Bentrovati carissimi di EFP.
Come potete vedere sto cercando
di mantenere le scadenze, anche se ancora siamo solo al secondo capitolo e
quindi è ancora presto per testare la mia coerenza, ma sono abbastanza
fiduciosa.
Non ho molto da dirvi ma passerò
ai ringraziamenti e alle risposte alle recensioni a fine pagina.
Buona lettura.
Viola.
˜
23 Giugno 1995, h. 17:00
Ero ancora dubbiosa circa le intenzioni dei miei compagni,
ma se già partivo con l’idea di non sentir ragioni, che ci facevo lì?
Ad essere sincera, la missiva di Nott mi aveva instillato
uno strano senso di agitazione e curiosità: cosa poteva volere da me un tipo
simile?
La lettera era stata poco chiara circa le loro intenzioni,
anzi non lo era stata affatto e questo era un atteggiamento che non potevo
sopportare; com’è che si dice? La curiosità è donna? Mai parole furono più
vere!
Quel maledetto mi aveva giocato davvero un pessimo tiro e
Blaise lo aveva aiutato ampiamente: solo le persone a me più vicine conoscevano
questo mio lato testardo e bramoso di conoscenza e non quella che cercava
quella schifosa Mudblood della Granger; no, io volevo sapere tutto quello che
riguardava gli altri: i più piccoli dettagli, le sciocchezze e gli avvenimenti
importanti, qualunque cosa mi permettesse di essere sempre in una posizione di
vantaggio rispetto a loro.
Mia madre mi aveva insegnato che nulla ti viene regalato, è
solo conquistando il potere che si può arrivare in alto e vivere nella
ricchezza.
Avevo fatto tesoro delle sue lezioni di vita e ci avevo
lavorato sopra strenuamente per arrivare a un buon risultato; quello era uno di
quei momenti in cui dovevo mettere in pratica il frutto del mio duro lavoro.
Mi accomodai al tavolo circolare dove erano seduti,
slacciandomi il mantello e ponendolo insieme alla borsa sullo schienale della
sedia; accavallai le gambe e mi misi comoda, intrecciando le mani sopra il
tavolo e rivolgendo ai due un sorriso finto quanto la plastica.
“Dunque, cosa potete volere da me?” la mia domanda era
velata d’ironia, ma il mio sguardo era freddo.
“Mi sembra che l’ultima volta che ci siamo parlati mi avete
ripudiata velocemente, dandomi della stronza e della poco di buono.”
Come inizio non era affatto male: dovevano capire da subito
chi conduceva il dialogo e loro certamente non erano nella posizione per
opporsi ai miei commenti acidi e alle frecciatine velenose.
Blaise assunse subito la sua aria da cane bastonato o da
cucciolo innocente e bisognoso di cure, come diceva lui; Nott semplicemente se
ne fregava e cercava di farsi notare dal cameriere scoccandogli occhiate truci.
“Vedi Pansy,” cominciò il mio ex migliore amico, “ non
sappiamo bene cosa ci sia preso: Malfoy ci ha raccontato la sua versione dei
fatti e noi, come dei tassi, ci siamo caduti in pieno.” Ovviamente aveva cercato
di usare il suo tono più contrito e deferente del suo vastissimo repertorio da
serpe, ma dovevo riconoscergli che era realmente dispiaciuto.
“Quindi?” lo esortai piuttosto spazientita: pretendevo delle
scuse e le volevo subito!
“Quindi questo imbecille ha ben pensato di farmi scrivere
una lettera per te con l’intenzione di darci appuntamento qua.” Il tono
infastidito di Nott mi convinse a dedicargli una lunga occhiata perplessa e
schifata; come si permetteva quel cretino di dare dell’imbecille a Blaise?
“Nessuno ti ha interpellato Nott, quindi chiudi quel
calderone e fatti gli affari tuoi!” lo ripresi subito, in modo che capisse che
non gradivo nessun tipo di intromissione da parte sua.
“Zabini, ti ho fatto una domanda, vedi di rispondermi,
perché sto perdendo la pazienza…” gli lasciai intendere che non avrei sprecato
un momento di più con loro se non avessi ottenuto quello che volevo.
Nott mi fulminò sul posto ma lo ignorai apertamente,
rivolgendomi solo a Blaise.
“Pansy…” uno sguardo triste affliggeva il bel viso del mio
carissimo Blaise e, sospirando rassegnato, mi fissò dritta degli occhi;
“Scusami Pansy, non volevo farti del male, ma in quel momento la parlantina più
che convincente di Malfoy mi aveva del tutto accecato. Ti prego, perdonami…” lo
disse così piano che pensai di essermelo immaginato.
Sentivo gli occhi che mi pizzicavano, talmente tanto da
farmi voltare il capo di lato e farmi asciugare le lacrime; come potevo non
perdonarlo?
Dopo la mia rottura con Draco, all’inizio del quarto anno,
era stato Blaise a starmi vicino e ad evitare che venissi ripudiata da tutta
Slytherin; con la sua dolcezza e le sue battute pungenti mi aveva sostenuta;
c’era sempre, sempre; ed ora che lui aveva fatto un errore, uno sbaglio che mi
aveva profondamente ferita, mi chiedeva di tornare da lui comunque.
Sapevo che soffriva per la sua cavolata momentanea e sapevo
che non si sarebbe mai perdonato se gli avessi detto di no.
Sorridendo contro volontà, mi alzai e mi buttai su di lui,
stringendogli le braccia al collo.
“Ma certo che ti perdono, stupido che non sei altro…” lo
mormorai vicino al suo orecchio, in modo che Nott non potesse sentirlo.
Non potevo ancora credere di essere riuscita a ritrovare il
mio migliore amico.
“Bene, ora che avete finito la vostra toccante
riappacificazione, posso andarmene? Blaise, ancora non capisco perché diavolo
tu mi abbia trascinato qui!” ovviamente il caro Nott non poteva starsene zitto
per sempre, oh no, doveva a tutti costi ricordarci la sua inutile presenza.
Sentii il mio migliore amico ridere sotto i baffi mentre io,
sbuffando vistosamente, mi girai per dirgliene quattro a quel rompiscatole.
“Nott nessuno ti chiede di rimanere qua, quindi sei invitato
a levarti dalle scatole!” e chi lo tratteneva lì? Io no di certo!
Lo vidi guardarmi male, molto male, probabilmente avrebbe
potuto cruciarmi con lo sguardo se fosse stato possibile; conoscevo bene quel
cipiglio arrabbiato, lo avevo visto talmente tante volte così da averne quasi
la nausea; era pronto a dar battaglia.
Mi sistemai meglio sulla mia nuova “sedia”, accomodandomi sulle
ginocchia di Blaise e, voltandomi
leggermente verso Nott, ghignai divertita.
“Parkinson, è solo merito mio se tu e quell’idiota di Zabini
vi siete riuniti, quindi vedi di stare zitta e chiudere una volta per tutte
quella fogna che ti ritrovi per bocca!” eccolo, lui e la sua finezza, erano
partiti in quarta.
Generalmente Nott era un ragazzo silenzioso e freddo nei
confronti della stragrande maggioranza delle persone, ma io avevo il dono di
farlo incavolare alla velocità di uno schiantesimo.
L’odio viscerale che correva tra noi era quasi visibile e
non perdevamo occasione per insultarci e farci scherzi stupidi; un paio di
volte eravamo anche arrivati a metter mano alle bacchette!
Ormai ero più che abituata alle sue sparate, che mi
lasciavano del tutto indifferente, ma litigarci era sempre un buon metodo per
scaricare la tensione o lo stress.
“E chi diavolo te l’ha chiesto?! Non sono certo stata io a
mandarti una lettera, non sono certo stata io a cercarti per farti risolvere
con il tuo migliore amico,” una piccola pausa e poi il colpo finale “ non sono
certo stata io a preoccuparmi per te.” la sua espressione di quel momento non
la scorderò mai per tutta la vita; il viso rosso e gli occhi che sembravano volermi
incenerire lì sul posto erano uno spettacolo indimenticabile.
Non disse nulla, si alzò inferocito e marciò dritto verso il
camino, buttandocisi dentro e scomparendo poco dopo.
Quando se ne fu andato mi lascia andare ad un risata
leggera, liberatoria; anche Blaise, dapprima rassegnato ai nostri soliti
spettacolini, mi seguì nella mia risata.
Mi era mancato tutto quello: i battibecchi con Nott, le
cavolate con Blaise.
Il resto del tempo lo trascorremmo a raccontarci quello che
avevamo fatto durante quel primo periodo di vacanze e come avremmo trascorso il
resto dell’estate: alla fine di tutto Blaise mi invitò ad andare con lui in
Italia, dicendo che doveva farsi perdonare per il suo comportamento e che
doveva raccontarmi cosa gli aveva detto Draco.
Accettai con felicità la sua proposta e, dopo avergli posato
un bacio sulla guancia, scomparvi anch’io tra i fumi verdi del camino del Leaky
Caludron .
Quando riaprì gli occhi, sorridevo raggiante, entusiasta di
quello che mi aspettava; corsi subito da mia madre per avere il suo permesso e
infine da mio padre per la conferma definitiva; poi, saltellando gioiosa come
una stupida tassa, andai dritto in camera mia, cominciando a riempire il baule
da viaggio.
Ad essere sincera, Blaise aveva sempre avuto un certo
ascendente su di me ed io me ne ero infatuata come una ragazzina, quindi volevo
sfruttare quell’occasione per dichiararmi una volta per tutte.
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Se devo essere sincera, questo
capitolo mi è uscito un po’ noioso e, anche cercando di sistemarlo, questa
rimaneva comunque la forma meno banale e soporifera.
Sto già lavorando al terzo e per
ora è decisamente meglio di questo.
Passiamo adesso ai
ringraziamenti:
Per chi ha inserito la storia
tra le preferite: Giu_Foxy (lei è di parte)
Per chi ha inserito la storia
tra le ricordate: gaiac88 e Raindrops_
Ed infine, per chi ha recensito
la storia: fantasyhappy
Un pensiero speciale va alla mia
fantastica beta: Giu_Foxy
Un bacio e un abbraccio.
Viola.