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Autore: Violet_Viper    02/04/2012    0 recensioni
Lo sguardo glaciale che rivolse al ragazzo non aveva pari, poiché esprimeva tutto il suo disprezzo e l’odio che provava per lui; senza perdere ulteriore tempo decise di liquidarlo velocemente, per tornare a concentrarsi sul suo tema di pozioni.
“E di grazia, cosa diavolo vorresti da me Nott?”
“Da te proprio niente, avevo bisogno di parlare con Malfoy e immaginavo che tu potessi sapere dove si trovi, ma evidentemente sei inutile come sempre.” il ghigno che riservò alla ragazza era più che eloquente e, senza degnarla più d’attenzione, con strafottenza se ne andò.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Secondo capitolo

Bentrovati carissimi di EFP.

Come potete vedere sto cercando di mantenere le scadenze, anche se ancora siamo solo al secondo capitolo e quindi è ancora presto per testare la mia coerenza, ma sono abbastanza fiduciosa.

Non ho molto da dirvi ma passerò ai ringraziamenti e alle risposte alle recensioni a fine pagina.

Buona lettura.

Viola.

 

˜

 

23 Giugno 1995, h. 17:00

 

Ero ancora dubbiosa circa le intenzioni dei miei compagni, ma se già partivo con l’idea di non sentir ragioni, che ci facevo lì?

Ad essere sincera, la missiva di Nott mi aveva instillato uno strano senso di agitazione e curiosità: cosa poteva volere da me un tipo simile?

La lettera era stata poco chiara circa le loro intenzioni, anzi non lo era stata affatto e questo era un atteggiamento che non potevo sopportare; com’è che si dice? La curiosità è donna? Mai parole furono più vere!

Quel maledetto mi aveva giocato davvero un pessimo tiro e Blaise lo aveva aiutato ampiamente: solo le persone a me più vicine conoscevano questo mio lato testardo e bramoso di conoscenza e non quella che cercava quella schifosa Mudblood della Granger; no, io volevo sapere tutto quello che riguardava gli altri: i più piccoli dettagli, le sciocchezze e gli avvenimenti importanti, qualunque cosa mi permettesse di essere sempre in una posizione di vantaggio rispetto a loro.

Mia madre mi aveva insegnato che nulla ti viene regalato, è solo conquistando il potere che si può arrivare in alto e vivere nella ricchezza.

Avevo fatto tesoro delle sue lezioni di vita e ci avevo lavorato sopra strenuamente per arrivare a un buon risultato; quello era uno di quei momenti in cui dovevo mettere in pratica il frutto del mio duro lavoro.

Mi accomodai al tavolo circolare dove erano seduti, slacciandomi il mantello e ponendolo insieme alla borsa sullo schienale della sedia; accavallai le gambe e mi misi comoda, intrecciando le mani sopra il tavolo e rivolgendo ai due un sorriso finto quanto la plastica.

“Dunque, cosa potete volere da me?” la mia domanda era velata d’ironia, ma il mio sguardo era freddo.

“Mi sembra che l’ultima volta che ci siamo parlati mi avete ripudiata velocemente, dandomi della stronza e della poco di buono.”

Come inizio non era affatto male: dovevano capire da subito chi conduceva il dialogo e loro certamente non erano nella posizione per opporsi ai miei commenti acidi e alle frecciatine velenose.

Blaise assunse subito la sua aria da cane bastonato o da cucciolo innocente e bisognoso di cure, come diceva lui; Nott semplicemente se ne fregava e cercava di farsi notare dal cameriere scoccandogli occhiate truci.

“Vedi Pansy,” cominciò il mio ex migliore amico, “ non sappiamo bene cosa ci sia preso: Malfoy ci ha raccontato la sua versione dei fatti e noi, come dei tassi, ci siamo caduti in pieno.” Ovviamente aveva cercato di usare il suo tono più contrito e deferente del suo vastissimo repertorio da serpe, ma dovevo riconoscergli che era realmente dispiaciuto.

“Quindi?” lo esortai piuttosto spazientita: pretendevo delle scuse e le volevo subito!

“Quindi questo imbecille ha ben pensato di farmi scrivere una lettera per te con l’intenzione di darci appuntamento qua.” Il tono infastidito di Nott mi convinse a dedicargli una lunga occhiata perplessa e schifata; come si permetteva quel cretino di dare dell’imbecille a Blaise?

“Nessuno ti ha interpellato Nott, quindi chiudi quel calderone e fatti gli affari tuoi!” lo ripresi subito, in modo che capisse che non gradivo nessun tipo di intromissione da parte sua.

“Zabini, ti ho fatto una domanda, vedi di rispondermi, perché sto perdendo la pazienza…” gli lasciai intendere che non avrei sprecato un momento di più con loro se non avessi ottenuto quello che volevo.

Nott mi fulminò sul posto ma lo ignorai apertamente, rivolgendomi solo a Blaise.

“Pansy…” uno sguardo triste affliggeva il bel viso del mio carissimo Blaise e, sospirando rassegnato, mi fissò dritta degli occhi; “Scusami Pansy, non volevo farti del male, ma in quel momento la parlantina più che convincente di Malfoy mi aveva del tutto accecato. Ti prego, perdonami…” lo disse così piano che pensai di essermelo immaginato.

Sentivo gli occhi che mi pizzicavano, talmente tanto da farmi voltare il capo di lato e farmi asciugare le lacrime; come potevo non perdonarlo?

Dopo la mia rottura con Draco, all’inizio del quarto anno, era stato Blaise a starmi vicino e ad evitare che venissi ripudiata da tutta Slytherin; con la sua dolcezza e le sue battute pungenti mi aveva sostenuta; c’era sempre, sempre; ed ora che lui aveva fatto un errore, uno sbaglio che mi aveva profondamente ferita, mi chiedeva di tornare da lui comunque.

Sapevo che soffriva per la sua cavolata momentanea e sapevo che non si sarebbe mai perdonato se gli avessi detto di no.

Sorridendo contro volontà, mi alzai e mi buttai su di lui, stringendogli le braccia al collo.

“Ma certo che ti perdono, stupido che non sei altro…” lo mormorai vicino al suo orecchio, in modo che Nott non potesse sentirlo.

Non potevo ancora credere di essere riuscita a ritrovare il mio migliore amico.

“Bene, ora che avete finito la vostra toccante riappacificazione, posso andarmene? Blaise, ancora non capisco perché diavolo tu mi abbia trascinato qui!” ovviamente il caro Nott non poteva starsene zitto per sempre, oh no, doveva a tutti costi ricordarci la sua inutile presenza.

Sentii il mio migliore amico ridere sotto i baffi mentre io, sbuffando vistosamente, mi girai per dirgliene quattro a quel rompiscatole.

“Nott nessuno ti chiede di rimanere qua, quindi sei invitato a levarti dalle scatole!” e chi lo tratteneva lì? Io no di certo!

Lo vidi guardarmi male, molto male, probabilmente avrebbe potuto cruciarmi con lo sguardo se fosse stato possibile; conoscevo bene quel cipiglio arrabbiato, lo avevo visto talmente tante volte così da averne quasi la nausea; era pronto a dar battaglia.

Mi sistemai meglio sulla mia nuova “sedia”, accomodandomi sulle ginocchia di Blaise e, voltandomi  leggermente verso Nott, ghignai divertita.

“Parkinson, è solo merito mio se tu e quell’idiota di Zabini vi siete riuniti, quindi vedi di stare zitta e chiudere una volta per tutte quella fogna che ti ritrovi per bocca!” eccolo, lui e la sua finezza, erano partiti in quarta.

Generalmente Nott era un ragazzo silenzioso e freddo nei confronti della stragrande maggioranza delle persone, ma io avevo il dono di farlo incavolare alla velocità di uno schiantesimo.

L’odio viscerale che correva tra noi era quasi visibile e non perdevamo occasione per insultarci e farci scherzi stupidi; un paio di volte eravamo anche arrivati a metter mano alle bacchette!

Ormai ero più che abituata alle sue sparate, che mi lasciavano del tutto indifferente, ma litigarci era sempre un buon metodo per scaricare la tensione o lo stress.

“E chi diavolo te l’ha chiesto?! Non sono certo stata io a mandarti una lettera, non sono certo stata io a cercarti per farti risolvere con il tuo migliore amico,” una piccola pausa e poi il colpo finale “ non sono certo stata io a preoccuparmi per te.” la sua espressione di quel momento non la scorderò mai per tutta la vita; il viso rosso e gli occhi che sembravano volermi incenerire lì sul posto erano uno spettacolo indimenticabile.

Non disse nulla, si alzò inferocito e marciò dritto verso il camino, buttandocisi dentro e scomparendo poco dopo.

Quando se ne fu andato mi lascia andare ad un risata leggera, liberatoria; anche Blaise, dapprima rassegnato ai nostri soliti spettacolini, mi seguì nella mia risata.

Mi era mancato tutto quello: i battibecchi con Nott, le cavolate con Blaise.

Il resto del tempo lo trascorremmo a raccontarci quello che avevamo fatto durante quel primo periodo di vacanze e come avremmo trascorso il resto dell’estate: alla fine di tutto Blaise mi invitò ad andare con lui in Italia, dicendo che doveva farsi perdonare per il suo comportamento e che doveva raccontarmi cosa gli aveva detto Draco.

Accettai con felicità la sua proposta e, dopo avergli posato un bacio sulla guancia, scomparvi anch’io tra i fumi verdi del camino del Leaky Caludron .

Quando riaprì gli occhi, sorridevo raggiante, entusiasta di quello che mi aspettava; corsi subito da mia madre per avere il suo permesso e infine da mio padre per la conferma definitiva; poi, saltellando gioiosa come una stupida tassa, andai dritto in camera mia, cominciando a riempire il baule da viaggio.

Ad essere sincera, Blaise aveva sempre avuto un certo ascendente su di me ed io me ne ero infatuata come una ragazzina, quindi volevo sfruttare quell’occasione per dichiararmi una volta per tutte.

 

˜

 

Se devo essere sincera, questo capitolo mi è uscito un po’ noioso e, anche cercando di sistemarlo, questa rimaneva comunque la forma meno banale e soporifera.

Sto già lavorando al terzo e per ora è decisamente meglio di questo.

Passiamo adesso ai ringraziamenti:

Per chi ha inserito la storia tra le preferite: Giu_Foxy (lei è di parte)

Per chi ha inserito la storia tra le ricordate: gaiac88 e Raindrops_

Ed infine, per chi ha recensito la storia: fantasyhappy

Un pensiero speciale va alla mia fantastica beta: Giu_Foxy

Un bacio e un abbraccio.

Viola.

  
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