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Autore: AngelOfSnow    31/03/2012    2 recensioni
Salve a tutti.
Con questa storia spero tanto di farvi immergere in un mondo non troppo lontano dalla realtà dei giorni nostri.
La protagnista si ritroverà a fare i conti con le "Gocce di memoria" scombussolate dalla presenza di un uomo a cui deve molto dando modo al loro passato di fondersi per divenire un unico futuro.
Dal capitolo:
Della mia vita a Milano ricordo solamente il volto sfigurato dal tempo di un bambino.
Nient’altro, a parte che mi trovavo spesso a casa sua per colpa del lavoro dei miei genitori e che fosse oramai parte integrante di quella vita: una vita che sinceramente amavo da ogni punto di vista perché non avevo la consapevolezza di quello che avrei realmente lasciato dopo.
Adesso, che ho compiuto 16 anni, non posso fare a meno di domandarmi “chi” e “cosa” rappresentasse per me, anche se so per certo che nessuno mi avrebbe detto alcunché. Eppure sono ottimista pesando che il mio passato mi abbia formata a come sono oggi...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scena Quinta: I Atto.

Scena Quinta: I Atto.

Il vento soffia leggero scompigliandomi i capelli. Il cielo è un misto di colori tra il blu mare, turchese e celeste. Sembra che un pittore si sia divertito a sperimentare aggiungendo anche delle soffici e bianche nuvole che sembrano protagoniste di un palcoscenico senza riflettori o pubblico, o forse si il pubblico c’è. Quel pubblico che come me si rilassava puntando spasmodicamente gli occhi al cielo per poter rimirare quella grandezza infinita. O più semplicemente è l natura, vanitosa a tal punto da non voler rischiare di rimanere sempre uguale...

<< Finalmente! >>

Respiro a pieni polmoni sentendomi infinitamente grata al tempo per avermi regalato una così splendida giornata di caldo sole e cielo intensamente colorato.

<< Sembri rilassata... come va la testa? >>

Sorrido buttandomi tra le sue braccia non aspettando altro di sentire il suo profumo... sa proprio di menta e maschio in un mix seducente.

<< Va benissimo... non ricordo solo alcuni avvenimenti perché un po’ oscurati... >>

Lo abbraccio stringendomi a lui il più possibile dandogli modo di potermi stringere a mia volta mentre il sole ci riscalda infondendomi una strana sensazione: sono convinta di amarlo però...

<< Nicola, ma quell’uomo che è venuto tre giorni fa: è davvero il nostro nuovo professore? Sam non ti ha detto nulla? >>

Sorride irradiandomi i sensi di felicità e avrei tanto, ma tanto voluto baciarlo. Sulle labbra.

<< Davide è il tuo professore, si, di filosofia e poi... >>

Sembra adombrarsi immerso nei propri pensieri e per non permettere ai suoi occhi, quasi neri, di perdere la loro tipica luce cambio del tutto argomento poggiandogli i miei Reyban sul volto.

<< Ma...? >>

<< Ti stanno bene... >>

<< Mmmh! Ah si? >>

Annuisco vistosamente aspettando solo che la sua mano si intrecci alla mia facendole aderire perfettamente tra di loro.

La sfioro con la punta delle dita fremendo segretamente sorprendendomi della delicatezza con cui, senza guardarmi in volto, le intreccia stringendo con una certa urgenza.

Sorrido continuando a guardare quel cielo così intenso fino a quando non sento il clacson della macchina dei miei genitori risuonare per l’arie circostante satura di polline e fragranze primaverili che anno di fresco. Aria pulita. Aria vera... oh si, niente a che vedere con l’aria sterilizzata che si respira dentro l’ospedale. Non si sarebbe retto il confronto.

<< Andiamo... >>

Mormora Nicola strattonandomi appena dalla mano che tiene ancora saldamente alla mia. Avanziamo di pochi passi e istintivamente faccio salire Nicola dalla parte destra e appoggio la testa, sulla sua spalla ascoltando passivamente le discussioni dei miei genitori. Si sarebbero fermati per un bel po’ di settimane, probabilmente.

Il telefono nella mia tasca vibra e mi accorgo che Nicola ha appena posato il proprio sulle gambe aspettando.

 

Davvero, ti senti bene?

 

Aggrotto le sopracciglia per guardarlo bene in volto potendo contemplare ogni lembo del suo viso con meticolosa testardaggine.

Stavo bene. Sto bene. Sento solo una strana sensazione formicolare rabbiosamente nella parte del corpo che entra in contatto con la sua. Come se fosse sbagliato o come se il mio corpo non accettasse la sua vicinanza. Strano.

Vengo riportata con i piedi per terra dalla voce calda e melodiosa, per essere quella di un uomo, di mio padre.

<< Elisa cosa ti piacerebbe mangiare oggi? >>

<< Qualcosa pur che sia commestibile... >>

<< Perché dici così tesoro? >>

Sorrido amareggiata ricordando la poltiglia insapore che spacciassero per “pastina” ...

<< Vorrei vedere te con tre giorni di quella roba... >>

Lo sussurro in modo che mi possa sentire solo Nicola che sghignazza divertito mentre stringe la pressione delle dita sulle mie e avvicinandosi maggiormente a me.

 

 

Siamo arrivati dentro casa e mi hanno dato il tempo di disfare il borsone dei miei oggetti. Un rumore sordo sulla porta mi fa fermare un attimo.

<< Posso? >>

<< Si... >>

Ancora intenta a sistemare una maglietta sento due braccia avvolgermi gentilmente contemporaneamente al calore del suo corpo avvicinarsi al mio. Sospiro beandomi di quel contatto.

<< Sei congelata... e mi piace. >>

<< C’è caldo... >>

Annuisco sopendo un sospiro di piacere quando il suo naso sfiora la mia giugulare.

<< Ti sei dato al vampirismo? >>

Scoppia a ridere mandando getti di aria fresca ancora in  quel punto. Sobbalzo sentendo le sue labbra poggiarsi un’altra volta su quell’aria di pelle. Lo sta facendo apposta.

<< Probabilmente, essendo il tuo sangue Zero Negativo... >>

Corride premendo ancora le labbra in quel punto in un bacio facendomi sorridere. Che ne potrebbe sapere lui?

<< E sentiamo perché il mio si e il tuo no? >>

<< Il tuo è “raro”... >>

Ridacchia prendendo fiato per continuare.

<< Salva tutti ma non ha bisogno degli altri gruppi. Desidera solamente un altro Zero Negativo... >>

<< Perché tu che saresti? >>

Lo dico di slancio con una punta di stizza nella voce.

<< A Positivo. Non potrei aiutarti, quindi... >>

Velocemente mi afferra per un polso buttandomi sul lettino e mettendosi a cavalcioni sopra di me ed io non riesco  respirare. È bellissimo con i capelli, castani, a coprirgli alcuni tratti del viso e quello sguardo così intenso carico di desiderio. Troppo bello.

<< Quindi mi limiterei a prendere la tua vita per farla divenire solo mia... mia e di nessun altro... >>

Avendo una maglietta a maniche corte riesco a contare la quantità di muscoli del braccio sinistro, teso per sostenere il proprio corpo a differenza del destro che è poggiato sulla mia guancia. Si muove lentamente carezzandomi il volto e chiudo gli occhi sentendo davvero quella sgradevole sensazione farsi strada velocemente tra il senso di pace e quiete distruggendoli.

Senza fargli capire nulla mi siedo, facendogli fare la stessa cosa, continuando a ricevere delle lievi carezze che pian piano vanno a spostarsi fino ad arrivare sul capo.  

Mi sento malissimo per la prima volta dove sento il sangue defluirmi dalle guance e la pressione scendere drasticamente.

<< Elisa? >>

Lo sento ma mi fischiano le orecchie per il mal di testa che ha cominciato a far pulsare le tempie e la parte dove i punti vivi stavano compiendo il loro lavoro.

<< Elisa!? >>

Chiudo gli occhi lasciandomi andare e scorrono davanti a me delle immagini sfocate, come un programma che non viene ricevuto nel corretto modo, dove ritraggono quello sconosciuto e me mentre compiono la stessa cosa e in cui mi sento così bene da non poterci credere...

   
 
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