Che confusione.
Dovevano lavorare per trovare ed estrarre i Jinchuuriki, e a nessuno sembrava importare.
Pain scosse la testa, sconsolato.
Le aveva provate tutte, ma gli altri membri sembravano incapaci di mantenere la concentrazione per un tempo più lungo di cinque minuti.
In particolare, Deidara era quello che dava più problemi.
Pain lo guardò mentre, per l’ennesima volta quella mattina, urlava contro Tobi, minacciandolo di morte.
Tobi sembrava non capire quanto il suo senpai fosse irritabile, e riusciva sempre a dire la cosa sbagliata al momento sbagliato.
Come se non bastasse, Tobi si divertiva un mondo a infastidire gli altri, compreso Zetsu, rischiando ogni volta di fare una fine davvero brutta.
Insomma, Pain era arrivato ad una conclusione: i suoi colleghi, chi più chi meno, erano come dei bambini, e come tali andavano trattati.
“Provaimo.” Si disse quindi. “Se non funziona neanche questo per tenerli buoni, lascio perdere tutta la missione e mi ritiro all’ospizio per cattivi dei manga. Se non altro, lì potrò chiacchierare con gente del calibro di Kira… chissà se mi presterebbe il suo Death Note…?” pensò, fissando Deidara, che minacciava di far esplodere l’ennesimo nascondiglio.
«Bambini.. ehm, volevo dire, ragazzi! Ascoltatemi.» esordì «So bene che tutto questo lavoro dei Jinchuuriki è molto pesante e che quindi avete bisogno di un po’ di svago. Per questo, ho deciso di raccontarvi una storia. Venite tutti qui e sedetevi.»
Incuriositi dalla novità, guardandolo perplessi, tutti gli altri membri si avvicinarono, senza dire una parola.
Soltanto Tobi sembrava veramente entusiasta, e tirava per una manica Deidara, nel tentativo di attirare la sua attenzione.
«Senpai, hai sentito? Ci racconterà una storia! Ooh, non vedo l’ora! Sarà una storia commovente?»
Per l’entusiasmo, Tobi saltellava sul posto, sempre tirando per la manica Deidara, la cui pazienza cominciava già a dare segni di cedimento.
All’ennesimo “Senpai” detto con gioia dal suo compagno, Deidara, con uno scatto fulmineo, prese dell’argilla esplosiva e la infilò nella bocca di Tobi, fino a fargliela ingoiare.
«Ecco!» esclamò soddisfatto. «Alla prossima parola che dirai, farò esplodere l’argilla, e tu con lei! Uhn!»
Tobi mugolò impaurito, tenendosi la bocca con le mani per non parlare.
Scuotendo la testa rassegnato, Pain li richiamò all’ordine, facendoli sedere in cerchio insieme agli altri.
Poi si posizionò all’interno del cerchio e tacque per alcuni secondi, finché, come colto da un’improvvisa ispirazione, fissò Deidara con sguardo perfido, e si accinse a raccontare.
“Te la farò pagare, dinamitardo pazzoide. Preparati!” pensò, rivolgendo un sorriso malefico a Deidara.