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Autore: toobusybeingyours    01/04/2012    1 recensioni
Ehi, ciao a tutti, sono Gin. Questa storia l'ho scritta impersonandomi in Filo, provando ad immaginare cosa lui pensa della sua e nostra storia. Ovviamente ci sono anche cose che non sono successe davvero, e ci sono anche capitoli narrati da me, Gin. Per il resto, non vi rimane che leggere e magari recensire!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi lasciai trascinare qualche secondo da quel bacio. Era qualcosa di inaspettato. Non solo perché è stato lui a baciarmi, ma anche perché non sentivo intorno a me gli applausi e i fuochi d'artificio che avrei giurato di immaginare in questo momento. E in quel momento mi stacco e mi siedo si fianco a lui, sul letto, fissando il vuoto. Mi viene più istintivo finirla con quel bacio che farlo continuare. Gin, ma che ti succede? È dal primo momento che l'hai visto che lo ami più di ogni altro. E quel momento risale a otto anni fa. Finalmente fa il primo passo, dopo tanto tempo che ti nascondi pateticamente dietro all'ombra del tuo cuore, e tu che fai, lo respingi? Mentre penso questo, Filippo mi guarda con uno sguardo strano. «Che ho fatto? Oddio, forse tu non volevi, mi sono spinto troppo in là, mi dispia...» si scusa lui, pensando che il problema sia questo. Lo interrompo: «No. No, non hai fatto niente di male, sapevi che baciandomi avresti fatto un favore a me, più che a te.» 

«Cosa vuoi dire con questo?» 

«Avanti, non fare il cretino. Non ti sei mai accorto che è da otto anni che aspetto questo momento?» 

«Che cosa? Sette anni?» esclama lui stupito. 

«Sì, Filippo, sette anni, e se mi stai prendendo per il culo facendo una sceneggiata e mostrando il tuo finto stupore quando in realtà ne eri al corrente, lascia perdere o mi arrabbio. Perché ti fingi sorpreso se prima hai sentito la mia dichiarazione?»

«Ma ti giuro, non me lo aspettavo! Non ho sentito la parte in cui dicevi da quanti anni ti piaccio... Come hai fatto a passare otto lunghissimi anni a sopportare la mia indifferenza nei tuoi confronti?». Oh, caro Gervasi, la risposta è molto più semplice di quanto tu possa pensare. «È l'amore. L'amore vero che non conosce limiti. L'amore vero che sopporta tutto. Sopporta vederti innamorato di qualcun altra, sopporta tutte le lacrime che vengono versate tutti i giorni per un motivo o per l'altro. Certo, non ci sono solo lati negativi. Amarti è stata una delle emozioni più intense della mia vita. È da quando ti conosco che so con certezza che tu sei la persona che, suol dire, mi completa. Magari, anzi, sicuramente, tu non lo sai, ma siamo uguali. Pensiamo le stesse cose, davvero. E non continuo, altrimenti ti spaventi. Se ti racconto dei filmini mentali scappi prima di essere dimesso.»

«Oh mio Dio. Io faccio questo effetto ad almeno una ragazza al mondo.» sussurra tra se' e se', ma non abbastanza piano per non essere sentito da me. Poi aggiunge: «Ma allora perché non ti sei... Lasciata coinvolgere dal... Mio bacio?!». Ecco quel genere di domande a cui non si può rispondere pensando. Le più importanti che ti faranno nella tua vita. «Perché non l'hai fatto perché provi lo stesso per me.». Non credevo di averlo detto davvero. Filippo mi guarda un'altra volta con quello sguardo irresistibilmente ebete. Capisco che non gli è chiaro cosa intendo, così spiego: «Tu non mi ami. Tu non mi hai baciato perché provi qualcosa di forte per me. Tu ami ciò che ho fatto, non ciò che sono. Ti ho salvato la vita, e tu sei intenerito da questo gesto e mi vuoi ripagare in qualche modo. In primo luogo, l'ho fatto perché saresti morto, e quindi non c'è bisogno di sdebitarsi. In secondo luogo, se proprio vuoi fare qualcosa, non giocare con i miei sentimenti. Questo non è farmi un favore.»

«Virginia, ma che dici? Tu mi piaci.»

«Stronzate, tutte stronzate!»

«No, sul serio!» 

«È com'è che ti piaccio da adesso? Fino a qualche giorno fa stavi con Rebecca, quindi è automatico che ti piaceva lei, non io.»

«Tu mi sei sempre piaciuta, ma l'ho capito solo adesso.»

«Con tutte le cazzate che potevi dire, proprio questa?»

«Ma perché non mi credi, perché?!»

«Perché so cosa vuol dire amare, e se la persona che ami ti fa una domanda simile, la risposta non è quella!» 

«L'amore che provi tu non è l'amore universale!»

«No, quello che provo io no, ma l'amore sì, è qualcosa di universale che ognuno di noi personalizza, ma la base è sempre quella. O c'è, o non c'è.». Lui non risponde, e non capisce che questo metteva ancora più in dubbio la sua credibilità. 

«Ok, dato che non hai parole per rispondere, ti faccio una semplice domanda: Filippo Gervasi, dammi un motivo per amarmi, ora. E non vale dire 'mi hai salvato la vita' o qualsiasi cosa che riguarda la tua sopravvivenza per merito mio.». Passano un paio di secondi, che non dovrebbero passare. Un altro paio di secondi. C'è il silenzio. Come risposta a me basta, d'altronde è quella che mi aspettavo. «Amici come prima allora» dico, facendo le virgolette con le dite nella parola 'amici'. Afferro la maglietta della porta, la apro ed esco, tutto senza dargli il tempo per ribattere. Quando scendo ed arrivo alla reception dell'ospedale, dico all'infermiera: «Il paziente della stanza 6, reparto 'rianimazione'. Credo sia più indicato spostarlo nel reparto 'cuore grande che però viene soffocato dal vestito troppo stretto che lo riveste', se esiste un simile reparto.». E detto questo metto i miei D&G ed esco dall'ospedale, lasciandomi alle spalle una vita che non aveva più niente a che fare con la Virginia Morini che in questo momento sta percorrendo la strada felice, pur avendo respinto quello che ancora crede l'amore della sua vita.

 

-'Dammi un motivo per amarmi', scritto da Virginia Morini, 2011/2012.-

   
 
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