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Autore: DefyingGravity    01/04/2012    4 recensioni
Quella notte, come quasi ogni sera della settimana, Kurt si trovava allo Scandals, il gay bar a west Lima.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scusate il ritardo! E' un capitolo sempre lungo e abbastanza di passaggio... ma lo definirei necessario per la storia! Buona lettura :D



Quel venerdì il cielo era limpido e non si sarebbe trovata una nuvola neanche a pagarla oro. Era una di quelle giornate pigre che riescono ad arrivare fino alla sera e a concludersi solo perché devono farlo.

 

Il ragazzo riccioluto stava fissando la finestra poco interessato alla lezione di matematica.

Erano passati due giorni dall'incontro con Kurt e il soprano non era ancora tornato a scuola. Lo avrebbe fatto presumibilmente il lunedì dopo il week-end.

 

Blaine era calmo e in un certo senso anche felice visto che al suono della campanella sarebbe filato dritto a Westerville.

Quella mattina prima di andare a scuola aveva salutato i suoi nonni e li aveva rincuorati che si, non avrebbe corso lungo il tragitto sull'autostrada.

 

Ma poi perché correre in una giornata cosi tranquilla?

 

Il professore stava assegnando i compiti per la prossima lezione quando il suono della campanella andò a disturbare la sua quiete mentale.

 

A dire il vero anche un altra cosa lo fece svegliare dal torpore... una ragazza dai capelli rossi che lo fissava in piedi di fronte al suo banco.

 

Blaine la guardò con interesse aspettando che quella parlasse.

 

“ Ciao tu-sei-sei Blaine vero?” fece la ragazza titubante.

 

“Si e tu sei Spencer.” rispose Blaine scrollando le spalle.

 

“ Oh come fai a sapere il mio nome?” disse quella con uno strano luccichio negli occhi.

 

Ok la situazione era divertente.

 

“ Sai seguiamo lo stesso corso da uhm- quante settimane?” rispose il riccio sorridendo.

 

La ragazza arrossì parecchio.

 

“ Hai ragione scusa... no sai-mi chiedevo se- non saprei... ti andrebbe di uscire qualche volta?” disse la ragazza attorcigliandosi i capelli su di un dito.

 

Si era decisamente esilarante. Uscire insieme? Sul serio?!

 

“ Non credo si possa fare mi dispiace.” rispose Blaine sincero.

 

Sapeva che quella risposta non sarebbe bastata alla sua compagna di classe. Ma non gli interessava perché era pronto ad approfondire la questione... ormai poteva dirlo a tutti e sbandierarlo ai quattro venti.

 

“ Sapevo che preferivi quella smorfiosa di Emily-” fece la ragazza con tono rassegnato.

 

“ Ferma. Dici sul serio? Ok è divertente! Credo che tu sia l'unica che non abbia notato i giochetti di qualche settimana fa tra me e – ehm fa niente... il punto è che non preferisco nessuna smorfiosa. Perché sono gay al 100% e finalmente fiero di esserlo. Poi a dirla tutta ho già qualcuno a cui pensare... quindi la cosa è impossibile, scusami.” rispose Blaine e con un gesto della mano si allontanò verso il corridoio lasciando la ragazza imbambolata nella sua posizione.

 

Attraversò il corridoio pensando a quanto gli mancasse la sua casa e la sua camera da letto. E anche Cinnamon il suo labrador color miele.

 

Una volta arrivato in macchina, prima di partire per quelle due ore di viaggio verso Westerville, si ritrovò a fissare con insistenza un numero sul cellulare.

 

Si perché l'aveva fatto. Non era riuscito a trattenersi e non era stato neanche cosi difficile da ottenere... insomma Finn non aveva opposto resistenza.

 

Aveva il suo numero. E tutto quello che vedeva in quel momento erano quelle cifre e quel nome -Kurt- sullo schermo luminoso del suo cellulare.

 

Non avrebbe dovuto chiederlo perché con quel gesto si era spinto troppo oltre.

Kurt non doveva saperlo. Non ora per lo meno... altrimenti lo avrebbe tagliato fuori dalla sua vita in anticipo.

Prima che Blaine fosse stato in grado di aiutarlo... come il soprano aveva fatto con lui.

 

Fissare quei numeri senza poterli usare era abbastanza frustrante. Avrebbe davvero solo voluto mandargli un sms... magari qualcosa di sarcastico per farlo sorridere.

Ma non poteva e non doveva.

Si era ripromesso di usarlo solo in situazioni di emergenza.

E quella non era un emergenza... l'unica emergenza era dovuta al fatto che, si stava interessando troppo alla vita di un ragazzo, che non lo considerava nemmeno.

 

Riposizionò in tasca il cellulare e mise in moto la macchina... la sua famiglia lo stava aspettando.

 

**

 

Kurt aveva rifatto quell'incubo, sempre lo stesso. Che periodicamente, pensava bene di rovinargli il sonno, ricordandogli le violenze subite.

Doveva sfogare la rabbia e il suo rimedio preferito era come al solito quello di dare pugni ad un sacco.

Era l'ideale vista anche tutta la situazione generale che stava vivendo.

 

L'occhio era praticamente guarito e non vedeva l'ora di uscire di casa.

Sarebbe volentieri tornato allo Scandals quella sera, per distrarsi quel tanto che bastava per smettere di pensare.

Tanto suo padre non gli avrebbe parlato comunque anche se fosse rimasto in casa. E poi passare il venerdì sera in camera sua sarebbe stato deprimente... si sarebbe uscito, con l'unica differenza che questa volta non avrebbe dovuto inventare delle scuse banali per farlo.

Tanto ormai era già tutto perduto e mandato all'aria.

 

Stava scendendo le scale, pronto per dirigersi verso il garage, quando incrociò suo padre intento a leggere il giornale in cucina.

Si fissarono per diversi secondi e Burt sembrava sul punto di proferire parola ma poi non disse nulla, abbassò lo sguardo e tornò al suo giornale.

 

Kurt seguì l'esempio del padre e filò verso l'esterno della casa.

Una volta trovatosi davanti al sacco da pugilato gli arrivo un sms, era Rachel.

 

Finn mi ha detto che l'occhio è migliorato molto... quindi non trovare scuse e accompagnami al centro commerciale per un po' di shopping! Passo a prenderti tra un ora ;)”

 

Il centro commerciale non era il massimo ma almeno sarebbe uscito fuori da quelle quattro mura.

E poi poteva essere una buona occasione per comprarsi qualcosa di nuovo e rimorchiare qualche bel ragazzo da una botta e via.

 

Ok!” rispose il soprano e dopo aver tirato un paio di pugni al sacco, ripose i guantoni da pugilato e tornò a casa a prepararsi per uscire.

 

 

**

 

Il viaggio proseguì in maniera piacevole alleggerito dalle sue canzoni preferite che risuonavano dallo stereo.

 

Si sentiva leggermente teso a fare ritorno a casa.

E quando vide il grande cartello con scritto -Westerville- all'entrata della sua cittadina era ormai troppo tardi per tornare indietro.

 

Sarebbero bastati dei respiri lunghi e calmi per regolarizzare il suo stato d'animo.

Tutto sarebbe andato per il verso giusto. I suoi genitori non vedevano l'ora di vederlo e lo stesso valeva per i suoi amici e suo fratello.

 

La casa degli Anderson non distava molto dalla Dalton. Si trovava in un quartiere ricco composto di lussuose case signorili.

Blaine imboccò il viale alberato di casa sua con una stretta al cuore, poi arrivato davanti all'abitazione, rimase fermo dentro l'automobile per diverso tempo.

 

Con la coda dell'occhio riuscì a scorgere Cinnamon scorrazzare felice sul prato del loro giardino.

 

Fece un respiro profondo e poi si decise ad uscire dalla macchina.

Prese la borsa e si diresse verso il vialetto di casa.

Pensò di evitare di suonare e di usare invece le sue chiavi per tentare una sorpresa.

Dopo aver chiuso il cancello di casa dietro le spalle, fu notato dal suo cane che appena lo vide, corse verso di lui travolgendolo.

 

Blaine si ritrovò completamente schiacciato a terra sull'erba con Cinnamon che lo leccava in modo festoso.

Non aveva mai visto il suo cane cosi felice. Si fece scappare delle risate genuine mentre soffriva leggermente il solletico provocato dal labrador color miele.

 

“Ehi-Cinnamon! Sisi sono io-sono a casa!” si ritrovò a dire il riccioluto contento.

 

Evidentemente le feste rivoltegli dal suo cane ebbero l'effetto di attirare all'esterno gli altri abitanti di casa.

 

In quel momento infatti, fece capolino dalla porta di casa, sua madre con un espressione curiosa, che riconoscendolo gli corse incontro.

 

“Blainee!” disse la donna aiutandolo ad alzarsi ed abbracciandolo.

 

“ Cinnamon mi aveva preso in ostaggio!” rispose il ragazzo pulendosi dall'erba.

 

“Oh Blaine! Il viaggio è andato bene? Tutto ok? Sei stanco? Hai fame? Come mai non hai suonato il campanello?!” gli domandò sua madre senza prender fiato.

 

“Mamma calma. Sono qui e sto bene.” rispose Blaine con un grande sorriso.

 

La madre lo ri-strinse in un abbraccio urlando qualcosa “ Paul corri in giardino! C'è Blaine!”

 

Il padre del moro si precipitò fuori di casa e poi si fermò davanti al figlio.

 

“Blaine che bello vederti! posso?” disse il padre allargando le braccia speranzoso.

 

Il riccioluto annuì convinto e si sentì stringere dalle braccia dell'uomo.

Era incredibile! non si sarebbe mai aspettato un accoglienza tanto calorosa.

 

“Cooper dov'è?” domandò Blaine finalmente libero mentre camminava verso l'ingresso di casa.

 

“Oh lui è in giro... credo che tornerà più tardi. Poi sai-lunedì ha il primo giorno di scuola nel tuo liceo.” disse la madre accarezzandogli una spalla.

 

“Tuo fratello non sta fermo un attimo! Ma tu sei arrivato giusto in tempo per la partita!” esordì il padre allegro.

 

E sparirono tutti e tre dietro la porta di casa Anderson.

 

**

 

Il soprano tornò con il sorriso sulle labbra ad occuparsi della scelta dei vestiti per uscire.

 

Mentre si studiava allo specchio si sentiva compiaciuto di quello che vedeva.

Il riflesso di se stesso non era più come qualche giorno fa. Si sentiva decisamente meglio e quell'orribile livido nero sotto l'occhio era sparito lasciando pieno spazio all'azzurro dei suoi occhi e alla delicatezza dei suoi tratti.

 

Si piaceva tremendamente ed adorava questo suo lato narcisista.

Sentiva di aver ritrovato lo spirito noncurante e sarcastico di sempre.

La realtà però era diversa. Esternamente era tornato il conquistatore senza cuore ma dentro si era solo formata un altra lacerante ferita, che però aveva deciso di ignorare nuovamente.

 

Aveva bisogno di un look da giorno ma nel contempo ricercato.

Prese una semplice t-shirt stampata grigio chiaro dal cassetto, da abbinare a dei pantaloni aderenti gessati grigi e neri.

Il contrasto del colore chiaro della maglietta con la sua pelle bianca, non lo convinceva del tutto, quindi optò per l'aggiunta di una giacca grigia scura e completò il look con i suoi inseparabili stivali neri.

 

Si aggiustò i capelli tendendo a lasciarli piuttosto naturali.

Dopo una spruzzata di profumo ed un ultima rapida occhiata allo specchio, afferrò gli occhiali da sole e si diresse al piano di sotto.

 

Rachel arrivò poco dopo e lo avvertì con uno squillo sul cellulare.

Lo aspettava in macchina fuori dal vialetto di casa sua.

Il soprano la trovò particolarmente felice, infatti gli aprì lo sportello dall'interno dell'auto con un gran sorriso.

Appena Kurt si mise seduto lei gli diede un piccolo abbraccio frettoloso.

Il soprano si staccò il più velocemente possibile e gli rivolse un sorrisetto.

 

“Sono o non sono stata brava?!” chiese la ragazza battendo le mani.

 

“A fare cosa? Non credo di seguirti.” rispose il soprano dubbioso.

 

“ A lasciarti i tuoi spazi no? In questi giorni avrei voluto venire a trovarti ma ho pensato che volessi stare da solo... giusto?!” disse la ragazza mettendo una mano sulla spalla dell'amico.

 

“ Oh quello. Si in effetti sarei voluto rimanere da solo... ma qualcuno ha rovinato la mia tranquillità.” fece il soprano leggermente teso.

 

Sperò che Rachel non gli chiedesse nulla su quel qualcuno.

 

“ Capisco... si Finn mi ha accennato qualcosa. Ma hai trovato comunque i miei bigliettini nei quaderni degli appunti vero?” domandò Rachel con tono amorevole.

 

“ Erano per me? Credevo fossero per Finn. Erano pieni di smancerie Rachel.” disse il soprano con occhi spalancati.

 

“ Se quelle erano -smancerie- allora le cose che ci diciamo io e Finn cosa sono?” domandò Rachel con occhi sognanti.

 

“ Infatti di solito siete terribilmente stucchevoli... comunque grazie, per gli appunti e per i tuoi bigliettini.” disse Kurt sorridendo.

 

“ Uhm-vedo che l'occhio sta effettivamente bene... ma tu come stai? Intendo con-” si bloccò perché il soprano alzò una mano per parlare.

 

“ Non ci parliamo Rachel. Lui è cosi deluso... non puoi neanche immaginare. Ci ignoriamo e ho passato tutto il tempo solo in camera. Non sai quanto sono stato male... ma ora sto meglio. E ti prego evita di compatirmi.” rispose il ragazzo dagli occhi chiari.

 

La ragazza decise di mettere in moto e partire prima di dare la sua risposta.

Per come era fatta lei avrebbe voluto abbracciare il suo amico e farlo sfogare con un pianto catartico. Ma sapeva che questo nuovo Kurt non concepiva questo genere di cose... tuttavia riusciva a leggere nei suoi occhi celesti il dolore.

 

“ Non voglio compatirti, voglio solo esserti amica. Tuo padre è una persona fantastica Kurt e lo sai. Non si aspettava che fossi cresciuto cosi tanto. Che il tuo diventare adulto fosse sfuggito cosi al suo controllo... quindi si è sentito messo da parte, violato nel suo ruolo di padre e si, anche preso in giro dalle tue bugie. Ma il vostro rapporto non conosce ostacoli ed è sempre stato cosi. Ritroverete il dialogo... nel frattempo cerca di comportarti bene.” disse l'amica sincera mentre aveva lo sguardo dritto sulla strada.

 

“ Io-non so cosa rispondere Rachel-solo... grazie.” rispose il soprano con lo sguardo basso.

E davvero non sapeva cosa rispondere. Non riusciva a trovare le parole perché quelle parole avrebbero implicato sentimenti ed emozioni che lui non riusciva più ad esprimere.

 

“Va t-tutto bene Kurt- Io-lo capisco non preoccuparti... E-ed ora parliamo di cose più allegre! mi servono consigli per qualcosa di carino da comprare...” fece la ragazza con tono acceso.

 

“Cosa in particolare?” chiese il soprano che aveva riacquistato un minimo di tranquillità.

 

“Non lo so! Qualcosa di carino... sai devo uscire con Finn stasera.” disse l'amica sorridente.

 

“ Non voglio fare il guastafeste ma Finn non ci farebbe neanche caso!” rispose il ragazzo scuotendo la testa.

 

“Kurt!” disse Rachel in tono offeso.

 

“Ok ok vediamo cosa riusciamo a trovare al centro commerciale.” disse il soprano rassegnato.

 

Dopo qualche minuto di silenzio proprio quando erano ormai arrivati nel parcheggio, la ragazza disse:

 

“ Cosa mi dici di quel Blaine?” lo disse come qualcosa di appena accennato.

 

Kurt strabuzzò gli occhi infastidito anche solo dal sentirne il nome.

 

“ Chi?” chiese fingendo.

 

“Blaine, quello di scuola.” disse Rachel divertita.

 

“ Non ho idea di chi sia.” rispose il soprano in tono serio.

 

Rachel gli diede un piccolo schiaffetto sulla spalle mentre parcheggiava la macchina.

 

“ Ti è venuto a trovare a casa Kurt come puoi non conoscerlo?” chiese Rachel con ovvietà.

 

Il soprano sbuffò a quella verità.

 

“ E va bene. So chi è Blaine... ma non ho nulla da dirti su di lui. Anzi si... non lo sopporto ok? Non fa altro che fare cose stupide. Mi lascia bigliettini, mi viene a trovare a casa, mi bacia... si preoccupa per me! E' una situazione irritante. Mi maledico ogni giorno per averlo rimorchiato allo Scandals. Pensavo fosse diverso... invece è solo un fastidioso rompiscatole.” disse Kurt tutto d'un fiato guardando fuori dal finestrino.

 

“ Lo fa perché magari è interessato a te...” azzardò l'amica.

 

“ Lo so. Ma il punto è che: io non sono minimamente interessato a lui e al suo bisogno di spargere amore nel mondo. Detto francamente spero di non vederlo mai più.” rispose il soprano con tono secco.

 

Rachel annuì anche se era totalmente in disaccordo con quello che aveva appena detto l'amico.

Doveva esserci dell'altro sotto...

Infatti Kurt nel rispondere in quel modo aveva dimostrato senso di inadeguatezza,di imbarazzo, di rifiuto... che erano comunque dei sentimenti.

 

Abbandonarono la macchina diretti verso le porte automatiche del centro commerciale.

 

**

La partita era stata avvincente ed ora stavano solamente in salone a discutere sulle tattiche e sugli schemi di gioco. Gli erano mancati quei pomeriggi di chiacchiere con suo padre.

 

La madre di Blaine arrivò dalla cucina portando uno spuntino, lo posò sul tavolo e abbandonò la stanza silenziosamente.

Non voleva disturbare quegli attimi. Sapeva che le discussioni sullo sport erano sacre per gli uomini della famiglia Anderson.

 

“ Abbiamo tutte le possibilità di vincere anche la prossima settimana.” disse Paul convinto mentre Blaine annuiva.

 

Ci fu un momento di silenzio e poi il riccioluto pensò che fosse arrivato il momento di chiarire alcune cose.

Perché era andato lì per quello e doveva farlo.

 

Si schiarì appena la voce mentre il padre afferrava un bicchiere con della limonata.

 

“Mamma!” chiamò Blaine a gran voce.

La donna si precipitò nella stanza curiosa e il figlio le fece cenno di mettersi seduta sul divano.

 

“Volevo scusarmi per tutto quello che è successo.” iniziò Blaine con lo sguardo basso.

 

“Tesoro non devi scusarti di nulla...” disse la madre.

 

“ Voglio farlo. Voglio chiarire la situazione... Mi è successa una cosa strana. E l'ho capito solo da pochi giorni... non so come ma per tutti questi anni mi sono ritrovato a fingere di essere una persona che non ero. Avevo paura, ero spaventato di dare voce a quello che sentivo veramente... e quindi la paura mi ha spinto a convincermi di essere etero. Io ero sicuro di esserlo anche se mi sentivo sempre non soddisfatto, non completo... difficilmente in pace con me stesso. Poi è successo quello che sapete alla Dalton e mi vergogno cosi tanto per come ho agito. Sebastian non è il massimo... ma all'inizio mi ha davvero ascoltato ed aiutato. Poi certo le cose ci sono sfuggite di mano. Mi dispiace se vi ho creato problemi o vi ho messo in imbarazzo. Non sarebbe mai dovuto succedere in questo modo... quindi perdonatemi. Sono terribilmente imbarazzato- ecco perché non riesco più a vivere sotto il vostro tetto.” rispose Blaine con tono incerto abbassando gli occhi.

 

“ Blaine. Va tutto bene... noi abbiamo capito. All'inizio ammetto di essere rimasta sconvolta... sai il preside della Dalton è stato molto esplicito su te e Sebastian e-e non ero pronta a sentire certe cose. Ma non c'entra nulla con il tuo orientamento sessuale tesoro... era per tutto il resto. Per l'atto inadeguato avvenuto a scuola... ma ora l'unica cosa che conta è averti qui. Non devi imbarazzarti noi-noi abbiamo capito vero Paul?” disse la donna toccando appena la spalla al marito.

 

“ Si-si è tutto sistemato figliolo. Ho reagito male perché ho pensato alle voci che sarebbero potute girare e che sono girate... ma poi ho capito quanto dovesse essere doloroso per te tutto questo e semplicemente mi sono rimproverato per essere stato un cattivo padre. Noi non ti abbiamo aiutato a capirti... ma ora possiamo ricominciare se vuoi. Tutta la faccenda è stata messa a tacere ma alla Dalton non vogliono riammetterti... però possiamo cercare qualche altra scuola qui a Westerville se vuoi.” concluse l'uomo in tono fiducioso.

 

“ Non posso credere di avere i genitori migliori del mondo e di aver aspettato cosi tanto per chiarire con voi... comunque non-non me la sento di tornare qui non ora... mi trovo davvero bene a Lima-con i nonni e poi... ho conosciuto delle persone che non voglio abbandonare... spero non sia un problema.” rispose Blaine sorridendo.

 

“ Non è un problema solo pensaci bene. Ma se vuoi rimanere a Lima per noi va bene...” affermò il padre deciso.

 

“Si è quello che voglio...ma ovviamente vi verrò a trovare ogni volta che potrò. Uh-ed ora allentiamo un po' la tensione!” disse il riccio ridacchiando nervoso.

 

“Non avevi motivo di essere nervoso... beh- Tesoro esco un po' per portare a spasso Cinnamon.” fece il padre di Blaine alla moglie.

 

La donna annuì mentre il marito si alzava tranquillo.

 

Poi disse al figlio curiosa “ Persone che non vuoi abbandonare?”

 

Blaine divenne subito agitato a quella domanda.

L'insinuazione della madre non era vera... ma sapeva cosa voleva insinuare.

 

“ Beh si ho conosciuto diverse persone a scuola... mi trovo bene.” disse il moro distogliendo lo sguardo dalla madre.

 

“ Blaine?... Non c'entra nulla quel Kurt?” domandò la donna che adorava stuzzicare il figlio.

 

“Oh mamma dai! Non c'entra assolutamente nulla Kurt. Ci ho parlato un paio di volte e non siamo neanche amici... davvero-quindi per il futuro evita di metterlo in mezzo!” fece Blaine leggermente irritato e sotto lo sguardo divertito della madre abbandonò il salone diretto in camera sua.

 

Il moro adorava la sua stanza. Era cosi semplice e lineare che si poteva definire normale. Ma a Blaine piaceva tantissimo perché era sua e rappresentava in pieno il suo carattere, il suo essere.

 

Si gettò sul letto e si rilassò all'istante. Allargò le braccia con fare pigro e decise di iniziare ad organizzare la serata.

 

Scrisse un messaggio comune da inviare a tutti i contatti dei Warblers.

Si sentiva al meglio e gli rimaneva solo di chiarire con i suoi amici.

 

Messaggio comune: Indovinate? Sono a Westerville! Quindi stasera ci vediamo e non voglio ricevere risposte negative! Solito posto, solito orario... fatemi sapere ok? :)”

 

Si mise a fissare la carta da parati della sua stanza, anche quella lo faceva sentire meglio. L'aria di casa lo rendeva piacevolmente ottimista.

 

Iniziò a leggere le risposte dei suoi amici, tutti accettarono entusiasti di vederlo. L'unico rifiuto arrivò da Sebastian.

 

Oh sei tornato all'ovile. Spiacente Blaine stasera non sarò dei vostri... ho altri progetti molto più allettanti.”

 

Quel messaggio mutò subito il suo stato di tranquillità.

Di quali progetti parlava? Si sentiva irrequieto perché Sebastian non rifiutava mai di vederlo almeno che non avesse davvero un ottimo motivo per farlo.

E gli venne in mente un unico motivo cosi forte da convincerlo a rimanere a Lima...

Kurt.

 

**

 

Stavano fermi davanti agli scaffali del negozio come in contemplazione.

Kurt sbuffava sonoramente mentre l'amica guardava i vestiti in modo febbrile.

 

“Rachel. E' un ora che facciamo avanti ed indietro dentro questo negozio... possibile che tu non abbia trovato nulla che ti soddisfi? E poi te l'ho detto a Finn non interessa nulla dei vestiti.” disse il soprano acidamente.

 

“E' solo che... devo trovare qualcosa di perfetto. Visto che come dici tu è uno che non si accorge di questi particolari... voglio trovare qualcosa che lo possa sorprendere davvero.” disse la ragazza prendendo in mano una stampella con un vestito pieno di paillettes.

 

“ Posalo immediatamente. Potresti andare alla fiera del cattivo gusto con quel vestito... senti ti dispiace se vado a farmi un giro nella parte maschile?” buttò là il soprano con tono casuale.

 

In realtà la sua attenzione era stata rapita dallo sguardo di un ragazzo che lo stava mangiando letteralmente con gli occhi.

Kurt non ci mise molto a rispondere a quello sguardo anche se il ragazzo non era cosi bello. Sembrava uno di quei nerd che vivevano nel loro piccolo mondo... ma lo incuriosiva il modo in cui lo guardava da sotto i suoi occhiali da vista.

 

“Ok... però rimani nei paraggi che potresti servirmi.” rispose l'amica troppo concentrata sul colore da privilegiare per il suo nuovo acquisto.

 

Kurt si avviò con passo veloce dall'altra parte del negozio.

E con un espressione sicura si mise a guardare tra i capi d'abbigliamento in cerca di qualcosa di fattibile.

Come era ovvio fu raggiunto quasi subito da quel ragazzo che con fare interessato controllava delle camicie.

 

Il soprano sentiva il suo sguardo sopra i suoi pantaloni.

Quel tizio lo stava fissando insistentemente.

 

Allora Kurt si girò di scatto e disse “ Ti piacciono i miei pantaloni?” sfiorandosi appena la gamba con un mano.

 

“ Sono particolari...dove li hai presi?” rispose quello leccandosi le labbra.

 

Il ragazzo dagli occhi celesti continuò a fare quel movimento ipnotico con la mano sopra le proprie gambe.

 

“Non li trovi qui... a dire il vero non li trovi da nessuna parte. Vuoi provarli? Non trovi che mi stiano benissimo?!” chiese il soprano provocatorio girandosi di schiena e mostrando quanto evidentemente fossero stretti nelle zone basse.

 

“ Non penso che a me possano stare cosi bene... ma farei di tutto per provarli.” rispose il ragazzo risistemandosi appena gli occhiali sul naso.

 

Kurt distese le labbra in un sorriso e con un espressone decisa prese il braccio del ragazzo e lo condusse verso la zona dei camerini.

 

Era stranamente tutto abbastanza tranquillo...quindi il soprano senza problemi, spinse il ragazzo dentro uno dei camerini e chiuse la tendina con vigore.

 

Lo spazio all'interno era tremendamente piccolo per entrambi ma la cosa non faceva altro che migliorare la situazione.

Kurt con fare famelico spinse il ragazzo con la schiena addosso al grande specchio e iniziò a leccargli il collo.

Cosparse la pelle del ragazzo di morsi più o meno violenti... ma sentiva i gemiti sommessi dell'altro quindi poteva ritenersi soddisfatto.

 

Gli morse piano un orecchio sussurrandogli “L'hai mai fatto in un camerino?”

L'altro fu scosso da brividi violenti perché quella voce era estremamente calda e sensuale.

 

E rispose mentre portava una mano ad accarezzare i fianchi del soprano “ N-no...”

 

Il soprano sorrise divertito e prese la mano del nerd portandosela nel mezzo delle gambe. Era già lievemente eccitato e si poteva sentire bene attraverso la stoffa dei pantaloni... “Puoi fare qualcosa per me?” sussurrò mentre si avvicinava con il bacino verso l'altro.

 

Il ragazzo mugugno qualcosa mentre il soprano era intento ad alzargli la maglietta e ad accarezzargli la pelle del petto, soffermandosi a torturare appena i capezzoli.

 

“Ti puoi rendere utile-uhm-come ti chiami?” domandò Kurt mentre l'altro aveva introdotto una mano nei suoi pantaloni e lo stava massaggiando da sopra i boxer.

 

Il nerd non era abituato a tutto ciò, per lui era fin troppo eccitante una situazione del genere... e a fatica riuscì a tirare fuori il suo nome.

 

“Io-m-mi-chiamo... oddio la tua lingua-mi chiamo-B-blaine.” rispose il ragazzo tra un sospiro e l'altro.

 

Kurt spalancò gli occhi e si allontanò all'istante dal collo di quello.

Doveva aver sentito male... non poteva essere. Aveva passato una vita senza conoscere nessun Blaine ed ora dopo l'arrivo di quel riccio da strapazzo ne aveva appena conosciuto un altro.

No. Non poteva continuare... quel nome era sbagliato. Tutto era sbagliato.

 

“Scusa?” chiese il soprano allarmato.

 

“Mi chiamo Blaine... ma perché ti sei fermato?” domandò l'altro confuso.

 

“Ho dei problemi con il tuo nome mi dispiace. La cosa finisce qui ok?” disse il soprano ricomponendosi e facendo per abbandonare il camerino.

 

“Come puoi avere dei problemi con un nome?” domandò quello afferrandolo per una mano.

 

“Senti lasciami stare! Non posso pensare a questo-Io non-posso... tu e il tuo nome del cavolo. Non capisci- è una tortura più lo allontano e più ritorna- è ridicolo! Odio il tuo nome!” sbottò Kurt aprendo il camerino ed uscendo.

 

Che fosse un qualche segno del destino?

Blaine. Quante persone potevano esserci con quel ridicolo nome?

Decise di non volerlo sapere... dato che già il Blaine di sua conoscenza gli stava creando tutti quei problemi.

 

Trovò Rachel poco più in là.

 

“Finalmente ma dove eri?” domandò lei preoccupata.

 

“A provarmi delle cose- senti devo andare.” rispose Kurt deciso.

 

“Ma cosa è successo? Sembri sconvolto!” fece l'amica avvicinandosi.

 

Oddio sembrava sconvolto. La cosa non andava affatto bene.

Quel ridicolo Blaine e tutte le implicazioni collegate a lui e alla sua promessa di farlo cambiare lo stavano scuotendo. Sconvolgendo.

Non doveva essere cosi. Continuava a ripetersi che si, erano sentimenti di rifiuto e di repulsione ma quel ridicolo riccio stava facendo troppo spesso capolino nella sua quotidianità.

La cosa andava sistemata e subito...

 

“Niente davvero... devo andare.” fece Kurt facendo per andarsene.

 

“Ti posso chiamare dopo?” chiese Rachel prendendo per un braccio l'amico.

 

“Dopo? no-no vado allo Scandals dopo.” disse deciso Kurt e si allontanò dall'amica salutandola con la mano.

 

A Rachel sembrava incredibile il cambiamento avuto da Kurt nel giro di pochissimo tempo. Era come se fosse scappato da qualcosa più in fretta che potesse.

 

**

 

Blaine non aveva avuto il coraggio di rispondere a Sebastian per avere spiegazioni in merito ai suoi progetti. Anche perché infondo non ne aveva alcun diritto.

Kurt non gli apparteneva in nessun modo.

 

Si ritrovò ancora a fissare quel numero di telefono.

Avrebbe voluto dirgli di resistere e che le cose si sarebbero sistemate.

Avrebbe voluto consigliargli di evitare di andare con tipi poco raccomandabili come Sebastian.

Ed avrebbe voluto confessargli che lui voleva solo essergli amico ed aiutarlo.

Ma non poteva, proprio non poteva.

Perché tutto questo suo interessamento era del tutto ingiustificato.

Lanciò il cellulare sul letto e scese di sotto per la cena.

 

Prima di uscire quella sera fece visita nella sua stanza Cooper.

 

“Blaine, posso?” disse il fratello facendo capolino dalla porta.

 

Il riccioluto annuì deciso mentre si lisciava una maglietta sul petto davanti allo specchio.

 

“ So che devi uscire quindi sarò breve. Volevo dirti che veramente non ho nessuna intenzione di controllarti o metterti pressioni addosso o cose del genere. La verità è che anche io ho bisogno di cambiare aria... quindi il liceo di Lima mi è sembrato il più adatto.” affermo il più grande stando fermo al centro della camera.

 

“Non c'è problema Coop. Mi dispiace per essermi arrabbiato in quel modo l'altro giorno ma era una situazione particolare... ora che ho sistemato le cose posso solo farti gli auguri per il tuo nuovo lavoro.” rispose Blaine guardando il fratello dallo specchio.

 

“Grazie Blainey... è importante per me avere il tuo supporto. Allora beh buona serata!” disse il fratello dandogli una pacca sulla spalla e abbandonando la stanza.

 

**

 

Qualche ora più tardi al pub, mentre il riccioluto si stava sfidando a colpi di freccette con i Warblers e stavano per iniziare lo spareggio tra chi avesse fatto il punteggio più alto, la sua attenzione fu richiamata da Thad.

 

“Blaaaaine ti è arrivato un sms!” gli urlò il ragazzo che era rimasto al tavolo a bere qualcosa.

 

“Ragazzi aspettatemi! Prima di iniziare questa manche corro un secondo a controllare il telefono, ok?!” disse il moro correndo verso il tavolo.

 

“ Oh non affrettarti tanto la vittoria sarà mia!” gli rispose Jeff alterando appositamente il suo tono di voce per rendere la frase solenne.

 

“Certo certo basta che ci credi!” disse Blaine divertito mentre stava per leggere il messaggio.

 

Era Sebastian:

 

Facciamo un gioco Anderson. Vediamo se riesci ad indovinare chi sta leccando una cannuccia con fare malizioso davanti ai miei occhi : Camicetta celeste lasciata leggermente aperta sul collo, sciarpa di McQueen con dei teschi stampati, pantaloni che lasciano davvero difficile non fantasticare sulle forme perfette di quel sedere, stivali neri alti ed aria di chi non vede l'ora di essere scopato. Ti viene in mente qualcuno? Divertiti a Westerville!”

 

Si mise seduto mentre rileggeva quelle parole.

Lo colpì un incredibile senso di vuoto allo stomaco e non poteva farci nulla.

A sconvolgerlo era il non poter agire, il non avere il diritto di fare qualcosa, il sentirsi impotente verso qualcuno che non voleva vederlo.

 

Probabilmente Jeff aveva ragione. Perché in quel momento aveva voglia di tutto tranne che di vincere ad uno stupido gioco con le freccette.


**************
Uh allora prima di scrivere questo capitolo mi ero fatta una scaletta delle cose che avrei dovuto trattare ed invece alla fine mi era venuto già troppo lungo! per cui il resto ovviamente verrà trattato nel prossimo capitolo xD


Mi è sembrato di aver scritto parecchie cose su Blaine. Era necessario per portare avanti la maturazione della sua persona ;)
La prima parte può sembrare inutile ma non lo è... perché fa vedere come finalmente Blaine si dimostri orgoglioso di essere se stesso.
Tutta la parte di Blaine a casa dei genitori era davvero importante per rimettere insieme i pezzi della vita del riccio.
Ha il numero di Kurt e lo ha preso da Finn ma ovviamente non avrebbe dovuto chiederlo... è sempre molto tentato di contattare il soprano ma semplicemente sa di non potere farlo.
Capitolo di chiarimenti xD quindi si, chiarisce anche con Cooper e mentre sta allegramente giocando a freccette gli arriva un sms di Sebastian che gli rovina la serata!

Kurt in questo capitolo è rinato. Esternamente è tornato quello di sempre... ma non sta realmente bene. Non parla ancora con il padre e continua ad avere degli incubi.
La scena Hummelberry *-* io adoro loro due insieme! Rachel cerca di parlare con Kurt, di farlo sfogare ma come al solito l'altro è molto restio al riguardo.
E addirittura si innervosisce quando si parla di Blaine ;)  La scena nel camerino è xD Kurt ha reagito in modo esagerato con quel povero ragazzo... ma sentire il nome Blaine gli ha fatto cambiare completamente l'umore. Vuole allontanarlo.... e invece ci si mette anche il destino a farli avvicinare!
Nell'ultima scena come previsto si capisce che Kurt è allo Scandals ed è intenzionato a divertirsi molto.

Ok credo sia un capitolo contorto vero? Spero sia stato comunque di vostro gradimento.
Grazie a tutti quelli che leggeranno e recensiranno!
L'ultimo capitolo lo avete recensito in tanti per i miei standard e sono stata davvero felice *-*
Alla prossima! PS: Io e i titoli abbiamo un rapporto complicato xD


 

   
 
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