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Autore: Ruki    27/10/2006    4 recensioni
"Cos'è il Basket? E' la mia vita"
Genere: Generale, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Giorno della partita.

Mi sento tesa come una corda di violino.

C’e qualcosa di sbagliato nella mia stanza, nel modo in cui il sole inonda il pavimento accanto al mio letto. La polvere danza come impazzita in quel raggio di luce, ipnotizzandomi, impedendomi d’alzarmi per dedicarmi a cose ben più importanti.

Tipo infilare una felpa e uscire a fare un giro della casa di corsa, senza fermarmi.

Tipo raggiungere il campetto e provare qualche tiro.

Tipo dimenticarmi di tutto e tutti, di Kiran e della partita.

Ma quando finalmente riesco a rotolare giù dal letto e raggiungere la cucina mi trovo davanti ad uno spettacolo irresistibilmente buffo. Hana, la testa sul tavolo, sta dormendo come un bambino.

Anzi, mi correggo.

Sta dormendo come Kaede.

Ferma sulla porta, sorrido divertita. La tentazione di correre a prendere la macchina fotografica e scattare un paio di foto al mio adorabile cuginetto, per poi mostrarle a Yuki, è forte, ma non penso che il Tensai la troverebbe una cosa divertente.

Anzi, penso che si arrabbierebbe a morte. Hana non ama essere fotografato.

Per questo mi impongo di lasciar perdere, mentre raggiunta la cucina, mi accingo ad esplorare la credenza, trovandola miseramente vuota.

Di dolci, neanche l’ombra.

Anzi, neanche una briciola.

Hana, kuso!!! Sbotto mentalmente, seccata. Possibile che mio cugino sia peggio di una locusta? Ovunque passi, non lascia niente di commestibile! Niente!

Ma come posso non fare colazione!? Proprio oggi che ho la partita…

Lancio un’occhiata fulminante a mio cugino, ma lui sta ancora dormendo beatamente.

Maledizione…

Un’idea geniale si fa allora strada nel mio cervello, un’idea da vero piccolo genio del male quale sono, modestia a parte.

Facendo meno rumore possibile per non svegliare mio cugino prima del tempo, corro ad accendere lo stereo alle sue spalle.

La stanza pare esplodere, quando alzo il volume al massimo, osservando Hana scattare in piedi, terrorizzato.

-Eh!? Cosa c’è!? Cosa c’è!?-

Scoppio a ridere.

Proprio quello che si meritava.

 

Quando arrivo in palestra, una brioche in mano e un bicchierino di plastica pieno di cioccolata forte fino al bordo nell’altra, per poco non vado a sbattere contro Chiyako.

Porca miseria, se non l’avessi vista, chissà che fine avrebbe fatto la mia colazione…

-Uriko!!!- mi saluta lei, con un sorriso a trentadue denti. Io corro ad appoggiare brioche e cioccolata sulla prima panchina che trovo, prima di correre ad abbracciarla, con non troppa foga, però. Non vorrei farle male.

-Chiya-chan!! Non puoi ancora giocare, lo sai, si?-

Lei mi sorride ancora in risposta, consapevole del fatto che le mie parole non potrebbero essere più vere. –Si,ma sono venuta comunque a salutarvi prima della vostra spettacolare entrata in campo…-

Ridacchio.

-Spettacolare? L’ultima volta che abbiamo giocato, quando è entrata in campo Yumi sembrava una balenottera azzurra stitica!!- commenta a voce alta Nanaka, uscendo dalle docce.

Mi ero dimenticata di questa sua abitudine bizzarra. Nanaka non fa solo la doccia al termine della partita, la fa anche prima.

Alle sue parole scoppio a ridere: so che non dovrei farlo, ma proprio non riesco a trattenermi.

Anche Chiyako non riesce a farne a meno.

Ma quello che sembra un ruggito possente ci avverte che è arrivata l’ora di smetterla.

-Chi sembrava cosa!?- sbotta una Yumi apparentemente molto offesa, alle nostre spalle. Oddio, Gori la vendetta, penso, voltandomi.

-Ehm..ehm..io..- cerca di giustificarsi Nanaka, rossa in viso. Questa volta non se la caverà tanto facilmente, temo.

Ma proprio quando penso le urla del capitano stiano per esplodere nel piccolo spogliatoio, Yumi arriccia un angolo delle labbra e in breve si abbandona ad una risata a pieni polmoni.

Fantastica, Yumi.

In breve trascina nuovamente tutte noi in una risata fragorosa, collettiva, che ci libera dentro, che ci permette di dimenticare per un attimo la tensione, la sfida.

La partita.

Ai e Fumie fanno il loro ingresso nello spogliatoio proprio quando Yumi, piegata in due dal gran ridere, sta cercando di riprendersi.

-Ehi!! Che sta succedendo!?- domanda Ai, quasi allarmata.

Ma le labbra di Fumie si piegano in un sorriso.

-Ordinaria amministrazione..-

 

La numero 11 oggi profuma di qualcosa di indefinibile.

Sa di buono, sa di fresco.

Sa di qualcosa di diverso.

Hana deve averle fatto il bagno nel profumo!

Sorrido di questo pensiero assurdo, mentre seguo le mie compagne in campo. Non mi servono che pochi attimi per individuare Naromi Kitazawa.

Mi da le spalle la fenomenale playmaker del Kainan, i capelli neri legati in una semplicissima coda (cosa che non può che sorprendermi), il numero 7 giallo risaltante sulla divisa viola.

Davanti a lei, però, riesco chiaramente a distinguere il musetto impertinente di Akane Chiba, i profondi occhi neri puntati su di me, un sorrisetto di scherno tipico della sua persona a sfigurare il bel viso dai tratti mediorientali.

Che ragazza stupida.

Neppure si rende conto di essere una squallida copia della Kitazawa!

-Quella Chiba non mi piace per niente…- sento Nanaka mormorare, poco distante. –penso che si faccia trascinare un po’ troppo dalla Kitazawa..- Yumi, al suo fianco, annuisce, poi incita la squadra ad aumentare il passo.

Dobbiamo riscaldarci prima della partita.

Una alla volta tentiamo un tiro libero, rapide, in successione.

Una dietro l’altra, una dietro l’altra.

Una…due…tre, quattro, cinque..sei volte…

Poi passiamo ai tiri da tre. Quelli si che mi riescono maluccio.

Osservo Ai che, con una precisione quasi non umana, infila tre palloni di seguito, senza alcun problema.

Chiyako, dagli spalti, le sorride radiosa. È sempre stata il suo idolo, e chissà che presto o tardi non diventi anche il mio.

Alla fine dei brevissimi allenamenti nei tiri da tre, l’unica a potersi definire veramente soddisfatta è appunto Ai.

Per quanto mi riguarda, ho totalizzato una media di 0 tiri riusciti su 3.

Davvero demotivante, non c’è che dire.

E ancor più demotivante è sentire Nobunaga Kiyota prendersi gioco di me dagli spalti.

-Cosa c’è, Sakuragi!? Hai finalmente realizzato di non saper giocare!?-

Gli lancio un’occhiataccia, e la maledetta bertuccia scoppia a ridere. Soichiro Jin, accanto a lui, lo osserva rassegnato, senza però muovere un dito in mia difesa. Non che me l’aspettassi, è chiaro.

Quel ragazzo fa pur sempre parte del maledettissimo Kainan King.

-Chiudi il becco,pezzo di idiota!!- ribatto, cosa che suscita non solo lo stupore del mio fastidioso interlocutore, ma anche della sua dannatissima ragazza, la quale corre da me in men che non si dica, lo sguardo fiammeggiante, probabilmente intenzionata a dirmene quattro.

-Come diavolo ti permetti di parlare a Nobu in questo modo, Sakuragi!?- sbotta Naromi Kitazawa, infuriata quanto un rinoceronte africano. Al suo fianco, Akane Chiba assume un’aria truce che la rende terribilmente ridicola, altro che minacciosa.

Ma chi pensa di spaventare!?

-Non sprecare il fiato, Kitazawa…vattene a cercare qualcun altro con cui prendertela!- quasi le ordina Fumie, materializzandosi alle mie spalle, squadrando la numero 7 del Kainan dall’alto del suo metro e novantadue.

Io non ribatterei se fossi in te, Naromi. Fumie non è per niente una tipa amichevole!

E infatti la Kitazawa non ribatte, anzi, pare farsi piccola piccola indietreggiando di un passo, lasciando la Chiba scoperta, quasi nascondendosi dietro di lei.

Mh, sapevo che bastava poco per farti stare zitta, Naromi.

-Grazie mille, Fu…- le dico, mentre il suono di un fischietto squarcia l’aria.

Evidentemente è arrivata l’ora di cominciare.

Guadagno la mia posizione in campo, lo sguardo fisso sulle tribune, sul pubblico, a ricercare quel viso che non riesco però ad individuare tra la folla.

Con un sorriso mi avvedo di Hana e Yuki, seduti vicini, e di Haruko, circondata dall’armata.

I soliti chiassosi spettatori. I miei preferiti.

Rivolgo loro un cenno di saluto con la mano, ma subito torno a concentrarmi su Naromi Kitazawa, che sta scambiando qualche battuta con la Chiba, in attesa dell’inizio della partita.

-Ti amo!!- grida a Nobunaga Kiyota, suscitando la sua smielatissima risposta immediata. –Anche io, Naromina!!-

Bah…mi viene quasi da vomitare.

Amore, dicono?

…Chissà perché non ci credo.

 

 

Qualche secondo dopo, la partita ha inizio, e la folla si scatena.

Un’agguerritissima Naromi Kitazawa mi sbarra la strada verso il canestro non appena la palla mi capita tra le mani.

Ma d’altronde, cercare il canestro non è il mio mestiere, ed è con un ghignetto divertito che passo la palla ad Ai, dietro la linea dei tre punti.

Sono sicura che il nostro asso non ci deluderà.

-Vai, Ai!!- sento Chiyako urlare come impazzita, dagli spalti.

E non è solo lei ad urlare. Tutti i fans dello Shohoku, tutti coloro che sono qui per noi, non possono far altro che incitare la mia compagna di squadra, in coro.

E Ai non li delude.

Un armonioso movimento del polso, un leggero saltello sul posto, tipico di lei, ed ecco la palla alzarsi quasi in volo verso la sua meta, verso il canestro.

Canestro che attraversa dolcemente, senza problemi, lasciando tutti senza fiato per un attimo.

Poi, le urla.

E il Kainan incassa il colpo.

 

 

*

 

 

Il primo tempo non è andato come mi aspettavo.

La numero 11 già sudata, i piedi doloranti, la schiena che ne risente ogni minuto di più, mi trascino verso la panchina, dove un Akagi più che agitato comincia a vomitare una serie di parole estremamente ottimiste che non mi va neppure di ascoltare.

Sono a pezzi.

Mezza morta.

Già dalla metà del primo tempo, il dolore alla schiena, e soprattutto ai piedi, ha cominciato a diventare intollerabile.

E al dolore si è mischiato il terrore, la paura folle di non riuscire ad arrivare in fondo a questa partita.

Perché è questo ciò che davvero conta, per me.

Devo vincere.

 

Dobbiamo vincere.

 

Al termine di questa partita… solo allora potrò pensare all’operazione che mi aspetta. Al mio periodo di stazionamento.

Al mio temporaneo arrivederci al basket.

Ma non posso pensarci ora, e non devo pensarci ora, non ora che siedo su questa panchina guardando i miei sogni infrangersi come uno specchio fragile.

10 punti.

10 punti ci separano da loro.

Dopo l’inizio esplosivo, la situazione si è completamente ribaltata, e il Kainan si è fatto sentire, controllando la partita senza problemi.

Fortunatamente, siamo riuscite a star loro dietro, seppur arrancando, grazie soprattutto ai precisissimi canestri da tre punti di Ai.

Questa è la sua giornata, decisamente.

-Non preoccupatevi, ragazze!!- ci incita Kogure, il sorriso sulle labbra.

Non capisco come diavolo faccia ad essere così tranquillo…

E’ come se avesse la certezza matematica del fatto che la vittoria sarà nostra.

Illuso.

Mi alzo, prendo a camminare nervosamente avanti e indietro.

Avanti e indietro.

Avanti e indietro.

Poi, la voce di Nanaka mi riporta alla realtà.

-Come facciamo a non preoccuparci, dico io!? E’ impossibile…- sta brontolando, ancora seduta in panchina, giocherellando nervosamente con una ciocca di capelli ricci sfuggita alla coda di cavallo.

-Non ce n’è bisogno, Mitsui- interviene Akagi, disteso come non mai.

Effettivamente, non penso d’averlo mai visto così…fiducioso.

-Già…!- sorride Kogure, mentre un radioso sorriso si dipinge sulle sue labbra –Akagi ha proprio ragione, ragazze.- esclama, osservando euforico un punto imprecisato dietro le mie spalle. -Guardate un po’…-

Alle parole di Kogure, mi volto seguendo il suo sguardo.

 

E per poco non svengo.

Una divisa numero 7, rossa.

Perfetta.

I capelli biondo cenere lasciati sciolti sulle spalle.

Le gambe magre, toniche.

Un paio di scarpette da basket costose, color oro.

 

 

…e due occhi color del cielo che riconoscerei tra mille…

 

 

 

 

 

-Kiran….?-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EHILA’ GENTE,

SCUSATEMI SE NN HO AGGIORNATO X UN PO’ D TEMPO, MA PROPRIO NN NE HO AVUTO IL TEMPO..

BEH, SPERO CHE MI PERDONERETE, UNA VOLTA LETTO QUESTO CAPITOLO!!!

 

UN BACIO E UN SALUTO A TUTTI,

 

RUKI
  
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