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Autore: almeisan_    02/04/2012    2 recensioni
[Quarta classificata al contest Se esprimi un desiderio...fa’ attenzione! indetto da Lalani sul forum di EFP e vincitrice dell'Oscar alla miglior attrice (Premio al Miglior Personaggio Femminile) ]
Dal testo:
La rigidezza dell’inverno inglese si era acuita maggiormente quell’anno, come se persino la natura fosse a conoscenza dell’imminente guerra che si sarebbe intrapresa pochi mesi dopo. In Cornovaglia, la regione più mite dell’intero Regno Unito, quell’inclemenza ineluttabile era cagione di un malessere maggiore, soprattutto nel maniero della famiglia Malfoy. Gli occhi color del ghiaccio di Narcissa vagavano perennemente alla ricerca di qualcosa di cui neanche loro erano a conoscenza, forse solo per mitigare quell’ansietà del cuore che l’aveva colpita da quando aveva visto nuovamente sua sorella.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Narcissa Malfoy, Rodolphus Lestrange
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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Autore: almeisan_
Titolo della fic: True love is wrong
Tipologia della fic: One-shot (2577 parole senza la citazione)
Pacchetto scelto: Il raiting deve essere o giallo o arancione. Devi ispirarti alla canzone, o almeno ad uno dei suoi versi--->Set fire to the rain by Adele
Personaggi principali: Narcissa Malfoy, Rodolphus Lestrange
Genere: Introspettivo, Sentimentale
Avvertimenti: One-shot, Songfic, Lime
Rating: Giallo
Note dell’autore: Ho poche note per questa shot. È ambientata nel quinto libro, quando i Mangiamorte sono fuggiti da Azkaban. Il flashback, invece, è ambientato la notte prima che Rodolphus, Bellatrix, Rabastan e Barty venissero incarcerati. Mi sono ispirata alla prima strofa di Set fire to the rain e per tutta la storia ho inserito dei piccoli elementi che rimandano al senso della canzone. Credo di non aver altro da dire se non buona lettura.



I let it fall, my heart,
And as it fell you also claim it.
It was dark and I was all right,
Until you kissed my lips and you saved me.
My hands they’re strong, but my knees were far too weak,
Stand in your arms without fall into your feet,

Set fire to the rain, Adele


La rigidezza dell’inverno inglese si era acuita maggiormente quell’anno, come se persino la natura fosse a conoscenza dell’imminente guerra che si sarebbe intrapresa pochi mesi dopo. In Cornovaglia, la regione più mite dell’intero Regno Unito, quell’inclemenza ineluttabile era cagione di un malessere maggiore, soprattutto nel maniero della famiglia Malfoy. Gli occhi color del ghiaccio di Narcissa vagavano perennemente alla ricerca di qualcosa di cui neanche loro erano a conoscenza, forse solo per mitigare quell’ansietà del cuore che l’aveva colpita da quando aveva visto nuovamente sua sorella. In quei tredici interminabili anni Narcissa non aveva mai richiesto di poter rivederla ad Azkaban. Non aveva mai desiderato introdursi in quella tetra prigione che stava lentamente conducendo alla pazzia Bellatrix e Sirius. Non ne aveva la forza. Era sempre stata considerata, in primo luogo dai suoi genitori, una fanciulla obbediente, calma e docile ed ella ben sapeva che era stato questo suo particolare carattere a indurre Lucius a chiedere la sua mano. Non avrebbe mai macchiato la sua reputazione, nemmeno per la sua famiglia di origine. Era una Malfoy, non più una Black. Il suo cognome doveva rimanere immacolato così come il suo caro figlio. Draco non avrebbe mai dovuto conoscere la sorte che attendeva i malvagi perché Narcissa l’avrebbe tenuto lontano da essa. Sarebbe divenuto un uomo nobile e giusto, un grande oratore, come suo padre, ma anche legato alla sua famiglia, come lei. Nel ripensare a quei momenti Narcissa chiuse gli occhi. Non era più quello il destino del suo Draco, non da quando Bellatrix aveva insistito nell’insegnarli incantesimi e pozioni oscure e malvagie. Sulla guancia pallida percepì un leggero formicolio causato da una ciocca bionda sfuggita dalla sua raffinata crocchia. Le labbra sottili si piegarono e da esse sfuggì un breve soffio, quasi felino. Arrossì leggermente e spalancò le palpebre. Si guardò intorno e sospirò dal sollievo. Non era signorile quel gesto, era troppo intriso di impulsività e Narcissa non era una donna avventata. Non più. Si issò in piedi per poi riporre la sedia dinanzi allo scrittoio della camera che condivideva con suo marito. Si lisciò le pieghe del suo lungo abito verde smeraldo e avanzò verso la finestra dopo aver osservando per un solo secondo l’ampio talamo. Lucius non sapeva e non avrebbe mai dovuto di lui, di loro. Ispirò profondamente per placare il fluire dei pensieri che la stavano costringendo a osservare nuovamente i suoi occhi, verdi quasi quanto il suo vestito. Era tornato nella sua vita portando con sé l’inverno impetuoso che l’aveva visto andar via. Doveva difendersi dai sentimenti di quell’uomo sbagliato che l’aveva stregata nella sua giovinezza e che, nonostante fosse doloroso ammetterlo, non era mai scomparso del tutto dal suo cuore. Il tonfo della porta che si chiudeva la fece rinsavire. Si voltò di scatto, poggiando la mano sinistra sul marmo per evitare di arrancare. Le labbra si schiusero inconsciamente nel riconoscere la figura mutata dagli anni di quello che a posteriori considerava la sua più grande debolezza. Gli occhi erano l’unico elemento che il tempo non aveva modificato. Erano vivi, ricolmi di follia e distruzione, di passione e fuoco vero. Le stava sorridendo sornione, all’angolo destro della guancia incavata v’era una ruga del tempo che sembrava renderlo più maturo, saggio, anziano. Quel pensiero le fece nascere un breve riso che trattenne a causa dell’audace situazione che li stava vedendo protagonisti. Non sarebbe dovuto essere lì per nessun motivo. Lucius non era in casa, ma Bellatrix sì. Rodolphus avanzò verso di lei con la stessa andatura dei tempi passati, piena d’arroganza e nobiltà. Narcissa si ritrovò a fare un passo indietro verso la finestra, ritrovandosi con le spalle contro il vetro. Il sorriso dell’uomo si spense e per un istante la osservò sorpreso, inclinando la testa di lato proprio come un bambino sin troppo curioso. Era arrivato sul lato più estremo del talamo, a pochi centimetri da lei. Azzerò la distanza tra di loro in una falcata ampia e, come se ci fosse stato un tacito accordo, Narcissa sbatté le palpebre e richiuse le labbra.

«Perché sei qui, Rodolphus?» domandò con una voce che nella sua mentre sarebbe dovuta essere dura e greve mentre era soltanto tremante e colpevole. L’uomo ignorò volutamente la sua domanda e alzò la mano sinistra, al cui anulare brillava la fede d’oro che lei tanto odiava, per scostarle la ciocca che era ricaduta sulla guancia.

« Dopo tanti anni, Cissy, sei ancora bellissima,» le confessò sottovoce, perso nei suoi occhi azzurri, con una dolcezza che non l’aveva mai caratterizzato se non con lei. La mascella della donna si irrigidì notevolmente mentre scuoteva il capo e si liberava della mano del cognato.

« Tu, invece, sei il solito bambino viziato,» affermò ferina con gli occhi assottigliati dalla rabbia. Non poteva ancora desiderarla come un tempo. Sarebbe stato sbagliato, senza logica alcuna. Rodolphus incassò il colpo e annuì prima di scoppiare in una breve risata. Gli ripeté la domanda iniziale e questa volta l’uomo decise di risponderle.

« Sono qui per te, Narcissa, per vederti. Non voglio altro perché so che oramai mi hai dimenticato. Vedo la rabbia nei tuoi occhi, mia piccola gattina, e mi dolgo di aver turbato nuovamente il tuo animo, ma ne avevo un disperato bisogno,» le dichiarò con dolente solennità. Il cuore di Narcissa perse un battito e i suoi occhi si spalancarono dinanzi all’espressione afflitta dell’uomo dinanzi a lei. Era cambiato. Mai tredici anni prima le avrebbe mormorato tali parole. Non avrebbe, però, ceduto, non in quel momento in cui Lucius aveva bisogno di tutto il suo supporto. Non avrebbe mai abbandonato suo marito, neanche per l’amore della sua gioventù sfiorita troppo in fretta in una mattina in cui l’avevano stappato via dalle sue braccia.

« Vattene, Rod,» sussurrò con il capo chino e lo sguardo basso. Sentì un breve soffio provenire dalle sue labbra schiuse poi vide le mano destra avvicinarsi al suo mento. Lo sollevò sino a fare incontrare i loro occhi.

« Me lo ordinasti con più convinzione l’ultima volta.» Chiuse gli occhi, Narcissa, per impedire alla sua mente di ritornare a pensare a quell’ultima notte, ma fu inutile. I ricordi riaffiorarono come naufraghi alla disperata ricerca d’aria e Narcissa si lasciò approdare dinanzi allo sguardo spento.

Lo stava aspettando come ogni notte nella villa al mare della sua famiglia, quella disabitata nei mesi invernali e da due anni anche in quelli estivi dopo la morte di sua madre che l’aveva tanto amata. Guardava le brillanti stelle dal balconcino senza vederle veramente. Sperava in un suo arrivo. Avrebbe significato che il Ministero non l’aveva ancora scovato o che Bellatrix non aveva attuato il suo piano diabolico per la ricerca dell’Oscuro Signore. Sebbene avesse dovuto fare ritorno a Malfoy Manor, a casa, per prendersi cura del suo Draco, Narcissa non era in grado. Non aveva ancora abbandonato l’ultima fede. Un rumore di materializzazione l’allontanò da quelle meditazione. Si girò, lasciando che la vestaglia argentea sfiorasse il marmo del pavimento, e incontrò i suoi occhi così carichi di timore e afflizione da farle piangere il cuore. Rodolphus corse verso di lei e l’abbracciò con tenerezza infinita, carezzandole le onde dorate dei capelli che tanto amava. Lo sentì sorridere e ricambiò la stretta con un sospiro sollevato. Era ancora lì con lei. Dopo un istante si scostò da lei e le posò un bacio sulle labbra che presto, con disperazione, Narcissa intensificò sfiorandogli la lingua con la sua, incominciando una danza che mai avrebbe voluto terminasse. Le mani di Rodolphus, oramai esperte, si poggiarono sui suoi fianchi, carezzandoli lievemente. Narcissa, vogliosa sino alla costernazione, gli sbottonò la camicia, rivelando il petto muscoloso e candido tanto da confondersi con il marmo del pavimento. Rodolphus si scostò di pochi millimetri da lei e Narcissa gli morse le labbra. Aprì gli occhi e lo vide sorridere.

« Non qui, Cissy,» le sussurrò con la voce arrochita dal desiderio. La donna annuì come una bambina obbediente e si lasciò condurre verso il divano più vicino del salone illuminato dall’ardore del fuoco nel camino. Rodolphus la fece distendere sotto di sé e le slegò il fiocco della vestaglia, lasciandola nuda e inerme sotto il suo sguardo languido. Narcissa mugugnò qualcosa di incomprensibile e Rodolphus rise con dolcezza, carezzandole la guancia arrossata, prima di liberarsi dei pantaloni. Lo attirò a sé e lo baciò con una passione che poche volte aveva posseduto. Era dettata dal timore di perderlo e questo Rodolphus l’aveva subito intuito poiché era anche il suo. Si abbandonò sul corpo dell’amata compagna che aveva imparato a conoscere una notte non molto differente da quella e l’amò come lei desiderò che l’amasse. Quando si scostò da lei, la notte era già alta e il fuoco si era oramai spento. Il petto, reso più adulto dalla gravidanza, si alzava e abbassava frenetico. Le labbra erano scarlatte e gonfie dei suoi baci, le guance arrossate. Gli occhi erano ancora chiusi, ma, quando non sentì più il peso dell’uomo su di sé, li spalancò. La mano cercò subito il petto del suo compagno steso di lato al suo fianco. Pochi istanti passarono prima che Rodolphus le rivelasse una verità che mai avrebbe voluto ascoltare.

« Il Ministero è sulle nostre tracce, Cissy. Bellatrix ha già deciso. Non vuole salvarsi e tradire il nostro Signore.»

« E tu, Rod?» gli domandò atona, cercando il suo sguardo che fuggiva colpevole.

« Tutto ciò che sono stato in questi anni non è stato una maschera, Narcissa. Ho sempre creduto sinceramente nella nostra causa e non la tradirò per avere salva l’anima. Potessero prenderla i Dissenatori se tanto la bramano,» affermò deciso. Le sue parole erano piene di quella passione che l’aveva innamorata sin dal primo istante poiché così lontana da lei, sconosciuta. Sospirò e annuì. Era la sua decisione e avrebbe dovuto rispettarla anche se avesse significato la sua perdita.

« Noi siamo salvi. Lucius ha corrotto i membri alti e i Malfoy non devono temere nulla.» Rodolphus scoppiò a ridere e Narcissa lo fulminò con lo sguardo. Quella situazione era tutto fuorché divertente.

« Lucius è solo un idiota.»

« L’ha fatto per Draco. Non potremmo crescere nostro figlio se fossimo ad Azkaban e io sono con lui.» Rodolphus sbuffò e la tenne stretta accogliendola in un abbraccio silenzioso.

« Tuo marito non merita una donna come te,» le confessò sottovoce prima di baciarle con gentilezza il capo. Narcissa chiuse gli occhi e si abbandonò, rilassando le membra stanche.

« Una donna che lo tradisce ogni notte con suo cognato?» domandò in un sussurro che avrebbe voluto non udisse davvero. Rodolphus sbuffò e scosse il capo.

« Una donna che, nonostante non lo ami, farebbe di tutto per lui e suo figlio.»

« Se così fosse, anche Bellatrix non ti meriterebbe. Non ti ha mai amato,» gli mormorò prima di baciargli il mento e scorgere l’espressione nei suoi occhi.

« Avrei voluto fossi tu mia moglie, Cissy, non tua sorella.»

« Non parlarmi così, Rod. Devo tornare da mio marito e Draco, ora,» affermò sbrigativa, allacciandosi la vestaglia. Rodolphus la bloccò stringendole le mani tra le sue e portandosele alle labbra. Narcissa sfuggì al suo sguardo e poggiò i piedi sul pavimento gelido, rabbrividendo visibilmente. Aveva paura, Narcissa Malfoy. Paura di quello che avrebbe potuto dirle, paura di lui, del suo amore e delle sue parole non dette, ma così tangibili nell’aria. Era sciocco se pensava che un giorno avrebbe potuto abbandonare Lucius per lui. Un illuso. Narcissa Black in Malfoy non era una traditrice e mai lo sarebbe stata.

« Guardami, Cissy,» le ordinò così dolcemente che gli obbedì immediatamente, « Non ti ho mai chiesto nulla e tu a me. Nonostante sappiamo entrambi quale sia la verità, nessuno dei due l’ha mai rivelata. Non lo farò io adesso, Narcissa, sebbene sappia che non potrò farlo mai più poiché non tornerò da te un’altra volta. Sento le bacchette del Ministero sulla mia testa e il bacio del Dissenatore sulla mia guancia. Tu, però, vivrai ancora e non potrei mai renderti colpevole di un crimine che abbiamo compiuto entrambi,» si fermò per un istante quando vide una lacrima rigarle il volto. Il loro amore era un crimine e Narcissa l’aveva sempre saputo, ma sentirlo affermare da lui le spezzò il cuore, « Non piangere, Cissy,» le mormorò carezzandole la guancia, « Non dinanzi a me. Non merito nulla di tuo poiché mai avrei dovuto macchiare il tuo candore.» Narcissa scosse il capo con veemenza e si morse le labbra per non urlargli il suo amore. Furono altre le parole che Rodolphus udì e furono le ultime che pensava avrebbe mai ascoltato di lei.

« Vattene, Rodolphus. Adesso.»

Narcissa ritornò in sé e scosse il capo. Rodolphus la stava ancora osservando con un sorriso appena accennato e dentro di sé si sentì morire. Era stata malvagia nella sua franchezza sebbene l’avesse urlato per proteggere se stessa e la sua famiglia.

« C’è stato un tempo in cui mi hai amato, Cissy,» sussurrò con delicatezza struggente, anche se nei suoi occhi una profonda rabbia era in procinto di divampare, « Sebbene non riesca a ricordarlo,» continuò prima di sedersi sulla sedia dove prima era poggiata lei. Si era preso il capo tra le mani e aveva divaricato le gambe come se stesse tentando di non disperarsi dinanzi ai suoi occhi. Alzò lo sguardo e tanta era la sua costernazione da farle aggrottare le sopracciglia.

« Rod,» lo chiamò confusa, avanzando di un passo verso di lui, flettendo le gambe per essere al suo stesso livello. Le prese il volto tra le mani e Narcissa glielo permise automaticamente, dimentica di tutto e tutti. In quel momento, con tutte le emozione che stavano attraversando il suo cuore, non aveva la forza di combatterlo ancora.

« I Dissenatori mi hanno portato via tutto, Cissy, anche i tuoi ricordi, ma non sono stati in grado di rubarmi te, il tuo viso, i tuoi occhi, le tue labbra e i sentimenti che nutro nei tuoi confronti.» Narcissa deglutì a vuoto e abbassò lo sguardo. Doveva essere stato orribile per lui che soleva appuntare ogni momento per imprimerlo per sempre nella memoria essere costretto a dimenticare.

« Mi dispiace, Rod,» mormorò con tutta la sincerità e il sentimento che possedeva.

« Avrebbero dovuto farli scomparire,» continuò come se non avesse parlato, « Sarebbe stato più facile adesso. Avrei potuto portare questa dannata fede senza guardarla continuamente sperando che il nome della mia sposa cambi,» affermò più arrabbiato con gli occhi disperati, ma la presa era sempre docile e delicata.

« Rodolphus,» lo chiamò per farlo rinsavire, per non permettere che le sue parole facessero soffrire entrambi.

« Avrei voluto non amarti mai più, Cissy, ma, quando ti ho guardata negli occhi, ho capito che ti amo ancora,» le confessò. Narcissa si scostò violentemente da lui e indietreggiò verso la finestra. La mano saettò verso la fronte mentre lacrime salate rigavano il suo bel volto di porcellana. Dopo venti, interminabili anni Rodolphus le aveva aperto il suo cuore, aveva avuto quel coraggio che a lei non era mai appartenuto. Aveva rovinato tutto con quelle tre parole. Il suo matrimonio con Lucius, il rapporto fraterno con Bellatrix, la solidità della sua famiglia. Sentì distintamente i passi dell’uomo che si avvicinava a lei. Le sue braccia l’avvolsero e la attirarono a sé. In quel gioco d’amore e passione non v’erano né vincitori né vinti, solo due innamorati che avrebbero continuato ad amarsi nelle tenebre dell’anima. Finché morte non li avesse separati. 

Quarta Classificata: True love is wrong di almeisan_

- da 0 a 10 per la correttezza grammaticale, lessicale e stilistica: 8,5/10
Hai una buona padronanza stilistica e lessicale: la tua storia risulta intensa e poetica, perché i due elementi sopracitati si sposano perfettamente, creando un atmosfera ottimale per rappresentare i dilemmi dei protagonisti. Ogni parola enfatizza i sentimenti di Narcissa e Rodolphus, impreziosendo la narrazione e le scene descrittive, che, tra l’altro, sono ben bilanciate e strutturate. In alcune scene, devo dire, questo tuo intenso uso dello stile poetico rende la tua storia un po’ troppo pomposa e anche un po’ confusa…talvolta mi sono ritrovata a rileggere alcune scene perché non mi risultavano chiare ad una prima lettura. Ma quello che più ti ha tolto punti sono alcune imprecisioni grammaticali, che avresti potuto tranquillamene eliminare con una rilettura un po’ più attenta. Nella tua storia ho riscontrato un “mentre” al posto di un “mente” in questa frase: “domandò con una voce che nella sua mentre sarebbe dovuta essere dura e greve mentre era soltanto tremante e colpevole.” e uno “stappato” al posto della parola “strappato” in questa frase: “neanche per l’amore della sua gioventù sfiorita troppo in fretta in una mattina in cui l’avevano stappato via dalle sue braccia.” Poi hai anche sbagliato alcune concordanze singolare/plurale(hai scritto “le mano destra” e “quelle maledizione”) e in questa frase: “Le sue parole erano piene di quella passione che l’aveva innamorata sin dal primo istante poiché così lontana da lei, sconosciuta.” avresti dovuto scrivere “che l’aveva fatta innamorare”. È davvero un peccato registrare tutte queste imprecisioni in una storia così ben scritta…tanto ben scritta che il tuo punteggio è comunque molto alto.
- da 0 a 10 per lo sviluppo del desiderio/indizi: 7,5/10
In questa sezione, invece, ho più perplessità: il raiting va benissimo(anche se in certe scene tende un po’ verso l’arancione…ma è un particolare infimo di cui non ho tenuto conto), mentre non ho riscontrato una fedeltà apprezzabile alla canzone: ho interpretato il testo della musica di Adele come le parole di una giovane donna che si ritrova a vivere una stori d’amore con un ingannatore, un uomo provvisto di un lato oscuro a cui lei precedentemente non aveva mai avuto accesso, un lato pieno di bugie e di complotti. Invece l’amore di Rodolphus e di Narcissa è puro e limpido: lei è perfettamente conscia dei rischi e della natura per niente docile del suo amante, del fatto che sia un Mangiamorte, un assassino e un criminale. Non c’è una parte di lui che Narcissa non conosca, e l’amore di Rodolphus per la più giovane delle sorelle Black è sincero e onesto, in totale contrapposizione con la sua vita meschina e deviata.
- da 0 a 10 per la caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Ho apprezzato molto la caratterizzazione di Narcissa: emergono le sue due caratteristiche più definite, ovvero l’alterigia accompagnata da un’apparente freddezza, e poi il suo modo di amare, totalizzante ed eterno, identico a quello che prova per la sua famiglia nel volumi della Rowling. La fedeltà che sente nei confronti di suo marito e di suo figlio si oppongono nettamente all’amore devastante ed eppure così limpido e intenso per il cognato, creando una contrapposizione di sentimenti davvero interessante: rispecchia al meglio la natura di Narcissa, divisa tra ciò che ama e ciò che è giusto. In lei si mischiano la dolcezza materna, la paura di una donna in guerra, l’ansia di una moglie terrorizzata di essere scoperta, la passione di un’amante devota. Dovendo trattare la caratterizzazione di Rodolphus come tua interpretazione personale, l’ho trovata abbastanza buona: mi sono piaciuti molto alcune doti che gli hai donato, come la fedeltà a Voldemort e la sua audacia per il compimento dei suoi progetti. Un po’ meno, devo dire, me lo immagino come amante romantico e docile: anche se non mi è difficile immaginarlo intrappolato in un matrimonio infelice, tutta questa sua tenerezza non mi convince appieno. Ma lo ripeto: in questa sezione sei stata davvero precisa e allo steso tempo audace.
- da 0 a 10 per l'originalità: 9,5 /10
La tua storia è davvero interessante e per niente scontata: anche se non è raro vedere Narcissa tradire il marito e venir abbinata ad altri compagni maschili, e il ritorno alla vita di tutti giorni per i Mangiamorte è un argomento grandemente affrontato, ho apprezzato tutte le tue trovate: lo stile e il lessico, perfettamente abbinati, i sentimenti intriganti e intensi dei protagonisti, le loro burrascose vicende…tutti pregi racchiusi in una trama originale e ben costruita.
Totale: 34,5/40 

Che dire, sono contentissima del giudizio e ringrazio tantissimo la giudiciA per la sua accuratezza, per il premio speciale. Sono soddisfatta, davvero tanto. Sono particolarmente legata a questa storia perché Rodolphus è uno di quei personaggi che avrei voluto conoscere meglio all'interno dell'universo di Harry Potter, Narcissa è una donna straordinaria e perché insieme formano il mio OTP. Grazie mille achi leggerà.

  
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