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Autore: Kamm    01/04/2012    0 recensioni
Storia scritta per il Seblaine Week.
Day One: Day of Firsts - Le labbra di Sebastian sanno di cannella.
Day Two: Genderbent!Seblaine - Guardando la ragazza davanti a se non potè fare a meno di chiedersi se fosse anche lei una spogliarellista
Day Three: I Know You - "Tu sei un angelo?"
Day Four: Crossover - "Perchè non iniziamo a vedere se la tempesta ti ha fatto subire dei cambiamenti quì sotto?"
Day Five: AU!Seblaine - "Scommetto che sei stato adottato"
Day Six:Family Day - [...] se prestava troppa attenzione a queste cose finiva col chiedersi se fosse così che si sentisse la sua Barbie quando andava a dormire nella stanza delle principesse del Castello Incantato
Day Seven:Future!Seblaine -
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU, Cross-overOOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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Sì lo so, è probabile che io abbia ritardato a postare questo capitolo di qualche settimana ma sssh , facciamo finta di niente xD'' (Così come facciamo finta di niente se anche l'ultimo ci metterà giorni ad arrivare. Ma comunque sappiate che mi dispiace tantissimo .w.)
E bho, questo capitolo è narrato(?) dalla parte della figlia di Blaine e Sebastian, non mi convince più di tanto ma amen D:

 

Day Six:Family Day


Una ragazza dai lunghi capelli rossi stava girando in tondo nella sua stanza con il telefono incollato all'orecchio ormai da mezz'ora
"La figlia degli Hudson è proprio una vacca comunque. Voglio dire, hai visto come si atteggia? Dio, come se fosse una fottuta regina, le spaccherei la faccia"
con un gemito frustrato si lasciò cadere sul letto a pancia in giù, affondando il viso nel cuscino.
"Non è vero che odio tutti Joseph, solo la maggior parte di loro" aveva sempre trovato stupida la scuola, ma mai quanto le persone che la frequentavano. Non capiva come potessero continuare a ripeterle che era importante e indispensabile quando invece a lei faceva solo schifo. E se non fosse stato per i suoi papà, anzi, per uno dei due suoi papà. Che l'aveva praticamente pregata in tutte le lingue che conosceva di continuare con la scuola, perchè così avrebbe potuto realizzare delle grandi cose bla bla bla, a quest'ora avrebbe già lasciato tutto e sarebbe andata a rubare alle vecchiette piuttosto che continuare a sorbirsi tutte quelle fastidiose galline che popolavano l'ambiente scolastico.
Ma non avrebbe mai potuto dare un dispiacere così grande ai suoi genitori, le uniche persone che l'avevano mai amata davvero. Avevano scelto di rinunciare all'idea di avere un figlio che avesse qualcosa di loro e l'avevano adottata. Avevano adottato una bambina di 7 anni con un carattere terribile e degli orribili capelli rossi che tutti prendevano in giro, una bambina che da quanto dicevano le educatrici che si prendevano cura di lei era totalmente e assolutamente irrecuperabile.
Ma a loro per qualche strano motivo era piaciuta, e per la prima volta in vita sua non era stata riportata all'orfanotrofio dopo una settimana, cosa che invece avevano fatto tutte le altre famiglie a cui era stata affidata. E adesso il minimo che si sentiva in dovere di fare era cercare in qualche modo di ricambiare e renderli felici.
Sospirò fissando il soffitto della sua stanza, papà Blaine aveva preteso che le pareti fossero colorate a strisce rosa e azzurre e invece che il soffitto fosse interamente rosa. In realtà la maggior parte delle cose che aveva nella sua stanza erano rosa, di ogni tonalità possibile ed immaginabile. Ogni tanto, quando era più piccola, se prestava troppa attenzione a queste cose finiva col chiedersi se fosse così che si sentisse la sua Barbie quando andava a dormire nella stanza delle principesse del Castello Incantato che i suoi genitori le avevano regalato al suo decimo compleanno.
L'unica cosa che stonava con tutti quei colori a pastello era il letto, il letto con le lenzuola nere e con un copriletto rosso, leopardato. Papà Blaine quando le aveva viste per la prima volta aveva fatto una faccia così disgustata che sembrava stesse per vomitare. Per fortuna Papà Sebastian l'aveva trascinato via ridendo prima che potesse dire qualcosa e dopo quel momento nessuno dei due aveva detto niente, lasciando che decidesse come gestire la propria stanza da sola.
"No Joseph, oggi non posso uscire lo sai, è la serata di famiglia. Magari ci vediamo domani 'kay?" mormorò al telefono prima di chiudere la chiamata senza preoccuparsi di salutare. Joseph era un ragazzo di 20 anni che aveva conosciuto a una festa, erano stati fidanzati per due settimane prima che lei perdesse l'interesse e adesso nonostante continuassero ad uscire insieme non aspettava altro che il momento adatto per rompere definitivamente con lui.
"Lisha, posso entrare?"
Sobbalzò appena quando dalla porta della sua stanza entrò papà Sebastian, e si alzò precitosamente dal letto.
"E' già ora?" gli chiese con una punta di agitazione.
Lui sorrise appena divertito e poi scosse la testa
"No, tuo padre... L'altro tuo padre ha prenotato al ristorante per le 20. Abbiamo ancora un ora di tempo"
Con un sospiro di solievo tornò a sedersi sul letto, succedeva spesso che mentre era al telefono o immersa nei suoi pensieri il tempo le volasse via. E finisse per essere sempre in un ritardo mostruso per tutto.
"A proposito, dov'è papà Blaine?" chiese tornando a guardare suo padre, ogni tanto si ritrovava a pensare che fosse incredibile che avesse già una figlia di 16 anni, anche se adottata. Perchè lui stesso sembrava solo un ventenne nonostante avesse già 35 anni.
Lui si appoggiò alla porta con la schiena e scrollà le spalle
"Ha già iniziato a svuotare l'armadio per trovare qualcosa da mettersi e da farmi mettere, come se fossi un bambino" disse accompagnando il tutto portandosi teatralmente una mano al petto.
Lisha rise accavallando le gambe e iniziando a chiedersi mentalmente cosa avrebbe potuto indossare quel giorno.
"Ma insomma, lo sai che è sempre stato esageratamente fissato con queste cose" disse Sebastian continuando a sorridere.
Lei annuì pensierosa prima di alzarsi dal letto con un sorriso e andare a spingere fuori suo padre dalla stanza.
"A quanto pare è una cosa che mi ha attaccato perchè penso che inizierò anchio a prepararmi"
Sebastian le lanciò uno sguardo sconvolto ma decise di non recplicare, deciso invece ad andare a dar fastidio al suo caro maritino. Sopratutto per controllare che non indossasse uno di quei suoi odiosi papillon.
Lisha chiuse la porta della stanza con un tonfo e guardo sconsolata l'armadio. Odiava doversi preparare ma per i suoi genitori la cena di famiglia, che facevano puntualmente ogni Giovedì del mese, era una cosa speciale. Perchè per una ragione e per un altra ad un certo punto avevano difficoltà perfino ad incontrarsi tutti insieme a casa, i suoi papà lavoravano moltissimo e il Giovedì era uno dei pochi giorni, esclusi i fine settimana, dove tornavano a casa per pranzo e potevano passare la giornata tutti insieme. Ormai era diventato una specie di rituale da quando aveva 14 anni.
Quindi proprio perchè era così speciale ci teneva a prepararsi con cura e con i vestiti migliori che aveva, non ci avrebbe rinunciato per nulla al mondo e la felicità che provava quando stavano tutti insieme le faceva venire le lacrime a gli occhi.
Con un sorriso prese a rovistare nel suo armadio, nella speranza che se fosse stata bellissima avrebbe potuto restare per sempre la loro piccola principessa.

  
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