Ricordi di una rosa
La pioggia iniziò a cadere lenta, nonostante i tuoni si facessero
sentire con forza ed i lampi illuminassero il cielo a giorno. Diverse gocce
scesero fredde e lente sul viso giovane di colei che silenziosa sedeva
sull’altalena dinnanzi al lago. L’aria era pervasa dal ritmico suono
dell’acqua che lasciava lunghe scie
sulla sua pelle diafana.
“E' stato meglio lasciarci che non
esserci mai incontrati” mormorò dolcemente rivolta alla natura che la
circondava, come se fosse un tenero amante, mentre i tenui ricordi della sua
vita le passavano dinnanzi alle iridi azzurre. Aveva amato quel mondo in cui
era nata ed aveva sofferto con lui i cambiamenti che l’uomo vi aveva apportato
forzatamente. Aveva adorato ogni singolo fiore, albero e foglia a cui aveva
donato la linfa vitale di cui era portatrice. Gl’animali l’accoglievano con
gioia così come i contadini la festeggiavano quando portava gl’acquazzoni nelle
afose giornate d’estate. Cerere, la chiamavano spesso, dea della terra e delle
messi, ma lei invece era solo una fata che faceva ciò per cui era venuta al
mondo... Il terreno iniziava a bagnarsi liberando attorno a lei l’acre odore di
foglie secche e di terra inumidita. Sul viso dello spirito si aprì un tenue
sorriso d’autunno. E così sarebbe finita, com’era iniziata, sotto un cielo
plumbeo e carico di pioggia, pioggia rinnovatrice. I vivaci colori, rossi e
ori, iniziavano a sbiadire dinnanzi ad i suoi occhi, mentre la sua vita
millenaria stava giungendo al termine, avvolta nella fragranza di nuovo che
l’acqua portava con se, quell’essenza così familiare che per prima l’aveva
accolta quando era venuta alla luce. Una
saetta cadde esattamente al centro del lago ed il sorriso le si accentuò,
mentre il brontolio del tuono scuoteva le radice della terra. Lasciando l’altalena,
la fata si diresse al limitare del lago, ove un unico bocciolo di rosa ancora
resisteva alle grinfie dell’inverno. Socchiudendo gli occhi la donna alzò le
mani al cielo e raccolte tutte le proprie energie le fece correre in quell’unica
goccia che dolcemente fece scivolare all’interno del bocciolo. Ora poteva
davvero andare, la bambina che sarebbe nata da quel fiore avrebbe continuato il
suo operato, avvolta dai mille profumi che la pioggia evocava . Avvicinandosi un
poco alla rosa purpurea che si stava schiudendo la magica creatura si scompose
in mille goccioline che andarono a bagnare il dolce visetto della neonata,
lasciandole così l’eredità dei suoi poteri e dei ricordi delle ere passate.
Piccola
eterea della pioggia dalle innumerevoli essenze, sorridi alla vita e fai
sognare questo mondo che di te ha un immenso bisogno.
È stato molto emozionante
partecipare a questo contest e di certo non mi aspettavo di arrivare quinta!
*___* Spero che la fan vi piaccia... e vi emozioni... Volevo fare un
ringraziamento particolare alla giudice Ria-chan per
aver letto e giudicato ed inoltre volevo dedicare la storia a Elloinilbardo... grazie amore che mi sostieni e credi in me
quando vado in crisi!
Bacioni a tutti! :-*