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Autore: Dian87    27/10/2006    1 recensioni
Quando si dorme si fanno sogni che sono assurdi, quando si dorme stando male, questi possono avere una parvenza logica.
Questo è quello che è capitato a me la notte tra il 25 e il 26 ottobre 2006, tagliando le parti che non avevano a che vedere con la trama principale.
Potrà sembrarvi incomprensibile, ma non preoccupatevi... in alcuni versi lo è anche per me.
Genere: Romantico, Triste, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hikari uscì dal bosco dove viveva ormai sola.
"L'ho spinto a forza tra le braccia di Cherry... e ora sono sola con dei nemici che non riuscirò ad affrontare." pensa, portando la mano al grembo ormai grosso e ben visibile. "Nemmeno Laryl è più con me."
Sentì un brivido correrle lungo la schiena e guardò il cerchio di pietre ancora maledetto, scorse con lo sguardo i dintorni, vedendo il mezzorco bavoso di nome Simhet arrivare con la falce in mano.
Simhet si dirigeva verso il cerchio di pietre con un solo obiettivo in mente: uccidere quell'odiosa donna che andava in giro ad aiutare gli altri e a rovinare i suoi piano. Aveva in mano la falce e sorrise maligno, vedendo la figura con la grossa pancia che stava prendendo lo scudo in mano.
La mezzelfa lo vide avvicinarsi e non fece in tempo a parlare che la falce le calò addosso, ferendola in profondità. Si tirò indietro, cominciando ad allontanarsi e e tenendo lo scudo davanti a sé. Prese il fischietto e vi soffiò dentro più forte che poteva, continuando ad indietreggiare.
Simhet continuò a colpirla alla schiena, oltrepassando facilmente il suo scudo finché lei si fermò contro una barriera che separava la zona di morte del cerchio di monoliti e la vita circostante. Gioiva dl terrore sul suo volto e non si fermò nemmeno quando lei gridò:
- SONO INCINTA!-
Sennar aveva sentito bene il fischio e ora stava correndo più veloce che poteva verso il cerchio.
"Quella stupida..." pensò, giungendo infine nei pressi del cerchio e vedendo la situazione che si era venuta a creare. "non doveva assolutamente uscire senza protezione alcuna." - Hikari!-
La mezzosangue sentì prima di vedere l'umano e un'espressione di speranza le comparve in volto.
- SENNAR!- chiamò, disimpegnandosi e correndo verso l'amico.
Sentì, più che vedere il seguito: la profonda ferita, il rallentare e... infine... la caduta con gli occhi sbarrati.
Simhet svanì, soddisfatto, e Sennar corse dalla donna cercando di medicarla, inutilmente: la disperazione era troppo forte per fare qualcosa di sensato.
- Hikari...- mormorò, sollevandole il busto e stringendola delicatamente a sé.

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Hikari è a -8 pf, e pare ancora cosciente, nonostante il dolore. Intanto anche Kipros ha sentito il fischio e si è diretto verso il cerchio, cercando di capire cosa significassero quei molteplici fischi.
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- Sen... Sennar... ti è scivolato il cappuccio... ti troverà...- mormora Hikari, portando lentamente la sinistra, la mano più lontana da lui, alla sua guancia.- e stai piangendo...-
- Shht... non parlare, Ika, mantieni le energie...- le sussurrò dolce, chinandosi su di lei.- ti porto al tempio, così vi salverete entrambe.-
L'umano la prese in braccio, cominciando a dirigersi verso il tempio. Vedeva Hikari come non l'aveva mai vista prima di allora: una madre che doveva esser protetta, aiutata, salvata. Vide un uomo che gli stava venendo incontro e s'inginocchiò, sussurrandole di rimanere sveglia e cosciente, mentre notava che lei scivolava nell'oblio.
Kipros, come vide l'umano venirgli incontro e fermarsi, per posare il fardello insanguinato, corse verso i due, riconoscendo solo la donna... Hikari moribonda.
- Cos'è successo?- chiese, inginocchiandosi accanto alla mezzelfa e cominciando a recitare l'incantesimo.
- Simhet...- rispose Sennar in lacrime.- me l'ha uccisa...-
Kipros riconobbe dalla voce l'uomo e con la magia medicò un po' la donna.
- Portiamola al tempio, Sennar, lì potrà riposare in tranquillità e ben protetta.- lo tranquillizzò.- Ora non è più a rischio di vita.-

- Hikari, come ti senti? Fino a poco fa c'era Garet, era preoccupato...-

- Sono quattro giorni che è lì, sicuro che sia tutto a posto?-
- Sì, ho sentito anche Anthea muoversi: nessuna delle due rischia di...-

Hikari aprì gli occhi e vide un volto orchesco e infuriato e sentì delle mani che si stringevano attorno al suo collo. Le mancava l'aria e cominciò a battere sulla testiera del letto con una mano, finché qualcuno non strappò il mezzorco da lei e Sennar le fu accanto, consolandoma mentre lei singhiozzava stringendosi a lui.
- Non avere paura, non ti farà più del male.- le sussurrava, carezzandole i capelli.- Ti porto in locanda, in stanza mia sarai al sicuro. Ti va?-
Lei annuì mentre Sennar la copriva con il mantello e la prendeva in braccio, con Kipros che annuiva, poco distante dalla porta.

La locanda era come sempre piena e l'individuo coperto da un cappuccio che portava un fagotto tremante e ben celato entrò, dando un'occhiata distratta ai presenti, e si diresse subito verso le scale. Non gli era sfuggita la presenza della donna con le orecchie feline né l'uomo con il quale si intratteneva: Cherry Blossom e Garet Jax.
"Dopo dovrò parlare a quattr'occhi con lui." pensò l'individuo con il fagotto, salendo le scale.
Garet stava ridendo amabilmente con quella che da mesi era diventata la sua fidanzata. Ricordava ancora Hikari, la madre di sua figlia, e ricordava che il giorno in cui aveva portato via le proprie cose lei non aveva nemmeno pianto.
«E così la nostra bambina crescerà senza di me, senza un uomo a proteggerla» le aveva detto «Sarebbe stato megli se quel giorno Polymorpheus ti avesse lasciato morta.»
Lei gli aveva dato le spalle e si era inoltrata nella parte non esplorata della grotta senza alcuna luce. Lui si era sentito male per l'avvenimento, ma le amorevoli cure di Cherry l'avevano fatta presto svanire.
Tuttavia, l'arrivo di un Sennar con un qualcosa di volumisoso in braccio, gli aveva riportato in mente le passate gioie e liti con Hikari, la sua Hikari.
Sennar aprì con un po' di difficoltà la porta della propria stanza, non volendo che la creatura che aveva tra le proprie braccia toccasse il suolo, e posò delicatamente Hikari sul letto, ancora rannicchiata.
- Ika, vado un attimo giù.- le sussurrò Sennar, inginocchiandosi accanto a lei e la guardò negli occhi.- Come torno su ti porto qualcosa da mangiare.-
Le arruffò un po' i capelli, dopo averle tolto il mantello con delicatezza, e la stese sul letto.
- Torno subito, cucciolo.- le sussurrò, uscendo dalla stanza e chiudendo la porta a doppia mandata.
Garet vide Sennar scendere di nuovo e si scusò con Cherry, dicendo che andava a scambiare due parole con un manico e al musetto imbronciato lasciò una lieve carezza. Sennar stava ordinando più cose del solito, ma una delle ordinazioni lo lasciò interdetto: LATTE. Ultimamente solo una persona aveva bevuto latte con costanza, la sua donna Cherry.
- Sennar, ti devo parlare.- gli disse, mentre questo prendeva il vassoio con poca dimestichezza.
- Non qui, ser Jax.- rispose lui, distaccato e dirigendosi verso le scale.
Garet lo seguì, turbato ed in silenzio. Se Sennar era così taciturno voleva dire che era successo qualcosa alla sua Hikari.
"La sua..." si ritrovò a pensare. "Non più la mia. Ho fatto come voleva lei e l'ho persa."
Sennar bussò alla porta prima di aprirla e Garet capì che le sue supposizioni erano vere: Hikari si trovava lì dentro, anche se al momento non la vedeva.
Le tende e la porta erano ormai chiude e vide Sennar togliersi il mantello: probabilmente il suo viso era la promessa di Hikari verso di lui. Lo vide posare il vassoio sulla scrivania e praticamente distendersi al suolo e guardare sotto al letto, tendendo una mano verso di quello.
- Ika, sono Sennar, non c'è pericolo.- disse Sennar con un tono dolce e gentile che Garet non aveva mai sentito.- C'è anche Garet, sai che ti è stato vicino per la maggior parte del tempo?-
Garet vide un volto femminile uscire dall'imbra del letto e gli parve che lei fosse un topino spaventato che sondasse il terreno prima di avventurarsi all'esterno, dopo vide la donna con il pancione prendere la mano di Sennar e lasciarsi mettere in piedi, stretta a lui.
- Simhet ha tentato di ucciderla anche oggi.- disse Sennar a Garet, posando Hikari sul letto e sistemando su quest'ultimo un ripiano per metterci il vassoio.

Il mezzorco entrò in locanda e si diresse subito verso Cherry, che stava sbuffando, osservando con insistenza le scale.
- Dov'è il tuo uomo?- chiese, secco.
- E che ne so? Doveva parlare con un amico ed è salito.- rispose lei, non trattenendo un miagolio.
Simhet si diresse verso le scale, salendo e facendo un fracasso infernale.

Come i due uomini sentirono i pesanti passi del mezzorco si alternarono alla cura della piccola mezzelva e al sorvegliare il corridoio in completo silenzio. Bisognava portarla via da lì, assolutamente.
- Devo tornare da Cherry, si starà preoccupando.- sussurrò e con un blocco aggiunse.- Abbi cura di lei.-
Sennar gli posò la mano sulla spalla.
- Lo farai tu, amico.-



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PS: mi piacerebbe scrivere che è stata scritta da me su una base prestabilita e che le persone sono state inventate dalla sottoscritta, ma così non è. Spero solo che vi sia piaciuta e, sì, Hikari sono io, è il mio pg.
  
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