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Autore: RoseLisergiche    31/03/2012    1 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction, aww** Difatti prima di riuscire ad arrivare a scrivere queste parole c'è voluto, eh. °io e la tecnologia ci troviamo molto°
Comunque sia, sono davvero felice all'idea che forse, anche fosse una sola persona sul pianeta, qualcuno leggendo questa storia penserà: ei, è una fanfiction carina!
Sarebbe splendido, non credete anche voi?
Ho scelto questo titolo dopo mezz'ora di pensamenti °ARGH° "Cospirare vuol dire respirare insieme", perché mi fa pensare non tanto alle cospirazioni contro i governi e le multinazionali e eccetera eccetera, quanto piuttosto alla dolcezza infinita dietro alle parole "respirare insieme", esistere contemporaneamente, vivere lo stesso momento. Quasi come a dire: Hey amico, io e te respiriamo all'unisono: potremmo cospirare.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'autobus era quasi vuoto, nulla a che vedere con ciò che Milena sopportava ogni mattina. Gustò stranamente quella sensazione di nulla, quando si accorse di un posto occupato e, ancor più importante, di una ragazza che lo occupava.
«Scusa, sai quest'autobus dove porta?» Chiese Milena alla ragazza, vestita con un bizzarro cappotto verde acceso che le risaltava i luccicanti occhi verdi.
«Vuoi dirmi che l'hai preso pur non sapendo dove portasse? Ahah. Il capolinea è tra poche fermate, zona industriale.»
Anche Neve trovava che il maglione marrone della sua interlocutrice fasciasse alla perfezione le piccole spalle della bionda. Vedendo che lei non rispondeva, ma anzi si guardava intorno sospetta, Neve continuò a parlare.
«Io scendo una fermata prima del capolinea, e faccio quasi ogni giorno questa strada. Conosco alla perfezione la linea ventitré, tranquilla..»
Milena si sentì divampare: non stava mettendo in dubbio ciò che l'altra ragazza le aveva detto!
»Oh, no, non è che non ti creda. Piuttosto, io mi chiamo Milena. E non è che non sappia dove stia andando, volevo solo essere sicura.«
«Ora lo sei! Io mi chiamo Neve, piacere» Detto ciò fece l'occhiolino a Milena. Quest'ultima rimase un po' sopresa quando si rese conto che la ragazza dell'autobus, questa Neve, somigliava in maniera impressionante all'idea che si era fatta la sua vena artistica di Echo.

Di Neve dicono che sia una ragazza strana, lei dagli strani occhi verdi cupi, un neo sotto la bocca e lunghi capelli nerissimi; forse per dispetto alla sua pelle diafana. Dicono che abbia maniere un po' demodé, di quelle che non usa nessuno, come raccogliere le rose o dipingere le farfalle o sorridere lentamente. A Neve piacciono i nomi inusuali, le storie noir che solo in pochi amano leggere, le piace l'eyeliner e il suo cappotto verde come i suoi occhi e quando fa un po' più caldo le camiciette. Adora il limone nel thé, stravede per i Baustelle ed altri gruppi che la maggior parte della gente non conosce. A Neve piacciono le ragazze. Soprattutto quelle più minute, dove minuto corrisponde a fragile. Quelle ragazze che si perdono dentro una maglietta troppo grande, quelle che ti guardano ma non parlano. Che sorridono e poi si nascondono. Les filles che si distinguono in piccoli dettagli come sospirare, passarsi la mano tra i capelli, si distinguono per il portamento delicato e per il modo in cui si siedono. Per gli sguardi nervosi, le dita sottili, il collo bianco. Le ciglia lunghe.
E quando vide avvicinarsi a lei quella ragazza che non aveva mai visto dalle sue parti, com'era il nome? Milena? Ecco, sì, quando Neve vide avvicinarsi a lei Milena, pensò che sembrava, oltre che visibilmente spaesata, pura Art-Déco.

  
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