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Autore: Fiore del deserto    02/04/2012    1 recensioni
Dopo quattro anni, Sarah ha dimenticato tutto ciò che riguarda il Labirinto. Jareth, incapace di arrendersi all'amnesia di Sarah, per tutto questo tempo, non ha fatto altro che osservarla dalle sfere di cristallo. Ma un giorno, stanco dell'assenza della sua amata, decide di rapirla nel tentativo di farle riacquistare la memoria!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Probabilmente, anzi, sicuramente, questo capitolo sarà alquanto penoso...
Spero che abbiate la pazienza di leggerlo e spero di non avervi annoiato troppo...!
Buona lettura!
P.S. Non uccidetemi!

ABOVERGROUND
 
Si era chiusa nel bagno. Per tutto il giorno non aveva fatto altro che piangere. Aveva il viso sciupato per le troppe lacrime. Non ne voleva proprio sapere di smettere. Perché non aveva dimenticato? Eppure le parole che aveva pronunciato erano chiare: “Tu non hai alcun potere su di me”. La prima volta che lo fece, aveva scordato ogni cosa. Ma ora perché non aveva funzionato? Cos’era che le impediva di dimenticare? Sarah era accucciata in un angolo del bagno. Il viso arrossato per il troppo piangere. La sua amica Alex bussò alla porta
- Sarah, per favore, esci da lì! E’ tutto il giorno che stai chiusa in bagno! –
Sarah pareva non sentire niente. Continuava a piangere, rimanendo accucciata come un animaletto indifeso. I suoi amici erano preoccupati per lei. Persino Mickey si precipitò a bussare
- Sarah, non hai nemmeno toccato cibo! Non fare così! Dicci cosa ti è successo! Siamo amici, possiamo aiutarti...! – Tutto inutile! Sarah non ascoltava nessuno. Pareva decisa a piangere per tutta la giornata, se non addirittura per tutta la vita. Furono le parole di Pat, venuta anche lei a bussare, a scuoterla
- Sarah, tesoro, ascolta... Non hai fatto altro che stare lì in bagno a piangere per tutto il pomeriggio. Hai pure saltato i pasti. – si rivolse ai gemelli – Grazie al cielo, la casa dispone di due bagni! Comunque... – riprese a parlare con Sarah – Piccola, siamo tuoi amici e vogliamo aiutarti! Tu c’eri sempre quando avevamo bisogno di te. Ora tocca a noi aiutarti! Vogliamo esserci, anche solo per asciugarti una lacrima! Coraggio, piccina. Apri la porta e parliamone! –
Sarah si alzò da terra. Le parole di Pat la convinsero ad uscire dal bagno e di farsi aiutare. Ma cosa avrebbe potuto dire ai suoi amici? Di certo, non avrebbero mai potuto credere ad una storia assurda come quella della città di Goblin e del sovrano psicopatico. Al pensiero di Jareth le venne di nuovo da piangere, ma riuscì a trattenersi. Prese un bel respiro e lentamente aprì la porta...! Doveva solo pensare una storia decente da inventare...!
I tre ragazzi erano sconvolti nel vedere il suo viso segnato dalla sofferenza, ma sorridevano cercando di rassicurarla. Dovevano farle capire che di loro poteva fidarsi...!
 
 
UNDERGROUND
 
- Maestà... – Lloyd era arrivato nella sala del trono del fae, il quale se ne stava fermo davanti alla finestra, fissando nel vuoto. Il fae non si voltava, ma in tono segnato da una profonda tristezza, rispose
- Entra...! –
Tutti nel castello sapevano cosa fosse successe, ed anche nella città di Goblin si era venuto a sapere dell’addio di Sarah
- Perché sei qui? – chiese rauco Jareth
- Maestà... – disse Lloyd – Prima di tutto, chiedo scusa se ti disturbo... ecco... Sappiamo tutti cos’è successo fra te e Sarah... – il domestico tremava, temeva di non usare le parole giuste - Io e gli altri, specialmente il nano, il gigante e la piccola volpe, ci chiedevamo perché non ci è stato concesso poterla almeno salutare... –
Jareth abbassò lo sguardo verso il pavimento
- Ho rovinato tutto e tutti...– disse Jareth con tono appena percettibile – Se se n’è andata, la colpa è solo mia...! E adesso, ho coinvolto tutti.! –
Lloyd rimase in silenzio, imbarazzato per il modo di fare insolito del re
- Ho cercato di fare la cosa giusta, ma ho sbagliato tutto sin dall’inizio. – continuava Jareth - Credevo che se le avessi fatto ritornare la memoria, tutto sarebbe andato alla perfezione. Ma i miei modi di fare irascibili mi hanno solo portato alla rovina... Ora, Sarah mi odia più di prima... I suoi amici sono rimasti un’altra volta soli... Ed io... – prese un bel respiro – Era meglio se continuavo a vivere osservandola nelle sfere di cristallo... Non avrei fatto soffrire nessuno...! -
Lloyd si avvicinò al sidhe. Lo aveva visto crescere, e in fondo lo vedeva come un nipote; poggiò una mano sulla spalla di Jareth
- Jareth, è un passo avanti che tu abbia ammesso di avere dei modi irascibili; altrettanto un gran passo è che tu ti sia accorto che tutto è dovuto per mano tua. – fece una pausa per cercare le parole giuste da dire per non fare alterare il fae – Ma non è mai troppo tardi quando c’è di mezzo un forte sentimento che nell’Aboverground chiamano “amore”...! –
Gli occhi di Jareth si illuminarono. Ascoltava con attenzione le parole del suo domestico. Alzando di poco il mento, gli fece intendere di continuare
- Tu la ami? –
Quelle parole furono per Jareth come una scossa elettrica. Non ebbe il coraggio di rispondere. Se davvero l’amava, si diceva, perché l’aveva trattata così male? Se davvero l’amava, perché l’aveva sempre fatta soffrire?
- Sono indegno...! – Jareth si morse il labbro inferiore a sangue – Non merito nemmeno di pensare a lei...! – qualcosa di caldo rigò il viso del fae. Era una lacrima! Lloyd raccolse tutta la sua fermezza, e afferrate le spalle di Jareth per confortarlo, gli disse
- Se veramente l’hai amata, se veramente la ami... Devi dimenticarla...! –
Jareth rimase sconvolto da tali parole
- Cosa? –
- Dammi retta, Jareth. Sai meglio di me che non si può andare avanti così! Ti stai distruggendo! Sia tu che Sarah non avete fatto altro che soffrire... Mi dispiace, Jareth...! Ma non c’è altra soluzione...! Se davvero la ami, devi dimenticarla...! –
Jareth non ebbe la forza di rispondere. Lloyd era di qualche centimetro più basso di Jareth. Vedendolo così pallido, col sangue che gli colava dalle labbra per il mordersi che faceva contrasto al suo pallore, Lloyd lo abbracciò, sperando di dargli il giusto conforto...! 
  
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