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Autore: MaikoxMilo    01/04/2012    12 recensioni
Svegliarsi da un coma non è facile, né per chi si trova in quella particolare situazione in prima persona, né per chi vi è fuori... No, non esiste "essere fuori" per chi sta rischiando di perdere una persona cara, perché il senso di perdita è così opprimente da toglierti il tuo stesso respiro, da spingerti a fare di tutto per salvarla...
E poi il risveglio, doppio, se possiamo dire... Perché non puoi mai sapere cosa ti riserverà il futuro, perché non puoi mai sapere cosa accade se le vite del passato e del presente si incontrano...
Seguito de "La guerra per il dominio del mondo" della quale è necessaria la lettura. Personaggi Lost Canvas e serie originale.
(Fanfic in fase di riscrittura)
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Aquarius Degel, Nuovo Personaggio, Scorpion Kardia, Scorpion Milo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Passato... Presente... Futuro!'
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CAPITOLO 16

 

NUOVO GIRO AL GRANDE TEMPIO

 

11 Agosto 1741, mattina

 

“Miseria! Potevi avvertirmi che Marta era arrivata qui!”

La voce trillante di Milo mi fa risvegliare dal sogno che stavo facendo e che, quasi miracolosamente, scompare dalla mia testa con la stessa tranquillità con cui si era formato.

“E come?! Ronfavate della grossa, voi due!” prorompe Cardia, sbuffando.

Sorrido tra me e me, ritrovandomi a pensare che questo è uno dei risvegli più dolci di questi ultimi tempi, il che è tutto dire!

“Paguri, non urlate che Marta si sveglia!”

Mi muovo leggermente, attirata dal suono della voce della mia amica Sonia, probabilmente l’unica persona normale e razionale a vivere nelle quattro mura del tempio dell'ottavo segno zodiacale.

“Ecco! Complimenti, siete riusciti a ridestarla!”

“Intanto ero già semisveglia, Car!” biascico, aprendo gli occhi ancora appiccicosi.

Noto che Cardia è ancora allegramente a petto nudo, mentre Milo ha un’espressione furba dipinta sul volto, Sonia invece è coperta di bende su tutte le braccia e la fronte, ma la sua espressione non fa trasparire il minimo dolore.

“Voi due non me la raccontate mica giusta eh... - dice Milo, guardando me e Cardia con sorriso sornione – Innanzitutto vorrei sapere cosa ci facesse la mia reincarnazione a torso nudo...”

“Ma sei anche tu svitato come quel pazzo del tuo amico Camus?! – prorompe Cardia, completamente rosso in viso – Non facevo un bel niente!”

Sonia accorre tempestivamente in suo aiuto.

“Perché tanta sorpresa? E’ appunto la tua reincarnazione e anche tu, caro Milo, poco si manca che non giri completamente nudo per la tua casa. Di cosa ti meravigli, quindi?”

“Tu! Come ti permetti a parlare così del tuo maestro?! Una sonora punizione non te la leva nessuno!” prorompe Milo in tono giocoso, iniziando a fare il solletico a Sonia, la quale cade a terra per la sorpresa, ridendo a crepapelle. Anche Cardia ridacchia divertito, ed io non posso fare a meno di sorridere di fronte a questa scena ricca di affetto e simile ad una tipica scena familiare.

Fossero anche Dègel e Camus così, e invece... ci sarà mai un modo per farli andare d'accordo?

Quasi automaticamente provo ad alzarmi, ma il dolore istantaneo al piede destro mi fa ricordare che, per il momento, sono impossibilitata a muovermi. Le restanti ferite si rimargineranno in fretta, ma la caviglia colpita da Cardia ha qualcosa di strano, sembra quasi che le terminazioni nervose in quella zona lì siano andate a farsi una vacanza ai Caraibi, rendendomi, di fatto, inferma. inferma.

“Ehi, piccola cosa hai?” mi chiede Milo, tornando serio, avvicinandosi a me con fare preoccupato.

“Giusto! Me ne sono dimenticato, maledizione!” si rimprovera Cardia, dandosi una botta in testa e correndo in cucina. Pochi secondi dopo torna con un panno bagnato e delle bende.

“Mi dispiace, Marta... non potevo sapere che il colpo verso quel coso inquietante sarebbe rimbalzato indietro, finendo per colpire te che ti sei lanciata nel proteggermi... - inizia Cardia, dopo avermi sollevando il mio abito fino al ginocchio – La Cuspide Scarlatta è il mio attacco peculiare, stimola il sistema nervoso procurando, nella vittima, un dolore indicibile, avrei preferito non fartela mai provare sulla tua pelle...”

Nego con la testa, abbracciandolo con delicatezza. Sorprendente davvero con quanta naturalezza riesca a compiere un simile gesto, considerando il mio usuale imbarazzo con l’altro sesso, ma con Cardia... è tutto così diverso!

“E’ tutto a posto, non devi scusarti di nulla. Inoltre lo sappiamo benissimo che sei un tipo sbadato, Cardia!” gli dico, grata, mentre lui ricambia la stretta sorridendo imbarazzato.

“La situazione che si sta delineando non porterà nulla di buono né da una parte né dall'altra, eppure... è così bello vederli insieme, non trovi, Milo? ” sussurra Sonia, sospirando rumorosamente.

Milo la guarda interrogativamente, non riuscendo a capire pienamente quanto proferito dalla giovane allieva, tuttavia il discorso viene troncato sul nascere da due voci fin troppo famigliari.

“Martaaaa!!!”

Le esclamazioni di Francesca e Michela, appena sopraggiunte di corsa, catalizzano l’attenzione sulle due nuove venute. Sembrano preoccupate per qualcosa, ma come mai? Oh, miseria, è vero!!! Me ne sono andata dal tempio dell’Acquario senza dire niente!!!

“Buongiorno, ragazze!” le saluta Milo, allegro.

Le mie amiche non rispondono, essendo i loro sguardi focalizzati su Cardia, sui suoi pettorali, sui suoi muscoli, sulla sua pelle abbronzata... Insomma, su tutta la beltà che si sono ritrovate improvvisamente davanti!

“Uao, che dolce risveglio trovarsi uno così!” commenta solo Michela, con espressione sgomenta, aprendo automaticamente la bocca nella più sincera contemplazione.

“Macché, non mi ascoltano... quasi quasi mi spoglio anche io, così forse mi guardano e ricambiano il saluto!” commenta Milo, ironico, mettendosi in mezzo per sfoggiare il suo più ammaliante sorriso.

“Finiscila, idiota, ne abbiamo già uno che è più nudo che vestito, non ne occorre un altro!” lo riprende Sonia, sbuffando sonoramente e trascinandolo nuovamente di lato.

Cardia si alza lentamente in piedi con fare soddisfatto, un po' ubriaco di tutte le attenzioni sul suo fisico da statua greca.

“Che c’è, pargole?! Non avete mai visto un ragazzo a petto nudo?!” le stuzzica sottile, mettendosi le mani sui fianchi.

Francesca, per tutta risposta, soffoca una risata dentro di se, non riuscendo più a trattenersi:

“Chi lo sa, Cardia, forse è in parte come tu dici, ma oltre a ciò siamo contente di vedere che, in Milo, non è cambiato praticamente nulla nell'arco di più di duecento anni, vero Michela?”

“Hai proprio ragione, Fra! Pur rimanendo due persone distinte e diverse hanno molto in comune. E' bello vedere, per esempio, che vi spogliate sempre; bello per voi, ma anche e soprattutto per noi che... ammiriamo due gnocchi invece di uno!” continua Michela, vivace. Non sono sicura abbia colto tutto il senso di quello che voleva dire Francesca con la sua allusione, ma sono davvero felice di averle ritrovate, mi mancavano davvero tanto!

“Bene, ora che siete arrivate a questa brillante deduzione, potete anche smettere di guardarmi come se fossi qualcosa di raro. Sapete, ho un cuore, due braccia e due gambe come voi altre!” le punzecchia leggermente Cardia, probabilmente non apprezzando il fatto di essere eguagliato a Milo. Conoscendolo a fondo, ci tiene veramente molto alla sua personalità.

“Siccome ci siamo praticamente tutti, potremo andare a salutare e a conoscere gli altri Cavalieri d’Oro! Non vedo l’ora di sapere tutto su di loro!” propone Milo, mettendo le braccia dietro la testa.

“Grande idea, mio omonimo, o quasi! E come facciamo visto che Marta non può camminare?!” domanda Cardia, guardandolo.

“Più che altro... - intervengo, attirando l’attenzione – è che sono praticamente scappata dalla Casa dell’Acquario, Dègel e Camus saranno di certo...”

“Marta... Camus non è in casa, si è allontanato e Dégel dorme ancora, stai tranquilla, non si sono ancore resi conto della tua assenza...” spiega Francesca, in un tono strano, che oserei dire ambiguo.

Inutile dire che le sue parole mi fanno solo preoccupare di più.

“Camus si è allontanano dal Tempio?! in un momento simile?!? Solo l'altro giorno siamo stati attaccati, e lui..."

"Sai com'è fatto tuo fratello e..."

" Certo che lo so, Michela, ma è proprio per questo che sono così agitata, non dovevate permetterglielo, dannazione!"

Sono scalpitante, quasi vorrei correre fuori dall'ottava casa e andarlo a cercare, ma Milo attira la mia attenzione con una leggere carezza e tossicchiando, mi giro dunque verso di lui, che deve percepire il mio stato.

"Marta... Camus ha bisogno di stare un po' da solo, non volergliene, gli è... costato molto... venire qui e ti ha ritrovata ferita, sentendosi quindi ulteriormente responsabile per i danni che hai subito..."

“Oh...” mormoro, rimanendoci un po’ male. Milo come sempre è comprensivo, sa quali tasti toccare per fare sentire meglio le persone, o, se solo volesse, pungerle a morte. Questi due eccessi che convergono in lui mi hanno sempre affascinata, come la sua fedeltà nei confronti di Camus, il suo modo di porsi, ma le sue parole mi hanno comunque recato un dispiacere tangibile che, ancora una volta, riaffiora nella mia espressione dolente.

"Riesci a percepire quanto tu sia importante per lui, piccola, nonostante lo conosci da così poco?" mi chiede, accucciandosi davanti a me e discostandomi un ciuffo.

"I-io credo di sì..."

"Credi in me, che lo conosco da molto più tempo, il bene che ti vuole è immenso e non è pentito della sua... scelta... non lo sarà mai, ma... - mi dice altre parole ambigue, un poco rammaricato - ma dagli il tempo di digerire questo nuovo... mondo... e le conseguenze delle sue decisioni..."

Non ribatto nulla, non capendo pienamente il reale significato, ma la gravità del discorso, il dolore di mio fratello, questo sì, è come se fosse dentro di me. Alzo lo sguardo, incrociandolo con quello di Michela e Francesca, che invece sembrano partecipi pienamente di ciò che sta dicendo lo Scorpione, infatti hanno la medesima espressione.

“Tanto meglio se i due cerbiatti non possono interferire, tanto con loro ci si annoia e basta! – prorompe improvvisamente Cardia, prelevandomi con ben poco garbo dal divano e mettendomi in spalla, neanche avesse fretta di togliermi dalle 'grinfie' della sua controparte del presente – Andiamo quindi a fare un giro al Grande Tempio, bastiamo noi per divertirci, inoltre il sole splende in cielo, sarebbe un peccato sprecarla, no?!"

“F-FERMO! – balbetto, in tono alto, tanto che Cardia volta la testa verso di me, stupito e un po' preoccupato – P-prima non puoi rivestirti? Mi crea disagio toccarti la p-pelle”

“...Già, forse hai ragione! Si sta così bene nudi, con questo caldo fuori, ma se davvero hai tutti questi problemi, posso fare lo sforzo di rivestirmi” rimugina, fissandosi il torace del tutto privo di peli.

Tutti i presenti, tranne me, scoppiano in una fragorosa risata, mentre io discosto lo sguardo al limite dell'imbarazzo.

 

************

 

“Ed eccoci pronti per la grande scalata!” sentenzia Cardia, appena arrivati in vista della prima casa, dopo aver fatto una piccola stradina che ci ha permesso di saltare i templi sottostanti e collegarci direttamente all'inizio del Grande Tempio.

“Uff, e chi se lo sarebbe immaginato che vi è un sentiero poco battuto come scorciatoia per il Santuario!” commenta Milo, ridacchiando, mentre con la mano si leva via le foglie dal capo. Più che 'sentiero poco battuto' direi una vera e propria pista per gli animali selvatici, vista l'immensa vegetazione che lo ricopre. "Speriamo di non esserci beccati delle zecche" rimugino, mentre la mia mente mi porta, per un istante, al passato e alla mia Liguria.

“Eh! Eh! Ben pochi la conoscono, infatti. Diciamo che per uscire inosservato dal Santuario conosco varie scappatoie, ma tu mi sorprendi, Milo! Visto che sei la mia reincarnazione dovresti conoscerle anche tu!” spiega Cardia, allegro.

“Quando ero piccolo sapevo molti trucchi per fuggire via, effettivamente non ero molto diverso da te, Cardia. Poi, crescendo, sono successe alcune cose e... non so neanche come spiegarlo adeguatamente, ma sono diventato un'altra persona, più... vecchia, ecco!” spiega Milo, sorridendo amaramente.

Dalla sua espressione capisco che si sta riferendo al trauma per la perdita di Camus e a tutte le innumerevoli battaglie combattute per Atena.

Cardia lo scruta attentamente per un po’, poi inizia a camminare con passo deciso verso il tempio dell’Ariete.

“Uff... di nuovo le scale” si lamenta Francesca, guardandomi con invidia.

“Già... c’è chi non ha fortuna e chi, invece, ne ha molta. Anche se io, cara Marta, col piffero che avrei chiesto a Cardia di rivestirsi, me lo sarei palpato per benino, anzi!” commenta Michela, sorridendomi maliziosamente.

"MICHELA!!!" le intimo di tacere con lo sguardo, arrossendo di colpo. Ci mancano giusto i pensieri poco casti su di me e sul mio amico, come se non fossi già abbastanza imbarazzata dalla situazione.

“Shion!!! Dai, vieni! Ho portato gli amici!” esclama Cardia, una volta entrato dentro al tempio con tutto il gruppo al seguito.

Sento un singulto sfuggire dalle bocche di Milo, Michela e Francesca al suono del nome del futuro Grande Sacerdote. Probabilmente nessuno di loro si era realmente reso conto di essere nell'epoca della Guerra Sacra combattuta proprio da Shion e Dohko.

“Cardia! Si può sapere cosa...?” chiede Shion, appena sopraggiunto frettolosamente, ma si blocca non appena scorge la figura di Milo.

“Uhm... s-salve...” mormora Shion a disagio.

“Shiooon!!” prorompe improvvisamente Milo, avvicinandosi notevolmente a lui.

Il futuro Grande Sacerdote indietreggia appena, discostando lo sguardo e sussurrando un: "S-sì sono io, posso fare qualcosa per Voi?"

“Cavolo! Sapevo che eravamo nel 1741, ero a conoscenza della tua presenza qui, ma non mi ero reso conto... cioè, vedere persone conosciute in un'altra epoca è sempre uno shock!” continua Milo a raffica, stritolandolo improvvisamente in una morsa assai simile a quella di un serpente.

“Milo, dannazione! Parli troppo!!!” lo rimbecca ad alta voce Sonia, pestando con forza un piede.

L'interpellato spalanca gli occhi, quasi si fosse accorto solo in questo preciso momento di aver rivelato il futuro.

“Ooooh, merda! Io non volevo...”

“Non ti preoccupare, Marta è già stata costretta dalle circostanze a rivelarmi che sopravvivrò a questa guerra. Comunque ti prego di non aggiungere altro, M-Milo...” lo prova a tranquillizza Shion, tentennando un attimo nel pronunciare il nome del futuro Cavaliere di Scorpio.

“Uhm, sei diverso dal Shion che conosciamo noi! – interviene Michela, avvicinandosi anche lei – Sembri meno… imperiale! Addirittura ti sei riferito al 'voi' nel parlare con Milo, devi sapere che, nella nostra epoca, siamo invece noi a... ”

Un nuovo brivido scorre lungo la mia schiena nel momento stesso in cui Michela comincia a sproloquiare come suo solito, per fortuna Francesca è lesta a tappargli la bocca.

“N-niente! Parla soltanto perché ha la lingua in bocca!” esclama lei, rispondendo all'occhiata stranita di Shion. Cinque minuti che siamo qui a parlare e già casini su casini, parole di troppo e cose così... non va per niente bene!

“Bene, io direi che ora ce ne andiamo, quatti quatti e tanti saluti, vero, amiche?” chiede retoricamente Sonia spingendo, più in fretta possibile, Michela e Francesca verso l’uscita.

“Aha! Aha! Le tue amiche sono proprio divertenti!” mi dice Cardia ridacchiando, dopo aver salutato un ancora interdetto Shion, si dirige verso l’uscita e quindi verso la Casa del Toro.

 

A metà della scalinata, però, Michela si arresta di colpo e si volta arrabbiata verso Sonia e Francesca.

“Perché mi avete spinto via?! Volevo rimanere ancora un po’ con Shion e parlare con lui, giacché non ha quell'aria inquietante come nella nostra epoca! Nel 2011 non posso chiacchierare, questo sembra più umano, e allora perché...?”

“Perché parli troppo, Michela! Siamo un un'altra epoca, dovresti averlo capito, ormai, e tu stavi spifferando a Shion che diventerà Grande Sacerdote! Sai cosa potrebbe comportare ciò?! Stiamo già interferendo troppo per le'equilibrio della nostra dimensione!” esclama Francesca, sostenendo lo sguardo dell’amica con aria di sfida.

Michela, abbassa la testa e si morde il labbro.

“Oueee! Co'’è questa novità?! Il buon vecchio Shion diventerà Grande Sacerdote?! Il pulcino si trasformerà in un gallo di assoluto rispetto?!” interviene Cardia, divertito da quelle rivelazioni.

Francesca lo guarda terrorizzata, consapevole di aver parlato troppo a sua volta.

“Ecco, brava Fra! Poi sono io eh?! E' sempre colpa mia, anche quando sono gli altri a fare casini!” prorompe Michela, mettendosi a correre verso la ormai vicina Casa del Toro.

Dall'alto della mia postazione osservo confusa la scena, chiedendomi il motivo di una reazione così smodata. E sì sa che Michela è sempre stata così eccessiva già di suo, ma ora mi pare ancora più instabile emotivamente.

“Da quando ha litigato con Hyoga basta davvero poco per farla scattare...” sospira tristemente Francesca, guardandola sparire nel tempio.

“C-cosa?! Che sono questi gossip?!” chiede delucidazioni Sonia, ignara di quello che è accaduto poco prima della nostra partenza. Ricordo della furiosa litigata tra lei e Hyoga, anche se, ad onor del vero, quest'ultimo ha subito in silenzio. Michela è venuta a sapere per bocca dello stesso biondino dell'implicazione del suo ragazzo nella morte di Camus, la reazione è stata piuttosto accesa. Lei si è affezionata molto a mio fratello, lo vede come un padre, il padre che non ha mai avuto, ed è sempre stata molto impulsiva, ma QUANTO effettivamente siano andati a fondo nel dialogo, lei e Hyoga, non lo so. Che Michela sia arrivata al punto di lasciarlo?

“Sì, è successo l’ultima notte che abbiamo trascorso nel nostro tempo, perché...” inizia a raccontare Francesca, ma un tonfo sordo proveniente dell’interno del tempio del Toro attira la nostra attenzione.

“Accidenti... scusa!” esclama la voce di Michela, oltremodo imbarazzata.

Istantaneamente Milo, Francesca, Sonia ed io ci mettiamo a ridere sotto lo sguardo stralunato di Cardia che non capisce il nostro tempestivo cambiamento di umore.

“Non ci posso credere!!! E’ andata a sbattere anche contro il Cavaliere del Toro di questa epoca!” sghignazza Francesca, tenendosi le mani sulla pancia.

“Ahahah!!! Mi ricorda tanto l’incontro con Aldebaran nel nostro tempo!” le faccio eco, divertita, mentre senza aggiungere altro Cardia riprende il cammino verso il secondo tempio.

Una volta arrivati, proprio come avevamo predetto Francesca ed io, troviamo Michela per terra che contempla esterrefatta la figura colossale dell’omonimo del nostro Toro del presente.

“Oh, cielo! Scusa, piccoletta, non volevo farti male!” dice quest'ultimo, tirando su da terra Michela, mentre una vaga sensazione di deja vu mi invade la mente.

“Buongiorno, Hasghy” lo saluta festosamente Cardia, dandogli pacche sulla schiena.

“Uff, Cardia! Sai bene che ho rinunciato a quel nome, ora sono semplicemente Aldebaran!” ribatte lui, leggermente a disagio.

“Ah, capisco, quindi Aldebaran non è il tuo vero nome...” mormora Francesca, pensierosa.

Il Cavaliere del Toro annuisce, poi domanda:

“Cosa fate qua?”

“Niente, porto in giro il me stesso del futuro e le piccolette, è divertente, sai? Per la prima volta mi sembra di fare la balia di qualcuno, aspetta solo che lo racconti a Dègel, ahaha!” risponde Cardia, divertito più che mai.

“Certo che è proprio strano, ancora stento a crederci!” dice Aldebaran, facendo per incrociare le braccia al petto ma Milo, più veloce, gli afferra la mano destra.

“E’ un piacere! E’ un piacere conoscerti!” afferma, scuotendogli con forza il braccio.

“P-piacere mio... Milo, suppongo, giusto? Sembri la goccia d'acqua di Cardia, davvero!” mormora Aldebaran a disagio.

Siccome per i restanti minuti Milo non accenna a muoversi dalla sua posizione con sguardo trasognato, e dato che non abbiamo tutta la vita davanti per rimanere alla seconda casa, Sonia decide di intervenire nuovamente.

“Andiamo, Milo, su, che in questo momento mi sembri davvero un cane che ha fiutato qualcosa e che pertantp non accenna a muoversi!” afferma lei, afferrando Milo per la maglietta e strattonandolo fuori dal tempio.

Dopo aver salutato con un sorriso un assai divertito Aldebaran, ci incamminiamo anche noi verso l’uscita.

“Non ci resta che andare fino alla Casa del Leone anche perché, se conosco bene Manigoldo, anche lui sarà andato a fare una passeggiata fuori per schiarirsi le idee!” ci avvisa Cardia, sorridendo allegro, ma l’ombra che per un attimo attraversa i suoi occhi non sfugge al mio sguardo.
 

*************

Come predetto da Cardia, attraversiamo sia il tempio dei Gemelli che quello del Cancro senza trovare nessuno.

“Perché Manigoldo non c’era?” domando scettica al mio amico, il quale sospira.

“Se per Dègel e Sisifo, che hanno un elevato grado di cultura, o per Regulus che è ancora praticamente un bambino, è stato facile credere subito alle vostre rivelazioni e accettare la presenza di Milo e quell'altro essere, alias tuo fratello, per Manigoldo e per me non è così semplice!” mi spiega lui, con il respiro un po’ affannoso. Deve essere faticoso portare un peso morto, ma oltre a questo Cardia mi ha esplicitamente detto che, nonostante tutto, fatica ancora a credere alla nostra reale provenienza.

Giungiamo alla Casa del Leone e ne varchiamo la soglia, ma non abbiamo neanche il tempo di chiamare il custode che sentiamo riecheggiare nella stanza i passi di qualcuno, più precisamente Sisifo, appena entrato dalla parte opposta del tempio.

“Regulus! Mi hai chiamato?” chiede, mentre noi ci aggrappiamo ad una colonna nella penombra per non disturbare. Cardia mi posa a terra, arruffandomi brevemente i capelli con gesto giocoso.

Come dal nulla vediamo apparire una scheggia gialla che attraversa il corridoio e si fionda proprio sullo stesso Sisifo.

“Maestro! Maestro! Sto male!!! Sto male, ho detto!” urla, cominciando a saltellare e a girare intorno al Cavaliere del Sagittario .

“Uao! Non sapevo fosse anche il suo Maestro, così come Aiolos è stato insegnante di Lia!” commenta Sonia, sorpresa, a bassa voce.

“Cosa c’è, Regulus? E’ successo qualcosa?” domanda Sisifo iniziando a preoccuparsi per gli atteggiamenti strambi del suo allievo.

“Sto davvero male! Sto davvero male, e ho capito perché! Sono Cardia, Maestro!!!” continua il piccolo Leone, imperterrito.

Il diretto interessato, seduto vicino a me, si alza leggermente, non capendo cosa c’entri lui in un discorso simile.

“Cardia? Cos...?” inizia Sisifo, interdetto, ma Regulus lo blocca.

“Mi sento divampare... il mio cuore batte all'impazzata quando sono... beh, quando sono in presenza di Sonia! Ho la tachicardia, Maestro, quindi sono Cardia!!!”

Sento un singulto sfuggire dalle labbra della mia amica. Voltandomi verso di lei noto che le orecchie e le guance hanno assunto un colore praticamente viola. Istantaneamente.

“Eh! Eh! Hai l’antenato di Aiolia come ammiratore, e brava la nostra Sonia!” si congratula Milo, sussurrando a bassa voce e dando gomitate alla propria allieva, la quale lo fulmina con lo sguardo.

“Sisifo... – continua Regulus, imbarazzatissimo – mi verrà un infarto come a Cardia? E' così che morirò???”

Sisifo sorride con dolcezza, poi accarezza delicatamente la testa del piccolo Leone, negli occhi una gentilezza quasi paterna.

“Certo che no, sciocchino! La malattia che ti ha colpito non è nulla di pericoloso per la tua salute, anzi, proprio grazie a questa diventerai ancora più forte. Sei innamorato, Regulus, per la prima volta nella tua vita... per questo che il tuo corpo reagisce così!”

“Davvero?! – esclama Regulus, spalancando la bocca sorpresa – Cosa vuol dire ‘essere innamorato’? Sei sicuro che il mio cuore non sia malato come quello di C...”

“Ma la finite di parlare di me?! interviene Cardia, uscendo di scatto dalla sua postazione e andando verso di loro con passo furioso.

“C-Cardia?! Cosa fai qui?!” domanda Sisifo, guardandolo esterrefatto.

Il Cavaliere dello Scorpione non lo calcola nemmeno, furibondo più che mai.

“Perché quando c’è qualcosa di anormale parlate di me?! Sempre, e che diamine!!! Cardia qui, Cardia lì... 'non morirò come Cardia, vero?', noooo, sì, forse... Perché, a quanto pare, io devo essere il metro negativo del Grande Tempio!” grida, alzando ancora di più i toni.

Non sapendo come comportarci, abbandoniamo anche noi il nostro nascondiglio, sentendoci in colpa per aver assistito ad una scena così intima.

“Cardia, calmati! Va tutto bene...” lo implora Sonia, afferrandolo per un braccio, nel farlo però incrocia lo sguardo di Regulus, sussultando visibilmente.

“S-Sonia!! Ma tu eri dietro?! Questo vuol che... Aaaaaa!!! Devo andare a nascondermi!!!” urla Regulus, scappando via di corsa in direzione delle stanze private.

“Regulus, aspetta!” - lo chiama Sisifo, apprensivo, posi si volta verso di noi - Perdonatemi, ragazzi, ora devo andarlo a recuperare, se rimanete qui, quando torno, possiamo parlare!" ci assicura, seguendo poi il piccolo.

Nella stanza cala un silenzio imbarazzante...

“Perché diavolo Regulus doveva usare me come metro di paragone? Questo mio cuore, è tale e quale al vostro o al loro, eppure, no, se non va qualcosa devo essere per forza io l'anormale!” sibila Cardia con rabbia, posandosi una mano sul petto e chiudendo gli occhi.

Eccola di nuovo... la tristezza che certe volte pervade il sempre allegro Cardia, mio amico, mio... migliore amico! Mi avvicinano a lui, zoppicando, avvertendo il suo malessere, nel mentre lo abbraccio forte rimanendo però in silenzio. Non so niente sul suo ipotetico problema cardiaco, eppure...

“C-cosa ha il tuo cuore?” domanda Milo, incerto, posandosi, di riflesso, la mano sopra il torace. Una strana ombra negli occhi.

“Niente! Cosa deve avere?!? – esclama Cardia, sciogliendo bruscamente l’abbraccio – Mi ci manca che anche voi pensiate che sono un mostro anormale!” aggiunge infine, mettendosi a correre verso la sesta casa senza nemmeno aspettarci.

Lo guardiamo andare via, non sapendo come comportarci in seguito alla sua reazione così snaturata.

“Che cosa ha?” chiede Michela, cupa.

“Non lo so, non mi hai mai detto niente nemmeno a me...” sospiro, triste, prima di incamminarmi, con passa incerto, verso la casa di Asmita. Con Sisifo parleremo un altro giorno, forse è meglio così per il momento.

 

***********

“Cardia, calmati! Non credo che ti reputino anormale per una bazzecola simile, su! Regulus ha fatto il paragone con te perché era vittima di un qualcosa a lui sconosciuto, se solo provassi ad immedesimarti un po' in lui, riusciresti a capire!”

La voce pacata di Asmita il Filosofo ci accoglie all'entrata del tempio della Vergine.

“Non mi interessa! Per colpa di quello stupido micio dimezzato, Marta e gli altri stavano per venire a conoscenza del mio cuore, come puoi dirmi di immedesimarmi in lui?!” la voce alta ed acuta di Cardia è in giusta contrapposizione a quella di Virgo.

“Non è colpa di nessuno, lo sai bene! Ma perché poi ti fai di questi simili problemi? Non te li sei mai posti da quando ti ho conosciuto, infatti noi tutti qui sappiamo del tuo stato, ad eccezione dei nuovi arrivati” ribatte Asmita, serio.

“Ho vissuto un’infanzia da schifo per via del mio cuore! Non voglio che anche Marta mi consideri... diverso...” si giustifica Cardia, in tono basso.

“Ah, capisco, è per Marta che fingi di non aver QUEL problema, per paura che lei, così come i tuoi genitori, ti possa abbandonare...” comprende Asmita, addolcendo un po' il tono di voce.

“Ehm, ehm... scusate...” tossicchia Milo, attirando l’attenzione dei due interlocutori.

“Buongiorno! Felice di conoscervi ufficialmente!” saluta Asmita, sorridendo e accennando con il capo verso Milo, Michela e Francesca. Cardia invece rimane in silenzio, in disparte.

“Ciao!!!” trillano vivacemente le mie amiche, tentando di alleggerire l'atmosfera.

“Permettete una domanda esistenziale per conoscervi meglio... quale è lo scopo della vita, secondo voi?” chiede il Cavaliere della Vergine, pacato, come se nulla fosse.

“No, non ci credo... di nuovo!!!” esclama Francesca, ridacchiando tra sé e sé finalmente rilassata.

“Ahahah!! Sono proprio uguali, è vero! L’anima è la stessa, d'altronde!” le fa eco Michela, saltellando.

“Scusate, non comprendo la vostra risposta...” mormora Asmita, rimanendo interdetto.

“E’ la stessa domanda che ci ha posto la tua reincarnazione quando ci ha conosciuto”

“Sssshh!! Ma stai zitta, Michela!!!” la rimbrotto ad alta voce, non potendo comunque fare alcun movimento tempestivo per fermarla. La caviglia mi pulsa fastidiosamente, è già un miracolo che mi abbia condotto fin qui.

“Non fa niente, mi fa piacere sapere che, nel futuro, sarò simile a come sono oggi!” si tranquillizza Asmita, rilassato.

Un eventuale risposta viene però bloccata da dei passi frettolosi sempre più vicini a noi, sollevo automaticamente la testa verso la loro direzione.

“Per Atena!!! Siete qui!” sento dire da una voce alquanto familiare. Incespico da sola nei miei piedi, riconoscendo Dègel nella figura che, correndo, si sta approcciando a noi. Il cuore sussulta, una volta sola, prima di avere una parvenza di calma.

“Uff, cane e gatto si sono finalmente trovati, alla buonora, eh!” sbuffa Cardia, contrariato, riferendosi a Camus e Dègel appena sopraggiunti.

Mio fratello si ferma all'istante, guardandolo torvo, mentre Dègel si approccia a me, sinceramente preoccupato per le mie condizioni.

“Non vi ho più trovate in casa, ho temuto il peggio, ma per fortuna state bene!” - dice frettolosamente, non riuscendo a controllare una certa agitazione - Marta... la prossima volta però avvertimi, non voglio certo controllarti, ma..."

“ ‘Stare bene’, mio caro Dègel, è uno dei tuoi amati... come si chiamano? Eufemismi?! - interviene risoluto Cardia, frapponendosi tra me e lui - Marta mi ha raccontato dei vostri bisticci ieri sera. A causa tua e dell'altro acefalo là che mi guarda male, è scappata ieri notte nelle sue attuali condizioni che, come sappiamo, non sono certo rose e fiori... Vedete di andare d'accordo, o chiederò al Grande Sacerdote il suo affido nella mia dimora, visto che Sonia, Milo ed io siamo di certo più affiatati di voi, non che ci voglia un genio, comunque!" conclude il lungo monologo, sbuffando.

Dègel abbassa lo sguardo, arrossendo a dismisura, io faccio altrettanto, sentendomi come una sottospecie di bambina da dare in adozione alla famiglia più stabile.

“Hai ragione, Cardia, non immagini quanto mi dispiaccia questa situazione, ma... non dipende solo da me!” farfuglia, pentito, il capo chino.

Di diverso parere è, invece, mio fratello, il quale senza troppi complimenti, si avvicina a lui e lo sfida con lo sguardo.

“Questi non sono affari tuoi, Scorpio! Marta è mia sorella minore, so io cosa è meglio per lei, e non permetterò di certo che si continui a frequentare con un tipo inaffidabile come te! Inoltre... mi spiace dovertelo dire, ma sono l'unico suo consanguineo in questo mondo, non credo proprio che il Sommo Sage accetterà la tua proposta!” ribatte, tagliente, espandendo il cosmo a mo' di avvertimento.

“Come ti permetti di decidere per lei quali rapporti può avere?! Marta ed io siamo ottimi amici, ora arrivi tu e pretendi di sapere tutto... Chi stracazzo credi di essere, Camus dell'Acquario?! Fai scegliere a lei chi può frequentare!” prorompe Cardia, alzando il pugno come a voler usare le mani.

"Sono suo fratello maggiore, tanto basta per..."

"Ah, davvero un ottimo fratello maggiore, sì, dove cazzo eri in tutti questi giorni che Marta è stata qui?" lo provoca ancora Cardia, ben certo di avere molte frecce al proprio arco.

"Questi non sono affari tuoi!"

"Non lo sono?! Forse! Almeno sai che la tua sorellina minore che dici di amare, invocava una notte sì e l'altra pure il tuo nome?! Te l'ha detto questo?!?"

Abbasso lo sguardo, trovando improvvisamente interessante la mattonella sotto i miei piedi, mentre sento lo sguardo apprensivo di Camus su di me. Avrei preferito che questo non venisse a galla, ma la lingua di Cardia è più veloce di un pitone.

"Tu giungi qua, nelle vesti del fratello maggiore per eccellenza, pensando di trattare tua sorella come se fosse un giocattolino, perché 'so io cosa è meglio per lei' - fa la vocetta Cardia, con tutte le intenzioni di ferirlo verbalmente - La verità è che tu non c'eri quando lei invocava il tuo nome, non ci sei mai stato questi giorni, l'hai lasciata sola, in un mondo che non conosceva. Non sei quindi nelle condizioni da atteggiarti, tanto meno di parlare!"

Mio fratello abbassa lo sguardo e stringe i pugni, sentendosi ulteriormente in colpa, poco dopo sibila tra i denti un "stai zitto!" che non porterà a nulla di buono, ma Cardia non ha finito il rimbrotto.

"Troppo facile, così! Ora..."

Faccio per intervenire, spaventata per il clima che si respira e infastidita per non essere stata contemplata in una discussione che riguarda me, ma la voce imperiale di Asmita blocca tutti i presenti.

“Vi prego di non altercare nella mia dimora, anche se sarebbe meglio che non litigaste affatto!”

Tutti i presenti quindi tacciono, ancora tesi dallo scambio di battute avvenuto poc'anzi. Milo guarda compartecipe il suo migliore amico, ben sapendo cosa sta passando in questo periodo turbolento, ma non riesce a muovere alcun passo nella sua direzione.

“Camus, è così che ti chiami, giusto? – continua poi Asmita, mantenendo la calma più assoluta – Perché ti comporti così? Hai detto che Marta è tua sorella, quindi è comprensibile tu voglia proteggerla, ma Cardia non ha solo difetti come invece tu hai lasciato intendere... è senza dubbio poco affidabile su alcuni campi, tuttavia puoi porre in lui la tua fiducia, così come la riponi in Milo, a meno che... non ci sia qualcosa nel tuo animo che ti fa agire così. E' forse... paura quello che scorgo in te? Cosa temi, giovane Aquarius? Cosa sai... più di noi? lo interroga pacatamente, scrutandolo a fondo con quegli occhi che, anche se non vedono, riescono arrivare ben più in là dell'umano sguardo.

Vedo mio fratello irrigidirsi di botto, stringendo forte i pugni nel sentirsi in trappola. E' impossibile capire i suo sentimenti, in questo momento è chiuso al mondo come non mai, non c'è alcuno spiraglio per passare oltre. Faccio un passo nella sua direzione, ma le sue parole mi immobilizzano.

“Anche se ve lo raccontassi non potreste comunque capire!” esclama, uscendo di colpo dalla sala della Vergine, ferito nell'animo.

Rimango a fissare, con occhi spenti, la direzione presa da mio fratello, mentre un nodo mi si stringe al petto, provocandomi una fitta dolorosa nel vederlo così dannatamente instabile. La riesco ad avvertire, la frattura insanabile dentro di lui, esiste, c'è, ed è sempre più profonda e buia... mi atterrisce.

"Dea Atena, ti prego, proteggilo... - odo appena l'invocazione di Milo per la divinità in cui crede, come se si trattasse di un'accorata preghiera - Questa volta rischia davvero di fratturarsi irreversibilmente, e Hyoga ed io, stavolta, non abbiamo il potere di fare alcunché..."
  
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