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Autore: Shnusschen    01/04/2012    3 recensioni
Storia dedicata a LauriElphaba.
La prima notte da lupo mannaro di Fenrir Greyback.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fenrir Greyback
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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NdA: Questa storia è un regalo di compleanno per LauriElphaba. Spero ti piaccia.

I’m born again

 

-Signore, lei è stato morso da un ­lupo mannaro.

Sono queste le prime parole che sento, le parole che danno inizio alla mia nuova vita. E non le capisco.

-Cos.. mi scusi, non credo di aver capito quello che mi sta dicendo.- farfuglio.

Il Medimago mi guarda con pietà e la rabbia monta dentro di me, chi diavolo si crede di essere questo omuncolo, per guardarmi così?

-Mi spiace molto Signore. Purtroppo non c’è cura, Lei è stato infettato.

Non gli chiedo di ripetere, anche se vorrei, perché ora ho capito quello che sta dicendo, che non vuole dire: Sono diventato anche io un lupo mannaro.

Il Medimago ora sta blaterando qualcosa su dei centri appositi… certo, come se volessi farmi rinchiudere in uno zoo.

-Voglio tornare a casa.- dico.

Lui mi guarda in silenzio, poi fa cenno al tirocinante di portarmi i miei vestiti. Intanto mi spiega che, come prevede il protocollo, hanno già informato il Ministero della mia nuova “condizione”- la definisce proprio così e a me viene da ridere- e che presto riceverò una visita da alcuni “addetti ai lavori”.

Il suo modo di parlare è estremamente divertente. Si sente che è imbarazzato, non riesce a guardarmi e usa assurdi giri di parole, come se temesse di urtare la mia sensibilità. O forse teme di farmi arrabbiare, e che io possa sbranarlo.

Sciocco, piccolo ometto.

Esco dalla stanza mentre sta ancora parlando, non mi interessa quello che ha da dire.

In strada, fuori dal San Mungo, sembra che tutti guardino me.

Mi chiedo se sia così evidente, se già i tratti del lupo stiano inquinando il mio viso, così da rendere visibile a tutti la mia nuova identità, la mia nuova vita.
Cammino a passo svelto tra la folla, tenendo la testa bassa. In pochi minuti sono in un vicolo deserto e sporco, il posto perfetto per Smaterializzarmi.

 

A casa nulla è cambiato, il che mi sembra strano.

Ogni cosa è com’era una settimana fa, quando uscii per andare al Black Wolf. Ironico, vero?

Sono diventato un lupo mannaro dopo essermi sbronzato in un pub chiamato Black Wolf…

Sono stupito dalle mie reazioni. Dovrei essere furioso, o spaventato, o tutt’e due le cose invece provo solo una gran voglia di ridere. Probabilmente è una reazione allo shock.

Bussano alla porta.

Rivolgo un’ultima occhiata al vecchio numero del Profeta posato sul tavolino e vado ad aprire, una sensazione strana alla bocca dello stomaco.

 

Com’era prevedibile, il colloquio con i funzionari del Ministero non è stato affatto divertente.

Dopo un lungo silenzio imbarazzato e vuote frasi di circostanza su quanto fossero spiacenti di ciò che mi era capitato hanno cominciato a spiegarmi le regole.

Regole… Dio, quante ce ne sono! Sembra di essere di nuovo a scuola. Bisogna iscriversi in un registro, presentarsi dopo ogni luna piena per un controllo, fare rapporto almeno una volta a settimana sui propri sentimenti alla guida…

Trovo tutta questa faccenda estremamente seccante. Molto più, a dire il vero, del fatto di essere diventato un lupo mannaro.

Probabilmente nel mio cervello c’è qualcosa che non funziona.

O forse è solo perché inconsciamente ancora non ci credo. Magari dopo la luna piena sarà diverso, dopo che mi sarò trasformato per la prima volta vedrò la faccenda sotto un altro punto di vista.

Consulto il calendario lunare che mi hanno dato quelli del Ministero, una delle poche cose davvero utili, se non l’unica. La prossima luna piena è tra soli due giorni.

Sento un fremito attraversarmi, e non saprei dire se si tratta di paura o trepidazione.

 

Ieri è stata una giornata molto intensa.

Tanto per cominciare ho dovuto passare la mattinata al Ministero, tra pratiche e sedute con la mia guida – un vecchio noioso e antipatico.

E poi è stato un continuo via vai di gufi e amici venuti ad esprimere il loro rammarico e a offrire sostegno – parole vuote dette solo per scaricarsi la coscienza.

Oggi però è giorno di luna piena, quindi sono spariti tutti. Hanno paura.

La cosa non mi tange, come non mi aveva minimamente toccato la loro presenza, ieri.

Stravaccato mollemente su di una vecchia poltrona sfondata, fisso l’orologio, attendendo l’arrivo della notte con un misto di ansia, paura e curiosità.

Da questa notte la mia vita sarà diversa, in un modo o nell’altro tutto cambierà.

 

Manca un’ora al tramonto, meglio muoversi, non posso certo trasformarmi in casa.

La mia guida mi aspetta nel bosco. Dice che è un posto sicuro dove trasformarsi senza essere visti e senza correre il rischio di uccidere qualcuno.

Sono sempre stato un solitario, avrei voluto fare questa prima esperienza da solo ma le regole sono queste… E va bhè, se così dev’essere, così sarà.

Ora è meglio che vada.

 

Il bosco è molto silenzioso.

Mi secca ammetterlo, ma in questo aveva ragione, è il posto perfetto. Non c’è anima viva, solo io e la mia seccante ombra.

Mancano pochi minuti ormai al sorgere della luna e sto facendo di tutto per ignorare il mio compagno d’avventura. A breve avrà inizio la mia nuova vita, a breve nascerò di nuovo, e non voglio che le stupide chiacchiere di quest’uomo rovinino il momento. Non so ancora se sarà una cosa bella o brutta, ma so che voglio fare da solo.

-Zitto!- ringhio. È più il verso di un animale che la voce di un uomo. Il mio compagno si zittisce. Gli lancio un’occhiata di sbieco, qualcosa nella forma del suo viso sta cambiando.

Non ho bisogno di guardare il cielo per sapere che la luna è sorta perché sento la sua energia attraversarmi e colpirmi con la forza di un treno in corsa.

L’energia cresce fino a diventare insopportabilmente dolorosa, mi scava nelle ossa e nei muscoli, rompendo e lacerando il mio povero corpo. Il dolore aumenta ancora, facendomi urlare. Ma il suono che esce dalla mia gola non ha nulla di umano. Passano pochi secondi ancora e poi il lupo esplode- non c’è altro termine per definire quello che accade- da me, dentro di me.

Ed è pura energia.

Il dolore è solo un pallido ricordo, ora tutto ciò che resta è una forza incontrollabile, una furia e una brama insopprimibili.

Il mio io-lupo è più alto, più robusto del mio io-uomo. E infinitamente più forte.

Sono rinato in questa notte scura, baciato dai raggi di una luna benedetta, ed è come se la vita che avessi vissuto finora non fosse altro che una pallida imitazione. Solo limbo e attesa, aspettando questo.

È tempo di cacciare, ho fame. Il tempo di pensarlo e già mi sto lanciando in corsa tra gli alberi, sicuro e letale come un’ombra, alla ricerca di una preda.

Ormai ne sono sicuro, diventare un lupo mannaro è la cosa migliore che mi sia mai capitata nella vita.

   
 
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