeva un accompagnatore o non ci saremmo mai arrivati…

Per meglio dire  Gabriel non ci sarebbe mai arrivato perchè se continuava così l’avrei ucciso e io perchè poi avrei dovuto perdere tempo ad occultarne il cadavere.

Ma d'altronde chi avrebbe mai sospettato della povera, dolce, nuova ragazza?

Quasi, quasi  lo uccidevo per davvero.

No, troppo bello per farlo morire così giovane, all’evoluzione umana servivano i suoi geni.

“Oh signorina lei deve essere nuova.” Che intuito… “Mi segua io sono proprio il suo professore di fisica”

Raccolsi due libri tanto per essere gentile e mi apprestai a seguirlo.

Vittoriosa per l’impresa mi arrischiai a guardare di sfuggita il bel ragazzo a cui avevo rovinato i piani di conquista.

Ops non sembrava molto contento.

Mi stava lanciando sguardi seccati quando, accorgendosi che lo guardavo, mi sorrise. Cavolo quel sorriso andava classificato come arma di distruzione di massa.

A un mio cenno verso i libri si mise anche a raccoglierli.

“Oh ragazzi non dovete. Non preoccupatevi.” Disse il professore che era talmente magro da riuscire a stento a sollevarne la metà di quei libri senza il nostro aiuto.

Mi  chiedevo come potesse portali prima dello scontro.

“Si figuri professore. È il minimo.” Disse il verme che a quanto pare era pure lecchino.

Entrammo tutti insieme in aula.

Mentre appoggiavo i libri sulla cattedra mi accorsi di un cenno con la testa che Gabriel fece a un suo compagno di bastardate che subito si spostò dal proprio posto.

Mi ricordavo di quel ragazzo, era quello che stava sempre con lui, Logan mi sembrava che si chiamasse.

Esterrefatta da quel strano comportamento mi girai per prendere posto il più lontano possibile da quell’essere che stava vicino a me. Stavo per sedermi in un banco in prima fila quando mi accorsi che tutti i miei libri li aveva lui.

E quello stronzo lo sapeva benissimo visto che ghignava dal suo posto facendomi segno di andare a sedermi vicino a lui.

 No, quell’essere non mi avrebbe ricattato, avrei preso i libri e mi sarei seduta il più lontano possibile da lui.

Ma a quanto pare avevo fatto i conti senza l’oste visto che mentre stavo prendendo il libri il professore disse” tutti seduti ragazzi” costringendomi a sedermi proprio dove voleva Gabriel che si stava sforzando di non ridere.

E anche l’amico che si era spostato sembrava divertito.

Gli lanciai una delle mie peggiori occhiatacce, d'altronde de non fosse stato per lui ora quel posto sarebbe stato occupato, ma no lui doveva ubbidire al grande capo.

Naturalmente il mio sguardo non lo preoccupò minimamente, anzi mi fece ciao, ciao con la manina…

Alzai gli occhi al cielo, non erano cambiati per niente.

Ma quando mi voltai nuovamente verso Logan vidi che mi fissava, mi fissava con gli occhi spalancati.

La pelle era diventata grigiastra e dall’espressione del viso sembrava aver visto un fantasma.

Ops mi sa che ero nei guai.

 

 

 

Ciao. Non so da quanti anni non aggiorno e non voglio neanche saperlo in effetti… Vabbè facciamo finta che la storia sia nuovaJ A presto XD

  
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